Grotta di Monte Cucco – 24/03/2019

Una bella gita alla grotta di Monte Cucco con Angelica,Valentina, Gabriele, Chiara, Simone, Marika, Giulio, Marco, Sieva e Giuseppe.

Siamo in 4 a partire da Roma e siamo seriamente intenzionati a prendercela comoda e goderci il fine settimana. La gita in grotta la faremo domenica ma partiremo un giorno prima per visitare anche i dintorni della grotta. Il programma di massima per oggi e’ quello di arrivare a Sigillo, salire a Monte Cucco per visitare lo spiazzo dove partono i deltaplani, andare in Val di Ranco per un saluto al ristorante “Tobia”, scendere a valle per prendere posto all’Ostello del Volo dove dormiremo, fare una passeggiata in attesa dell’arrivo dei nostri amici di Orvieto per poi cenare tutti assieme prima di fare una meritata nanna.

Come dicevo, siamo in 4, Angelica, Valentina, Gabriele ed io. La mattina ci vediamo sotto casa mia. Per prima cosa, prima di partire, consegniamo a Valentina il regalo per il suo compleanno, tutte robe che possono piacere solo a degli speleo. Dopo i festeggiamenti, si parte senza ulteriori indugi.Nonostante il navigatore di Gabriele faccia di tutto per farci fare il giro del mondo, alla fine imbocchiamo la superstrada che va verso la giusta direzione.Finalmente, dopo aver passato buona parte dei paesi del viterbese, in meno di 3 ore, siamo in vista di Sigillo, la nostra meta.E’ quasi ora di pranzo. In paese facciamo una rapida sosta al supermercato per procurarci panini ed altre cibarie da consumare al Monte Cucco. In meno di un’ora riusciamo a fermarci al parcheggio in cima al monte.C’e’ un bellissimo sole ma non si riesce a goderne il tepore perche’ c’e’ anche un vento gelido e teso. Decidiamo di cercare un posto piu’ riparato per pranzare. Prima pero’ costringo i miei amici a subire le mie chiacchiere su quel che vedono tutto intorno. Approfitto biecamente del fatto che per tutti loro e’ la prima visita. Io invece posso vantare qualche esperienza in piu’ ed intendo sicuramente farne mostra. Per prima cosa mostro loro il pratone dove i deltaplani solitamente decollano. Oggi e’ desolatamente vuoto, quindi non li impressiona piu’ di tanto. Passo poi ad indicare il sentiero che porta alla grotta, quello che percorreremo domani.Girandomi verso destra indico la valle dove si snoda la forra di Rio Freddo.Prima di andare facciamo un rapido saluto alla signorina con le ali. Il vento ha presto raffreddato le mie smanie divulgatorie. Saliamo di nuovo in macchina per andare a cercare posti piu’ accoglienti.Andiamo in Val di Ranco. Purtroppo Tobia e’ ancora chiuso, aprira’ in aprile, quindi prendiamo posto in un prato vicino con tavoli da pic-nic e giochi vari.Qua il sole prevale sul vento, anche se quest’ultimo c’e’ sempre, e’ ottimo per stemperare il sole. Per prima cosa diamo allegramente fondo alle cibarie, poi le ragazze si fanno un giro in altalena. Qualche anno fa, forse anche piu’ di qualche, avrei fatto a gara con loro per andare per primo in altalena. Oggi mi limito a far loro le foto mentre si divertono. Sara’ un segno della vecchiaia incipiente?!?Non e’ di consolazione vedere che anche Gabriele si gusta il sole guardando le nostre amiche che si divertono senza avere alcuna intenzione di partecipare attivamente.Quando siamo ben satolli e ben giocati, approfitto della consueta spossatezza post-prandiale per tediare di nuovo i miei amici con gli aneddoti su Tobia, PantaSpeleo, PhantaSpeleo e tutto quel che ricordo su questi luoghi. Mi convinco a smettere quando li vedo “scapocciare”, col rischio di sbattere la testa contro il piano di legno del nostro tavolo. Riprendiamo la macchina per scendere all’Ostello del Volo. Purtroppo Alessandro, il