60° SCR – Campo Soriano – 21/09/2019

A Campo Soriano per festeggiare il 60° anniversario della fondazione dello Speleo Club Roma. Una bella occasione per rivedere tanti amici e conoscerne di nuovi.

Per unire l’utile al dilettevole parto il giorno prima con Betta ed andiamo a fare una gita a Sperlonga e poi a dormire a Terracina.

La mattina del sabato lascio Betta al mare. Io e Luna ce ne andiamo a Campo Soriano.

Dopo chilometri di stradine strette e piene di curve, eccoci arrivati al “Monumento Naturale di Campo Soriano”. Credo che i locali lo chiamino “La Cattedrale” mentre in ambito speleo l’ho sempre sentito simpaticamente chiamare “Carciofo” e, senza voler offendere nessuno, penso che continuero’ a chiamarlo cosi’ anche io.

Al mio arrivo trovo solo Max e Fabio a presidiare la zona. Sono arrivati prima a sistemare e a fare accoglienza per chi volesse andare a visitare una delle 3 grotte attrezzate per l’occasione.

Inizia ad arrivare qualcuno. Rivedo Monica dopo almeno 20 anni e faccio conoscenza con Beatrice.

Ecco anche Maria e Gianni.

Il quaderno con le firme.

Gianni ha portato i cartelloni che riassumono la storia dello SCR. Gli diamo una mano a sistemarli.

Il posto inizia a popolarsi, si ferma a curiosare anche un gruppo di ciclisti. Alcuni di noi finalmente decidono che e’ l’ora di andare in grotta. Max consiglia caldamente “Il buco di Jack”. Avrete una bella sorpresa, dice. E’ deciso, si andra’ la’ a vedere quale sia la sorpresa. Luna ed io accompagniamo il gruppo per fare una passeggiata.

Dopo un’altra serie di stradine strette e tutte curve arriviamo a parcheggiare le macchine.

Ci sono circa 10 minuti di avvicinamento, dovrei mettere gli scarponcini ma per pigrizia me ne astengo.

Un selfie con le mie simpatiche amiche, una ritrovata, l’altra nuova ma non da meno.

Ci addentriamo a camminare tra alberi, arbusti e rovi. Luna e’ contentissima e sfreccia su e giu’ sfiorando le gambe di chi le cammina davanti.

Saranno 10 minuti, ma abbastanza impegnativi.

Max e’ avanti a fare strada, ogni tanto lo dobbiamo fermare per non perderci qualcuno del gruppo.

Eccoci alla grotta. Il nome dice giusto, e’ proprio un buco nel terreno. Acchiappo Luna prima che vada in giro ad annusare sul bordo del pozzo. Intanto Max libera l’ingresso dalla copertura.

Ecco il buco di Jack in tutto il suo splendore. Avvicinandosi si intuisce l’ampia sala dove i nostri ardimentosi amici andranno a scendere.

Ci sono dei nuovi arrivati. Sono Laura e Giancarlo. Arrivati con un poco di ritardo al Carciofo sono riusciti comunque a trovare la strada per arrivare alla grotta.

Inizia il rito della vestizione. Mi e’ venuta voglia di scendere anche io, la reprimo, non voglio e non posso abbandonare Luna.

Fabio sorveglia i preparativi mentre Max sistema la corda per scendere.

Tutti pronti.

Giancarlo, in versione esploratore indomito, ci indica il nostro prossimo obiettivo.

Scende Max, velocissimo, non faccio a tempo nemmeno per una foto. Alla libera si prepara Beatrice.

Essendo la prima a scendere tra gli “ospiti”, si merita un sacco di foto. Ma tranquilli, ve ne mostro solo un paio.

Poche mosse ben fatte ed il primo frazionamento e’ passato. E’ un poco ostico perche’ nel vuoto.

Anche Laura e’ pronta ed in attesa del suo turno.

