Monte Faito – Ricognizione – 01/10/2019

Al monte Faito per una tranquilla passeggiata alla ricerca di grotte. Con Angelica, Mario, Marione, Gabriele, Giuseppe,Angelo Elia…e Luna.

La mattina Luna e’ eccitatissima, ha capito che oggi verra’ pure lei. Giuseppe arriva e si becca la sua razione di feste. Le stesse che toccano anche a Gabriele quando passa a prenderci. Tutti insieme poi andiamo alla Rustica dove ci attendono Angelica e Mario. Fatte tutte le soste necessarie, andiamo a terminare il viaggio di andata al parcheggio dove parte il sentiero che percorreremo oggi. Un ottimo punto di partenza poiche’ proprio di fronte al parcheggio c’e’ un alimentari ed il bar. Dopo un rinforzino di colazione a base di pizza con “mortazza”, mi cambio e sono pronto a partire. Appena arriviamo in zona sicura, sciolgo Luna che subito parte per una corsa sfrenata.

Quasi ad inizio sentiero trovo subito un fungo strano, tutto nero.

La nostra passeggiata inizia con una decisa salita, ma in compenso il panorama e’ stupendo.

Qualche incertezza sul sentiero da prendere. Per me sono tutti uguali essendo la prima volta che vengo da queste parti.

Si sale ancora, Luna va su e giu’ senza sosta.

Io con la scusa delle foto mi fermo ogni tanto a riprendere fiato.

Arriviamo ad uno spiazzo, ancora una volta con un panorama superbo.

Costringo Angelica a farmi da modella per una foto panoramica.

Elia, che e’ il piu’ ferrato del gruppo sui sentieri da queste parti, ricorda si debba salire ancora.

Le pareti di fronte a noi fanno gola, speleologicamente parlando, ma non sono tra i nostri obiettivi di oggi.

Seguiamo Elia per l’erta.

Dopo la salita iniziale il sentiero non si trova. Ci aggiriamo nel bosco cercando indizi. Alla fine decidiamo di aver sbagliato strada. Il mio GPS indica un sentiero, ma e’ molto piu’ in basso rispetto alla nostra posizione attuale. Rassegnati iniziamo a scendere. Pare che il GPS avesse ragione, ecco il sentiero, con tanto di cartello.

Vado subito a vedere cosa indica di bello.

Ritrovata la retta via, proseguiamo di buon passo. Incontriamo una fonte e ne approfittiamo per rinfrescarci e fare scorta d’acqua.

Anche Luna trova modo di rinfrescarsi andando a stendersi beata nella pozza d’acqua.

Gabriele e Mario che fanno rifornimento.

Si prosegue. La salita non manca mai.

In un pratone in piano, tra una salita e l’altra, decidiamo di fare sosta per pranzo.

Io, da bravo goloso ho gia’ mangiato tutto, quindi mi aggiro con la fotocamera importunando chi cerca un attimo di tranquillita’ per mangiare.

Intorno a noi ci sono sempre delle pareti interessanti, ma anche queste non credo saranno raggiungibili oggi.

Luna ha sempre stile ed approfitta della pausa per riposare senza che il sole le danneggi gli occhi. Una cana di classe!

Un grillo si ferma a farci compagnia.

Terminata la pausa pranzo si riparte.

Il sentiero riprende a salire dentro il bosco.

Ogni tanto incrocio dei bei funghi e mi fermo per far loro una foto.

Sali, sali, arriviamo ad una grotta, il nostro obiettivo dichiarato di oggi.

Un “antico” reperto, la suola chiodata di uno scarpone.

Accanto allo sgrottamento c’e’ un’apertura che da su una sala lunga una decina di metri e larga la meta’. Subito i nostri archeologi si spargono in giro a cercare eventuali tracce di antica frequentazione umana.

Io provo a fare foto, ma la scarsa luce del casco che ho preso in prestito da Gabriele, non mi permette molto.

Luna mi segue come un’ombra e quando entro io entra anche lei. Ora si aggira per la sala curiosando le nostre attivita’

Gabriele si occupa di fare il rilievo della sala. Angelica lo affianca, la tecnica per il rilievo la interessa sempre molto.

Luna si accuccia a fissare l’ingresso.

Ecco i nostri rilevatori intentissimi a rilevare.

Mentre le attivita’ fervono intorno a me, mi ritrovo sfaccendato.

Decido di uscire fuori per una passeggiata ricognitiva. Torno indietro costeggiando la parete dove si apre la sala, alla ricerca di qualche altra grotticella. Presto sono accontentato.

Non ho portato il casco ma risolvo con la luce del cellulare. Purtroppo e’ poco piu’ di uno sgrottamento.

Torno dalle mie esplorazioni solitarie (quasi solitarie, c’e’ sempre stata Luna con me!) in tempo per vedere uscire i miei amici dalla sala appena esplorata e rilevata.