simpatico ragazzo che gestisce l’ostello, e’ ancora via. Lo aspettiamo per un poco, poi decidiamo di fare 4 passi.Appena fuori l’ostello c’e’ una strada che a destra attraversa un piccolo centro abitato, siamo a Villa Scirca, e poi sembra andare verso una valle dall’aspetto simpatico, in fondo si intravede una costruzione, una captazione, forse.Andiamo. Dopo il centro abitato seguiamo una strada che costeggia un torrentello. Le pareti alla nostra destra sono di breccia conglomerata (i geologi perdonino la terminologia approssimativa!), Angelica e Valentina se le studiano con attenzione.La strada sterrata termina in una proprieta’ privata, una bella villa. O meglio, la strada continuerebbe pure, ma alcuni minacciosi cartelli ci vietano di proseguire. C’e’ un signore affacciato ad una terrazza della villa, chiediamo a lui permesso per passare ma ci risponde in maniera vaga di permessi della regione e di altre strade da fare. Ci rassegniamo godendoci i bei fiori che costeggiano il muro della villa e prendiamo la strada del ritorno. In ogni caso saremmo tornati indietro perche’, Valentina si e’ informata telefonicamente, sembra che Alessandro sia tornato e ci aspetta a braccia aperte.Sulla strada del ritorno facciamo una breve deviazione per scendere al torrente.Attraversiamo un ponte diroccato e siamo al livello dell’acqua.Ecco il nostro torrente.Gabriele impartisce ad Angelica una breve lezione di “torrentologia”.Qualche minuto e poi salutiamo il torrente. Ripartiamo e raggiungiamo l’ostello dove effettivamente troviamo Alessandro. Prendiamo possesso del nostro alloggio scaricando i bagagli che ci serviranno per la notte e poi ci rilassiamo facendo chiacchiera con Alessandro.Non sembra, quando ci si rilassa e si sta bene, succede, ma le ore passano ed inizia a scendere la sera. All’improvviso un losco figuro si palesa sull’uscio dell’ostello. Ma e’ Giulio! Lui e Marika arrivano da Montebuono ed hanno anticipato di poco i nostri amici orvietici.Alessandro e’ preoccupato, pensa…ma chi sto ospitando?!?Non abbiamo ancora terminato di salutare Marika e Giulio che arrivano in forze i nostri amici di Orvieto e dintorni. Io imperverso con la fotocamera per documentare l’arrivo. Becco per primi Sieva e Marco.Poi anche Chiara e Simone cadono nella mia rete fotografica.Cosa si fa, cosa non si fa? Decidiamo di fare un aperitivo. Saccheggiamo i frigo di Alessandro e lo coinvolgiamo nei brindisi che ne conseguono.Dopo i brindisi Simone sfoggia delle stampe con il rilievo delle grotta di Monte Cucco ed inizia a spiegarcela.Dall’aperitivo alla cena il passo e’ breve. Tutto buono, facciamo piazza pulita in poco tempo. A fine pasto ci scappa pure l’applauso alla cuoca, la dolce meta’ di Alessandro.Ci sono anche altri ospiti, li ingaggiamo come fotografi per avere un ricordo di tutto il nostro bel gruppo.Le chiacchiere del dopo cena prendono il posto dei piatti vuoti. Ma non duriamo a lungo, il viaggio e’ stato lungo e domani ci aspetta una giornata impegnativa. Tutti a letto.La mattina, chissa’ cosa mi dice la testa, mi sveglio alle 5 e mezza. Dopo le abluzioni mattutine ho ancora tanto tempo e giro per l’ostello invidiando quelli, tutti, che ancora dormono placidamente. Esco a fare un paio di foto ma sono in maglietta e fa troppo freddo per stare fuori.Finalmente arrivano le sospirate ore 7 e l’ostello prende vita. Facciamo colazione, sistemiamo i nostri bagagli nelle macchine e siamo pronti a partire per la nostra avventura ipogea. La foto di gruppo prima di andare e’ d’obbligo.Al parcheggio c’e’ ancora il vento di ieri, e’ rimasto ad aspettarci. Ci cambiamo svelti prima di ghiacciare.Nonostante le dita congelate ce la faccio a fare