Beatrice inizia a scendere.

Un paio di minuti di pazienza ed arriva la libera.

Si prepara Laura.

Anche lei disbriga il frazionamento in poche mosse.

Un saluto prima di scendere.

E anche Laura scompare nel buio.

E’ il momento di Federica. Si posiziona comoda e prepara il discensore.

Nessuna difficolta’, anche per lei.

Frazionamento nel vuoto.

Ed un bel sorriso prima di scendere.

Parte poi Giancarlo.

Passa il frazionamento senza sforzo.

Anche a lui estorco il sorriso prima di iniziare la discesa.

Il fondo della grotta inizia a popolarsi, quassu’ siamo rimasti in pochi.

Scende Fabio.

Anche a lui dedico un buon numero di foto.

Il frazionamento.

E sorriso prima della discesa.

Mi sporgo un poco per vedere dentro con l’aiuto della luce di Fabio e di chi e’ gia’ dentro ma l’ambiente e’ veramente enorme e si vede poco. Riesco pero’ a scogere il cerchio del sole stampato alla base della sala. E’ questa la sorpresa di cui parlava Max. La mattina, e solo per poche ore, il sole e’ in posizione ottimale e riesce ad illuminare uno spicchio di grotta. Siamo riusciti a beccare l’ora giusta per questo evento naturale.

Anche Monica si avventura a vedere i raggi di sole che una ventina di metri piu’ in basso illuminano una piccola parte della enorme sala.

Il tempo passa, i nostri amici probabilmente sono al fresco, ma qua fuori il sole si fa sentire. Anche Luna sembra soffrire il caldo e cerca gli angolini piu’ all’ombra.

Propongo a Monica di avviarci alle macchine. E’ subito d’accordo con la mia proposta. Avvisiamo i nostri amici e partiamo. A distanza di sicurezza tolgo di nuovo il guinzaglio a Luna che subito parte come un razzo a perlustrare il sentiero davanti a noi. Confesso che, nonostante tutte le segnalazioni lasciate, perdo la giusta via e devo andare a naso. Per fortuna incontriamo un comodo sentiero che ci porta ad uscire sulla strada a soli 20 metri da dove avevamo lasciato le macchine. Per tornare al Carciofo metto il navigatore, pero’ la strada e’ semplice e me la cavo praticamente senza il suo aiuto.

E’ ora di pranzo, anzi e’ quasi passata. Mentre io mi dedico a far bere Luna e a trovare qualcosa da sgranocchiare, c’e’ chi ha ancora le energie per giocare a frisbee.

Ecco i cartelloni con la storia dello SCR che fanno bella mostra di se’. Faccio un giro curiosando tra le foto. Nei primi 2 non trovo facce conosciute.

Nel terzo qualche amico c’e’. Il quarto inizia a rientrare tra i miei ricordi.

I successivi 2 mi riportano a bei momenti che la speleologia mi ha regalato. Magari qualche momento triste in mezzo c’e’ stato ma non e’ oggi il momento per ricordalo.

Gli ultimi 2 sono quasi cronaca tanto li sento vicini, mi strappano piu’ di un sorriso.

Nell’ultimo pannello addirittura ci sono anche io!

Terminato il momento di “amarcord”, vado a dare una mano a Monica a montare l’amaca poi mi sposto al tavolo “dispensa” a preparami una gustosa panzanella.

Termino il pranzo-merenda giusto in tempo per l’arrivo di un’altra infornata di amici. Ecco Gaia, arriva ora ma nei giorni scorsi ha curato con la solita perizia parte della logistica per questa festa.

Arrivano finalmente anche i miei “soliti” amichetti di grotta, Giuseppe e Gabriele.

Foto ricordo per Giorgio. Per abbellire la foto chiedo a Monica di posare insieme a lui. Giorgio non se ne lamenta.

