Corso 56 GsCaiRoma – Arcaro – 16/10/2022

Dopo 2 uscite in palestra ad imparare i rudimenti i nostri allievi si cimentano con la loro prima grotta.

La mattina siamo tutti al solito bar “fico” dietro Ikea Anagnina. Per la precisione ci sono gli allievi con Luisa, Marco ed io a fare da comitato d’accoglienza. Il grosso degli istruttori sono gia’ partiti per armare la grotta. Per non dimenticare nessuno mi sono fatto un foglio dove ho segnato i nomi degli allievi e faccio diligentemente l’appello. Quando siamo tutti, componiamo le macchine e partiamo. Io vado con Luisa e Marco, nell’auto di Marco. Anche se di solito non lo faccio, stavolta metto in azione il navigatore puntando a “Fontana del gatto”.

Mentre andiamo Marco mi dice: “ma lo sai che il navigatore se imposti per Fontana del gatto ti porta su una strada sbagliata?”. Gli rispondo che non ne so nulla e cosi’ continuiamo a seguire con fiducia le indicazioni del navigatore.

Ad un certo punto, vicino Ceccano, il navigatore indica di svoltare a sinistra su una strada stretta e col fondo alquanto malconcio. Seguiamo le sue indicazioni. Dopo un centinaio di metri notiamo un assembramento di macchine che fanno manovra per tornare indietro. Quando siamo vicini ci accorgiamo che si tratta delle macchine dei nostri allievi. La strada piu’ avanti diventa impraticabile, ci fanno capire.

Marco mi ricorda: “L’avevo detto io che il navigatore ci avrebbe fatto sbagliare strada”. Devo ammettere che ha ragione. Non me ne sono mai accorto perche’ di solito uso il navigatore solo da dentro Ceccano alla grotta.

In qualche maniera raduniamo tutte le macchine di nuovo sulla strada principale e in una bella fila ci dirigiamo verso Ceccano. Dobbiamo fare parecchi chilometri per riguadagnare la retta via. Da Ceccano alla Fontana del gatto e’ questione di poco.

Nonostante tutto mi rallegro di aver utilizzato il navigatore…altrimenti avremmo perso in blocco tutti i nostri cari allievi!

Alla Fontana del gatto iniziamo a prepararci sotto un bel sole.

Ecco i nostri corsari, quasi pronti ed impazienti, per sicurezza rifaccio l’appello con l’ausilio del mio foglietto dei nomi.

Luisa e Marco hanno trovato qua 2 amici, vogliono segnare meglio uno dei sentieri che partono dalla fontana. Mi sembrano simpatici quindi mi metto in mezzo alla loro foto ricordo.

Dopo il giro per le foto vado di corsa a terminare di cambiarmi. Una bella camminata ci porta all’ingresso della grotta.

Ultimi preparativi, io faccio la mia parte indossando le maglie asciutte, infilo la tuta e monte l’attrezzatura.

Novita’ per me. Oggi gli armatori hanno attrezzato anche l’ingresso alto. Io non l’ho mai fatto, imparero’ qualcosa di nuovo. Marco sale all’albero a controllare il passaggio degli allievi che uno alla volta si avviano sulla corda e raggiungere cosi’ l’ingresso.

Tutti decidono di cimentarsi con la salita e l’ingresso alto, un pozzo da 19 metri, mi dicono. Ci sara’ da aspettare.

Luisa decide invece per la via breve, va a raggiungere la squadra d’armo.

Vista la sosta forzata imperverso con la fotocamera.

Intanto la lenta salita del primo tratto continua.

Marzia che tiene la corda alla sua amica Lucia.

Quando anche l’ultimo corsaro impegna la corda, salgo assieme a lui fino ad incontrare Marco.

C’e’ un poco di ingorgo vicino all’ingresso quindi dobbiamo attendere prima di salire l’ultimo tratto. Inganno l’attesa fotografando un fungo solitario cresciuto tra le rocce.

Sono troppo curioso di vedere l’ingresso alto quindi dopo un paio di minuti rompo gli indugi e mi arrampico per andare a vedere. Mi allontano in un breve giro per vedere i buchi intorno. Ce n’e’ uno che mi piacerebbe rivedere con calma.

Dopo un breve tour torno a curare i nostri allievi. Nel frattempo l’ingorgo all’ingresso si e’ smaltito. Giulio urla di avvicinarmi per prendere il suo posto ai frazionamenti iniziali. Vado.

Rimango alla partenza per un paio di allievi poi Giulio scende ulteriormente e tutti scaliamo di un posto. Marco prende il mio e io vado al posto di Giulio.

Marzia parte per il suo primo P19.

Oramai il serpentone degli allievi e’ partito e si inoltra nella grotta senza interruzioni.

Nuovo scorrere in avanti degli istruttori. Giulio scende alla base del P19 e io vado a prendere il suo posto. Anche Marco viene avanti e chiude la fila. In attesa degli allievi rompo le scatole ad un ragnetto.

Sono al frazionamento e ora la frattura su cui e’ impostata la grotta si presenta invitante di fronte e dietro di me.

Ora posso finalmente vedere il famoso P19 in tutta la sua bellezza.

Alla base del pozzo non distinguo, ma riconosco la voce di Salvatore.

