Varie attivita’ alla grotta Beatrice Cenci con Angelica, Aurora, Mario, Alvaro, Corrado, Giuseppe e Gabriele.
Incredibile, Gabriele stavolta sarebbe stato puntuale ma ha dovuto aspettare mezz’ora il buon Giuseppe che non ha sentito la sveglia…probabilmente i postumi dei bagordi della sera prima. Anche se con un ritardo da record, alla fine riusciamo a fare tutte le tappe necessarie per la buona riuscita di una uscita speleo. Rinunciamo alla sosta per fare benzina, pero’ la colazione la facciamo con la serieta’ che merita. Anche il passaggio al forno di Tagliacozzo per la pizza e’ irrinunciabile. Quando la pioggia inizia a cadere con convinzione, arriviamo finalmente alla grotta. Troviamo il buon Alvaro ad aspettarci.

Per prima cosa salutiamo Alvaro che, personalmente non vedevo da lungo tempo. Subito dopo, ci prepariamo e ci avviamo alla grotta.

Il programma di oggi e’ semplice. Andremo alla grotta Beatrice Cenci per un sondaggio nel punto di assorbimento dell’acqua. Faremo poi un giro della grotta per farla conoscere ad Angelica, Aurora e Mario. Terminata la visita alla grotta faremo palestra di roccia. Se avanzera’ tempo e voglia potremo andare a visitare l’Ovito di Petrella. Una giornata piena, insomma.

Arrivati all’ingresso aspettiamo che Alvaro venga ad aprire. Mario studia la roccia alla ricerca di fossili, Gabriele intrattiene Aurora sulla storia della grotta. Io mi guardo intorno cercando un punto consono per attrezzare la palestra di roccia.

Siamo dentro. All’inizio della grotta ci sono dei piccoli canali scavati nel fango. Dovrebbero essere naturali e convogliano l’acqua verso un punto preciso della parete. Oggi vogliamo sondare il fango nei dintorni dell’arrivo dei canali per vedere se si riesce ad individuare una prosecuzione.

Mentre Gabriele monta la sonda, vedo le ragazze scomparire in un angusto anfratto. Sono curioso, vado a vedere anche io. dopo il passaggio stretto c’e’ un ambiente in cui si puo’ stare in piedi ma poco piu’ avanti stringe fino a diventare impraticabile anche per Angelica. Noto che il posto e’ stato frequentato da qualche grafomane o simile. Per fortuna si e’ sfogato in un punto poco visibile.

Torniamo indietro. Giuseppe si e’ attrezzato per fare foto “serie” ed e’ impegnatissimo con faretti e cavalletto. Con Gabriele invece facciamo il sondaggio. La nostra pertica da 3 metri trova il pavimento di roccia sotto uno strato di fango di circa 1,5 metri. Andando obliqui, nei pressi della parete, in un punto riusciamo ad infilarla per almeno 2,5 metri. Sembra un buon segno ma poi non troviamo di meglio. Proseguiamo a sondare lungo la parete ma non troviamo traccia di varchi nascosti dal fango. Dopo una trentina di infruttuosi tentativi decidiamo di sospendere e proseguire con la visita.

Mentre siamo alla fine del sondaggio, arriva anche Corrado. Dopo i saluti lo aggiorniamo sui nostri tentativi. Con lui decidiamo di arrivare al fondo della grotta per dare un’occhiata anche la’.

Prima di partire dobbiamo fare da assistenti a Giuseppe che ci affida i faretti e ci posiziona ad uno ad uno per dare la corretta illuminazione alla zona che vuole fotografare. Mentre reggo uno dei faretti, ne approfitto anche io

Ecco Giuseppe all’opera.

Fatte le foto e radunata tutta la compagnia, risaliamo sulla passerella e ci dirigiamo verso il fondo della grotta.

Sono anni che desidero visitare gli ambienti del fondo. Finora non c’e’ mai stata occasione. Oggi invece…Quando Corrado mi invita ad andare a vedere non mi faccio pregare. In pratica nell’enorme sala dove siamo, la parete di fondo e’ enorme, liscia ed e’ delimitata da due spaccature laterali. Le spaccature danno l’impressione di essere collegate permettendo di passare da una spaccatura all’altra, dietro la parete. Mi avventuro verso quella di destra. C’e’ da risalire. Trovo una corda da 8mm. Chiedo a Corrado da quanto sia la’ quella corda. Mi risponde che non se ne ricorda di preciso, parecchi anni comunque. Decido subito di non usarla e mi avventuro in arrampicata. Per fortuna il primo tratto e’ semplice. Mi trovo davanti ad un bivio, sembrano esserci 2 punti interessanti. Uno sale a sinistra verso la parete, l’altro sale a destra. Purtroppo sono entrambi piu’ complessi da salire. Potrei farcela ma queste cose e’ preferibile farle con un poco di assistenza ed attrezzando una corda affidabile. Prima di scendere accendo tutta la luminaria che ho per vedere meglio. Certamente le 2 risalite sono state viste piu’ volte, pero’ un altro sguardo ce lo darei volentieri. Peccato, per oggi non e’ possibile.

Torno alla passerella e ci spostiamo all’altro lato. Vado vedere. Stavolta anche Angelica mi segue.