Siamo nel pieno del pomeriggio. Ora anche Luna ha compagnia. C’e’ infatti un’altro cane. Peccato pero’ che dopo le prime annusate diffidenti finiscano per litigare. Dobbiamo separarli a viva forza.

Tornano gli intrepidi del “buco di Jack”. Giuseppe e Gabriele ripartono alla volta di Sabaudia per una visita ad una amica. Mi accordo con loro affinche’ al ritorno passino a prendere Betta. Maria e Gianni invece si preparano per andare a ricercare una grotta che scoprirono negli anni ’80. Fino ad oggi non sono mai piu’ riusciti a ritrovarla. Ora pero’ hanno copia degli appunti presi all’epoca e sono decisissimi. Mi preparo per accompagnarli, oltre al piacere di fare un giro con loro, e’ un ottimo metodo per passare il tempo in attesa della cena.

La gita con Gianni si arena subito, il sentiero che vorremmo prendere e’ sbarrato da un cancello. Andiamo alla villa vicina. Gianni parla con gli occupanti della villa. Ci sono almeno 4 cani nel recinto della villa quindi io e Luna ce ne teniamo lontani. Ce ne andiamo in un posticino all’ombra dove ne approfitto per telefonare a Betta per avvertirla che non saro’ io a passare a prenderla. Quando termino la telefonata torno verso la villa e…trovo piu’ nessuno. Chiamo Gianni a gran voce nella speranza che sia ancora nei dintorni. Dalla villa mi rispondono che i miei amici si sono spostati alla villa successiva, quella avanti sulla strada ad un centinaio di metri. Vado pure io. Arrivato provo ad urlare nuovamente, nessuna risposta. Nella villa intravedo una signora. Le chiedo se per caso avesse visto i miei amici. Mi risponde di si, uno dei suoi figli li sta accompagnando alla grotta. Sopraggiunge il marito della signora e si offre di indicarmi la strada. Entro ed insieme a lui ci inoltriamo nel labirinto dei filari di vite. Mi indica la via per trovare la strada dove dovrebbero essere i miei amici. Lo saluto, lo ringrazio e vado. Giro cercando la strada ma senza trovarla. Nei miei giri trovo un buco che potrebbe promettere bene, mi limito a fotografarlo.

Dopo aver vagato a lungo tra i filari, urlando inutilmente il nome di Gianni fino a sgolarmi, decido di tornare sui miei passi. Cosa non scontata visto che i filari formano un vero e proprio labirinto in cui e’ facilissimo perdere l’orientamento. Arrivato di nuovo alla villa, incontro un uomo che mi guarda incuriosito. E’ l’altro figlio della coppia che mi ha dato le indicazioni. Gli spiego la situazione, piu’ per chiacchierare che con la speranza possa aiutarmi. Invece mi sbaglio, mi aiuta eccome. Mi porta attraverso un campo ed un paio di cancelli, direttamente sulla strada che avevo cercato invano. Lo ringrazio e parto nella direzione che mi ha indicato. Dopo qualche curva finalmente ritrovo i miei amici!

Mi presentano la loro guida, ha un nome simpatico, si chiama Fabrizio. Dopo esserci salutati mi metto alle costole di Gianni ed insieme riprendiamo a girovagare tra i filari.

Siamo in un posto incredibile, i filari di vite formano il labirinto di cui ho gia’ detto ampiamente. ogni tanto la via e’ sbarrata da pareti rocciose invase da rovi. Ognuna di esse potrebbe nascondere una grotta. Si potrebbe girare un mese di seguito a voler guardare tutti i punti interessanti.

Al centro di un masso enorme trovo una pozza dove affacciandomi disturbo il sonnellino pomeridiano di qualche decina di rane.

Giriamo come trottole. Gianni ha un angolo di riferimento preso negli anni ’80 traguardando il Carciofo, con quello cerca di ritrovare il punto. Anche Fabrizio, la nostra guida, si e’ appassionato alla ricerca e ci mostra sempre passaggi nuovi a prima vista introvabili.

