Inferniglio 10/09/2022

Uscita “omnibus” di gruppo. Come Shaka Zulu Club Subiaco abbiamo accompagnato 28 persone che volevano sperimentare l’ambiente ipogeo.

La mattina Gabriele ed io arriviamo all’appuntamento alla villa di Nerone con un inusuale anticipo di quasi 2 minuti. Gabriele entra subito in modalita’ “PublicRelation” e organizza le persone che sono gia’ arrivate distribuendo moduli da compilare, consigli vari e raccomandazioni. Oggi avremo 3 gruppi ad orari differenti. Caterina ed io veniamo incaricati di scortare il primo gruppo fino alla grotta dove molti dei nostri sono gia’ pronti ed in attesa. Saliamo sulla macchina di Caterina e avvertiamo che attenderemo il resto del gruppo un poco piu’ avanti, al parcheggio per il lago di San Benedetto. Ricevuto l’ok da Gabriele ci spostiamo. Al parcheggio attendiamo con pazienza, passano 2 macchine senza rallentare minimamente, decidiamo che non ci riguardano. Arriva una terza macchina, arancione questa. Si ferma. Dentro ci sono Emilio e Martina, ci concertiamo con loro. Sono partiti per ultimi, quindi le altre macchine probabilmente erano proprio quelle bianche. Ci saremo capiti male. Nonostante Caterina sia gia’ preoccupatissima per aver perso tante persone in un colpo solo, arriviamo allo spiazzo di prato San Giovanni e troviamo tutti la’ ad aspettarci. Valuto un attimo le macchine che abbiamo, sono tutte piene e mi sembrano tutte in grado di proseguire fino alla grotta. Dico a tutti che proseguiremo ognuno con la propria macchina. Salgo anche io in macchina e chiedo a Caterina di avvicinarsi alla strada per guidare il gruppo. Ancora una volta le 2 macchine bianche partono e vanno avanti incuranti di noi…deve essere un vizio! Con pazienza ci accodiamo, tanto non c’e’ possibilita’ di sbagliare strada.

Alla grotta cerchiamo tutti parcheggio poi io vado a salutare tutti i convenuti del gruppo mentre Caterina si cambia in santa pace.

Una foto con Aurora e’ quella che serve per iniziare bene.

Foto con Aurora scattata con la fotocamera di Aurora!

Anche una con Nerone, il presidente emerito non poteva mancare.

Foto di Aurora.

Dopo i saluti torno anche io a cambiarmi. Mettere la muta e’ il solito strazio di fatica e sudore ma alla fine, ancora una volta, riesco. Quando sono pronto mi avvio all’ingresso della grotta dove intanto si sono riuniti tutti i partecipanti del primo turno e relativi accompagnatori.

Come sempre prima di entrare Mario spiega, senza lesinare in parole, cosa e com’e’ il luogo che visiteremo, cosa andremo a fare, come lo faremo. Il tutto senza dimenticare un cenno su Jenne, il suo legame con la grotta e le varie leggende che la accompagnano.

Tutti ascoltano con attenzione.

Spiegone terminato. Entriamo. Blocco subito Caterina e Federica per una foto.

Sto provando una impostazione della fotocamera con tempi lunghi di esposizione invece della solita modalita’ automatica. Potrebbe anche andare bene per foto statiche, ma il minimo movimento le rende sfocate. Esperimento parzialmente riuscito.

Il laghetto iniziale e’ a un livello bassissimo, il piu’ basso che mi sia mai capitato di vedere. Lo passiamo senza difficolta’.

Le infide e scivolosissime tavole che di solito sono abbondantemente sommerse dall’acqua ora potrebbero essere adibite a mensole.

Il gruppo si muove compatto per superare la prima difficolta’, il ripido scivolo calcitico con le profonde vasche subito dopo.

Appena passiamo il punto ostico troviamo un posto comodo per sederci ed ascoltare prima Mario e quindi Nerone spiegare la grotta ai nostri ospiti. Facciamo anche la prova del “buio vero” spegnendo tutte le luci e rimanendo un paio di minuti in cieca contemplazione della grotta e dei suoi rumori. Mario si incarica inoltre di “battezzare” tutti coloro che visitano la grotta per la prima volta con un allegro sbuffo di fango su una guancia. Solo vero fango di grotta!

Proseguiamo.

Solito tragitto con un paio di passaggi appena impegnativi.

La bestia nera di chi visita la grotta la prima volta e’ sicuramente il traverso in cui si deve fare affidamento sulla corda per passare indenni nonostante il fango scivolosissimo.

Noi accompagnatori abbiamo la muta e stiamo in acqua per fare sicurezza a chi passa.

Alfin giunti al brivido finale, ora i nostri ospiti devono affrontare il passaggio allagato a bordo del canotto.

