Di nuovo a Pozzo Comune. Stavolta con i ragazzi del 63° corso dello SCR.
Dopo i vari appuntamenti intermedi ci troviamo tutti in questa bella giornata sul piazzale vicino alla grotta. Senza indugio iniziamo a prepararci. Ritrovo la fotocamera tra le mie robe, me ne impossesso e dedico la prima foto a Flaminia.

Per equita’ faccio un giro di foto tra gli altri partecipanti all’uscita. Gli allievi li devo conoscere tutti perche’ e’ la prima uscita di corso a cui riesco a partecipare.
Ecco qua il buon Stefano che controlla l’attrezzatura di Arianna. La tuta di Arianna merita una menzione speciale, e’ quella di Giorgio, un prestito prezioso.

Il mio giro foto-conoscitivo viene interrotto perche’ Max e’ pronto e io decido di accompagnarlo verso la grotta portando una delle corde. Ancora una foto al gruppo prima di partire.

Arrivati in grotta Max inizia i preparativi per l’armo e io termino di indossare la mia attrezzatura.

Si affacciano alla grotta i primi allievi e con loro arriva anche Fabio. Lo sento dire ad alta voce: “Qualcuno ha dimenticato il casco?”. Subito faccio un rapido check della mia attrezzatura…caspita! Ho dimenticato il casco al parcheggio. Per fortuna il buon Fabio lo ha raccattato da terra salvando la mia giornata.

Patrizia, un’altra allieva appena conosciuta si occupa di portarmi il casco. Ringrazio con una foto.

Siamo tutti qua, anche Stefano. Sono contento, l’ultima volta che ci era capitato di trovarci stavo ancora facendo riabilitazione, quasi 2 anni fa, quindi.

Con l’arrivo di Flaminia, oggi aggregata alla squadra d’armo, vengono avviate le attivita’ necessarie a far partire il “serpentone” di istruttori e allievi che si inoltrera’ nelle viscere della terra.

Una foto la devo per forza dedicare a Giuseppe, una cara faccia nota. Sono stato spesso suo ospite durante le visite alla grotta di Falvaterra.

Foto di gruppo.

Max ha terminato l’armo del primo saltino. Flaminia saluta prima di partire.

Li seguo anche io, bonariamente ripreso dagli altri istruttori perche’ scendo il saltino senza usare la corda…”ma che esempio dai ai nostri allievi”, mi dicono. Sicuramente e’ un esempio che gli allievi non devono seguire durante il corso, ma ho sempre sceso il saltino senza corda e mi piace troppo poter continuare a farlo.
Da sotto al saltino faccio sicura agli allievi che scendono. Questo e’ Luca, se non erro. Passa avanti anche Stefano, fara’ sicura al termine dello scivolo che porta alla sala iniziale.

Seguitiamo la discesa con Leonardo.

Ed ecco anche Giuseppe.

Il serpentone e’ avviato, ora si tratta di mantenerlo attivo e farlo progredire senza eccessive soste. Dopo aver fatto sicura ai primi allievi, vado avanti fino alla grande sala iniziale e prendo in consegna questi primi allievi per portarli avanti fino alla partenza del P19.

Foto a Luca e Leonardo, li ho appena ripresi perche’ mentre li accompagnavo si sono fermati a fare una foto senza avvertire. Li avviso di una regola non scritta secondo cui deve essere una preoccupazione loro seguire le indicazioni dell’istruttore di turno e di assicurarsi che il suddetto istruttore sia cosciente di un loro eventuale cambio di programma.

Eccoci alla sala d’aspetto del P19. Da sinistra abbiamo Patrizia, quindi Leonardo, Giuseppe e Luca. Dietro di noi ci sono Max e Flaminia che armano il pozzo.

Questione di pochi minuti e il pozzo e’ armato. Il serpentone riparte prontamente. Scendo per primo e mi fermo al frazionamento intermedio. Stefano, mi raggiunge e seguita fino alla base del pozzo. Iniziano ad arrivare gli allievi. Ecco Luca mentre riparte per la seconda meta’ del pozzo.

