17/12 – Chi ha visto i visti?
Ci alziamo verso le 8.00 e carichiamo le Jeep. Wine inizia i suoi giri per i permessi, io mi offro di restare a guardare le jeep e gli altri vanno a fare turismo per Ha Giang. Mentre sono via, torna Wine e si porta via una jeep per andare a ritirare i visti, mi spiega. Dopo poco torna Giovanni che si agita poiche’ nella jeep presa da Wine c’era tutta la cassa comune. Corre subito a cercarla. Rientrano gli altri e dopo pochi minuti torna la jeep con Wine e Giovanni. Wine ci porta notizie poco confortanti, per il visto si deve aspettare un fax da non so dove. Aspettiamo ora di pranzo andando al mercato a comprare quaderni di scuola e poi alla posta ad informarci per i francobolli. Quest anno per una cartolina si pagano 6.000 Dong se andiamo con Wine, senza di lui, molto di piu’!
Ritorniamo all’albergo dove prendiamo le jeep e andiamo a mangiare, pare che per dopo pranzo avremo i sospirati visti. Si mangiano i soliti noodles, Andrea, in animo di nuove esperienze assaggia dal pasto degli autisti e lo dichiara ottimo. A fine pasto, mentre siamo impegnati in una dotta disquisizione sul futuro della Speleologia in Italia, Wine ci porta la ferale notizia che per oggi non avremo i visti perche’ la persona che li deve firmare non e’ in citta’. Luca cerca subito di telefonare a Hanoi per parlare con il responsabile della Agenzia che ci fa da supporto, un italiano di nome Maristeni, per metterlo al corrente della situazione e per ‘cazziarlo’ per non aver procurato i visti in anticipo come da noi richiesto ancora prima di partire dall’Italia. Riesce a parlare solo con la segretaria, lui e’ a Ha Long Bay fino al 20 Dicembre. Wine e’ sicuro che domani avremo i benedetti visti. Torniamo sconsolati alle stanze. Max e Luca colorano con molto impegno la fotocopia ingrandita della cartina del Risiko tascabile fatta durante i giri prima di pranzo, io mi metto a leggere e poi mi addormento. Quando mi sveglio si e’ fatta sera, Luca, Max ed Andrea sono ancora impegnati con il Risiko, Moreno e Giovanni sono in giro. A ora di cena siamo tutti al ristorante, mangiamo poco, non abbiamo appetito e poi c’e’ una comitiva di (turisti ?!?) cinesi che a meta’ cena invade la sala. Probabilmente ci avrebbero volentieri coinvolto nei festeggiamenti ma noi non ci sentiamo in vena di fare vita sociale e non diamo loro spago. Dopo cena accompagno Wine e Luca con Moreno al Post-office, Luca telefona a Gigio. Alla fine siamo di nuovo alle stanze dove Max, Luca ed Andrea riprendono la ‘plastificazione’ del tabellone del Risiko che hanno creato. Al termine del manufatto, Luca ed io facciamo qualche mano a spizzichino (tresette in due) mentre Giovanni dorme beato su un letto e gli altri si apprestano a fare altrettanto. Finiamo di giocare e Giovanni si sveglia. Benone! Si era offerto volontario per dormire in jeep per evitare di scaricarle. Questa sera seguo l’esempio di Andrea e monto la zanzariera, vedremo! Finisco di aggiornare il diario e poi mi metto a scrivere una lettera a casa. Alle 1.30 ho finito e chiudo la busta. Andrea si sveglia chiedendomi che cavolo faccio ancora sveglio, gli bofonchio qualcosa e poi termino velocemente i preparativi per andare a dormire.