Gabriele controlla che i dati siano a posto.

Riprendiamo gli zaini e proseguiamo. Poco piu’ avanti c’e’ un’altra piccola grotta.

Una bella ragnatela, sinceramente scatto senza pretesa di ottenere qualcosa, una volta tanto la fida fotocamera mi sorprende.

Come dicevo, in fondo allo sgrottamento, sul lato destro, c’e’ un ingresso. Andiamo a vedere di cosa si tratta.

Mario ed Elia intanto valutano le potenzialita’ archeologiche dello sgrottamento.

Dentro troviamo una minuscola sala di circa 4 metri per 2 metri. In pochi minuti la controlliamo palmo a palmo. Non sembrano esserci cose archeologicamente interessanti.

Di lato alla sala, sulla sinistra entrando, c’e’ un’altro piccolo ambiente. Angelica entra a vedere, ma termina li’.

Riprendiamo la passeggiata. Angelica ogni tanto fa deviazioni per osservare da vicino qualche buco.

Gabriele prende fiato prima di affrontare una ripida salita, lo imito volentieri. Luna si ferma a guardarci senza capire il motivo di queste soste.

Angelica raggiunge Luna ed insieme posano per una bella foto.

Proseguiamo fino a riprendere Marione ed Elia che si sono fermati ad aspettarci.

Quando siamo tutti facciamo il punto della gita. La zona delle grotte l’abbiamo oramai passata. Piu’ avanti ci sarebbero un’altra dozzina di chilometri per arrivare a Trevi. Troppi. Vista l’ora decidiamo di tornare indietro.

Sulla via del ritorno andiamo piu’ spediti. Sara’ forse perche’ ora siamo in discesa?!? Mi fermo a fotografare dei funghi, quando mi rialzo i miei amici sono andati avanti, ma di poco, non si ritrovano col sentiero.

Stiamo tornando indietro per un breve tratto quando dalle fresche fratte vediamo spuntare un gitante. Luna e’ gia’ andata ad accoglierlo.

Ma e’ Nerone! Quando anche lui ci vede quasi piange dalla commozione.

Ha camminato a lungo, quasi disperava di trovarci.

Lo aggiorniamo brevemente su quanto fatto e poi riprendiamo con lui la strada del ritorno.

Il ritorno e’ molto piu’ pericoloso dell’andata perche’ Elia ha messo la pala sullo zaino in maniera davvero insolita. Ogni volta che si gira rischia di decapitare qualcuno. Per prudenza gli stiamo tutti a debita distanza.

Nelle zone panoramiche costringo ancora Angelica a posare con lo sguardo perso nell’infinito.

Non c’e’ che dire un bel panorama.

Nello spiazzo dove all’andata abbiamo ripreso il sentiero dopo averlo perso ,ci fermiamo a prendere dei punti e dei riferimenti per poi rintracciare un buco in parete di fronte a noi.

Angelica e’ disperata, continuo a fermarla per delle foto, alla fine sceglie di accasciarsi sul sentiero.

Nel tratto successivo di sentiero, che all’andata non avevamo percorso, trovo un bel porcino.

Come per gli altri mi limito a fargli delle foto e fargli gli auguri di buona permanenza.

Arrivati al belvedere ove smarrimmo la retta via, ci fermiamo ancora ad ammirare il panorama e a fare progetti per prossime gite di ricognizione.

La discesa sembra piu’ facile, ma alla lunga “ammolla” le gambe. Pero’ noi ce la mettiamo tutta per riprendere i nostri amici che sono andati avanti mentre noi ci attardavamo.

Luna fa da raccordo tra il gruppo avanti e noi. Contando che sono avanti di qualche minuto, ne percorre parecchia di strada.

Il nostro passo pero’ deve essere piu’ veloce del loro, infatti nell’ultimo tratto di sentiero li riprendiamo. Oramai ho le gambe sfatte quindi le lascio andare e passo avanti al gruppo oramai riunito.

Le macchine sono una lieta vista. Senza fretta ci cambiamo. Il tempo intanto sembra diventare sempre piu’ grigio.

I 2 Mario. Per la precisione a sinistra Marione e Mario a destra.

Nerone e la sua mitica pipa, magica quanto puzzolente.

Come potevamo concludere degnamente la giornata? Come se non con un bel piatto di fettuccine a Marano, da Antonia! Terminata la cena, costringo tutti a posare per una foto di gruppo prima di salutarci e tornare a casa.

Stanchi ma sazi e contenti riprendiamo le macchine per fare ritorno a casa ed al meritato riposo. Alla prossima.

Informazioni su fato63

Pratico la speleologia da qualche anno ormai. Mi sono finalmente deciso a tenere un diario delle uscite. Approfitto del blog per renderlo consultabile e commentabile.
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