Ouso Giugabi – 08/10/2022

A scavare nella nuova grotta con Luca.

La mattina io e Luna usciamo presto, ci fermiamo a fare colazione al bar “fico” vicino Ikea di Anagnina e poi andiamo ad aspettare Luca appena fuori dal casello di Monte Porzio Catone. Appena arriva carichiamo in macchina la sua roba e andiamo a Carpineto Romano dove facciamo ancora una sosta al locale supermercato per cibo e un accendino con cui dare vita a uno dei bastoncini di incenso che ho portato.

Un’altra sosta la facciamo doverosamente a salutare Pozzo Comune, non potevamo esimerci visto che Luca ancora non conosce la grotta piu’ conosciuta da queste parti.

Provo a continuare la strada con la macchina ma e’ ancora sbarrata, torniamo indietro e parcheggio nello stesso posto della volta scorsa. Ci prepariamo poi si parte…o meglio si partirebbe se io fossi meno smemorato, devo tornare indietro una prima volta perche’ ho dimenticato gli incensi, quando ritorno dove Luca mi aspetta riprendiamo il cammino. Dopo nemmeno un centinaio di passi mi sovviene di non avere con me i guanti. Devo tornare indietro un’altra volta, seguito da Luna che e’ contentissima di questi andirivieni. Quando torno da Luca lo trovo in ammirazione estatica di un albero, si tratta di un tasso, mentre proseguiamo la strada Luca mi rende edotto circa le proprieta’ di questo albero, velenosissimo, e mi racconta alcuni aneddoti a lui legati. Intanto imparo che il tasso era molto frequente in Galles e che il suo legno ha permesso per secoli la costruzione dei lunghi e potenti archi inglesi e delle relative frecce. Ne hanno utilizzato tanto di quel legno, cosi’ tanto che ora quasi non se ne trova piu’ nella penisola britannica. Non e’ stato mai ripiantato perche’, essendo velenoso, non era molto gradito agli allevatori del posto poiche’ molti animali morivano dopo essersi cibati delle sue foglie.

Tra una chiacchiera e l’altra arriviamo al masso segnato con la vernice dove si prende il sentiero che conduce alla grotta. Stavolta la trovo subito. Scendiamo nella dolina ed iniziamo a prepararci.

Ecco l’ingresso della grotta, attende solo noi. Prima di entrare accendo il GPS nuovo e prendo il punto della grotta, stavolta vicino all’ingresso e non a bordo dolina. In verita’ questo lavoro lo avevo gia’ fatto insieme al rilievo ma con il furto totale che ho subito ho perso anche i dati.

Entro e vado al fondo attuale della grotta, pochi metri piu’ in basso. Il posto nel frattempo non e’ migliorato ma nemmeno peggiorato. Per prima cosa mi faccio passare l’incenso e l’accendino dall’ottimo Luca e provo a vedere se c’e’ traccia di correnti d’aria. L’esame non porta ai risultati sperati, per ora nulla, la sensazione di aria fredda che percepiamo probabilmente e’ causata dalle pareti di roccia fredde.

Iniziamo a scavare. Obbiettivo del giorno e’ quello di togliere il mucchio di sassi che abbiamo accumulato in fondo alla grotta, sulla destra perche’ se una prosecuzione c’e’ forse e’ proprio scavando a ridosso della parete che la troveremo. Oltre a questo lavoro di sistemazione scaveremo per creare un poco di spazio necessario a proseguire lo scavo.

Iniziamo il lavoro. Luca e’ sopra di me e manovra la corda a cui e’ attaccata la “callarella” che io di volta in volta riempio di sassi e terra. Un “bacarozzo troglosseno” viene a farmi visita durante lo scavo.

Ecco Luca alla sua postazione di lavoro, si e’ organizzato bene e utilizza le pietre sporgenti come deviatore per tirare meglio il secchio coi detriti.

Dopo alcune ore di fatica abbiamo ottenuto buoni risultati, alcune lame di roccia si sono lasciate convincere dalla cortese determinazione della mazzetta (nuova anche lei, che la mia vecchia, amata mazzetta, fedele compagna di tante avventure ipogee e’ persa per sempre). La grotta e’ piu’ profonda di un buon mezzo metro e ora si riesce anche a stare in piedi in zona scavo.

Sento che le forze iniziano a venirmi meno, dichiaro che per me la giornata di scavo puo’ anche considerarsi terminata. Luca, nonostante ieri si sia ferito per una caduta durante l’allenamento alla palestra di arrampicata, e nonostante abbia passato le ultime 4 ore a tirare su pesanti secchi , resterebbe ancora. Ci penso qualche decimo di secondo poi confermo che preferisco smettere ora. Invito Luca a scendere per dare uno sguardo da vicino al lavoro fatto.

Mentre lui osserva la possibile prosecuzione io mi avvio verso l’uscita dove mi aspetta una trepidante Luna. Luca mi segue aiutandomi a tirare su il secchio con i ferri da scavo.

Devo tirare su il secchio con una mano e con l’altra trattenere Luna che vuole andare a fare le feste a Luca. Difficile ma non impossibile.

Recuperiamo tutte le nostre robe e ci fermiamo appena fuori dalla dolina a riprendere temperatura e a fare uno spuntino con le cibarie prese al supermercato.

Prendiamo la strada per la macchina. Rosico un poco perche’ alcune macchine, fregandosene dello sbarramento, lo hanno passato ed ora sono parcheggiate a bordo strada mentre gli occupanti sono a fare picnic sui prati vicini.

Lungo la strada c’e’ un pozzo a cielo aperto che mi sembra meritevole di un futuro sguardo, lo fotografo con la speranza di ricordarmi di lui.

Facciamo sosta obbligata al tasso, Luca deve ammirarlo e raccoglierne le bacche.

Ecco le bacche, mentre lavora imparo da lui che delle bacche la parte esterna rossa e’ l’unica parte commestibile dell’intero albero. Questo permette che gli uccelli le mangino portando poi in giro i semi dell’albero abbandonandoli a terra con i propri escrementi. I semi sono rivestiti da una “corteccia” cosi’ dura che nonostante sia indebolita dai succhi gastrici degli uccelli, ci puo’ mettere anche 10 anni a indebolirsi abbastanza da far uscire un germoglio di tasso.

Anche il contorto tronco del tasso merita una foto.

Dopo una decina di minuti che io e Luna osserviamo Luca raccogliere da terra le bacche di tasso lo avvertiamo che andiamo all’auto a cambiarci.

Quando anche Luca, il giovane spigolatore, torna soddisfatto dalla sua raccolta, terminiamo di sistemare le nostre robe e prendiamo la via di casa.

Abbandono Luca ad un parcheggio nei pressi del casello autostradale di Valmontone e poi prendo la strada di casa. Sono stanco ma soddisfatto e mentre guido faccio gia’ progetti per la prossima scavata nella nuova grotta. Alla prossima.

Informazioni su fato63

Pratico la speleologia da qualche anno ormai. Mi sono finalmente deciso a tenere un diario delle uscite. Approfitto del blog per renderlo consultabile e commentabile.
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