Gabriele ed io ospiti di Cristiano insieme a tanti amici.
Si tratta di una grotta che ha piu’ livelli e ingressi. La visitai molti anni fa, ma solo il livello piu’ basso.
Stavolta, grazie all’invito di Cristiano, andremo a visitare i livelli superiori. All’appuntamento incontriamo tanti altri amici, ci sono Maria e Gianni, Maria e Massimiliano, Giorgio, Alessandro, tanti altri che conosco in quel momento…e qualcuno che sicuramente dimentico.
Dopo esserci preparati ci dividiamo in 2 gruppi, alcuni andranno al livello basso, quello che ho gia’ visto, altri tra cui io andremo al livello superiore.
Gli ultimi metri di avvicinamento all’ingresso sono molto scoscesi, uno di quei passaggi che mi mettono ancora in difficolta’. Nell’affrontare il passaggio mi appoggio ad un ramo, e’ secco e quindi fragile ma penso di cavarmela ugualmente. Penso, ma metto in pratica male! Sono accosciato, per spostare il peso, liberare la gamba destra e passare, faccio troppa pressione sul ramo. Si spezza con un discreto rumore e io capitombolo di sotto. Cado meno di un metro e poi sul morbido, a soffrirne di piu’ e’ il mio amor proprio, sono caduto al cospetto di almeno una dozzina di persone. Divento anche scostante quando un paio di persone si avvicinano sollecite e preoccupate per darmi una mano. Quando mi rialzo vedo Cristiano che se la ride sotto i baffi, lo perdono subito, probabilmente a ruoli invertiti avrei sorriso anche io…e poi oggi sono suo ospite, non posso trattarlo male.
Vado a vedere l’ingresso, una fessura larga e stretta, sopra roccia compatta, sotto terra asciutta, tra loro circa 30 centimetri. Qualcuno e’ gia’ andato avanti e sta ripulendo il passaggio dalla terra che si riesce a spostare di lato con le mani.
Entro anche io per dare una mano e mi fermo dopo aver percorso un paio di metri di scivolo terroso.
Alcune persone del gruppo sono alla loro prima esperienza in grotta, per fare in modo che non si impressionino, da dentro mi viene il suggerimento di farli entrare a faccia in avanti e pancia a terra. Passo il suggerimento e i primi arditi si fanno avanti.
I novizi passano tutti senza particolari problemi, anche uno che dichiara soddisfatto di soffrire di claustrofobia. E’ il momento di Gianni, anche lui prova a mettersi a faccia avanti, ma la posizione non e’ gradita alla sua spalla. Rimane fermo per il dolore e da fuori devono aiutarlo a tirarsi in piedi. La spalla continua a fare male, Maria e Gianni decidono allora di restare fuori, andranno a fare ricognizione nei dintorni. Li saluto e vado a raggiungere il resto del gruppo.
Dopo lo scivolo terroso sbuco in una bella sala, un ovale irregolare lungo almeno 40 metri e largo 25. Cristiano, da bravo padrone di casa descrive la grotta. Alla fine della sala, ci dice, inizia un meandro che si inoltra per parecchi metri. In mezzo alla sala, sulla parete sinistra si vede una corda. E’ una risalita per un altro ramo a livello ancora superiore rispetto a quello dove siamo ora.
Ci dividiamo in gruppetti, ognuno di noi si occupa di cosa gli interessa di piu’, di Gabriele perdo quasi subito le tracce, lo rivedro’ solo all’uscita. Io vado direttamente al meandro. Lo percorro tutto, alla fine, dopo un centinaio di metri molto articolati e divertenti sembra esserci un crollo, forse sono vicino all’esterno. Torno indietro.
Alla sala vengo reclutato come illuminatore per fare delle foto. Rimango qualche minuto col gruppo fotografico ma la risalita mi chiama. Vado. Nello zaino ho portato l’attrezzatura. La indosso e vado.
