Con lo SCR tutto e tanti altri amici per una divertente uscita in quel di Falvaterra.
Vista la mia nota difficolta’ nel ricordare i nomi nemmeno provo a elencare ora tutti gli amici che ho incontrato e le persone che ho conosciuto durante questa simpatica riunione con grotta annessa. A tutti vanno comunque i miei ringraziamenti per aver reso speciale la giornata. Un grazie speciale ai padroni di casa, Augusto e Giuseppe.
Ma ora iniziamo a raccontarla questa bella giornata.
La mattina partiamo di buon’ora, siamo Betta, io, Luna, la nostra cana titolare, e Mimmi, la sorcetta canina che ci ha “prestato” Claudia per alcuni giorni. Anche se siamo partiti presto, tra una sosta e l’altra riusciamo ad arrivare leggermente tardi. I saluti ai tanti amici aggravano ulteriormente il mio ritardo nel prepararmi, tanto che alla foto di gruppo arrivo in mutande e calzari semi-calzati.

Dopo la foto inizia la diaspora, chi si avvia alla grotta, che a preparare per il pranzo che seguira’, chi a fare ancora una buona dose di chiacchiera. Giuseppe parte di corsa verso la grotta con Max, Fabio e altri, devono recuperare uno “scaldabagno” mi dicono i piu’ informati. Augusto invece lo vedo che sta intruppando e vestendo di muta un nutrito gruppo di visitatori che si appresta ad accompagnare a visitare la grotta. Io torno a sedermi nel tentativo di finire di prepararmi.

Come sempre non posso azzardarmi ad indossare da subito la muta intera, metto addosso quella minimale, raccatto tutto il resto e mi avvio piu’ in fretta che posso visto che sono rimasto ultimo. Per fortuna a farmi compagnia durante il tragitto dalla segreteria all’ingresso della grotta vengono Claudia e Luna, cosi’ facciamo la strada chiacchierando con piacere del piu’ e del meno poiche’ e’ veramente tanto tempo che non ci vediamo.
Non andiamo all’ingresso turistico della grotta ma scendiamo alla risorgenza. Una volta arrivato trovo con sollievo che c’e’ ancora qualcuno che deve entrare.

Mentre termino i preparativi anche gli ultimi entrano. Rosa mi incita a sbrigarmi ma oramai conosco i miei tempi e piu’ veloce di cosi’ non potrei proprio.

Indossare la giacca della muta e’ la solita sauna, quando finisco sono gia’ sudato e grondante sudore. Ultimo giro di foto per fotografare Claudia che mi fotografa, Maria che tiene d’occhio Luna e poi entro nell’acqua gelida per cercare ristoro.

Il portale d’ingresso, oramai buio e silenzioso mi attende, oramai e’ un vecchio amico e lo rivedo volentieri anche se il passaggio di tante persone ha un poco intorbidito l’acqua e ne ha diminuito poco il fascino.

Una foto ai miei amici che stanno rientrando alla base e poi parto. L’iniziale sensazione di gelo ha stemperato il calore del mio corpo, ora inizio a stare bene.

Procedo in solitaria per il tunnel iniziale, e’ artificiale e scavato per bypassare il sifone che si trova sulla destra entrando. In questa maniera le piene sfogano con maggiore velocita’. Dopo il primo tratto artificiale inizia la grotta vera e propria. In un punto quasi asciutto che non ricordavo affatto trovo uno speleo in attesa. Non lo conosco, forse e’ uno dei ragazzi che fanno servizio alla grotta insieme a Giuseppe e Augusto. Lo saluto velocemente e passo oltre.

Subito dopo trovo il primo laghetto con la breve risalita con cascatella. C’e’ un poco di fila per salire dal lato a sinistra dove c’e’ la corda. Decido di non aver voglia di aspettare quindi affronto la risalita arrampicando dal lato opposto, quello destro.
Mentre riprendo fiato vedo passare un personaggio oramai mitico, Giorgio, anche conosciuto come “il signore anziano”. Provo a fargli qualche foto ma sfila via troppo velocemente per i tempi di reazione della mia fotocamera.

Una foto al primo laghetto non poteva mancare. Oramai il fiato l’ho recuperato e la fila per salire e’ quasi smaltita. Riparto.

All’incrocio con la passerella della parte turistica si gira decisamente a destra per proseguire la grotta.

Dopo la curva si vede l’ultimo tratto di passerella e inizia la parte di grotta non attrezzata.