C’e’ qualche minuto di sosta perche’ si deve provvedere al gonfiaggio del canotto.

Visto che c’e’ da attendere, io torno indietro a fare qualche foto. Utilizzo il cavalletto quindi la fotocamera dovrebbe apprezzare e sfornare immagini decenti. Lei in effetti ci prova e avrebbe fatto un buon lavoro…se solamente mi fossi ricordato di togliere le gocce d’acqua dall’obiettivo!

Quando torno indietro trovo che il canotto e’ stato gonfiato e un primo gruppetto e’ partito per la traversata. I rimanenti sono in attesa che ritorni il canotto.

E puntualmente il canotto torna, guidato da Nerone, scarica il primo gruppo e carica il secondo. Instancabile Nerone riparte e stavolta lo seguo pure io.

Una volta dall’altra parte andiamo avanti ancora qualche metro, fino a dove l’acqua lo permette. Nerone si ferma al primo sifone, visto che abbiamo tempo decido di portare Federica, anche lei alla sua prima visita, a vedere oltre. Ci fermiamo alcuni minuti mentre tento alcune foto…ma sempre e rigorosamente senza pulire l’obiettivo dalle gocce d’acqua.

Fatte le foto torniamo indietro…

…in tempo in tempo per la traghettata di ritorno.

Riunito di nuovo tutto il gruppo ci si avvia all’uscita per tornare a rivedere il sole. Mi accorgo che ora ci sono molti accompagnatori e la mia presenza non serve a molto. Rimango indietro, magari ne approfitto per fare altre foto. Con me si attarda anche Aurora. Per prima cosa la costringo a posare per me in alcune foto che meritavano maggior successo.

Poi, visto che oramai il gruppo e’ lontano e non sembrano soffrire la nostra mancanza, propongo ad Aurora una bella nuotata per arrivare a vedere il sifone finale, quello dove solo gli speleosub finora si sono avventurati.

Passiamo velocemente i tratti allagati. Troppo velocemente, forse. Aurora non e’ abituata a gestire la muta e alla prima nuotata esce troppo rapidamente dall’acqua cosi’ che un consistente rivolo di acqua ghiacciata le aggredisce il pancino…Per un attimo temo stia per svenire ma poi in pochi secondi si riprende. Credo che per le prossime volte si ricordera’ di essere piu’ cauta!

Strada facendo la costringo a posare nuovamente per me.

Eccoci arrivati al sifone che termina la parte di grotta visitabile. L’acqua e’ bassa, parecchio bassa, ma ancora non abbastanza. Se avessi uno spezzone di corda per calarmi andrei a curiosare pero’ non l’ho quindi devo accontentarmi di guardarlo da lontano e descrivere ad Aurora quello che potremmo trovare scendendo in acqua.

Dobbiamo tornare indietro, il secondo gruppo oramai si sara’ formato e avranno bisogno di una mano. Pero’ magari qualche foto la possiamo fare.

Passiamo accanto alla diramazione che percorsi anni fa, uno stretto cunicolo porta ad un altro sifone piccino piccio’. Ci trovai il bulbo di un flash vecchio di decenni, in seguito appurammo che era stato lasciato dal padre di Cristiano durante l’esplorazione. Aurora si incuriosisce del mio racconto e vuole andare a vedere il sifone. Io la aspetto “fuori”.

Eccola che torna.

Riprendiamo il cammino, solo il tempo di un’altra foto.

Nuotata di ritorno.

Eccoci alla zona canotto. Bene, ancora nessuno all’orizzonte.

Torniamo indietro a passo sospinto. Troviamo il secondo gruppo che si sta sistemando per lo spiegone in grotta.

Siamo arrivati in tempo per ascoltare Mario e Nerone che ripetono il rito iniziatico.

Aurora sistema il proprio zainetto e io la importuno nuovamente con le mie foto.

Terminato lo spiegone, con tanto di minuti di buio e battezzo col fango, il gruppo riprende a muoversi.

Passiamo il traverso senza troppi problemi. Invero qualche problema c’e’, una persona accusa un malessere poco prima del traverso. Luca e Corrado si incaricano di riportarlo all’uscita.

Io proseguo col gruppo fino al canotto. Qua mi sembra non ci siano particolari problemi, torno indietro a vedere come se la cavano Luca e Corrado.

Solo una rapida sosta per una foto al laghetto laterale prima delle vaschette.

Alle vaschette trovo Luca, sembra tutto a posto.

Corrado! Saranno 2 anni che ci parliamo solo per telefono, ho piacere di rivederlo finalmente.

Tento una foto alla pozzanghera che e’ diventata il primo laghetto.

