Dolina Rea – 11/02/2022

Ancora una volta una uscita infrasettimanale con Nerone a Dolina Rea.

Proseguono i lavori per rendere reali le nostre aspettative su questa nuova grotta. La mattina mi trovo presto, verso le 9, al magazzino. Nerone e’ gia’ la’ e ha preparato il materiale.

Stavolta non saremo presi alla sprovvista dall’esaurimento delle batterie, porteremo tutti e due i trapani con la bellezza di 5 batterie in totale.

A Fondi di Jenne la neve sembra essere quasi un ricordo. Alcune chiazze qua e la’ ma nulla di piu’. Il sole ci riscalda piacevolmente mentre ci cambiamo.

Il breve avvicinamento Nerone ed io lo facciamo chiacchierando come sempre di argomenti speleologici, grotte e gruppo. —-Come sempre abbiamo molte grotte e mai troppi soci che partecipano alle uscite. Le nuove leve stanno migliorando e fanno ben sperare, la strada da percorrere e’ lunga e speriamo di farla tutti assieme.—-

Anche la nostra dolina e’ quasi sgombra dalla neve. Senza ulteriori soste al bel sole di oggi, ci caliamo immediatamente. In fondo alla dolina la temperatura e’ meno calda ma comunque confortevole.

Nerone si ferma un attimo a sistemare l’attrezzatura, non la indossa ancora, ma l’ha portata nel caso avesse difficolta’ nello scendere il pozzo.

Io intanto passo la prima strettoia spalmandomi nel fango che abbonda alla base. Risalgo la risalita e tiro su il sacco, pesante assai. Faccio appena a tempo a spostarmi e fare spazio che Vedo Nerone passare la strettoia. Mi passa lo zaino e poi si arrampica anche lui. Trovo un armo naturale proprio sopra la risalita. Per ingannare il tempo metto una corda utilizzando l’armo che ho trovato, magari fara’ comodo.

Quando anche Nerone e’ su, percorriamo il breve meandro per arrivare alla partenza del pozzo. Anche se ora e’ stato allargato assai, l’accesso al pozzo e’ sempre scomodo. Ci si deve mettere piedi in avanti per arrivarci e, visto che tra noi e la partenza del pozzo c’e’ un dosso alto almeno una quarantina di centimetri, la manovra non e’ tra le piu’ agevoli. Ad ogni modo mi metto in posizione e faccio vedere a Nerone che nonostante la disagevole partenza, poi si passa senza problemi.

Nerone guarda e ascolta con attenzione…poi decide che e’ meglio allargare ulteriormente il passaggio. Nel frattempo io scendo alla base del pozzo. Ci mettiamo d’accordo sul da farsi. Lui lavorera’ sopra ad allargare facendo attenzione a far cadere pochi sassi sulla mia povera schiena. Io intanto faro’ degli esperimenti con i punciotti.

Grave dimenticanza. Abbiamo portato una sola mazzetta. Lavorare con i punciotti senza mazzetta non e’ fattibile. Nerone cerchera’ di rimediare col maleppeggio.

Tiro fuori tutto il necessario, trapano, punciotti, punta da 14mm. Ok, iniziamo. La volta scorsa avevo lasciato un fronte di roccia largo almeno 30 cm. Voglio sfruttarlo per provare a staccare un bel blocco di roccia.

Faccio i primi 4 buchi, mi sembrano abbastanza. Ho anche usato il trapano in maniera impropria per ricavare una sede adeguata per i punciotti. In un’altra grotta ho scoperto a mie spese che i laterali dei punciotti non devono avere impedimenti. Sistemo i punciotti e inizio a martellare con decisione. Non e’ propriamente agevole martellare nonostante lo spazio che mi sono creato la volta scorsa.

Mi sono accorto inoltre di aver orientato i fori di qualche millimetro troppo all’interno del blocco di roccia. Ottengo qualche risultato, un bel pezzo di roccia si stacca ma la direzione della crepa e’ proprio strana, non segue quella dei punciotti ma partendo da questi, va in diagonale. Strano, pero’ se la roccia fa cosi’…ha ragione lei!

Tolto di mezzo il blocco di roccia un paio di punciotti si sono liberati, gli altri 2 rimangono incastrati. Recupero i punciotti che posso e riprendo il trapano. Utilizzo i fori appena liberati, li approfondisco e ricavo uno scasso alla sinistra del foro perche’ i punciotti possano lavorare in maniera corretta. Rimetto i punciotti appena messi e riprendo a martellare. Ottengo poco. E’ sempre piu’ chiaro che la direzione di taglio, ovvero del piano identificato dai punciotti e’ troppo generosa, non ce la posso fare a spaccare tutto come vorrei. Si staccano altri pezzi di roccia, non molto grandi questa volta e sempre in diagonale rispetto alla direzione di taglio. Ora sono altri 2 punciotti a liberarsi. Li recupero, perndo di nuovo il trapano e ripeto l’operazione fatta prima. Rimetto i punciotti e riprendo a martellare. Inizio a essere stanco. Sento Nerone, mi dice che sopra ha allargato quanto poteva con gli scarsi mezzi a disposizione e si prepara a raggiungermi. Lo aspetto martellando stancamente i punciotti.

Ora siamo entrambi alla base del pozzo. Ci organizziamo. Mostro a Nerone il nostro operato, gli presento la saletta “il rifugio di Angelica” e il suo angusto passaggio. Nerone decide che per prima cosa dobbiamo allargare il passaggio per la saletta. Via! In pochi minuti organizziamo il tutto. Rifiniamo il lavoro col demolitore. Ora la saletta ha un passaggio “neronabile”, Nerone infatti lo prova e lo trova di suo gradimento.

Ora possiamo dedicarci alla fessura che ci preclude la visione di nuove meraviglie. Lavoriamo anche per rimuovere i punciotti, oramai inesorabilmente bloccati nella roccia. Alcuni colpi ben assestati e anche i punciotti sono salvi. Li ripongo, per oggi hanno fatto il proprio dovere.

Continuiamo al lavorare alla fessura alternandoci spesso. Non avanziamo di molto ma si sa, la vita dello speleologo non e’ solo freddo e fatica, e’ fatta anche di paziente attesa e immaginazione di quel che ci potrebbe essere anche solo un metro piu’ avanti.

Le nostre forze e le 5 batterie si esauriscono allo stesso tempo, all’unisono, come direbbe Tarcisio!

Terminate le batterie e’ giocoforza rimettere a posto le nostre cose e prepararsi per uscire. In fila indiana sul pozzo, passandoci gli zaini che pesano quanto noi, lo risaliamo. In pochi minuti e qualche grugnito siamo alla partenza del pozzo. Il resto della grotta, fino all’uscita, prende ancora poco tempo.

Fuori c’e’ il sole, fa un bel caldo. Arriviamo alle macchine e ci cambiamo. Nerone apre la macchina, dal cruscotto vede che sono le 3 e mezza del pomeriggio e ci sono ben 18 gradi!

Il ritorno con Nerone fino al magazzino lo impieghiamo a chiacchierare della giornata appena passata.

Il ritorno fino a Roma lo passo in gran parte al telefono con i miei amici per raccontare loro le novita’ della giornata che, anche se piccole, lasciano ancora spazio alla nostra fantasia galoppante. Dimentico qualcosa? Ah si, alla prossima.

Informazioni su fato63

Pratico la speleologia da qualche anno ormai. Mi sono finalmente deciso a tenere un diario delle uscite. Approfitto del blog per renderlo consultabile e commentabile.
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