Cretarossa – 26/01/2020

Con Maurizio, Valentina, Aurora, Elisa. Fuori Ferdinando e Gabriele. Finalmente fondo!

La mattina passa Valentina a prendermi. Gabriele invece recupera Aurora ed Elisa. Alla grotta troviamo anche Maurizio e Ferdinando. Iniziamo a prepararci, oggi siamo decisissimi, arriveremo al fondo.

Stavolta non perdo tempo a gironzolare, mi preparo velocemente e vado all’ingresso della grotta per preparare la discesa. Giusto il tempo per dei rugiadosi fiorellini.

Abbiamo anche le corde nuove, appena comperate. Mentre preparo l’armo del primo pozzo, i miei amici preparano gli zaini.

Gabriele e Ferdinando andranno a fare una passeggiata nei dintorni mentre noi saremo in grotta.

Per iniziare utilizzo la nostra nuova corda da 100m. Scendo il primo pozzo. Per il primo frazionamento c’e’ uno spit, ho portato dei vecchi attacchi, dei clown, ne utilizzo uno. Alla partenza del secondo trovo il mio povero cordino, brutalmente abbandonato da Giuseppe nel disarmo della volta scorsa. Gia’ che c’e’ lo utilizzo di nuovo.

Sempre con la corda da 100m, sistemo anche il secondo pozzo. Sento che iniziano ad arrivare i miei amici. Scendo fino alla testa di Alien.

La spaccatura dove andremo a curiosare una di queste volte.

Da Alien, continuo ad armare con la corda da 100m. Mi fermo al frazionamento, finora armato coi multimonti, per mettere un fix, poi continuo a scendere. A meta’ ho la sorpresa. La corda da 100m non basta per arrivare alla fine del pozzo! Trovo il punto dove avevo fatto il frazionamento la prima volta e creo una piazzola di sosta quasi comoda. Torno ad Alien. Intanto arriva Elisa.

Le avevo urlato di portarmi corde e materiali e lei ha eseguito. Non le abbiamo detto di non scendere con lo zaino sulle spalle. Mi riprometto di farlo la prossima volta.

Aspetto che si sistemi, dia la libera sopra e poi le faccio spazio perche’ vada avanti.

La seguo mentre passa il primo frazionamento le indico poi di fermarsi alla piazzola. Appena mi urla la libera, la raggiungo. Nel frattempo da sopra sento che sta scendendo Aurora che verra’ seguita da Valentina. Maurizio ha deciso che il primo pozzo e’ gia’ un buon esercizio per questa volta e non ci raggiungera’. Quando arrivo da Elisa, sistemo la corda piantando un nuovo fix anche qua. La solita corda verde arriva giusta giusta in fondo al pozzo.

Sopra di me e’ in arrivo Aurora, la lascio passare avanti a raggiungere Elisa. Quando sono insieme le sento chiacchierare ma non capisco cosa dicano, sono contento vadano d’accordo. Da sopra vedo Valentina che scende, carica di zaini.

Scendo anche io alla base del pozzo.

Alla base del pozzo facciamo un rapido spuntino grazie alle mandorle portate da Valentina, poi proseguiamo. Trovo uno spit quasi buono ed utilizzo un’altro clown per mettere una corda di sicura per scendere il pozzetto successivo. Le “mie” ragazze vanno avanti. A meta’ sistemo un frazionamento volante su naturale per farle scendere piu’ comodamente. Intanto Valentina e’ giu’ e sistema la corda per il saltino che ci portera’ alla sala dove ci siamo fermati la volta scorsa.

Catturo Elisa in una foto mentre aspetta paziente il suo turno per scendere.