18/12 – Finalmente si riparte. Sosta a Meo Vac
Prendo coscienza del mondo verso le 7.00 perche’ la voce del “grande fratello” sta diffondendo il verbo vietnamita. Faccio pero’ a tempo a riaddormentarmi e mi risveglio alle 9.30 perche’ Pollo bussa con violenza sulla porta, sono arrivati i permessi, possiamo partire. Un bisogno veloce, chiudo lo zaino, andiamo tutti a prendere un caffe’ appena verosimile e poi tutti in jeep. Una sosta veloce ad impostare la lettera mia ed alcune cartoline di Luca e poi via per un’altra meta. Come al solito ci affibbiano un poliziotto che occupera’ un posto in jeep e sara’ completamente a nostro carico per vitto e alloggio. Abbiamo pero’ una sorpresa, e’ lo stesso dello scorso anno, quello che avevamo soprannominato ‘cetriolo’! Ma ora bando alle ciance, si parte! Il tempo non e’ dei migliori, il cielo e’ nuvolo e di tanto in tanto pioviccica. La strada e’ ottima a tratti, rispetto all’altro anno e’ incomparabilmente migliore. A mezzogiorno ci fermiamo a pranzo a Quan Ba dove inizia a piovere come si deve, Wine sentenzia che siamo in mezzo ad un ‘typhon’. Ripartiamo che ancora piove, dopo molti su e giu’ per coni carsici arriviamo finalmente a Yen Minh. Wine prova a telefonare a Meo Vac per sincerarsi delle stanze ma le linee sono interrotte. Abbiamo il maligno sospetto che voglia rimanere a Yen Minh per fare la corte ad una sartina conosciuta l’anno prima e che e’ subito andato a salutare. Nel frattempo noi aspettiamo quasi pazientemente per vedere se si riesce a telefonare a Meo Vac. Nell’attesa andiamo a vedere la piazza del mercato, desolatamente deserta, ed il fiume dove lavammo le corde che ora e’ notevolmente ingrossato. Wine riprova a telefonare senza successo e poi propone di restare a Yen Minh per la notte. A noi preme arrivare a Meo Vac per sfruttare la mezza giornata che rimane e Wine a malincuore rimonta in jeep. Alle 15.22 siamo al bivio appena fuori Yen Minh ed a Luca viene in mente di prendere i dati per tracciare in carta la strada per Meo Vac. Dopo qualche punto decidiamo di prendere direzione ed altitudine ogni due minuti ed andiamo avanti cosi’ nonostante i sobbalzi che rendono problematico lo scrivere i dati. Annotiamo anche i tempi delle soste, una in particolare dura quasi mezz’ora nella quale aspettiamo la seconda jeep che fino a qualche chilometro prima ci seguiva da presso. Abbiamo deciso di tornare indietro a cercarli quando li avvistiamo sulla strada sottostante. Quando ci raggiungono si fermano e subito chiediamo loro il motivo del ritardo. Wine e’ tutto sporco di fango sui pantaloni, Max, Andrea e Moreno sono sconvolti, l’autista, che gia’ era finito fuori strada poco prima, ha continuato a guidare in maniera pessima spegnendo il motore in discesa e mettendo per buona misura anche il cambio in folle. In un punto impegnativo aveva finito in bellezza restando impantanato. A questo punto gli sfortunati occupanti della jeep hanno scoperto che questa non aveva le 4 ruote motrici innestate e che l’autista non possiede gli attrezzi per farlo! Dopo molti tentativi i nostri eroi superavano l’impasse e ci raggiungevano. Sentito il resoconto ci ripromettiamo di chiedere a Wine di cazziare l’autista. Riprendiamo la strada facendo andare avanti la jeep kamikaze per poterla controllare. In breve, sta facendo notte, siamo a Meo Vac. In paese scopriamo il motivo dei telefoni isolati, nel pomeriggio c’e’ stato un tifone, diavolo di un Wine! Consegniamo i passaporti, riceviamo le chiavi delle stanze e scarichiamo solo la jeep senza serrature. Terminate le formalita’ chiamiamo Wine e cerchiamo di spiegargli che l’autista secondo noi e’ pericoloso e perche’. Wine non sembra accettare bene la cosa ma dice che trattera’ la faccenda nel modo appropriato, non vuole urtare l’amor proprio dell’autista in questione che a suo dire ha 20 anni di esperienza. Non siamo contentissimi di questo ma domani vedremo. Per ora Moreno, Max ed Andrea sono preoccupatissimi per quello che li aspetta! Appena arrivati Wine si e’ preoccupato di avvertire il ristorante e ci dice che ci aspettano per le 19.00. Essendo quasi l’ora, ci avviamo. Ceniamo, Giovanni e Moreno “gustano” un po’ di vino locale (smegna diluita). I gestori si ricordano bene di Giovanni, gli stringono la mano e gli offrono altro vino che lui accetta con rassegnazione. Torniamo alle camere e Luca organizza una partita a tressette. Siamo io e Moreno contro Luca e Giovanni. Moreno non sa giocare e conosce male le carte pero’ ci si intende e, con molta fortuna e molte risate, giochiamo e riusciamo anche a vincere!!! Dopo la mitica impresa faccio quattro chiacchiere con Andrea che sta scrivendo una lettera e poi filo a nanna.
