Come sempre in questo periodo dell’anno iniziano i corsi. Questa e’ la prima uscita del 56° corso del GsCaiRoma. Alla palestra di San Michele di Poggio Catino.
Ho ancora la macchina sinistrata dopo il furto subito un paio di settimane fa quindi prima di domenica mi impegno a cercare un’anima buona che mi dia un passaggio. Quando finalmente la trovo in Paolo, mi accordo con lui per l’appuntamento a piazza Bologna davanti all’ufficio postale.
Viene domenica. Alle 7 sono davanti all’ufficio postale. E’ un appuntamento mattiniero ma non e’ un problema, chissa’ perche’ sono gia’ sveglio da ore. Paolo arriva puntualissimo nonostante abbia traversato Roma da parte a parte, carico le mie cose in macchina e ci avviamo per il bar a Settebagni dove ci incontreremo con l’allegra brigata dei nuovi corsisti.
Dopo aver fatto colazione, raggruppati allievi ed istruttori nel minor numero di macchine possibile, partiamo alla volta della parete di roccia dove i nostri aspiranti speleo impareranno i primi rudimenti di tecnica.
Eccoci arrivati, siamo dalle parti di Poggio Catino, per la precisione siamo alla grotta di San Michele Arcangelo sul Tancia. Appena cambiato e preparata l’attrezzatura, mi armo di fotocamera (l’unico oggetto del mio patrimonio speleo che si e’ fortunosamente salvato dal furto che ho subito), avverto le mie vittime che stanno per essere immortalate per poi finire su questa relazione e poi inauguro la giornata con la foto del gruppetto che ho sotto mano.

Il primo gruppetto parte per la falesia e io attendo che un secondo gruppo sia pronto per andare. Naturalmente anche loro meritano avvertimento e relativa foto.

La solita foto alla rustica indicazione per la falesia.

Eccoci alla parete che ci vedra’ impegnati oggi. Le corde sono gia’ pronte perche’ alcuni volenterosi sono venuti ieri ad armarle rimanendo poi a dormire in tenda.

Alla spicciolata arriviamo tutti alla meta, Luca, che ha portato dei ragazzi di Colleferro per il corso, chiude la fila.

Prima di indossare l’imbrago vado a fare una passeggiata igienica, strada facendo trovo anche dei funghi che mi sembrano dei commestibilissimi “galletti”.

Torno alla base e come tutti gli istruttori termino di prepararmi. I nostri allievi attendono pazientemente il loro turno.

Salvatore, direttore del corso, annuncia che e’ ora di iniziare. Facciamo coppie di istruttori che si occuperanno della vestizione degli allievi. Io sono con Angelo e per competenza ci “prendiamo” cura dei 4 futuri astronauti che fanno il corso.
Ci posizioniamo in una zona libera e iniziamo. Angelo si propone come modello per mostrare la vestizione ai suoi amici, mi sembra una buona idea…ma poi mi distraggo e me ne dimentico. Inizio a spiegare ai nostri allievi come indossare l’imbrago poi inizio a vedere come regolarla addosso a Marzia e Lucia.
Nel frattempo un’altra coppia di istruttori si e’ avvicinata al nostro gruppetto, chiedo ad Angelo di seguire Lucia, io resto con Marzia e i nostri istruttori aggiunti si occupano dei restanti 2, Alessandro e Lorenzo.
Terminata la vestizione mi volto a guardare la parete, e’ gia’ completamente impegnata.

Per fortuna la breve salita del traverso e’ ancora libera, ce ne impossessiamo per dare ai nostri pupilli i primi rudimenti. Il primo esercizio che facciamo e’ quello di montare i bloccanti sulla corda e provare a tenersi in piedi sul pedale, esercizio propedeutico ad imparare a salire su corda senza troppa fatica. Visto che c’e’ corda d’avanzo ammatassata per terra c’e’ chi si occupa di armare un’altra breve salita utilizzando gli armi del traverso. In questa maniera il “mio” gruppetto di allievi si assottiglia drasticamente tanto che alla fine mi trovo solo con Lucia e Marzia a cui faccio provare la salita. Dopo la salita anche Lucia viene catturata da un altro istruttore e rimango solo con Marzia quindi mi dedico a completare la sua formazione sugli attrezzi che ha da poco indossato. Passa Salvatore e mi ricorda di istruire Marzia su cosa fare se sente urlare “SASSO!”. Le spiego come comportarsi in caso di sassi che cadono e aggiungo che in grotta, come in parete, qualsiasi cosa cada, la parola da urlare e’ sempre “sasso” perche’ si hanno pochi secondi per avvertire quindi sia chi urla che chi sente l’avvertimento non deve perdere tempo. Tanto per saperlo, chi sente gridare “sasso”, a prescindere da cosa stia cadendo non deve mai guardare in alto e sbrigarsi a mettersi al riparo meglio che puo’.
Con Marzia facciamo esercizi in salita, le mostro come passare un frazionamento, come si monta la corda nel discensore, insomma i primi rudimenti che dovra’ imparare a menadito per applicarli poi in grotta. Marzia e’ mancina, come me, pero’ lei ha un oggetto che sapevo esistere ma non avevo mai visto dal vivo, il discensore per mancini. La cosa deve provocarmi confusione, infatti per almeno un paio di volte scambio il verso in cui deve montare la corda nel suo bel discensore blu!