Una volta nella saletta, inizio a vedere il da farsi per scendere il pozzo successivo. Stavolta abbiamo placchette, fix, trapano e corda, niente e nessuno ci impedira’ di scenderlo. Ci sono 2 attacchi a soffitto in corrispondenza di uno dei due buchi sul pavimento della saletta. Metto le placchette, sistemo la corda, monto il discensore e…niente da fare, dentro il maledetto buco a pavimento non ci passo! Mi “stappo” da lui e smoccolando recupero la corda. In corrispondenza del secondo buco c’e’ uno spit in buone condizioni. Armeggio un poco fino ad ottenere un attacco a 3 che centra il secondo buco e sembra permetta di scendere senza bisogno di altri frazionamenti. Vado, tentenno sul materiale da portarmi dietro, vorrei lasciare il trapano ma poi decido di non correre rischi e me lo porto. Anche questo secondo buco non e’ larghissimo, pero’ ci passo. Saluto ed inizio la discesa. Scendo circa 10 metri, sulla sommita’ di un mammellone vedo un masso di almeno un centinaio di chili che e’ appoggiato alla parete. Lo tocco col piede, dondola. Non mi sembra una cosa buona che rimanga la’. Recupero la corda da sotto, avverto sopra che ci sara’ un rumore forte e poi lo spingo con decisione. Un bel boato conclude la sua carriera di masso incombente. Dopo una discesa totale di circa 15 metri, arrivo al terrazzamento che dall’alto sembrava la base del pozzo. Niente di piu’ sbagliato, altro buco, stavolta comodo, ed il pozzo continua. Qua il frazionamento serve, pianto un fix, monto la placchetta, sistemo la corda e continuo la discesa dando la libera sopra. Ancora una decina abbondante di metri di discesa ed arrivo alla base del pozzo. Di lato, nel piccolo ambiente dove sono arrivato, c’e’ una apertura, chinandomi ci passo comodamente. Subito dopo trovo uno scivolo che termina con una verticale di altri 10 metri circa. Alla base del pozzo c’e’ acqua. Cosi’ a occhio abbiamo raggiunto il fantomatico sifone del fondo. Risalgo lo scivolo e sistemo la corda. C’e’ gia’ un fix e lo utilizzo. Cerco di recuperare tutta la corda che posso sottraendola a quella necessaria alle manovre delle mie amiche. Ottengo subito le rimostranze di Elisa che, al frazionamento sopra non riesce a fare la chiave completa. Smonto il frazionamento che ho appena fatto e al posto di un nodo “serio” ci metto un barcaiolo. Questo sembra risolvere. Scendo di nuovo lo scivolo, calo la corda. Arriva per un pelo. Metto un fix alla partenza del pozzo, sistemo il frazionamento e mi metto in attesa delle mie amiche. Arriva Elisa, giusto il tempo di dare la libera ad Aurora e la chiamo per scendere per prima l’ultimo pozzo. Appena lei e’ arrivata al fondo, la seguo.

Il tanto atteso sifone e’ poco piu’ di una pozza d’acqua profonda un palmo che occupa la gran parte della base del pozzo. Forse la’, sulla destra, potrebbe essere piu’ profonda ma almeno per oggi non ho alcuna intenzione di andare a verificare.

Elisa ed io siamo ancora intenti a cercare un punto comodo dove aspettare quando sentiamo rumori dall’alto. Sono arrivate Aurora e Valentina e si apprestano a scendere da noi.

Scende prima Aurora. Le pareti del pozzo sembrano di solido calcare ma e’ tutto “latte di monte” che ti si sfarina addosso.

Il tempo di trovare un posto relativamente all’asciutto anche per Aurora ed ecco che arriva Valentina.

Eccoci tutti assieme, Elisa sembra soddisfatta. Facciamo un rapidissimo spuntino a base di mandorle commentando la soddisfazione di essere arrivati al fondo della grotta dopo ben 5 uscite. Sul sifone per ora c’e’ poco da dire, si dovrebbe tornare con muta e pala e magari una sonda per vedere se effettivamente prosegue da qualche parte.

Iniziamo a salire. Parte per prima Elisa, e’ ferma da parecchio e con la sua tuta di cotone inzuppata d’acqua inizia a sentire freddo. Ad un frazionamento di distanza la segue Valentina e quindi Aurora. Rimango buon ultimo ad occuparmi del disarmo. Risalgo il pozzo finale e quasi subito ricevo la libera per il primo tratto del pozzo successivo. Arrivato meta’, dove c’e’ il frazionamento, smonto tutto poi mi sposto di lato, sull’ampio terrazzino. Anche qua trovo varie tracce di frequentazione speleo e, a giudicare dalla profondita’ dei solchi, anche di lunghe attese.

Una micro-vaschetta con dentro un sasso dai bordi arrotondati.

Carburo esausto, doveva essere un bel cumulo ma negli anni l’acqua lo ha dissolto quasi completamente.

Sopra di me sento rumoreggiare, ma non e’ la libera.

Alla mia destra una finestra, probabilmente ritorna sul pozzo finale, avrei curiosita’ di andare a verificare, ma non oggi.

Arriva la libera. Recupero la corda ed inizio a salire. Con la scusa di fare una foto mi fermo a riprendere fiato. Ne esce fuori un quadretto per la sigla dello SCR. Sara’ stato scritto apposta in quel punto?

