Il mitico PhantaSpeleo del 1988! Per questo evento ho trovato le foto che vi mostrero’ a breve. Sicuramente mi sono state donate da qualcuno poiche’ e’ certo che non posso averle scattate io. Ora vi spiego…
Dovete sapere che in questa edizione del raduno speleo tenuto a Costacciaro ebbi un terribile mal di schiena. Non riuscendo a stare in piedi venni portato di peso dai miei amici. Prima facemmo una sosta alla locale farmacia dove mi somministrarono delle pillole non meglio identificate. Dopo mi trasportarono al bar del paese dove venni depositato su una sedia e lasciato solo a meditare sulle mie disgrazie, tra “costacciaresi” che mi guardavano storto o non mi filavano proprio. Mentre ero in questa situazione a dir poco infelice chi ti entra nel bar? Gia’ molto allegro per aver partecipato a molti brindisi entra, nientepopodimeno che, Pollo! Non so se fui io ad attirare la sua attenzione o se mi raggiunse lui al tavolino. Fatto sta che il buon Pollo per tirarmi su il morale inizio’ ad offrirmi una grappa dietro l’altra. Non ricordo quante ne bevvi, ma non poche. Da un certo momento in poi comunque posso dire con sincerita’ che non ricordo piu’ nulla.
Quello che mostrano le foto mi e’ stato raccontato in seguito. Sembra ne abbia combinate di tutti i colori. Non mi era mai capitato di perdere cosi’ completamente nozione di me stesso e mai piu’ e’ successo da allora. Ho sempre attribuito la mia “esuberanza” di quella sera al micidiale connubio tra le medicine e la grappa. Di buono posso pero’ dire che il giorno dopo il mal di schiena era completamente passato senza alcuno strascico, quasi un miracolo. Un altro effetto collaterale, la mattina dopo passeggiando per il paese tutte le persone che incontravo mi sorridevano o anche mi fotografavano, una notorieta’ di cui non mi capacitavo ma che mi fu spiegata poi. L’oblio e’ sicuramente stato un fatto positivo altrimenti non avrei avuto il coraggio di mostrarmi ancora in giro da quelle parti!
Eccomi in azione. Come ho gia’ detto, questo e’ quello che mi hanno raccontato, o, ancora meglio, questo e’ quel che ricordo di quanto mi raccontarono!
Alcuni amici mi trovano che vago per il paese importunando rumorosamente tutte le ragazze che incontro. Mi prendono caritatevolmente in custodia, ecco che mi reggo a loro, ci sono Max e Claudio che mi trattengono. Continuiamo ad andare in giro quasi tranquilli fino a quando passiamo accanto alla torre campanaria del paese dove alcuni speleo stanno facendo a gara nel passare tra i pioli esterni per salire sulla torre. La cosa deve aver colpito fortemente la mia fantasia. Ho quindi iniziato a scalmanarmi per poter salire anche io. Claudio cerca di trattenermi e chiama in aiuto il resto della compagnia.
I miei amici, avendo chiaro che le mie condizioni non sono delle piu’ lucide, tentano di fermarmi. Qui si vede mentre Simone, Emilio, Claudio e Marco tentano l’impresa di impedirmi la scalata.
Eccoci in una fase concitata, ho tutte le intenzioni di raggiungere gli scalini nonostante la fiera opposizione dei miei amici.
Non so come posso aver fatto ma pare proprio che io sia riuscito a liberarmi buttando tutti a terra.
A questo punto finalmente prendo possesso degli scalini. Salgo calpestando il malcapitato che vi era incastrato in mezzo e oscillando pericolosamente da un lato all’altro di ogni scalino riesco a guadagnare l’interno della torre. Max si appresta a seguirmi preoccupato che mi lanci di sotto.
Non ho idea di cosa stesse succedendo quando e’ stata scattata questa foto. Comunque Max mi trova imbambolato davanti al grande meccanismo dell’orologio e mi convince a scendere.
Proseguendo per la strada si esce dal centro del paese ed allora si arrivava nella zona in cui era montato il tendone dove si teneva lo speleobar, i convegni ed altre manifestazioni tipiche dei raduni speleo. Entriamo, il tendone e’ stracolmo perche’ si sta tenendo la presentazione di “Samarcanda” una spedizione italo-russa in Russia (allora era territorio russo, oggi e’ lo stato dell’Uzbekistan). Per l’occasione erano presenti alcuni speleo russi. Come mostra la foto, appena arrivato, incurante della calca, mi faccio spazio sfrattando un po’ di gente e mi addormento placidamente.
Altra figuraccia, pare che durante la presentazione della spedizione io mi sia svegliato. Salito in piedi sulle sedie ho iniziato ad applaudire furiosamente. Non voglio nemmeno immaginare la faccia delle centinaia di persone che mi stavano attorno. Magari gli ospiti russi avranno apprezzato un cosi’ caloroso saluto!
Alla fine della presentazione vengo trascinato via, Emilio inizia a dare segni di stanchezza, Max sembra divertito, io, anche se con l’occhio a mezz’asta, sembro pronto a combinarne qualcuna.
Non mi chiedete come si sia conclusa la serata perche’ non lo so assolutamente. Pero’ per fortuna non ho altro materiale che mostri mie prodezze!
Dopo avervi mostrato la mia movimentatissima serata passiamo ad altro. Un grande momento di quei primi raduni, il Gran Pampel.
Penso si sia tenuto in una sera diversa ma non ne sono sicuro. Il Gran Pampel in quegli anni era una riunione quasi clandestina e forse piu’ “gustosa” proprio per questo. Ecco il fuoco in attesa del pentolone con la mistura infernale. Un momento della preparazione mentre intorno tutti attendono.
Qui non si vedono le fiamme, ma la mistura quando e’ ben calda viene “condita” seguendo un preciso cerimoniale ed accompagnata dai canti di tutti i presenti. Per chi non lo conoscesse, lo spiego a modo mio. Pero’ ho trovato una pagina wiki che puo’ soddisfare gli amanti della precisione! Ma torniamo a noi. Attorno al paiolo ci sono i “mestolatori” e gli addetti a dosare lo zucchero ed il rum, insieme preparano la bevanda e guidano i canti propiziatori. Nei mestoli vengono versati lo zucchero ed il rum. Viene dato fuoco alla miscela mentre l’officiante al mestolo rimesta il tutto con arte. Si alzano alte fiammate e lo zucchero si caramella andando a dare ulteriore sapore alla bevanda. Canti sempre piu’ potenti accompagnano gli attendenti alla preparazione della bevanda. Quando sono particolarmente ispirati riescono a far alzare fiammate di almeno 3 metri. Consumati rum e zucchero nelle quantita’ adeguate inizia la somministrazione della potente bevanda al pubblico, sempre accompagnata dal canto di “Odino! Odino!
No stane mandar piova! Manda vino!”.
Vi presento finalmente Pollo, col suo celeberrimo barbone! Anche lui in attesa del Gran Pampel accanto all’amico Giovanni. Da notare che nonostante il freddo pungente e’ in canotta. Posso assicurare che non e’ da tutti.
Una foto agli assetati in attesa di venir riscaldati dalla rinvigorente bevanda bollente. Chissa’ se qualcuno avra’ piacere di rivedersi e ripensarsi in quel posto dopo tanti anni!
Ecco, questo e’ il mio amarcord del Phantaspeleo. Negli anni molti altri ce ne sono stati ma questo del 1988 posso dire essere stato il piu’ memorabile. Sembra un controsenso poiche’ e’ quello di cui ricordo di meno, ma e’ innegabile che sia stato particolare!
Quanti ricordi, e che serate!