qualche foto.Siamo quasi tutti pronti. Solo Gabriele si attarda.Chiara scalpita per partire, vuole andare a salutare i cavalli che pascolano nei pressi del sentiero che dobbiamo prendere.Gabriele ha qualche problema con gli stivaletti che utilizza solitamente per andare in grotta. Stamane uno dei due fa i capricci e non vuole saperne di infilarsi.Aspetto qualche minuto dandogli consigli su come ovviare, cose gentili e confortanti tipo: “buttali quei cosi”, poi decido di lasciarlo in pace e mi avvio.Facciamo sosta foto vicino ai cavalli ma loro si curano per nulla di noi e continuano a fare i propri affari.Sembra che tutto il gruppo, Gabriele compreso, stia partendo. Bene.Simone ha preso il via ed e’ quasi all’imbocco del sentiero.Si inizia a salire.Il gruppo e’ sfilacciato ma ci siamo tutti, ognuno che procede alla propria velocita’.Il panorama tutto attorno a noi e’ una meraviglia.Ogni tanto una breve sosta per ricompattarci.Dai, siamo vicini…quasi.Io continuo a bearmi del paesaggio e scatto foto a raffica.Nell’ultimo tratto un incontro che non mi aspettavo, c’e’ ancora un poco di neve. Nulla di preoccupante, ma pensavo che con questo caldo non ce ne fosse piu’.Ecco Gabriele, non ha ancora risolto con lo stivaletto ma procede caparbiamente, deciso a prevalere su di lui anche a costo di zoppicare per tutta la grotta.Il tratto finale fino alla piattaforma che protegge l’ingresso e’ questione di pochi passi.Eccoci arrivati.Simone apre la botola ed entriamo.Dopo Simone salgo per fare assistenza a chi passa e, con l’occasione fare loro qualche foto.E cosi’ faccio con Angelica.Quindi con Valentina,e poi con Chiara. Mancano pochi amici, aspetto anche loro per non lasciarli senza foto.Ecco Marika.Sappiamo tutti quanto ami le foto, quindi gliene faccio una raffica.E lei mi ringrazia prontamente!Che volemo fa’?!?Saliamo dai!Anche con Gabriele esagero un po’.Rimane solo Giulio, non posso abbandonare proprio ora.Ecco anche il suo passaggio.Documentato nei particolari.Ora posso scendere anche io. Per fortuna nessuno riprende la mia goffaggine sbuffante.Iniziamo la discesa della scala. Di certo e’ comoda, ma lo zaino sulle spalle si incastra da tutte le parti costringendomi ad una posizione china molto scomoda.Dopo qualche sbuffo ed un paio di maledizioni in occasione di incastri dello zaino particolarmente ben riusciti, arriviamo alla base del pozzo di ingresso. Qua possiamo completare la vestizione. Con suo, e mio, gran sollievo, Gabriele riesce finalmente ad infilare lo stivale.

Naturalmente prima di partire costringo tutti a posare per una foto ricordo.Si parte. Che la nostra avventura nel buio abbia inizio!Ci disponiamo in una lunga fila che si snoda lungo il percorso delimitato da cavi d’acciaio nell’enorme sala Margherita.Non mi ricordavo una passeggiata cosi’ lunga, e anche le salite le avevo rimosse.Mi tengo in fondo alla fila e cerco di ottenere foto decenti, ma ambienti grandi, buio e persone in movimento non sono un connubio ottimale per le foto.E intanto si cammina su e giu’ per la grotta.In questa si capisce nulla, pero’ e’ carina.Si sale di nuovo, ma stavolta per una giusta causa, siamo arrivati alla deviazione che ci portera’ alle zone verticali della grotta.Scavalchiamo il cavo d’acciaio ed iniziamo la grotta vera e propria.Saliamo sulla destra lungo la parete di un gigantesco imbuto che porta ad un meandrino con pozze d’acqua alla base che a sua volta sbuca al pozzo Terni.Siamo in vista dell’ingresso del meandrino.Pian pianino la nostra coda si avvicina alla meta.All’ingresso del meandrino ci sono delle targhe,la piu’ grande c’e’ da quando ho conosciuto la grotta e non ricordo piu’ cosa commemori. Alla piu’ piccolina mi soffermo un attimo per rivolgere un pensiero al ragazzo che ha lasciato la vita in questa grotta. Partecipai al suo recupero negli ultimi anni della mia esperienza nel soccorso e ancora dopo tanti anni sento una punta di tristezza. Proseguiamo.  