Maria e’ sopra, sulla passerella, chiama Giorgio e Alessandro per far loro una foto. Anche io mi cimento ma con i soliti scarsi risultati.

Pochi passi e siamo al laghetto con la cascata, un salto di 5 o 6 metri, molto bello e divertente. Anche qua c’e’ tanta fila. Saluto Flaminia, la mia spelo-nipotina, poi mi tuffo per andare a recuperare una corda che vedo imprigionata in mezzo alla cascata.

Con un poco di fortuna recupero la corda e con gran faccia tosta mi arrampico velocemente. In cima trovo un altro controllore che non conosco che mi sembra abbastanza scocciato dalla mia intromissione. Faccio finta di nulla e vado avanti. Incontro un altro amico, Marco che a sua volta e’ con un amico. Faccio una foto anche a loro prima di proseguire.

Ma perche’ tanta fretta, vi direte. Ma io sono qua appositamente per spiegarvelo. Strada facendo mi e’ sovvenuto il discorso udito sul recupero di uno scaldabagno che giace da tempo abbandonato nella grotta. Beh, ho deciso di andare a vedere di cosa si tratta, quindi devo sbrigarmi altrimenti mi perdo tutta la fase del trasporto. Tra l’altro, lungo il tragitto, non ricordo chi, ne’ quando, mi ha corretto, non si tratta di uno scaldabagno ma di un vecchio bidone per la benzina.
Riprendo a camminare ma devo subito fermarmi a fare una foto a Carla, anche lei non la vedo da tanto tanto tempo e sono felice di averla incontrata di nuovo oggi, ma dopo la foto devo proprio scappare…presto, presto che e’ tardi, sembro proprio il bianconiglio!

Ancora una breve sosta per una foto a lei…penso sia Patrizia ma al momento e’ solo speranza di non aver fatto confusione!

Dopo il primo tratto affollato mi ritrovo a camminare da solo. Ne approfitto per tentare qualche foto, coi soliti scarsi risultati. Ve le lascio guardare in pace senza troppe parole.





Cammina cammina incontro il gruppo guidato da Augusto. Vanno avanti spediti quindi da principio mi accodo ma poi piano piano li supero fino a guadagnare la testa del gruppo. Approfittando di un piccolo salto da passare faccio l’ultimo sorpasso passando di lato. Mentre passo saluto Augusto e gli chiedo quanto manchi per il bidone, “un quarto d’ora” e’ la sua risposta. Proseguo di buon passo.

Ogni tanto faccio sosta per provare una foto.

Vedo delle luci in lontananza, sara’ mica la “squadra del bidone”?

Si! Sono proprio loro, mi avvicino per salutarli come si deve ma sono impegnatissimi ad imbragare il bidone in maniera da poterlo trasportare.

Mi fermo ad osservare. L’imbragatura e’ terminata e ora valutano se legarci un bidoncino di plastica come galleggiante. Alla fine rinunciano, darebbe piu’ fastidio che altro. La “squadra del bidone” e’ composta da Fabio, Giuseppe, Max, da un ragazzo che non conosco e mi presentano. Ha un nome simpatico, Fabrizio. C’e’ anche un ragazzino che se ne sta in silenzio e in disparte, non ci faccio caso piu’ di tanto.

Inizia il trasporto. Il bidone e’ ben pesante ma se fosse integro galleggerebbe rendendo il trasporto agevole. E invece no, ha piu’ buchi di un colabrodo e riesce a riempirsi d’acqua ad una velocita’ prodigiosa. Fatta una prova impiega non piu’ di 5 secondi a riempirsi e sprofondare.

Il fatto che non galleggi rende il trasporto oltremodo lento perche’ ogni pochi passi si deve fare sosta per svuotarlo. Faremo innumerevoli soste. Per dare una mano mi approprio dello zaino di max con le corde e vado avanti facendo foto.

Luci che ci vengono incontro!

Questa sarebbe Flaminia e sarebbe venuta una foto bella come merita la mia speleo-nipotina se non fosse per una luce importuna che compare al momento sbagliato a coprirle la faccia.

Dopo il piacevole incontro riprendiamo il trasporto.

Poi di nuovo sosta svuotamento con manutenzione dei cordini che imbragano il bidone, ogni tanto tendono a scivolare via e si deve sistemarli di nuovo.