Eccomi arrivato in cima al pozzo, di nuovo nella saletta dove ci fermammo la volta scorsa. Elisa oramai non la ferma piu’ nessuno, e’ gia salita. Aurora la segue subito dopo. Valentina si trattiene a darmi una mano per finire di disarmare il pozzo ed “insaccare” la corda che poi lei prendera’ in custodia. Mi guardo attorno, mi incuriosiscono questi tronchi abbandonati nella saletta. Venivano forse usati per passare la corda di sicura quando si scendeva ancora con le scalette?

Sale anche Valentina. Un paio di minuti e posso andare anche io. Alla saletta sopra c’e’ un poco di fila. In attesa che si dipani, faccio un paio di foto, la prima a della “sabbietta”.

E la seconda ad un zanzarone in pessime condizioni di salute.

Ora ho tutta la via libera, posso raggiungere il gruppo alla base del pozzo successivo, quello dove la nostra 100 nuova nuova mi ha tradito non arrivando al fondo del pozzo. Ancora una volta non faccio a tempo a vedere Elisa, e’ gia’ su, ha passato il primo frazionamento ed in breve sara’ a salutare la testa di Alien. Aurora inizia a salire.

Con Valentina e qualche brivido di freddo ci mettiamo comodi ad attendere il nostro turno. Inganniamo l’attesa parlando della uscita odierna e delle prossime.

Appena arriva la libera da Aurora, ci sbrighiamo a raggiungere il primo frazionamento. Intanto Aurora arriva al frazionamento successivo. Ha difficolta’ a passarlo, colpa mia che l’ho fatto con troppo risparmio di corda e quindi per agganciarsi col croll si deve prima passare la maniglia ed andare di peso sul pedale. Cerchiamo di spiegarle a distanza ma senza troppo successo. Alla fine sale Valentina per darle una mano da vicino. Mentre aspetto tolgo il frazionamento cosi’ appena arriva la libera, una manciata di minuti dopo, posso partire subito. Alla testa di Alien chiedo a Valentina di andare avanti, cosi’ Aurora potra’ salire tra noi due. Ora pero’ c’e’ un problema di zaini. Valentina ne ha gia’ 2, io ne ho uno che pesa almeno la meta’ di me (e non e’ poco). Ce n’e’ ancora uno d’avanzo. Aurora non ha zaini, inizia ad essere stanca, ma generosamente si dichiara disponibile a portarlo. Glielo mollo subito con appena una punta di rimorso.

Quando termino di recuperare la 100 traditrice ed arrivo a guardare su verso il pozzo d’uscita trovo con soddisfazione che Valentina e’ quasi al frazionamento, e quindi quasi fuori. Di Elisa dico nulla perche’ penso che oramai sia in macchina gia’ cambiata.

Quando Valentina urla la libera, parte Aurora col suo bel zaino.

Mentre aspetto il mio turno, scovo una vaschetta che aspettava solo me per essere fotografata, non posso certo deluderla.

Arriva finalmente il mio turno, me la cavo con solo qualche brivido per il freddo. Ho raccolto la parte della corda da 100 che non serve in una bella ma pesantissima matassa. Me la aggancio accanto allo zaino e cerco di salire. Niente da fare, l’impressione e’ di essermi “incagliato”. Penso a come risolvere. Accanto a me c’e’ una corda di servizio. Maurizio l’ha utilizzata in entrata per seguire Aurora ed Elisa durante la discesa del primo pozzo. Prendo la matassa della 100 e la lego a questa corda. Quando arrivo al frazionamento sento che fuori ci sono Gabriele e Maurizio, urlo loro di recuperare la corda di servizio senza avvertirli del peso aggiuntivo. Dopo un paio di tentativi mi rispondono di controllare sotto perche’ la corda sembra incastrata. Nel frattempo son arrivato a vista. Confesso loro il misfatto e mi adopero per dare una mano. Ora, tirando con molto entusiasmo, riescono a recuperare il malloppo di corde. In pochi minuti esco e termino togliendo gli ultimi cordini. Subito dopo ci trasferiamo sul piazzale dove sono le macchine e tutti assieme sistemiamo il materiale suddividendolo tra personale e di gruppo.

La temperatura esterna e’ quasi piacevole, non devo fare una corsa per cambiarmi prima di ghiacciare. Tornando a casa vorremmo rifocillarci con un piatto di fettuccine. Purtroppo Antonia, a Marano, ci da’ buca. Per stasera ha gia’ chiuso. Torniamo a casa con la fame ma comunque contenti. Alla prossima.

Informazioni su fato63

Pratico la speleologia da qualche anno ormai. Mi sono finalmente deciso a tenere un diario delle uscite. Approfitto del blog per renderlo consultabile e commentabile.
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