Erdigheta – 22/10/2022

Una bella uscita con tanti simpatici amici in una grotta che ricordavo per nulla.

La mattina si parte in ordine sparso dopo la colazione. Ci si ritrova alla base del sentiero per Pian dell’Erdigheta. Come al solito tra una foto e una chiacchiera sono l’ultimo ad essere pronto.

La salita e’ dura come la ricordavo, oggi poi sono in compagnia di baldi giovani che, senza nemmeno avere il fiatone come me, mi distanziano fino a quasi perdersi nella foschia mattutina.

Per fortuna a meta’ strada si accorgono di aver perso dei componenti e si fermano ad aspettarmi. Appena ricompattati, ripartono come razzi e in pochi minuti sono gia’ lontani…lontani quanto mi allontanavo io ai tempi in cui ero in forma. Oggi arranco col fiato grosso, pero’ ci sono e se tutto va bene vorrei esserci ancora per un bel pezzo, accontentiamoci.

Arriviamo alla fine della salita, Luca e’ ancora vicino a me, si gira a guardare la direzione che ho preso, leggermente fuori sentiero. Guardando nella mia direzione nota un buco interessante. Ci fermiamo a prendere il punto GPS e a fare una foto.

Arrivati all’ingresso della grotta costringo tutti a venire a visitare lo scavo in corso. E’ come lo avevo lasciato, non e’ sprofondato in un pozzo enorme come sognavo.

Torniamo all’ingresso a cambiarci.

Ecco Elisa, sono contento ci sia anche lei, erano parecchi mesi che per via del lavoro non poteva partecipare alle uscite. Spero la grotta le piaccia.

Tutti pronti.

Io ed Elisa siamo pronti, mentre il resto del gruppo termina con i preparativi, noi entriamo. In questa grotta sono stato varie volte ma son passati cosi’ tanti di quegli anni che e’ come la prima volta. Dopo la sala d’ingresso in discesa e con una miriade di massi di crollo sul pavimento, si arriva ad un restringimento deciso da cui parte il primo pozzo, un P8 se ben ricordo. Mentre attendiamo gli altri con le corde, faccio qualche foto.

In un anfratto alla partenza del pozzo trovo un simpatico ragnetto.

L’attesa e’ piu’ lunga di quanto pensassi. Per passare il tempo disarrampico parte del pozzo. Il primo tratto e’ facile da fare, gli ultimi 3 metri richiedono una tecnica migliore della mia quindi mi astengo. Torno su ad aspettare gli altri con Elisa. Finalmente arrivano portando le corde ed il resto dei materiali. In breve il pozzo e’ armato ed iniziamo a scendere.

Io mi apposto alla base del pozzo per fotografare chi passa.

Chi arriva?

Ma e’ Linda! Mi regala il suo bel sorriso per la foto.

Continua la discesa del resto del gruppo.

Tra una discesa e l’altra mi guardo intorno, decisamente la grotta non la ricordo affatto. C’e un teschio…fosse passato Nerone anche da queste parti?!?

Mentre Luciano si attrezza per proseguire con l’armo io vado in giro a curiosare. Oggi visiteremo gli ambienti del “vecchio fondo” composti da 3 pozzi segnati sul rilievo come P35,P29,P25. Dalla base del primo pozzo, P8, parte una spaccatura larga un paio di metri e ben alta, e’ la “sala” dove siamo. Un 3 metri piu’ avanti ci sono diramazioni sia a destra che a sinistra. A destra, da come dice il rilievo, ci dovrebbe essere il P35. A sinistra un pozzetto, un P4, mi sembra, porta ad una sala dove c’e la partenza del P29. La base del P29 dovrebbe essere la nostra meta di oggi. Vado a sondare il P4, e’ disarrampicabile e lo faccio, poi pero’ torno su per non intralciare le operazioni d’armo. Scendendo noto una spaccatura, sotto si vede profondo, passo oltre per ora.

Torno alla sala d’aspetto. Ecco che arriva anche Elisa.

Decido di andare a vedere il P35. Luciano gentilmente mi presta il suo zaino con una bella corda e degli attacchi. Libero l’accesso del pozzo da alcuni pietroni. Con l’aiuto di Luca sistemo la corda su un resinato (non sembra messo a regola d’arte, sporge un poco dalla roccia, pero’ sembra comunque robusto) e scendo. Dopo circa 15 metri la verticale dell’armo mi porta su una cengia. Mi ci fermo a valutare il da farsi. Il pozzo continua sia alla mia destra che alla mia sinistra, gli ambienti sono enormi, mi piace questa grotta. Alla mia destra guardando in alto vedo una luce attraverso una fessura nella roccia. Urlo per chiedere di chi sia…e’ Angelo che sta scendendo il P4, interessante, deve essere alla fessura che ho visto prima.