Via di nuovo col trasporto. Finalmente guardo meglio il presunto ragazzino e mi accorgo che e’ una giovane ragazza. Non posso fare a meno di fare la mia classica brutta figura e subito vado a rivelarle il mio grossolano errore. Dopo avermi ascoltato mi guarda con una espressione un poco schifata e conferma: “Si, sono una ragazza e ho 14 anni”. Dopo aver appreso che oltre a queste caratteristiche ha anche Marta come nome e Fabrizio come papa’, mi ritiro in buon ordine soddisfatto di aver completato con successo la mia gaffe quotidiana.

Questa e’ una delle tante soste, pero’ mi sembra venuta bene come foto quindi ve la propino.

Ne ho tante altre da mostrarvi…e infatti eccole qua.


Iniziano i punti piu’ acquatici, iniziano i problemi, il bidone tende ad inabissarsi pericolosamente in fretta mettendo in difficolta’ la “squadra del bidone”.



Doverosa pausa di svuotamento dopo il passaggio con acqua alta.

…e poi di nuovo via come il vento!

Mentre aspetto mi guardo intorno cercando punti interessanti da fotografare.




Incrociamo il gruppo di Augusto che e’ di ritorno dalla “medusa”, la caratteristica quanto gigantesca concrezione che e’ uno spettacolo da vedere. Augusto si ferma un paio di minuti a parlare con la “squadra del bidone” che intanto riprende fiato.

Riprendiamo il trasporto.

Intanto Augusto e il suo gruppo ci superano e proseguono verso l’uscita.

Il trasporto del bidone infame prosegue, lento ma inesorabile.








Andando verso l’uscita aumentano i punti con l’acqua alta. Ora si devono usare altri metodi di trasporto, ancora piu’ lenti ma che assicurano di non perdere il caro bidone nelle profondita’ delle acque. Praticamente ad ogni passaggio tiriamo fuori le corde dallo zaino, improvvisiamo una teleferica con una delle due corde e l’altra viene usata per tirare il bidone prima che affondi troppo. Dopo il passaggio si rimettono le corde nello zaino e si prosegue.

Questa e’ Marta. Per farmi perdonare (o no?!?) le ho affibbiato il bidoncino di plastica. Devo dire che assolve diligentemente al compito assegnato, non lo molla un secondo.

Giuseppe! Che altro dire?



Visto che abbiamo un attimo di sosta per attrezzare il passaggio successivo Fabrizio convince Marta a fare una foto assieme accanto al bidone.

Come al solito esagero e ne faccio altre.

Questo e’ Fabio, cosi’ avete visto da vicino tutta la “squadra del bidone”.

Ancora un momento conviviale prima di ripartire.

Si inizia ad incontrare degli speleo, forse ci stiamo avvicinando alla cascata. Questo e’ Alessio, se non erro.

Riprendiamo il trasporto usando sempre piu’ di frequente le teleferiche.

Forse Marta mi ha perdonato, ora sorride quando la inquadro per una foto.

Finalmente arrivati alla cascata. Max e Fabio la saltano e vanno avanti a sistemare il loro lato della teleferica, noi intanto fissiamo la corda dal nostro lato.

Il bidone e’ gia’ in posizione e freme per saltare anche lui.

Tanti amici in rientro dalla gita fino alla medusa si fermano a curiosare durante i preparativi. Ne sono quasi costretti, abbiamo praticamente bloccato il passaggio della cascata.

Una volta fissata la corda di teleferica da entrambi i lati, parte Fabrizio con la corda di tiro e poi il bidone scende velocemente e senza intoppi. Ora possiamo passare tutti. Vorrei tuffarmi quindi affido la mia fotocamera a Marta che si appresta a scendere con la corda. L’avrei portata con me ma l’ultima volta che ho saltato e’ entrata un poco d’acqua…non fanno piu’ le fotocamere di una volta!
Ed eccoci qua, in vista della passerella, siamo praticamente fuori. Per la parte finale del tragitto si e’ aggiunto alla “squadra del bidone” anche Alessandro, che piu’ tardi conoscero’ come “quello con la barba” dalla allegra e viva voce della sua ragazza.

Prima di andare recupero la fotocamera da Marta e la ringrazio con una foto. Anche la fotocamera deve esserle riconoscente perche’ finalmente si impegna e le riesce di fare una bella foto.

Mentre Max e Fabio e Giuseppe attrezzano per far salire il bidone sulla passerella noi altri facciamo arrivare il bidone fino al punto in cui sono loro.

La corda e’ sistemata. Tra poco il bidone partira’ per l’ascesa fino alla passerella.