Leonardo passa anche lui con l’aggiunta di un accenno di sorriso.

Scesi alcuni allievi anche noi istruttori ci muoviamo, scalando tutti di un posto. Io raggiungo Stefano alla base del pozzo e Fabio prende il mio posto. Netta rimane alla partenza del P19.
Mentre Stefano rimane a fare sicura alla base del P19 io prendo gli allievi gia’ scesi e li porto avanti fino al P10, quello che inizia con la malefica pozza d’acqua e termina alla sala del teschio.
Max e Flaminia hanno terminato l’armo e si sono fermati per dare una mano. Iniziamo a far scendere gli allievi.

Ecco ancora Giuseppe mentre osserva con attenzione il prossimo cimento.

Scaliamo di un posto per fa proseguire la discesa agli allievi che abbiamo qua. Ora Flaminia e’ alla base del pozzo, Max al frazionamento intermedio ed io subito dopo la pozza malefica. Il posto che occupavo prima rimane sguarnito ma tra poco qualcuno arrivera’ sicuramente. In effetti arriva per prima Patrizia, la seguo io nel passaggio della pozza.

Devo fare doppio lavoro, perche’ dall’altro lato Giuseppe sta scendendo il pozzo e devo cercare di dargli buoni consigli per partire. Subito dopo lo lascio alle amorevoli cure di Max.

Arrivano il resto degli allievi e istruttori. Si scala di nuovo di un posto. Ora sono al frazionamento intermedio, ne approfitto per una foto alla base del pozzo dove oramai si assiepano parecchi allievi in paziente attesa.

Altro cambio di posto e anche io sono alla base del pozzo. Quella che segue, fino al Marilu’, e’ la parte piu’ scenografica della porzione di grotta che percorreremo oggi, il meandro con le sue forme contorte mirabilmente scolpite dalla natura, l’acqua e il tempo.
Con Max in testa e buona parte degli allievi al seguito andiamo ad affrontare il meandro. Le uniche difficolta’ del meandro sono costituite da un paio di pozze da passare con attenzione per evitare un bagno freddo. Credo che una larga parte degli speleologi del Lazio abbia fatto almeno una volta il bagno nelle acque di queste pozze.

Ecco Leonardo in posa plastica mentre passa una delle pozze.

Passata. No bagnetto per questa volta.

Arriviamo alla pozza vicina al Marilu’. Max e Flaminia iniziano ad armare il pozzo. Io passo alto scavalcando gli allievi per andare a vedere cosa combinano di bello. Giuseppe si affaccia dopo la pozza per curiosare anche lui.

Da sopra riprendo Flaminia mentre arma la partenza del traverso che porta al pozzo.

Nel frattempo Max armeggia alla partenza del pozzo. Ci avverte che serve almeno un quarto d’ora di pazienza.

Flaminia terminato il suo lavoro va ad osservare l’operato di Max.

Ad armo quasi ultimato iniziamo a far passare la pozza. I primi allievi a venire a farci compagnia sono Giuseppe e Patrizia.

E’ tutto pronto, Max e Flaminia scendono svelti e io mi piazzo alla partenza del pozzo per seguire gli allievi. Giuseppe e’ il primo a cimentarsi e se la cava senza problemi.

Merita una seconda foto prima di scendere.

Alla base c’e’ Flaminia a fare sicura.

Alle mie spalle continuano gli arrivi, ora ci sono anche Leonardo e Luca.

E’ il momento di Patrizia. Un po’ per tutti il momento cruciale di questa partenza e’ quello di affacciarsi nel vuoto ed iniziare il traverso per avvicinarsi alla corda di discesa. Devo dire pero’ che dopo le iniziali incertezze da emozione se la cavano tutti benone.