Mi guardo in giro ancora un poco ma non vedo armi evidenti e poi i miei amici si stanno muovendo tutti verso il P4. La discesa del P35 la terminero’ la prossima volta. Risalgo. Sempre con l’aiuto di Luca disarmo tutto e ricompongo lo zaino di Luciano.

Continuo il mio gironzolare ozioso cercando improbabili punti non visti dalle centinaia di altri speleo che hanno visitato la grotta in passato. Vengo distratto dall’arrivo di un altro gruppo di speleo. Altri non sono che gli ex-allievi del precedente corso, i miei cari aspiranti astronauti accompagnati dal loro mentore, Antonello. Non lo avevo detto, ma stanno cercando una grotta adatta ad un loro soggiorno in grotta e oggi valuteranno questa.

I nostri speleonauti sono un poco arrugginiti, speleologicamente parlando, per molti di loro questa e’ la prima grotta dopo il corso. Risalgo il P8 per il primo tratto cosi’ potro’ dar loro un’occhiata mentre lo scendono. Sono bravi, ma un poco di conforto mentre riprendono confidenza col discensore non guasta mai. Dall’alto approfitto per una foto al simpatico Luca in attesa del suo turno per scendere il P4.

Ecco che arrivano gli speleo-astronauti.

Come sempre quando arrivano, li saluto gentilmente e chiedo loro come si chiamano, infatti ho imparato a riconoscere le facce ma il nome associato alla faccia non lo ricordo proprio. Per fortuna sono pazienti e comprensivi e mi regalano anche un sorriso.

Lui magari e’ Lorenzo, ma potrei anche sbagliare. Comunque anche il suo sorriso e’ apprezzabile.

Sotto Luca fa la sua parte facendo sicura a chi scende.

Gli aspiranti speleonauti si susseguono nella discesa. Lo sguardo vagamente preoccupato di Elena giustifica il poco di freddo che sto prendendo fermo su questo strapuntino.

…e poi il suo sorriso lo ricompensa completamente.

Sotto di me la saletta-frattura si popola.

Ancora un arrivo, il sorriso smagliante di Francesca.

Mentre costringo anche Francesca ad una doppia foto con sorriso faccio una considerazione…devo dire che nonostante siano un poco impacciati, tutti ricordano bene il montaggio, l’utilizzo ed il blocco del discensore. So bene che la prima grotta post-corso (soprattutto dopo quasi un anno) e’ sempre critica, bravoni!

Du’ is megl’ che uan! Antonello, da bravo accompagnatore, arriva per ultimo. Preso da altro gli faccio il torto di scordare la foto per lui. E’ persona comprensiva e mi perdona subito.

Nel frattempo il P4 sta smaltendo la fila. Scendo il primo tratto in tempo in tempo per fotografare Mascia che impegna la corda per l’ultimo tratto.

Ecco la nuova sala d’aspetto dove si diparte la diramazione per il P29 che scenderemo a breve.

Raggiungo il gruppo alla base del P4. Ecco un bel trio formato da Mascia, Linda e Angelo. Anche Linda e Angelo fanno parte del gruppo degli aspiranti speleonauti ma a differenza degli altri dopo il corso hanno proseguito nel frequentare il gruppo e nel venire in grotta.

C’e’ anche Elisa, conosce tutti oggi per la prima volta quindi se ne rimane per conto suo, tranquilla e un poco spaesata, speriamo non senta freddo.

Vado avanti nel breve meandro che porta alla partenza del P29. Luciano e’ a meta’ pozzo e sta piantando dei fix. Visto che l’armo del P29 prendera’ ancora tempo decido per impegnare il tempo con una visita all’imbocco della via verso il nuovo fondo che parte proprio dalla sala alla base del P4. Costringo anche Elisa a seguirmi, un poco di movimento le fara’ passare il freddo. La fessura da cui si parte e’ un paio di metri piu’ in alto rispetto alla sala, e’ un poco nascosta…e anche abbastanza stretta.

Un meandrino ci porta alla risalita R7 che avevo visto sul rilievo. E’ armata.

Aspetto che Elisa mi raggiunga.

Siamo in una minuscola sala, da un lato c’e’ un arrivo fossile, una colata di calcite mezza corrosa. Qualche millennio fa poteva essere un passaggio interessante ma ora e’ inesorabilmente chiuso.