Improvvisamente mi ricordo di un particolare affatto secondario. Entrando avevo detto a Betta che sarei stato poco in grotta e invece seguire l’avvincente avventura della “squadra del bidone” ha portato via un mucchio di tempo. Prendo commiato e mi appresto a uscire. Giuseppe mi affida un compito, avvertire in segreteria che stanno uscendo col bidone e di scendere col pick-up per caricarlo.
Faccio un paio di passi ma vengo subito fermato da Patrizia, pronta per la sua razione di foto. Non posso proprio negargliele.

A lei si uniscono subito anche una simpatica signora di cui ignoro il nome e Flaminia.

Dopo le foto fuggo come un ladro affrontando di buon passo e un gran fiatone la salita per tornare alla segreteria. Trovo Betta tranquilla, ha passato piacevolmente il tempo in compagnia di altre persone che sono rimaste fuori dalla grotta. Luna freme dalla voglia di saltarmi addosso per manifestare la sua contentezza per il mio ritorno dopo una lunga separazione. Dopo i saluti la prendo con me per andare a cambiarmi vicino alla macchina. Strada facendo avverto in segreteria della uscita del bidone. Una volta ripresi gli abiti asciutti torno al piazzale dove gia’ si inizia a vedere tanta roba buona da mangiare.
Nel frattempo il bidone e’ uscito dalla grotta ed e’ arrivato fino a noi. Chiedo subito a Giuseppe di fare una foto con lui.

Questi sono Fabrizio e Marta. A prima vista, con i capelli, senza muta e bidoncino ho stentato a riconoscere Marta ma la presenza di Fabrizio vicino a lei ha dissolto gli ultimi dubbi. Purtroppo qua la fotocamera ha fatto di nuovo i capricci quindi la foto e’ quel che e’…

Pian pianino il pranzo prende corpo. Dopo un sostanzioso antipasto a base di bruschette, pomodoro, mozzarelle, formaggi vari, frittata agli aspragi selvatici e altre delizie, iniziano ad arrivare vassoi pieni di salsicce. Dopo essermi sfamato a dovere vado a fare visita ai fochisti che continuano a produrre salsicce e bruschette a profusione. Giuseppe per dare una mano prova a mettere bocca nel processo “cuciniero” ma se lo filano poco, e’ in minoranza.

La fotocamera continua a fare le bizze ma io continuo a non darle respiro. Qua riesco a riprendere Irina e Giuseppe.

Ancora una foto a Carla, anche se la fotocamera non collabora. In fondo si intuisce appena Rosa, ancora meno si vede Alessandro.

Ma il vero protagonista della festa rimane il bidone. Anche Augusto e Marco si fermano a contemplarlo.

Mi avvicino e mi fanno notare che questo e’ un bidone “storico”, risale al 1929…quasi preistoria industriale!

La fotocamera sembra iniziare a riprendersi. Qua abbiamo Carla e Maria.

Foto di gruppo al pasto.

Un quartetto importante, Irina, Giuseppe, Stefano e Giorgio.

Siamo a fine pasto, siamo tutti ben satolli e ora possiamo pensare ad altro. Fabio, il direttore dell’ultimo corso ha portato i diplomi per un paio di allievi che ancora non lo avevano ritirato. Quale occasione migliore?

La prima a mostrare con orgoglio il proprio diploma e’ Patrizia.

Poi, con passo deciso arriva il momento di Giuseppe.

Eccolo mentre mostra il suo diploma e accetta il nostro applauso.

Oramai sono sazio anche io, ho da poco estorto un’altra salsiccia a Maria, che ora siede vicino a Betta per riposare un poco.

Ecco un duo eccezionale, Gianni e Augusto. Una foto se la meritano sicuramente.

Di loro non ricordero’ mai il nome, ma sono simpatici quindi ve li presento in forma anonima.

Termino il giro di foto con Carla e Patrizia. Quest’ultima ha portato le ottime mozzarelle che abbiamo mangiato oggi, speriamo ricapiti presto occasione per assaggiarle.

Terminata la grotta, terminato il pranzo, fatte le foto, rivisti tanti amici e conosciuti di nuovi. Come sempre arriva il momento di tornare a casa. Lo faccio volentieri perche’ la giornata e’ stata bella e piena di emozioni. Grazie a tutti e alla prossima.
Grazie Bibo, bella relazione e divertente come sempre. Alla prossima💪💪💪🦇🦇🦇
Grotte e foto stupende 😍😍😍