Dopo Patrizia passano tutti gli altri allievi e sinceramente non trovo tempo per le foto. Per ultima arriva Arianna con la sua tuta onusta di gloria.

La vedo scendere e le dedico un’altra foto.

Dietro di me la sala d’attesa si e’ svuotata, rimane solo Fabio che si gode un attimo di meritata quiete.

Scendo, non scendo…Ma si, scendo. A un Marilu’ non si puo’ rinunciare. Trovo tutti riparati alla partenza della risalita laterale, l’unico punto con un poco meno stillicidio. Max sta preparando un brodino caldo. Li raggiungo.
Quando la calda bevanda e’ pronta inizia il rito del passaggio di mano in mano per scaldarsi le mani e il corpo, un piacere che il Covid era quasi riuscito a toglierci.

C’e’ anche Stefano in posa napoleonica.

Mentre approfitto della sosta per sbocconcellare una barretta ai cereali alcuni allievi iniziano a salire. E’ meglio non fare soste molto prolungate se non necessarie.

Quando e’ il mio turno salgo anche io. Dopo il primo passaggio decido di modificare leggermente l’armo per rendere il passaggio piu’ agevole. Con l’aiuto di Stefano che e’ avanti a me ad accogliere gli allievi me la sbrigo in un paio di minuti.
Durante il passaggio di uno degli allievi la corda di risalita rimane incastrata su uno spuntone di roccia davanti alla partenza. Sul momento non me ne accorgo, sono impegnato ad accompagnare l’allievo di turno fuori dal pozzo. Quando mi affaccio di nuovo sul pozzo vedo la corda incastrata…Purtroppo Giuseppe, era il suo turno per salire, e’ gia’ sulla corda. Devo decidere alla svelta, non posso sistemare la corda senza fargli prendere uno spavento, cadrebbe per un metro abbondante. Spiegare la situazione e farlo scendere mi sembra una soluzione complessa e non priva di rischi. Il tutto si svolge in pochi secondi, alla fine decido, aggancio la corda con la mia longe e la uso per deviarla in maniera che non sfreghi sulla roccia. Cosi’ facendo salvo allievo e corda ma devo subire le vivaci proteste di Giuseppe quando arriva su. Infatti il mio deviatore lo ha costretto a salire sotto la cascatella che si genera alla partenza del pozzo. Il vederlo fradicio come un pulcino e abbastanza arrabbiato mi fa sia sentire in colpa che sorridere per il pericolo scampato. Dopo questo “inconveniente” non tralascio di controllare la corda prima che venga data la libera e prima di accompagnare l’allievo di turno fuori dal pozzo. Si riprende con le salite, ecco Yassin che arriva.

Tocca poi a Patrizia. Il serpentone riprende a muoversi. Stefano e Netta prendono con se alcuni allievi e si avviano a ripercorrere il meandro in senso inverso fino alla sala del teschio.

Ultima tra gli allievi arriva l’indomita Arianna.

Una foto a lei mentre si diletta nel passaggio di attrezzi necessario a raggiungermi. Anche lei se la cava benone. Dietro di lei rimangono solo Max e Flaminia che si occuperanno del disarmo.

Siamo rimasti solo Fabio ed io ad accompagnare Arianna. Approfitto di lei per fare alcune foto mentre percorriamo il meandro.

Il solito tratto di meandro che mi affascina, sembra scavato a mano da abili scalpellini.

Un passaggio non complesso ma abbastanza tecnico che ad Arianna piace molto.

Fine meandro, mi sporco come al solito nel salire lo scivolo di fango e siamo alla sala del teschio.
I nostri hanno fatto pausa pranzo e ora sono impegnati nel risalire il P10.

Questa se non erro e’ Patrizia.

