Gita in barca ad Halong Bay

8/1/1997 – Partiamo per Halong Bay

 

Sveglia alle 8.00, facciamo colazione e poi spostiamo i bagagli che non portiamo tutti in una stanza. Finite queste attività, Luca e Stefano vanno alla Tourinco a definire i pagamenti per la spedizione e a contrattare il prezzo per la gita in barca che faremo. Qualcuno va a fare un giro per Hanoi, Max ed io rimaniamo in camera a leggere. Alle 11.30 un altro gruppetto decide per una sortita, Max si aggrega, all’ultimo momento decido di andare pure io, però mi attardo per un bisognino e quando esco non sono più rintracciabili. Torno in camera a leggere. Alle 12.00 rientrano tutti, vengono nella stanza mia e di Max ed insieme guardiamo un avvincente telefilm della televisione russa. Alle 12.30 arriva il pulmino che è moderno ma un po’ stretto per noi, lo carichiamo e, dopo esserci incastrati con qualche difficoltà sui sedili, partiamo. Per la strada prendiamo su Luca e Stefano di ritorno dalla ambasciata italiana dove hanno avvertito che siamo tornati sani e salvi e hanno comprato alcune cartine della zona di Ha Giang. Siamo di nuovo in viaggio per le improbabili strade vietnamite, più scomodi che mai. Ci fermiamo un paio di volte per i bisognini e soprattutto per sgranchire le gambe e ripristinare la circolazione. Arriviamo a Halong Bay che sta facendo sera, sono le 17.30 ed il tempo non è dei migliori. Andiamo in albergo dove scarichiamo e prendiamo possesso delle camere, che sono dignitose. Alle 18.00 siamo già pronti per la cena, ma Wine ci dice di aspettare fino alle 19.00 perché vuole prima trovare la barca e sbrigare altre faccende. Facciamo un giro sul lungomare e torniamo affamatissimi all’albergo dove, con sollievo, troviamo Wine che ci aspetta con aria soddisfatta. Ci fa vedere orgogliosamente una foto della barca che ha affittato, sembra veramente bella e soprattutto grande. Andiamo al ristorante dove mangiamo a sazietà, spring rolls, pesce fritto, nuddles e birra quanto basta. Giovanni come al solito fa conoscenza con le persone di un tavolo vicino le quali gli offrono un paio di bicchieri del temutissimo vino. Alla fine, prima di andare via, gliene regalano mezza bottiglia così ci facciamo coraggio e lo assaggiamo anche noi; non è pessimo come al solito. Dopo cena Luca accompagna Wine che va a trovare un’amica e noi ci dividiamo in due gruppi, Giovanni lo perdiamo quasi subito, Traca, Vigo e Andrea decidono di percorrere il lungomare in compagnia di una bottiglia di vodka e noi finiamo in una discoteca dove paghiamo un dollaro per entrare e ci troviamo in una sala dove siamo solo noi e una decina di ragazze che ballano. Ci mettiamo a sedere e subito il cameriere viene a prendere le ordinazioni e ci chiede se ci interessano ragazze vietnamite. A noi interessano le ragazze!!! Ma sicuramente non nel senso che intendeva lui e quindi rispondiamo di no. Dopo qualche esitazione, gli altri, si buttano in pista a ballare, io guardo. Passa circa mezz’ora e le ragazze sono scomparse, ora nella discoteca ci siamo solo noi, i miei novelli John Travolta si stufano e decidiamo di tornare alla base. Sulla strada di casa ci fermiamo ad un bar all’aperto a degustare chi un caffè chi un whisky. Tornati in albergo decidiamo che è ancora troppo presto per andare a dormire e ci organizziamo per una partita a carte, io passo in camera di Luca e lo trovo che sta consultando le carte comprate in ambasciata, rimango a curiosare con lui per un po’. Quando oramai stavano dandomi per disperso, torno dai miei compagni di tressette, giochiamo in coppia io e Stefano contro Tigre e Gigio, li seppelliamo di accusi, e poi andiamo a dormire.

 

9/1/1997 – Inizia la vacanza in barca.

 

Sveglia alle 7.00. Mi faccio la seconda doccia in due giorni, lusso lussuoso!!! Alle 7.30 usciamo per andare a fare spesa. Iniziamo alla grande andando a fare colazione al ristorante dove avevamo cenato ieri. Al posto dei cornetti compriamo dei dolcetti panosi in un banchetto sulla strada. Mentre mangiamo, Wine ci informa che l’acquisto delle cibarie sarà compito del capitano della barca che vi provvederà giorno per giorno. Ci dice anche che il capitano ha trovato le birre cinesi ad un buon prezzo e ne ha acquistate 250. Noi compriamo un po’ d’acqua, coca-cola, carta igienica e fazzolettini di carta. Dopo questa impegnativa spesa, siamo andati tutti al Post-office per telefonare. Riesco a raccimolare un po’ di Dong e faccio uno squillo a casa dove, come al solito, dormono (ma forse sono giustificabili perche’ in Italia sono le 3 del mattino!). Decidiamo di dare comunque un’occhiata al mercato dove acquistiamo banane ed un po’ di attrezzatura per pescare. Alle 11.30 carichiamo il pulmino e andiamo alla barca, scarichiamo in fretta e furia perché … siamo in divieto di sosta! Prendiamo possesso della barca ed iniziamo la navigazione con un tempo nuvoloso ed avvolti da una leggera nebbiolina che rende il paesaggio indefinito e un po’ spettrale. Fa freddo, stiamo di fuori ma dopo poco siamo costretti ad entrare al coperto. Ci dedichiamo a varie attività, chi legge, chi dormicchia, chi gioca a carte. Il pranzo è una bella sorpresa, è buonissimo, vario ed abbondante. In particolare c’è un piatto che sembra una versione commestibile del formaggio di soia che ammanniscono nei ristoranti cinesi in Italia. E’ fritto e condito con delle verdure, ne mangio a più non posso, A casa creperanno d’invidia quando lo sapranno! Oltre a questo c’è del riso, verdure, pesce e un po’ di carne, noi facciamo onore al cuoco e sbafiamo avidamente tutto quanto. Durante la siesta mi adombro un po’ per alcuni fatti di cui non vi voglio annoiare, mi cala una tristezza tremenda, me ne vado in cabina a leggere e dormire. Ogni tanto qualcuno viene a cercarmi, la cosa mi rincuora alquanto. Verso l’ora di cena faccio capolino, cala la sera e abbiamo calato l’ancora di fronte ad una spiaggetta, fa sempre un notevole freddino, tanto per passare il tempo qualcuno pensa di fare un bagnetto. La mia schiena si duole solo al pensiero di un tuffo in quell’acqua gelida e quindi rimango prudentemente a guardare mentre Andrea e Traca armati di canottino tentano uno sbarco sulla spiaggetta. Ridiamo di cuore una mezz’ora ad osservare le gesta dei nostri eroi e ad ascoltare i loro commenti al freddo e al resto. La cena non fa certo rimpiangere il pranzo e noi facciamo onore a tutto. A fine pasto iniziamo a fare un gioco tipo passatella con la birra ed i dadi, si chiama “21”, simpatico! Dopo un poco i nostri ospiti iniziano a prepararsi per dormire nel locale dove stiamo giocando (le loro cabine le occupiamo noi!) e così ci spostiamo tutti in una cabina e continuiamo a giocare. Verso le 1.00 finiamo le birre del giorno, forse qualcuna in più, e andiamo a goderci un meritato riposo.

 

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