Da qui parte anche una strettoia, credo sia il “passaggio di Trans-Silvana”, a vederlo si presenta scomodo assai. Mi ficco dentro. La partenza e’ di quelle piacevoli, c’e’ una pozza d’acqua condita da cacatine di pipistrello, riesco ad evitare di passarci dentro e proseguo. Struscio con fatica per 7 o 8 metri. In fondo, 3 metri piu’ avanti vedo che si allarga…pero’ prima, tra me e il largo, il pavimento della strettoia si inclina, un dosso di roccia sulla sinistra riduce lo spazio per passare. Perche’ soffrire oltre per poi ripetere la fatica al contrario subito dopo? Avviso Elisa che torno indietro. Fare la strettoia a marcia indietro non e’ banalissimo ma con l’aiuto di Elisa riesco persino ad evitare nuovamente di fare il bagnetto nella pozza condita di escrementi.

Mentre torniamo indietro sentiamo rumori. Un urlo per chiedere ci rivela che Mascia e Lorenzo ci hanno seguito…piccoli esploratori crescono, anche queste son soddisfazioni! Li avvisiamo che stiamo tornando indietro, ci aspettano per passare insieme la fessura. Mascia si cimenta per prima provando una tecnica buona a spaccarsi la schiena. Dopo un primo tentativo la convinco a uscire e riprovare a pancia in giu’.

Anche Lorenzo merita una foto mentre passa la fessura. Quando tocca a me scordo di spostare la fotocamera dove non sia di ingombro, lei per dispetto si mette nell’incavo del petto e devo dire che fatico non poco a disincastrarmi.

Nel frattempo dall’altra parte la discesa del P29 ha ripreso a pieno ritmo. Scendo a vedere, giusto in tempo per catturare un nuovo sorriso di Elena.

Dalla partenza del pozzo la seguo fino al cambio di pendenza.

Dopo di lei e’ gia’ in attesa Lorenzo, seguito da Mascia.

Lorenzo scende il primo tratto ma al cambio di pendenza si impressiona della verticale e decide di tornare su. Purtroppo non ho una corda di servizio per scendere e cercare di convincerlo a proseguire, lo seguo nel passaggio da discesa a salita e poi lascio libera la corda per Mascia.

Ecco Mascia che si avvia per la discesa dando un ultimo controllo al suo discensore.

Elisa ora sente freddo, vorrebbe quasi uscire. La convinco che non c’e’ nulla di meglio che salire e scendere un P29 per riscaldarsi a dovere. Si convince cosi’ ad accompagnarmi, per parte mia sono curiosissimo di vedere questo pozzo.

Questi chiodi da roccia testimoniano la frequentazione “antica” della grotta, probabilmente hanno piu’ di 60 anni e penso venissero utilizzati per fissare le scalette.

E’ il mio turno, finalmente posso arrivare anche io a vedere cosa c’e’ oltre il cambio di pendenza che ha impressionato Lorenzo…in effetti…e’ una bella vista.

Alla base del pozzo i nostri futuri astronauti hanno terminato i loro rilievi e si dichiarano pronti a risalire. Mettiamo subito in atto questo loro proposito. Tra i primi a risalire c’e’ Elisa, nonostante la discesa continua a sentire freddo, prima che parta le prometto di accompagnarla fuori…e poi me ne scordo e mi perdo in chiacchiere con il resto del gruppo. Quando mi ricordo della promessa mi affretto a salire rubando il posto ad Angelo. Al cambio di pendenza mi fermo a salutare Luciano che e’ indaffaratissimo nell’armo del P25. Dalla parte opposta di dove si trova Luciano noto altri ambienti, raggiungibili con un traverso, probabilmente si tratta di quelli del P35. Interessante, probabilmente tornero’ a verificare.

La risalita e’ veloce ma faccio quasi fatica a tener dietro a Elisa che sembra proprio aver voglia di uscire.

Fuori troviamo Antonello e i primi usciti dalla grotta. Stiamo con loro qualche minuto a commentare la grotta e l’uscita odierna poi il freddo convince me ed Elisa che e’ tempo di avviarsi alla macchina.

Strada facendo costringo Elisa ad una sosta per fare una nuova foto al buco trovato da Luca.

L’arrivo alla macchina e il cambio con abiti caldi e asciutti restituiscono un bel sorriso anche a Elisa.

Scendiamo a Pian della Faggeta dove restituisco Elisa alla propria famiglia. La sera mi trattengo all’Agricamping di Ettore, un amico che non vedo da almeno 2 anni e che rivedo molto volentieri. Sono con Linda, Antonello, Angelo e Giulio. Facciamo cena tarda con tanta carne alla brace, tutto buono ma rigorosamente senza sale ne’ spezie…una piccola dimenticanza del nostro cambusiere!

Una bella visita ad una grotta, vecchia conoscenza praticamente dimenticata. E’ stata una piacevole riscoperta. Alla prossima.

Informazioni su fato63

Pratico la speleologia da qualche anno ormai. Mi sono finalmente deciso a tenere un diario delle uscite. Approfitto del blog per renderlo consultabile e commentabile.
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