Terminate le prove sulla piccola salita del traverso mi giro a guardarmi attorno, Lucia, Alessandro e Lorenzo sono impegnati con il loro istruttore, non li disturbo. Indico a Marzia il nostro prossimo obbiettivo, la parete alta. Ci spostiamo nei pressi ma su corda e’ tutto occupato e sotto c’e’ tanta gente in paziente attesa. Ci fermiamo in attesa anche noi. Sembra sara’ una lunga attesa, tanto che dopo un poco propongo a Marzia di spostarci, fosse altro per bere un goccio d’acqua.
Mentre poniamo in atto questo proposito qualcuno, non ricordo chi, mi mostra una corda appesa sul fico davanti alle pareti e mi propone di mostrare a Marzia l’inversione di marcia e la discesa su bloccanti. Uno sguardo senza speranza alle pareti mi convince a seguire il suggerimento.

Ed ecco Marzia che pone in atto quanto ci e’ stato suggerito. Esegue l’esercizio di discesa sui bloccanti senza impaccio. Ella, incautamente, mi chiede: “Ma a cosa serve la discesa sui bloccanti? Si utilizza se non si ha il discensore?”. Sorrido e con un pizzico di cattiveria mi accingo a farle vedere in pratica una delle situazioni in cui la discesa sui bloccanti risulta utile, il passaggio del nodo in discesa. Per gli altri utilizzi di questa scomoda tecnica ci sara’ tempo e modo.
Mentre siamo intenti a preparare questo esercizio passa Massimiliano, e’ stato incaricato di tenere aggiornata la lista degli esercizi che gli allievi devono fare prima di concludere la giornata. Noi glieli elenchiamo e poi riprendiamo il nostro bel passaggio del nodo.
Predispongo un bel nodo simulando una lesione alla corda. Con magnanimita’ inconsueta prima di farlo fare a lei mi cimento io facendole vedere sia il passaggio in salita che quello in discesa. Marzia forse non si diverte tantissimo a mettere in pratica quel che le ho mostrato, pero’ devo dire che se la cava egregiamente anche se esce alquanto provata da queste manovre. Avra’ tempo per imparare a praticarle senza un eccessivo dispendio di energie.

Terminati gli esercizi “del fico” riproviamo ad avvicinarci alla parte alta, sempre piena e con una lunga lista d’attesa alla base.

Ora anche il traverso e’ impegnato, e poi e’ al sole, non posso andarci a meno di sciogliermi.

Mi fermo un poco a guardare chi sale e chi scende sulla parete.

Lo spiazzo della falesia nel frattempo si e’ popolato di arrampicatori. Con disappunto noto che solo una piccola parte di loro indossano il caso. Ne parlo con i miei amici, mi dicono di averli gia’ avvertiti della pericolosita’ di stare vicino alla parete senza casco e di averci rimediato solo una risposta poco urbana. Speriamo bene, soprattutto con cosi’ tante persone in parete e’ possibile che un sasso cada giu’.
A Marzia viene offerto un giro sul traverso, ci separiamo. Mentre lei e’ impegnata sul traverso io torno in zona zaini e mi tolgo la tuta, ora fa veramente troppo caldo per tenerla su.

In tenuta piu’ fresca torno a presidiare la parete. Passo il tempo importunando chi sale con qualche fotografia.


Marzia ancora non e’ tornata dal traverso, c’e’ pero’ un allievo, Enrico che e’ pronto a salire. Ho voglia di sgranchirmi, quindi lo raggiungo per salire assieme.

Con Enrico saliamo e affrontiamo i frazionamenti facendo ripasso delle manovre necessarie a passarli.
Dando uno sguardo sotto di me trovo che Marzia e’ arrivata alla parete e non trovandomi ha subito trovato un altro accompagnatore in Salvatore.

Borbotto qualcosa a commento della mia pronta sostituzione poi proseguo la salita con Enrico che aspetta con pazienza i miei comodi.

Salendo incontriamo altre coppie istruttore-allievo impegnate come noi nel trasferimento di conoscenza e assimilazione delle tecniche di progressione su corda.

Terminata la nostra salita, con Enrico riusciamo a fare anche la discesa. Enrico si districa abbastanza bene anche con il discensore. Arrivati a terra trovo una Marzia con un inizio di spossatezza ma sono inflessibile, ora dovra’ fare una salita anche con me!
Col sorriso stanco e il casco all’indietro ella acconsente. Oramai Marzia in salita va come una saetta e faccio quasi fatica a starle dietro.

