A visitare Cretarossa con Angelica, Aurora, Valentina, Giuseppe. Con il supporto esterno di Maurizio e Gabriele che aspettandoci si sono occupati di riprendere i punti di alcune grotte della zona.
La mattina con Valentina e Giuseppe ci compattiamo nella mia macchina e andiamo, facendo una rapida sosta al magazzino per prendere il materiale.

Per ottimizzare i tempi, nel frattempo, Gabriele, con Angelica ed Aurora si occupano di comprare qualcosa per il pranzo e poi vanno direttamente alla Cretarossa. Allo spiazzo vicino alla grotta trovano anche Maurizio.

Quando finalmente siamo tutti assieme, ci aggiorniamo. Gabriele ha deciso di rimanere fuori insieme a Maurizio. Faranno ricognizione aspettando il nostro ritorno. Noi altri ci prepariamo.

Nonostante il bel sole, l’aria e’ frizzante assai.

Ecco i nostri impavidi ricognitori.

Aurora ed Angelica sono quasi pronte. Come al solito sono l’ultimo.

Valentina inganna l’attesa con uno spuntino.

Come gia’ le volte scorse il primo pozzo e’ dedicato alle esercitazioni di armo. Angelica sulla via a destra, Valentina su quella a sinistra. Io mi calo su una corda di servizio tra le 2 vie.

Seguo le ragazze mentre fanno pratica. Faccio una fatica del diavolo a scendere. La corda e’ talmente rigida che nemmeno col discensore montato a “C” riesco a muovermi agevolmente.

Angelica, che e’ partita prima di Valentina, termina l’armo ed arriva giu’. Sulla via armata da lei facciamo scendere Aurora. Intanto Valentina e’ alle prese con l’ultimo frazionamento.

Arriva Aurora ed inizia a scendere anche Giuseppe. Gabriele e Maurizio ci salutano.

Anche Valentina termina l’armo e scende l’ultima parte del pozzo. La seguo.

Al pozzo successivo mi dedico io. Armo la partenza, sistemo la corda poi chiedo chi voglia scendere, sicuramente poco sotto c’e’ da mettere un deviatore. Si fa avanti Valentina, la bardiamo con tutto il necessario e lei parte.

La cosa non e’ semplice come pensavo e prende piu’ tempo di quanto avevo previsto. Aurora ed Angelica sono ferme da almeno mezz’ora ed iniziano a sentire freddo. Consiglio loro di risalire il pozzo d’ingresso e poi riscenderlo, un ottimo metodo per scaldarsi. Giuseppe, arrivato per ultimo, sembra stare bene. Scendo a dare manforte a Valentina. Cerchiamo un punto dove mettere un attacco per il deviatore ma non lo troviamo. Proviamo a fare un buco in parete per mettere un multimonti ma questa sembra avere la consistenza del burro. Dopo averle provate tutte, decidiamo di tornare alla via armata la volta precedente. Risaliamo un tratto di corda, fino alla “faccia di Alien” ed andiamo a sistemare la corda sul pozzo parallelo sceso la volta scorsa. Mi metto comodo e con un cordino faccio un frazionamento attorno al collo di Alien. Il posto e’ comodo quindi, mentre Valentina prosegue con l’armo, urlo a Giuseppe di scendere.

Giuseppe arriva e ci aggiorna, Angelica ed Aurora dopo essere salite hanno deciso di non scendere, preferiscono il gelido sole all’esterno. Va bene cosi’, sara’ per la prossima volta. Valentina intanto cerca i 2 forellini dei multimonti che ho piantato la volta scorsa, impresa non da poco. Anche io che li ho messi faccio fatica a capire dove.

Alla fine li troviamo, Valentina sistema il tutto e scende. A meta’ pozzo la corda tocca leggermente. Lei prosegue la discesa ed arriva a fine pozzo. Quando la seguo sistemo un poco. Vicino al nodo metto un sacco vuoto sotto la corda perche’ altrimenti tocca. Mi riprometto di sistemare meglio la prossima volta. Scendo portandomi dietro un cordino e sistemo un deviatore a circa meta’ discesa. Quando arrivo giu’ noto che tocca ancora quindi urlo a Giuseppe di accorciarlo quando ci arrivera’. Mentre aspettiamo il nostro amico attenuo i morsi della fame rubando qualche morso alla pizza di Valentina.
Il pozzo stavolta lo scendiamo tutti, ora siamo al punto dove ci fermammo Angelica ed io l’ultima volta. Anche stavolta le corde sono finite, ne abbiamo solo una verde che avevamo portato come cordino ma per fortuna e’ lunga poco meno di 10 metri. La prima parte del pozzo successivo e’ stretta e la scendiamo in contrapposizione. A meta’ utilizzo il nostro cordino verde su un armo naturale. Non dovrebbe essere necessario ma per prudenza lo metto. Ci troviamo cosi’ in un piccolo ambiente dove stiamo comodamente tutti e 3. Per terra si apre un buco che ci mostra un’altra sala 4 metri piu’ in basso. C’e’ uno spit. Bene, lo utilizzo. Sistemo la corda ed invito Valentina a scendere per prima.