Alla fine le nostre fatiche vengono premiate. Troviamo un buco che sembra corrispondere in tutto e per tutto alla grotta perduta.

Gianni documenta l’evento con molte foto riprendendo Fabrizio che ha permesso il ritrovamento. Io ne approfitto per fare una foto a tutti e 2.

Gianni ha il casco, me lo faccio prestare. Provo ad infilarmi per qualche centimetro. Vedo uno scivolo di un paio di metri e poi il nero che va giu’. Non vado avanti oltre, ci sono i rovi e poi, cosa piu’ importante, non ho gli abiti adatti. Questi non posso certo infangarli, sono quelli per la festa di stasera.

Provo a lanciare qualche sasso. Molti si fermano ad un terrazzino circa 4 metri piu’ in basso. Un paio rotolano oltre per un totale, stimo, di una decina di metri. Dopo, chissa’!

Tutti contenti e soddisfatti, torniamo alla base. Continuano ad arrivare amici. La festa inizia ad animarsi. Mentre sono alla macchina per far mangiare Luna vedo un piacevole arrivo. Sono Claudia, Veruska e Fabrizio. Non li vedo da un po’ e sono contento di riabbracciarli.

Ai tavolini trovo altre piacevoli sorprese. C’e’ Maria e c’e’ anche Claudio. Anche con loro ci scambiamo abbracci

Il sole inizia ad abbassarsi all’orizzonte. In attesa che arrivi ora di cena si formano vari capannelli di persone che parlano del piu’ e del meno in versione speleo.

Un’altra vecchia conoscenza, Marco. Lo intravedo mentre studia i pannelli con la storia dello SCR.

Una foto allo striscione non poteva mancare.

E tantomeno la foto di gruppo. Riesco a far mettere in posa anche Luna.

Ancora di mangiare non se ne parla, pero’ il vino circola in abbondanza, aiuta a fraternizzare, nel caso ce ne fosse bisogno.

E’ quasi notte quando tornano alla base Giuseppe e Gabriele portando con se’ la mia dolce meta’. Quando finalmente inizia la cena, ho lo stomaco che reclama cibo con molta convinzione.

Dimenticavo, oltre ad essere il 60° anniversario dello SCR e’ anche il compleanno di Stefano. Auguri!!!

Ma ora pensiamo alla pappa. Ci mettiamo in fila quasi ordinatamente e diamo l’assalto alla pasta.

Il cibo viene accompagnato adeguatamente dal vino e da molti brindisi. Come sempre in queste occasioni viene fatto un brindisi alla memoria di Sbardy.

Arrivati al contorno di insalata e pomodori mi dichiaro satollo. Mi tengo giusto uno spazietto per il dolce.

E faccio bene, ci sono dei ciambelloni, la celeberrima torta al cioccolato di Maria ed un paio di crostate che promettono delizie.

Dopo il rituale dello spegnimento delle candeline mi servo di un assaggio di tutto, per non fare torto a nessuno. Complimenti ai pasticceri!

Termino il pasto con un sorso digestivo di limoncello. Lo ha portato da Stefano per chiudere degnamente i festeggiamenti per il proprio compleanno. Dopo un ultimo, rumorosissimo, brindisi, prendiamo commiato dai nostri amici. Raduno Gabriele e Giuseppe, saluto chi posso e ci dirigiamo svelti alle macchine. Adesso e’ gia’ domenica e tra qualche ora saremo a Tagliacozzo per un’altra avventura. Alla prossima.

Informazioni su fato63

Pratico la speleologia da qualche anno ormai. Mi sono finalmente deciso a tenere un diario delle uscite. Approfitto del blog per renderlo consultabile e commentabile.
Questa voce è stata pubblicata in amici, ricognizione, ricordi, SCR, speleo, speleoraduno. Contrassegna il permalink.