Posso prenderla comoda e fare foto in giro.

Faccio anche una foto al buco in parete, in molti mi hanno detto che e’ nulla di che, pero’ sento che non saro’ contento finche’ non riusciro’ a darci uno sguardo di persona…per ora mi accontento di fargli una foto.

Per via incrociamo anche Michele, l’uomo che odia il sabato, e il suo allievo del momento.

Visto che ci sono, dedico una foto anche a Marzia. Sta sperimentando un poco di confusione da stanchezza, pero’ puo’ essere utile anche questo.
Al fin della licenza io non perdono e quando arriviamo in cima chiedo con noncuranza alla povera Marzia se se la sente di fare anche la discesa. Ci pensa su un poco tentennando tra la speranza di un meritato riposo e la voglia di misurarsi ancora con la discesa. Alla fine la parete la convince. Facciamo anche la discesa.

Partiamo senza troppi problemi, questo supplemento di discesa e’ utile perche’ Marzia ancora litiga un poco, ma proprio poco, con il suo bel discensore blu. Il ripasso con stanchezza gli fa bene. A meta’ discesa troviamo un legittimo impedimento a proseguire, Linda e Angelo ci tampinano in salita sulle nostre stesse vie. Sono perentori: “Smammate che dobbiamo disarmare!”. Di fronte ad una tale decisione capitoliamo senza nemmeno uno sbuffo di delusione. Marzia nel approfitta per provare il cambio direzione in salita.

Con un misto di mestizia e sollievo andiamo a raggiungere Michele che intanto e’ arrivato a fine corsa.

Michele affronta il traverso e la breve salita che porta alla grotta di San Michele e attende il suo allievo.

Noi siamo sempre incalzati da Linda e Angelo che premono per terminare il lavoro di disarmo.

Marzia non si fa certo pregare e in un soffio siamo anche noi alla grotta.

Appena si e’ liberata dalle corde presento la tanto nominata grotta a Marzia

Chiamo l’allievo di Michele (di cui nemmeno a dirlo non ricordo il nome!) per una foto ricordo con la grotta e Marzia. Qua ella si vendica di tutte le angherie e le fatiche che ha dovuto subire per mia mano. Facendosi beffa della mia smemorata distrazione, quando la chiamo per nome per fare la foto mi risponde: “Ma Marzia chi?!?”. Subito il dubbio di aver chiamato qualcuno con il nome sbagliato per tutto il giorno (e l’ho fatto spesso) mi assale. Il mio sguardo attonito le strappa una risata che la ricompensa ampiamente delle fatiche.

Chiarito che non ho fatto errori “nominali” riprendo la documentazione fotografica andando a riprendere Silvana, Linda e Angelo che completano il lavoro di disarmo.

A Marzia dopo l’allegria riaffiora la stanchezza, in effetti oggi non l’ho fatta riposare molto e anche il traverso ha aiutato parecchio.

Una foto anche a Michele e al suo allievo per ora senza nome.

Ecco Linda che ci raggiunge, ben soddisfatta del lavoro appena concluso.

Arriva anche Luca, dedico una foto anche a lui.

Terminate le chiacchiere e gli scherzi sul pianerottolo della grotta, prendiamo la scala e scendiamo a raggiungere il gruppo. E’ ora di riprendere la strada di casa, per qualche minuto minuto mi dedico alla svestizione e a ricomporre lo zaino. Quando riprendo la mia missione di documentazione fotografica mi trovo davanti 2 facce che mi sembra di conoscere. Ci metto qualche secondo…altro non sono che Marzia e Lucia con i capelli!

Ultimi discorsi a completamento della giornata all’ombra del fico.

La donna del mistero mi sorride a modo suo.

Stiamo aspettando che chi e’ in parete termini il disarmo dell’ultima via.

Ok, tutto pronto. I materiali del gruppo sono stati diligentemente raccolti e contati da Salvatore e quindi messi negli zaini. Possiamo partire.

Iniziamo il ritorno alle macchine.

Per terminare degnamente la giornata facciamo una sosta al bar del trivio che in realta’ si chiama “Bar da Alessio”. Facciamo una allegra tavolata per brindare assieme al termine di questa prima uscita di corso.

Terminati i brindisi e lo spuntino-cena, Paolo il proprietario della macchina di cui sono ospite, fa segno che e’ ora di tornare. Giusto il tempo di pagare il dovuto e salutare, poi partiamo.
Che dire ancora? Una bella giornata passata in allegria con tante persone simpatiche.
Per i nostri aspiranti speleologi un augurio, che questa giornata sia la prima di molte altre. Che lo spirito della speleologia, che ha catturato noi molti anni addietro, catturi anche voi. Alla prossima.