All’uscita ci accertiamo che il nostro ospite non stia ancora male. Ora che e’ fuori sembra tutto a posto, un poco di timor panico, forse. Nonostante qua fuori faccia quasi troppo caldo, ho piacere di passare qualche minuto in buona compagnia.

Nel frattempo Luca raduna i suoi amici, saranno il terzo ed ultimo gruppo.

Qua all’ingresso rivedo anche Gabriele, e’ in compagnia di Martina ed Emilio.

I miei amici formano un allegro capannello, mi unirei volentieri ma i ragazzi del terzo gruppo sono pronti ed e’ meglio iniziare a muoversi per non incrociare il gruppo uscente.

Nemmeno a dirlo ci incrociamo allo scivolo di uscita, in salita per loro e in discesa per noi. Visto che gli amici di Luca sono tutti giovani ed aitanti scout, li facciamo scendere a sinistra per il passaggio piu’ scivoloso. Se la cavano egregiamente. I componenti del secondo gruppo ci sfilano accanto contenti della insolita esperienza appena fatta ma altrettanto lieti di poter vedere di nuovo la luce del sole.

I nostri scout affrontano le vaschette.

Luca li assiste con attenzione.

Anche con loro facciamo la sosta con spiegone, a cura di Luca, e buio vero. Il battezzo col fango lo evitiamo.

Foto di una piccola medusa.

Arriviamo al laghetto in un soffio. Luca si occupa di traghettare i suoi amici.

Al primo sifone ci fermiamo per ammirarlo. Anche lui e’ a un livello molto basso, scendo quasi fino all’acqua per fotografarlo meglio.

Arriviamo camminando fino al tratto in cui la nuotata e’ obbligatoria se si desidera proseguire.

Facciamo sosta da quelle parti per scattare foto e commentare la grotta a caldo.

Io inganno l’attesa e il brivido di freddo che mi percorre la schiena facendo qualche foto.

Con mio velato sollievo il gruppo decide che la sosta e’ terminata. Ripartiamo.

Arrivati al canotto accade un fatto increscioso. I ragazzi salgono tutti sul canotto per essere traghettati. Purtroppo il canotto e’ appoggiato su uno spuntone di roccia di cui non ci eravamo accorti. Quando Luca ed io andiamo a spostarlo si sente un rumore di aria soffiata via e un lato del canotto si sgonfia. Ahime’, abbiamo bucato il canotto! Per traghettare i nostri scout per fortuna rimane la seconda sponda del canotto che e’ rimasta integra. A due per volta, con soli tre viaggi riusciamo a portarli tutti i salvo. Per il canotto purtroppo c’e’ poco da fare, uno squarcio di quasi 10 cm lo deturpa e lo invalida. Con mestizia lo pieghiamo e lo mettiamo nella sua custodia.

Ma la perdita del canotto non puo’ rovinarci completamente la giornata.

Tentiamo una foto di gruppo, ma tenere immobili per 4 o 5 secondi un gruppo di baldi ed aitanti giovani e’ cosa quasi impossibile.

Ci proviamo una seconda volta…un poco meglio.

Per raggiungere l’uscita impieghiamo pochi minuti. Il caldo subito ci avvolge. Il brivido di freddo che mi accompagnava in grotta e’ subito dimenticato.

Fuori ora ci siamo solo noi. Il resto del gruppo e’ vicino alla strada intento a cambiarsi e a scambiarsi qualche chiacchiera post-grotta. Mi levo la giacca della muta poi mi avvio, devo portare a Nerone la ferale notizia del canotto bucato.

Togliermi la muta e’ complesso quasi quanto metterla ma con qualche sbuffo ci riesco. Quando siamo tutti pronti, facciamo una carovana di macchine e partiamo. A Subiaco rimaniamo solo noi accompagnatori e decidiamo di fare una sosta alla pizzeria “solita” per mangiare qualcosa assieme. Mettiamo subito in atto questo nostro sano proposito.

Dopo il lauto pasto ci fermiamo fuori dalla pizzeria per le ultime chiacchiere prima di salutarci. Siamo di fronte ad una serranda con una scritta che mi fa sorridere, cosi’ ve la mostro.

Al caffe’, dopo una attenta disamina dei pro e i contro, rinunciamo. Torniamo tutti assieme alle macchine parcheggiate alla cartiera, trasbordo le mie cose dalla macchina di Caterina a quella di Gabriele e poi prendiamo la strada di casa.

Una giornata impegnativa, speriamo di aver regalato una esperienza memorabile alle persone che abbiamo accompagnato. Alla prossima.

Informazioni su fato63

Pratico la speleologia da qualche anno ormai. Mi sono finalmente deciso a tenere un diario delle uscite. Approfitto del blog per renderlo consultabile e commentabile.
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