Sorpresa! Dopo la trincea di roccia che ho appena risalito c’e’ una sala. E’ di forma ovale lunga almeno 20 metri e larga circa 8. Per scendere c’e’ una scaletta. E’ molto arrugginita ma sembra ancora utilizzabile con un poco di accortezza.

Appena sceso ecco che arriva anche Angelica.

Al primo sguardo l’occhio allenato di Angelica trova i resti di uno scavo archeologico. Subito si avvicina per vedere.

Lo ammira per un paio di minuti poi le faccio segno che mi accingo a tornare indietro. Con un sospiro abbandona lo scavo.

Risalita di nuovo la scala e tornati in cima, rivolgo di nuovo la mia attenzione alla spaccatura che sembra girare dietro la parete di fondo. Anche qua per salire c’e’ una corda da 8mm, della stessa eta’ dell’altra. Ancora una volta decido di arrampicare senza utilizzare la corda. Quando arrivo su, controllo l’armo. Visto lo stato del moschettone, concludo di aver fatto bene a non usare la corda.

Tranne il primo passaggio, un poco esposto, il resto della risalita e’ molto comodo. Arrivo su in cima e mi guardo attorno. Nel frattempo alla base della salita e’ arrivato anche Giuseppe con il suo fido cavalletto ed ha ingaggiato Angelica come portatrice di faretto.

La mia esplorazione sembra terminare miseramente alcuni metri piu’ in alto.

Mentre scendo ho la sciagurata idea di proporre a Giuseppe una foto nella mia direzione mentre illumino la zona con le mie luci. Mi costringe a stare appollaiato per almeno 20 minuti. Speriamo le foto ne valgano la pena.

Terminata la sessione fotografica, riprendiamo la strada verso l’uscita.

Passiamo accanto all’enorme colata a meta’ percorso. Sono anni che provo a fotografarla decentemente, ma l’ambiente e’ troppo grande per le possibilita’ della mia fotocamera.

Ecco quindi che entra in azione Giuseppe. Io, alla sua sinistra, ed Angelica, alla sua destra, siamo ingaggiati come “farettisti”

Purtroppo il posizionamento del cavalletto e relativa fotocamera prende un tempo infinito.

Quando sono quasi pronto ad abbandonare causa torcicollo e crampi al braccio “farettato”, finalmente la sospirata foto nasce con un sonoro click. Un “ok” liberatorio del nostro esigentissimo fotografo ci lascia riprendere la strada per l’uscita..

Quando siamo fuori prendiamo commiato da Corrado che deve tornare alla sua famiglia. Alvaro invece si dice disponibile ad accompagnarci per il pranzo. Ci porta a mangiare a Cappadocia in un posto molto simpatico ed alla mano. Il posto e’ veramente sorprendente e, cosa che non guasta mai, abbondante nelle porzioni. Purtroppo non posso gonfiarmi oltremodo di cibo, dopo pranzo dovremo fare molto movimento. Con profondo rammarico devo rimandare indietro parte delle fettuccine.

Dopo il lauto pasto ed una genziana per digerire il tutto, torniamo alla grotta. La pioggia non puo’ fare a meno di salutare il nostro ritorno riprendendo a cadere con rinnovata energia.

Ci cambiamo riparandoci il meglio possibile.

Prendiamo tutto il necessario per armare e partiamo per il punto che avevo individuato stamane. Angelica sale con me per darmi una mano.

Facciamo un traverso che porta alla parte spiovente dell’ingresso. La’ attrezziamo 2 vie per far esercitare i nostri amici, Aurora e Mario. Mentre Angelica ed io siamo impegnati con l’armo, Gabriele e Giuseppe assistono i nostri amici nella vestizione della attrezzatura e spiegano loro tutti i segreti della progressione su corda. La prima a cimentarsi e’ Aurora con Angelica nei panni di istruttrice.

Mentre loro sono faticano su corda ognuno di noi trova una sua occupazione. Mario si prepara al cimento, Gabriele e’ alle prese col telefono, Giuseppe fotografa ed io faccio sicura per la discesa di Aurora.

Intanto continua a piovere. Quando Aurora termina vittoriosa il suo giro, arriva il momento di Mario. Lo prende in custodia Giuseppe.

Aurora riprende fiato dopo le fatiche su corda, Gabriele le sistema il reggi-cosciale che si e’ sganciato.

Faccio ancora una foto a Giuseppe e Mario poi invito le ragazze ad una visita velocissima all’Ovito di Petrella. Arriviamo la’ sotto una pioggia battente. Il fiumiciattolo che alimenta la grotta e’ ben pieno. Per questo periodo e’ meglio accantonare ogni progetto di scendere nella grotta.

Tornati alla base, facciamo il cambio. Aurora ed Angelica tornano su corda mentre Mario e Gabriele vanno a visitare l’Ovito di Petrella.

Il disarmo di quanto attrezzato oggi conclude le attivita’. La pioggia si interrompe, bonta’ sua, il tempo necessario a cambiarci. Al ritorno il sonno mi assale ed in certi momenti rischio di addormentarmi pesantemente. Per fortuna il buon Gabriele e’ vigile e anche questa volta mi accompagna a casa sano e salvo. Alla prossima.