L’armo del pozzo comprensivo di corda di servizio per l’istruttore di guardia al frazionamento.

Il passaggio di uno degli allievi…peccato che la foto sia mossa.

E’ il mio turno per scendere il P19. Alla base trovo solo questo sacco. Mi metto a sorridere vedendo la scritta. Uno zaino con l’istinto di sopravvivenza, penso!

Aspetto Marco poi scendo giu’ fino al pozzo successivo. C’e’ una bella fila, decido di saltarla prendendo per il bypass. Dopo un attimo di incertezza anche Marco mi segue. Appena fuori dal passaggio, ripresa la frattura principale ritrovo i nostri allievi che affrontano il lungo traverso fino al pozzo successivo.

Anche al pozzo successivo l’attivita’ ferve. Stavolta non ci sono scorciatoie. Mi metto in fila in attesa che il serpentone di allievi e istruttori proceda oltre.

Dopo il breve pozzo c’e’ il tratto da camminare fino alla risalita che porta alla frattura parallela.

Qua l’attesa si preannuncia lunga. Vedo che molti, anche vista l’ora, hanno optato per fare pranzo. Mi sembra un’ottima idea, mi aggrego subito anche io.

Mi siedo vicino al Lucia cosi’ mangiamo scambiandoci un poco di calore spalla contro spalla. Man mano che l’attesa si protrae il freddo inizia a mordere, Lucia mi accusa scherzosamente di averla mal consigliata quando le ho detto di lasciare all’ingresso il suo pile di scorta.

L’attesa prosegue. Faccio un giro di foto. Luisa e Marco sono poco piu’ indietro rispetto al nostro gruppetto.

Inganno l’attesa, ma non il freddo, facendo foto ai nostri corsari.

Intanto alla risalita…si risale.

Luisa e Marco dicono che non saliranno. Mi associo a loro. Quando gli allievi terminano, noi proseguiamo con la fredda attesa. Per vincere il freddo inizio a muovermi, risalgo la risalita fino al frazionamento e poi scendo. Vado poi a dare uno sguardo alla prosecuzione della frattura di fronte a noi. C’e’ un passaggio stretto che sembra interessante…ad avere avuto con me la mia amata mazzetta (la rimpiango perche’ e’ stata rubata con tutto il resto) sarei passato dall’altra parte per dare uno sguardo.

Il tempo passa, il freddo rimane. Mi alzo per scrollarmelo da dosso. Ci sono rumori da sopra, tendo l’orecchio. Iniziano a scendere. Bene! Si forma un primo gruppo di 4 allievi. Luisa e Marco partono con loro verso l’uscita.

Rimango con Luca ad aspettare gli altri.

Scende un altro allievo poi il serpentone pare bloccarsi. Decido che e’ il momento di muoversi. Avverto Luca, prendo con me l’allievo e vado verso l’uscita. Trovo il gruppetto di Luisa e Marco che stanno ultimando la salita del pozzo intermedio. Chiedo a Marco se possono prendere con loro anche il “mio” allievo. Ricevuto l’assenso, assisto l’allievo mentre parte nel salire il pozzo e poi torno indietro.

Sono di nuovo alla risalita, il serpentone dimezzato e’ ripartito. Ci sono un paio di allievi giu’ e ne sta arrivando un altro. Fatti i conti abbiamo che sopra la risalita ci sono ancora 2 allievi e 4 istruttori. Luca ed io avvisiamo sopra che prendiamo i 3 allievi che abbiamo e iniziamo ad uscire.

Strada facendo veniamo raggiunti e superati da Linda e Angelo, stanno andando a disarmare il P19 iniziale.

Salito il pozzo intermedio saltiamo il successivo utilizzando il bypass. Nel punto piu’ stretto mi fermo per fare delle foto a chi passa.

Tante volte con l’abitudine nel fare certi passaggi si perde coscienza della loro particolarita’ o bellezza. Gli allievi, nuovi a queste esperienze, affrontano la non difficile strettoia come una bella avventura entusiasmandosi per il passaggio che li ho portati a fare.

Ecco pure Lucia, sembra soddisfatta anche lei della sua prima strettoia.

Per l’uscita torniamo alle vecchie abitudini e usciamo dal solito oblo’ con la sua salita di pochi metri.

Chi esce inizia le operazioni di fine grotta, ci si toglie l’attrezzatura da dosso e si inizia a commentare la giornata.

Arriva anche l’ultimo scampolo del gruppo di allievi. Ecco infatti Marzia che fa capolino dall’oblo’

Quando siamo tutti radunati, prendiamo la via delle macchine.

Alle macchine ci cambiamo all’aria tiepida della sera. Spero che ai nostri corsari sia piaciuta la grotta e che la febbre ipogea li contagi rendendogli la speleologia un piacere irrinunciabile.

Un ringraziamento speciale a Marco che, deviando di parecchi chilometri dalla sua strada, mi riaccompagna fin sotto casa.

Una bella uscita di corso anche se con troppe, fredde, pause. Alla prossima.

Informazioni su fato63

Pratico la speleologia da qualche anno ormai. Mi sono finalmente deciso a tenere un diario delle uscite. Approfitto del blog per renderlo consultabile e commentabile.
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