Ricognizione Jenne – 25/03/2023

A ricercare grotte vicino Jenne, Gabriele, Marione, io e Luna.

La mattina Gabriele passa a prendere me e una Luna straripante di felicita’ per l’inaspettata gita. Quando salgo in macchina Gabriele mi presenta le grotte da cercare oggi, ne ha stampate le schede e le ha numerate in sequenza secondo il giro che ha deciso di fare.

Abbiamo appuntamento con Marione al solito bar Cicchetti, lui ci avvisa di essere in ritardo ma il nostro avvicinamento subisce un paio di soste per controllo dei carabinieri e rifornimento di GPL, quindi alla fine arriva lui prima di noi.

Dopo la colazione partiamo per la ricerca della prima grotta in lista, la “Fessura del settimo”. Andiamo per la strada che da Subiaco porta a Jenne. In corrispondenza di uno spiazzo dopo una curva troviamo da fermarci e andiamo alla ricerca della grotta.

A lato strada c’e’ un fontanile, Luna sembra molto interessata. Marione, che ne sa, ci informa che e’ un fontanile stagionale, con l’estate terminera’ di avere acqua.

Giriamo nei dintorni cercando la grotta. E’ Gabriele a trovarla.

Eccola, si e’ proprio meritata l’appellativo “fessura”.

Una foto piu’ in dettaglio non svela molto altro.

Non ancora soddisfatti del ritrovamento ci sporgiamo dall’altro lato del ponte e rimaniamo incuriositi da alcune ombre tra le rocce sottostanti. Talmente incuriositi che andiamo a vedere da vicino di cosa si tratti.

Nulla di fatto, sono massi, probabilmente prodotti quando e’ stata fatta la strada e non sembrano avere interesse per noi grottofili.

Imbaldanziti dal primo successo torniamo alle auto per proseguire con la ricerca delle altre grotte in lista.

Saliamo verso Jenne fino ad un’area di sosta.

Parcheggiamo nei pressi di un’area attrezzata per i pic-nic. Senza sapere ne faccio una foto, in fondo si vede una costruzione munita di porta, e’ un bacino artificiale di raccolta dell’acqua che arriva dal vallone di fronte. Piu’ tardi scopriremo che e’ stato utile notarlo, ci cambiamo e partiamo alla ricerca di “Pozzo Pon Pon”.

Il sentiero segnato ci permettera’ di passare sopra la galleria che abbiamo appena passato con le auto e proseguire verso il punto dove e’ segnato l’ingresso della grotta. Passiamo un cancello di sbarramento. Ancora Marione, che ce la sa, ci informa che si tratta di cancelli messi solo per tenere il bestiame al pascolo lontano dalla strada. Per non rendere inutile la precauzione, dopo essere passati lo richiudiamo.

Appena sopra la galleria il panorama e’ stupendo.

Sullo sfondo si vedono delle cime ancora innevate, sempre Marione ce le indica dicendo che si tratta di Campocatino, ne prendiamo atto ammirandole.

Dopo un non breve tratto di salita ci troviamo nei pressi del punto dove dovrebbe esserci l’ingresso della grotta, ma la grotta non si trova. Ci sparpagliamo in giro a cercarla, nelle grotte senza punto GPS (e anche con quelle) non e’ raro che le coordinate abbiano un errore di 50 metri o piu’.

Dopo circa un’ora di giri in giro, tutti a vuoto ci riuniamo fermi a guardare di nuovo il paesaggio e Gabriele trova il modo di telefonare a Nerone, lui conosce la grotta per averla esplorata anni fa. Gabriele ci riporta quanto dice Nerone. La grotta non e’ dove la stiamo cercando ma in verita’ e’ ai lati del vallone che alimenta il bacino d’acqua nell’area di sosta. Partendo da la’ dobbiamo salire di circa 150 metri.

Senza demoralizzarci affatto ci organizziamo per raggiungere il nuovo punto di ricerca. Svalichiamo passando sul versante opposto a quello dove eravamo in infruttuosa ricerca e poi scendiamo “a occhio” verso il vallone.

Dopo aver camminato in discesa lungo sentieri tracciati probabilmente dagli animali al pascolo, giungiamo dopo una mezz’ora in fondo al vallone. Mentre scendiamo troviamo molti muretti a secco, nome locale “macere”, che, ci dice Marione, indicano che il posto in precedenza, chissa’ quando, era coltivato. Quando dall’alto avvistiamo l’area di sosta con il bacino, Marione prende decisamente per quella direzione, Gabriele ed io andiamo dalla parte opposta per sbucare approssimativamente in zona grotta. Quando siamo vicini al fondo del vallone delle ombre accattivanti ci fanno scendere a dare uno sguardo da vicino…ma scopriamo che sono solo quel che vedevamo, ombre. Il canale leggermente inforrato prosegue verso l’alto. Prendiamo a seguirlo.

Dopo pochi metri una bella sorpresa, un buco che sembra grotta. Ci avviciniamo speranzosi.

Poteva essere, ma per ora, almeno, non e’. Dopo nemmeno un metro la nostra forse-grotta chiude miseramente. Documentiamo il ritrovamento mettendolo nella lunghissima lista delle cose da vedere.

La temperatura e’ gradevole, la giornata e’ soleggiata e camminando in effetti si sente caldo. Luna infatti e’ accaldata e riesce a trovare una pozza d’acqua dove si accuccia per prendere del refrigerio.