L’ultimo a salire di questo gruppetto e’ Yassin, e’ affranto perche’ non ha trovato lo zaino con i suoi panini. Arianna prova ad offrirgli uno dei suoi, con prosciutto e provola affumicata ma lui lo deve declinare l’offerta. Lo vedo che soffre nel farlo ma il prosciutto lo deve proprio evitare. Quando e’ il suo turno parte come un razzo nella speranza che piu’ avanti ci sia anche lo zaino con i suoi panini.
Vado avanti anche io lasciando Arianna alle cure di Fabio.

Sopra di me, alla pozza malefica, c’e’ Stefano.

Il serpentone scorre ancora in avanti, oramai qualcuno stara’ gia’ salendo il P19. Mentre passo la pozza malefica vengo raggiunto anche da Max. La pozza rispetta la bassa opinione che ho di lei, mentre salgo mi sfugge un piede e plano col sedere a pelo d’acqua. Vengo salvato dalla mutanda in PVC che ho indossato oggi per isolarmi dalle pareti umide della grotta.

Dopo la pozza faccio per andare avanti e raggiungere il resto del gruppo alla base del P19. Strada facendo trovo un Yassin con una espressione beata sulla faccia mentre mastica di gusto uno dei suoi panini. Non si muovera’ da li’ prima di averne distrutti almeno 3…aveva proprio fame!

Alla base del P19 trovo un assembramento di tante belle persone. Giuseppe e’ pronto a partire.

Per ingannare l’attesa faccio foto e canticchio le poche parole che ricordo delle poche, vecchie, canzoni del mio repertorio da grotta. Arianna ne rimane molto colpita.

Si scala di un posto. Tocca a me salire. Raggiungo Stefano al frazionamento intermedio lasciando cosi’ che lui salga alla partenza del pozzo.

Da questa postazione vedo passare Fabio e quindi il resto degli allievi.

La parte finale del pozzo, sopra di me. Si intravede il deviatore che tanto e’ piaciuto ai nostri allievi.

Arriva Arianna.

Intanto sopra di noi Patrizia ha quasi terminato le sue fatiche.

Sale anche Yassin.

Flaminia, in veste di disarmatrice, sale per ultima.

Al frazionamento c’e’ un poco da attendere. Yassin dopo gli innumerevoli panini ha ritrovato il sorriso.

Terminati gli allievi saliamo anche noi. Visto che in questo momento non c’e’ bisogno di me per fare assistenza agli allievi che escono, rimango a fare compagnia a Max e Flaminia.

Ecco la nostra disarmatrice che arriva. Insieme rifacciamo gli zaini dei materiali e poi ci avviamo.

Pozzetto iniziale. Anche a salire lo faccio senza corda.

Flaminia alla sua ultima fatica, il disarmo del pozzetto.

Quando e’ tutto pronto saliamo…a riveder le stelle.

Sulla strada il buon Fabio ci attende per assicurarsi che sia tutto a posto.

Al parcheggio sono tutti gia’ vestiti. Ci aspetta una gradita sorpresa, Patrizia ha portato una deliziosa torta con le mele fatta con le proprie manine. La prendiamo con una tazza di the caldo. Quasi mi commuovo, ci voleva proprio. Grazie!

Dopo la gradita merenda ci cambiamo svelti prima che il freddo ci catturi nuovamente. E’ quasi ora di cena, siamo a Carpineto Romano, dove si puo’ andare se non alla Sbirra?!? Eccoci infatti, pochi ma buoni ad allietarci con le delizie di questo nostro amato ristorante e la simpatica compagnia degli amici che lo gestiscono.

Foto di gruppo in attesa delle fettuccine.

Ed ecco un sorridente Luca che ci porta tante belle fettuccine!

Il ritorno lo faccio in macchina con Fabio fino al bar “fico” di Anagnina. Per il resto del tragitto devo un grande ringraziamento a Leonardo che si incarica di riportare Flaminia e me sani e salvi fino a casa. Una uscita piacevole con tanti nuovi e vecchi amici. Alla prossima.
Giornata indimenticabile, bellissima esperienza grazie a tutti quanti, siete unici.