19/12 – Arriviamo a Dong Van
Nel dormiveglia sento la voce del grande fratello, poi mi diranno che ha attaccato alle 5.00! Alle 9.00 Giovanni mi sveglia bussando alla porta, Andrea continua a dormire beatamente, lo sveglio e anche lui inizia a prendere coscienza di se’. Prepariamo gli zaini, carichiamo le jeep e poi andiamo al mercato a cercare un po’ di frutta per colazione. Oggi il tempo e’ bello ed il sole e’ piacevolmente caldo. Frutta non ne troviamo, aspettiamo che anche Wine rientri dalla colazione e poi partiamo. Gli occupanti della jeep col driver pazzo in pantofole cerca di fare il cambio con noi ma respingiamo decisamente la richiesta. La strada per Dong Van, nonostante qualche nuvola bassa che nasconde il panorama, e’ sempre uno spettacolo. In un ora siamo alla meta non senza aver fatto una sosta per vedere il pozzo non esplorato lo scorso anno. A Dong Van parcheggiamo le jeep nel cortile della casa del popolo, Wine dice a Luca di seguirlo per parlare con le autorita’ ed a noi dice di restare li’ fermi e buoni. Dopo una ventina di minuti i nostri eroi tornano vittoriosi . Ci hanno accordato 3 stanze al primo piano della casa in muratura. Wine si raccomanda per un comportamento ineccepibile da parte nostra anche perche’ Dong Van non e’ una zona turistica e non si farebbero problema di cacciarci da un momento all’altro! Iniziando a scaricare andiamo in esplorazione di quella che sara’ la nostra casa per i prossimi giorni. Salendo le scale fino al primo piano ci affacciamo in una grande stanza rettangolare. Sulla parete lunga a destra dell’ingresso ci sono le porte di due stanze. Sulla sinistra accanto all’ingresso , c’e’ la televisione con davanti alcuni divani e due tavolini. In fondo a sinistra, sull’altra parete lunga c’e’ la porta di una terza stanza nella quale troviamo la porta di accesso ad una quarta stanza. Di fronte all’ingresso al salotto ci sono tre grandi finestre che occupano tutta la parete e danno parecchia luce. Finiamo di scaricare sotto lo sguardo divertito dei locali e, finalmente insediati, apriamo i bagagli, prepariamo il materiale speleo e sistemiamo la roba da mangiare. Sistemiamo la cucina nel balcone sul retro, Pollo va a fare un po’ di spesa con Wine e poi inizia ad organizzare spaghetti col tonno. Noi sei ci siamo sistemati nelle due stanze comunicanti e siamo in tre per stanza. Io dormo con Moreno e Pollo. Wine coi driver ed il poliziotto di Ha Giang sono nella prima stanza a destra. Nella quarta stanza ci sono quattro persone vietnamite che passano le giornate nel salotto dove affacciano le stanze guardando la televisione, fumando il Bonc e bevendo cicorione, il tutto intervallato da un sonnellino per spezzare il ritmo, una vitaccia! Cuociamo 1,5 Kg di pasta e la divoriamo in scioltezza, ne ammolliamo un po’ (poca!) a Wine che la mangia con molte smorfie per farci piacere e poi dichiara che per lui e’ un poco “spaisi”. Mentre finisco di sistemare il bagaglio trovo un disastro: il tubetto del dentifricio si e’ aperto e si e’ sparso uniformemente su tutti gli articoli da toilette che avevo nella tasca laterale della zaino, vado, non senza smoccolare, a lavare tutto e ne approfitto per lavarmi e farmi la barba. Il pomeriggio lo passiamo appena fuori del paese a spaccare i blocchi di carburo acquistati a Hanoi. La poderosa mazzetta acquistata al mercato di Ha Giang si spacca in due al primo blocco! Giovanni torna in paese con una jeep per cercare di comprarne altre e torna dopo mezz’ora con una mazza che si e’ fatto prestare da dei falegnami. Spacchiamo tutto in piccoli pezzi e li sistemiamo e mettiamo il tutto nelle cornamuse ricavate da pezzi di camere d’aria sotto l’occhio attento di un gruppo di indigeni. Questi rimangono alquanto sorpresi quando Max sputa su uno dei nostri sassi e poi gli da’ fuoco con l’accendino. Tornando indietro, all’ingresso del paese troviamo Wine che era tornato prima in paese per telefonare a Meo Vac per i permessi per cercare le grotte. Risolto il problema carburo ci rilassiamo andando al campo di calcio a fare due tiri a pallone. Come al solito un centinaio di persone ci fanno quadrato attorno e qualcuno si sbilancia anche a giocare con noi. Ci facciamo, e facciamo fare, molte risate giocando un simil-calcio e, quando si fa’ sera, assediati dalle zanzare, salutiamo il nostro affezionato pubblico e andiamo a preparare la cena. Iniziamo alle 18.30 a preparare spezzatino con patate e verza ripassata. Alle 21.30 finalmente mangiamo spolverando tutto in pochi minuti. Mi ero dimenticato di dire che l’acqua che abbiamo trovato a Dong Van ha una piacevole colorazione marroncina che non lascia ben sperare circa la sua potabilita’ e quindi decidiamo di filtrarla col potabilizzatore a pompa (un’ora di vigorose pompate per 20 litri!). Mentre usiamo tutte queste attenzioni per non contaminarci con l’acqua fetida, Andrea va in bagno a lavare i piatti del pranzo usando proprio l’acqua fangosa cosi’ come sgorga dal rubinetto! Dopo cena, visto che oramai il danno e’ fatto , decidiamo che li laveremo nella stessa maniera sperando in bene. Dopo il lauto pasto Moreno si lancia nell’impresa di lavare i piatti ed io gli do una mano. Luca potabilizza altri 20 litri di acqua mentre gli altri sistemano la cucina e mettono su il caffe’ . Terminato il tutto, ognuno si prepara per andare a dormire, io monto la zanzariera, Giovanni prova i flash da grotta. Ogni tanto se ne spara uno negli occhi commentando l’accaduto con qualche sana imprecazione. Alle 23.30 sono con Luca nel salottino scrivere, lui le cartoline, io il presente diario. Ora e’ passata mezzanotte e mi ritiro a dormire o almeno ci provo perche’ Giovanni russa con molto impegno!