Si guarda attorno e ci dice che una sala abbastanza ampia.

La vediamo toccare terra poco piu’ in basso.

Il buco dal quale ci siamo calati poco fa.

Invito anche Giuseppe a scendere.

Anche lui si infila nello stretto pertugio.

Ed eccolo arrivare alla nuova sala.

Scendo pure io. Dovrei aver vissuto molte volte questa discesa perche’ trent’anni fa Cretarossa era una grotta frequentata spesso e volentieri. Ricordo di essere venuto a visitare la grotta, pero’ ricordo nulla di lei, questo oblio assoluto non manca mai di stupirmi. Quando arrivo nella nuova sala faccio un giro con gli occhi a cercare punti che mi richiamino qualcosa alla memoria, ma nulla. Andando avanti un metro c’e’ un’altro buco alla base della sala. Inizia un’altro pozzo. Pero’ questo lo dovremo scendere la prossima volta.

Nella saletta dove siamo ora possiamo vedere alcune testimonianze di passata frequentazione.

Ce n’e’ per tutti i gusti.

Le scritte col nerofumo ed i resti di carburo fanno risalire queste testimonianze a tanti anni fa, al millennio scorso, direi.

Ecco Valentina, con la faccia pacatamente soddisfatta.

Dopo aver commentato il posto e progettato il da farsi per la prossima volta, non rimane altro che tornare indietro. E’ quello che facciamo.

Salgo per ultimo ma poi lascio a Giuseppe l’onere di disarmare poiche’ si e’ gentilmente offerto. Alla base del pozzo successivo faccio una foto ad una diramazione che dobbiamo ancora vedere, magari la prossima volta.

Valentina risale, intanto Giuseppe mi raggiunge. E’ alla sua prima visita a Cretarossa, ne ha avuto una buona impressione e commenta positivamente questa uscita. Anche lui tornera’ volentieri.

Salgo per secondo, Giuseppe e’ sempre fermo nel suo intento di occuparsi del disarmo. Alla “testa di Alien” devo aspettare pochissimo prima di sentire la libera di Valentina.

Salgo pure io. Valentina si e’ fermata ad aspettarci, tra uno sbuffo ed una pedalata le dico di risalire sulla corda che ha armato lei e di disarmarla cosi’ a Giuseppe ne rimarra’ solo una. Faccio in tempo a vederla partire.

Oggi le avro’ fatto meno di 100 foto quindi ora mi rifaccio del tempo perduto.

La costringo a stare in posa mentre cerco di regolare la luce senza troppo successo.

Giuseppe e’ dietro di me e lo sento risalire. Sistemo nel mio zaino tutto quel che trovo. Ora e’ pesantissimo e non mi sento piu’ in colpa per lasciar risalire Giuseppe con gli zaini delle corde.

Prendo la corda libera, quella armata da Angelica ed inizio a salire. Fuori e’ buio, abbiamo fatto piu’ tardi di quel che pensavo.

Arrivo al frazionamento mentre Valentina termina pazientemente il disarmo della sua via.

Fuori troviamo Angelica e Gabriele a fare da comitato di accoglienza.

La targa dedicata a Nerone.

Una volta tutti fuori, ci cambiamo. Fa freddo, ma non in maniera esagerata. Quando siamo pronti ci distribuiamo nelle macchine poi scendiamo a valle. Maurizio lo salutiamo subito perche’ si ferma a Monte Livata. Noi proseguiamo per un’ultima sosta al magazzino a posare i materiali e per i saluti. Come all’andata la nostra auto e’ composta da Valentina, Giuseppe e me. Mentre Angelica, Aurora e Gabriele vanno a Roma diretti, noi decidiamo di esserci meritati un buon piatto di pasta. Di dirigiamo senza indugi a Marano, da Antonia dove veniamo accolti con la solita simpatia.

Dopo un ottimo e sostanzioso pasto, prendiamo anche noi la strada di casa. Cretarossa si e’ negata ancora una volta, ma ci siamo quasi. Alla prossima.