Per aiutarmi nel descrivere il giro che faremo, ho estratto un pezzo del rilievo dal sito del CENS. Praticamente dalla sala Margherita, in alto a destra arriveremo al pozzo Terni scendendolo fino al meandro che porta al pozzo Perugia. Poi andremo al Baratro, il salone Saracco  prendendo da qua la via del ritorno. Al ritorno, tanto per variare, arrivati in cima al pozzo Perugia continueremo a salire per il Birone per poi affrontare la galleria Laghetti fino a far ritorno al pozzo Terni e quindi alla sala Margherita.Nel primo tratto cerco di stare vicino ad Angelica. Lei ama particolarmente i meandri, in special modo quelli col fondo allagato. Pero’ devo dire che si impegna e, a forza di “frequentarli”, inizia ad essere piu’ sciolta. Il meandro, da passare con l’aiuto del cavo d’acciaio e’ anche un test per la mia mano “acciaccata”. Tutto sommato va bene, ho dolore nel stringerla, ma almeno riesco a tenere la presa sul cavo senza troppe difficolta’.Come mi aspettavo, il meandro viene passato da tutti senza problemi. Siamo finalmente affacciati sul pozzo Terni. Iniziamo a scenderlo.Tocca a me. Per sicurezza mentre scendo manovro la corda con tutte e 2 le mani. Mi fermo subito a fotografare chi ancora e’ rimasto ad aspettare.Sotto di me il pozzo e’ illuminato da chi scende, una simpatica vistaGiulio, serissimo durante la discesa.Termina il pozzo, inizia il cunicolo che ci portera’ al Perugia.C’e’ un bivio, mi accerto sulla direzione presa da chi e’ avanti e mi fermo ad aspettare il resto del gruppo. Arriva per primo Marco che si merita quindi una bella foto.Siamo arrivati nei pressi del prossimo pozzo, il Perugia. Siamo un poco ammucchiati, quale migliore occasione per una foto di gruppo!?!Il Perugia ha 2 vie, una a destra con un lungo tratto nel vuoto, una a sinistra con alcuni frazionamenti. Simone si posiziona alla partenza della via destra. Io vado su quella a sinistra.Parte Valentina, sceglie la via a destra, quella in libera, senza frazionamenti.In poco tempo sorpassa Simone e passa alla parte verticale del pozzo.Angelica la segue a ruota.Eccola che arriva da Simone.Intanto parte anche Marco.Lui sceglie la via dove sono io. Valentina e’ arrivata, urla la libera ed Angelica parte.Intanto si fanno sotto altri impavidi, Sieva e Chiara.Arriva la libera da Angelica. Parte Sieva.Sotto di noi inizia a formarsi un gruppetto.Dal mio lato intanto sono scesi quasi tutti, e’ appena passato Gabriele. Lo seguo ad un frazionamento di distanza. Intanto scatto qualche foto dall’altro lato, alla discesa di Chiara, assistita da Simone.Si scende!Sopra di me ora c’e’ Giulio, un altro che preferisce i frazionamenti all’attesa.Sono quasi arrivato. Ora e’ la volta di Simone.Eccoci tutti arrivati alla base del Perugia. E’ giusto l’ora di fare uno spuntino e quasi tutti vi si dedicano con impegno.Ecco le “mie” ragazze, sembrano contente della gita, ne sono felice.Anche Marco e’ contento, sprizza entusiasmo da tutti i pori, ma riesce a contenersi.Giuseppe si appresta al pasto.Anche Marika addenta qualcosa.Sgranocchio anche io qualche pezzo di cioccolata. Finito il frugale pasto, riprendiamo il cammino. C’e’ ancora  un tratto di galleria per arrivare al Baratro.Dopo il pranzo inizia la digestione, ce la prendiamo comoda fermandoci sovente a fare foto.Marco si presta da modello.Sieva e’ pensieroso, ha mangiato solo 5 dei 20 panini che si e’ portato ed e’ indeciso se addentarne altri. “Pero’ son