Saliamo ancora nella speranza di trovare la nostra grotta. Incontriamo ancora piccoli buchi che sicuramente non sono lei.

Arriviamo ad un punto in cui la piccola forra che seguiamo si produce in un salto di non piu’ di 3 metri. Controlliamo con attenzione la paretina che lo forma e poi decidiamo che per oggi la ricerca di grotta Pon Pon puo’ terminare qua.

Ripercorriamo la forra in discesa per tornare alle auto. Mi fermo ancora per guardare da vicino altri buchi. In corrispondenza dell’ultimo mi squilla il telefono, e’ Marione. Ci aspetta da tempo alle auto e iniziava a preoccuparsi. Una volta rassicurato circa l’assenza di problemi mi annuncia che per lui e’ tardi e si appresta a tornare a casa. Ci salutiamo e poi proseguo verso le auto.

All’area di sosta trovo Gabriele che si gode il sole. Lo aggiorno su Marione e poi andiamo assieme alla macchina.

Una foto alla galleria e al sentiero che ci passa sopra.

All’area di sosta c’e’ pure una cartina che ci informa di dove siamo, Gabriele si avvicina per consultarla.

Peccato non ci dica anche delle grotte!

Passiamo all’obiettivo seguente con ancora molta fiducia. Le grotte da cercare sono 2 e molto vicine tra loro. Prendono il loro nome da un aggettivo: “mortale” che magari nel dialetto locale significa qualcosa d’altro. Il punto che il GPS ci indica e’ poco distante, ma la zona e’ tutta recintata. Camminando troviamo un cancello aperto che sembra invitarci ad entrare. non ci facciamo pregare. Riusciamo ad arrivare al punto dove dovrebbero esserci le grotte ma nulla troviamo. Ci sono delle casupole in rovina e piene di rovi, magari hanno utilizzato le grotte come stalla o altro e ci hanno costruito delle mura davanti? Boh! Proviamo ad interrogare delle signore che ci guardano incuriosite dalle ville vicine. Affermano di non averne mai sentito parlare. Salutiamo, ringraziamo e torniamo alla macchina. Decidiamo che e’ l’ora giusta per prendere qualcosa al bar al centro di Jenne, siamo vicini. Facciamo pochi metri e vediamo un’altra signora, Gabriele suggerisce di chiedere informazioni anche a lei. Sembra sapere nulla di grotte nelle vicinanze, ma gentilmente corre a chiamare il figlio perche’ magari ne sa. Anche lui dice di saperne nulla e ci consiglia di chiedere ai vecchi del paese. E’ deciso, appena possibile chiederemo al bar, magari il proprietario le conosce ‘ste grotte “mortali”.

Visto che e’ di strada passiamo alla grotta successiva, quella “sotto S. Angelo”. Appena scesi dall’auto Gabriele si dirige a destra sulla strada. Scendiamo un sentiero ma ci troviamo davanti dei cancelli che ci impediscono di proseguire.

Torniamo indietro con le pive nel sacco ma ancora decisi a riprovare.

Saliamo alla chiesa.

Ci fermiamo per darle uno sguardo con piu’ attenzione.

Sembra dedicata a San Michele Arcangelo, la fotografiamo per Giorgio che ne ha addirittura scritto un libro.

Tentiamo una nuova discesa da dietro la chiesa. Troviamo un passaggio scosceso assai ma riusciamo a giungere sul punto dove avremmo dovuto trovare la grotta…ma non la troviamo.

Scossi dal crescente numero di insuccessi, ma non vinti, ci spostiamo al bar per poi andare alla grotta successiva. Ci dice jella anche in questo caso! il bar e’ chiuso, quindi sfuma il nostro progetto di una bevanda fresca e di raccolta di informazioni. Ci consoliamo con una barretta di cioccolato che avevo portato con me in caso servisse. E’ servita!

Ci spostiamo vicino alla sede del municipio dove c’e’ un grosso parcheggio per cercare la “grotta stalla sotto il parcheggio”.

Anche qua, cerca che ti ricerca troviamo poco o nulla. Provo ad arrivare ad una casupola e dentro ci trovo una parete di roccia che non credo si possa considerare grotta.

Qua trovo un pertugio ostruito da un muretto a secco, se e’ la nostra grotta non c’e’ modo di appurarlo.

Tornando sconsolato alla macchina mi accontento di aver trovato una cassaforte da rottamare.

Nota positiva di questa tappa? Troviamo il distributore di acqua vicino al comune. Fornisce gratuitamente acqua liscia o gasata. Almeno abbiamo potuto avere la nostra bevanda rinfrescante!

Magro bottino oggi, 6 grotte cercate, una trovata. Magari torneremo con Elia che conosce questi posti molto meglio di noi.

Ultima sosta allo sgrottamento appena fuori Jenne dove hanno attrezzato una sorta di presepe permanente. Entro un attimo, solo il tempo di verificare l’assenza di prosecuzioni che possano farla considerare grotta, poi proseguiamo verso casa.

Non tutte le ciambelle riescono col buco, si dice, ma oggi ce n’e’ venuta quasi nessuna! Vabbe’ abbiamo fatto quel che potevamo con tutto l’impegno possibile, lo testimoniano i numerosi nuovi graffi che ho collezionato su mani, braccia e gambe. Alla prossima.

Informazioni su fato63

Pratico la speleologia da qualche anno ormai. Mi sono finalmente deciso a tenere un diario delle uscite. Approfitto del blog per renderlo consultabile e commentabile.
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