Si tratta di una risalita di circa 7 metri, Cristiano aveva accennato al fatto che fosse fangosa e infatti la parete e’ scivolosissima. Salendo la situazione fango peggiora. Oramai pero’ sono salito, le scarpe sono infangate, tanto vale continuare. Dietro di me sento qualcuno che sale. E’ Alessandro. Ok, intanto vado avanti. Poco avanti c’e’ un passaggio un poco aereo, ma con l’aiuto della corda riesco a passare indenne.
Trovo un bivio, andando in alto ci deve essere una sala, pero’ dai rumori sembra essere popolata da pipistrelli, meglio evitare. Continuo ad andare avanti. Come per il meandro visitato sotto trovo un cunicolo “meandroso” in cui i passaggi sono a volte stretti, a volte larghi, e poi in alto e poi in basso. Divertente. Anche qua arrivo in fondo, nei dintorni ci sono passaggi minuscoli che potrebbero essere interessanti se allargati a dovere. Il fondo presenta le caratteristiche di un crollo, misto di terra e sassi. Sopra di me si apre un passaggio arrampicabile. Vado a vedere. Un cunicolo stretto ritorna indietro. Probabilmente porta alla sala dei pipistrelli. Rinuncio e torno indietro.
Nei pressi della corda trovo Alessandro, arrivato al bivio si e’ fermato ad aspettare che tornassi. Gli accenno quel che ho visto e scendiamo assieme. Alla parte su corda va avanti Alessandro, si e’ raffreddato mentre aspettava. Prima di scendere catturiamo l’attenzione dei fotografi e ci tocca stare in posa qualche minuto.
Mentre Alessandro scende mi guardo attorno. Al lato opposto rispetto alla parte che ho appena visitato sembra iniziare un’ampia galleria. Mi riprometto di chiedere a Cristiano cosa ne sa.
Da sotto arriva la libera di Alessandro. Mi preparo a scendere…oops, ho dimenticato di prendere il discensore…poco male, scendo col mezzo barcaiolo sulla longe corta. Al frazionamento, per poterlo passare, provo con successo il blocco del mezzo barcaiolo.
Arrivo giu’ e faccio nemmeno a tempo a togliermi l’attrezzatura che vengo di nuovo catturato ed arruolato come illuminatore dalla squadra fotografi. Li seguo docilmente per qualche minuto poi mi defilo e vado a riporre l’attrezzatura nello zaino. Cerco invano di ripulirmi almeno parzialmente del fango raccattato nella risalita.
Qualcuno decide che e’ ora di uscire. Ci dirigiamo verso lo stretto scivolo che porta all’uscita. Un paio di persone sono passate, visto che nessun altro sembra desideroso di andare, vado avanti io. Strisciando arrivo vicino all’uscita facendo nel contempo pulizia della terra. Decido di fare un’opera buona, mi armo di un pezzetto di legno e scalzo alcune zolle di terra per ampliare il passaggio nel punto piu’ stretto. Mi sembra di fare un lavoro meritorio ma da dietro intanto sono arrivati anche i titubanti che premono per passare e liberarsi dallo scomodo passaggio. Scivolo fuori piu’ in fretta possibile e mi faccio da parte.
Siamo tutti fuori. Zaino in spalla affronto la salita dell’erta traditrice. Per fortuna le salite non mi comportano le stesse difficolta’ che trovo nelle discese quindi in un minuto ne sono fuori.
Alle macchine i due gruppi che si sono divisi in partenza si riuniscono. Mentre ci cambiamo al calore del tiepido sole nascono spontanee chiacchiere a proposito della visita appena conclusa e di altre amenita’ ipogee.
Tutti pronti? Che si fa? In effetti e’ ora di pranzo, chiudere la bella giornata mangiando assieme sarebbe perfetto. Ci contiamo, alla fine rimaniamo in otto, bene. Per la destinazione ci affidiamo al consiglio di amici di Cristiano che abitano nei dintorni. Dopo un consulto decidiamo, andremo a Osteria Nuova in un locale dove fanno pesce.
Dopo un buon pranzo in buona compagnia andiamo a trovare Michela, cara amica di Maria e titolare della Dolc’Art, una fantastica fabbrica di lavorazione del cioccolato. La dolcissima fine per una bella giornata. Alla prossima.