piccoli”, mi dice. Anche se piccoli saranno sempre un paio di chili di buon cibo, complimenti!C’e’ anche un pipistrello. Facciamo svelti una foto e ce ne andiamo senza far troppo rumore.C’e’ ancora un bivio. Faccio come prima, mi accerto della direzione presa da chi e’ avanti e poi aspetto il resto del gruppo.Eccoci alla partenza del Baratro.C’e’ un po’ di fila quindi ho tempo per le foto.Natura morta concrezionata.Un trio da non perdere, Valentina, Marco e Gabriele.Ma andiamo avanti. C’e’ un traverso per arrivare alle vie per scendere. Ce ne sarebbero 2, ma una e’ armata con la corda da 10,5mm, il mio discensore si rifiuta caparbiamente di far scorrere quella corda. Approfitto volentieri della corda sostitutiva che e’ stata appositamente portata da Giulio e prontamente montata da Giuseppe.Si deve attendere un poco ma ora e’ tutto pronto. Simone si accoccola comodo tra le 2 vie ed assiste chi parte per la discesa. Visto che sono gia’ sulla seconda corda, ne approfitto per scendere con Valentina. Guardo sotto, niente da dire, e’ proprio un bel baratro!Arrivati alla base del Baratro, mi fermo per sbrigare un bisogno impellente. Nel frattempo sento Giuseppe che prosegue la discesa. Alcuni hanno deciso di fermarsi qua. Pero’ anche la volta scorsa sono arrivato “solo” in fondo al Baratro. Sapere cosa c’e’ dopo e non andare a dare una sbirciata sinceramente mi scoccia, farlo per 2 volte di seguito mi sembra una esagerazione. Cerco volontari per seguire Giuseppe. Ne trovo una in Valentina. Iniziamo a scendere.A meta’ del pozzo mi fermo. Giuseppe e’ sceso ancora e lo vedo sotto, nell’immensa sala Saracco.Aspetto che arrivi la mia socia, intanto le scatto foto varie, una senza luci.E poi una con le luci, forse meglio la seconda, ma anche la prima ha il suo fascino misterioso.Eccola che impegna il breve traverso che porta al terrazzino dove mi sono fermato.Subito dopo di lei arriva anche Giulio, non mi ero accorto stesse scendendo anche lui, silenzioso come un gatto a caccia.Eccolo arrivato anche lui, con la sigaretta in bocca come Mister No (e se non sapete chi sia, cercatevelo su internet!)Anche lui come noi rimane affascinato da questo immenso ambiente con tanti tanti arrivi che, anche se sono conosciuti, esplorati e rilevati, stuzzicano la fantasia di ogni speleologo degno di questo nome.Scenderei ancora, ma non voglio approfittare troppo delle mie forze, sono pur sempre con una mano a mezzo servizio, e di quelle della mia socia. Prendiamo la strada del ritorno. Nel frattempo chi era rimasto al fondo del Baratro ci urla che il gruppo ha iniziato la risalita. Ce la prendiamo comoda per non dover aspettare dopo.Alla base del Baratro infatti troviamo nessuno. Proseguiamo la risalita senza soste. Bene. In cima mi fermo ad aspettare i miei amici.Eccoli.Valentina arriva al traverso che porta fuori dal pozzo.Anche qua in cima troviamo nessuno, viaggiano veloci i nostri amici. Ci avviamo per raggiungerli.Giulio ci segue dopo qualche minuto, ha atteso Giuseppe per disarmare con lui la via aggiuntiva.Camminiamo. Lassu’, lontano si iniziano a vedere delle lucine. Siamo vicini al pozzo Perugia.Eccoci di nuovo tutti assieme.All’andata in molti hanno preferito la discesa nel vuoto perche piu’ suggestiva. Ora al ritorno viene decisamente preferita la via con i frazionamenti, piu’ rilassante. Io i frazionamenti li ho gia’ fatti all’andata, quindi salgo per l’altra via. Con la scusa di fare qualche foto mi fermo a meta’ a riprendere fiato. Sopra al Perugia facciamo la deviazione continuando a salire lungo il Birone. Ho Valentina avanti a me e continuo ad imperversare con le foto.Mentre aspetto che passi un frazionamento noto una nicchia veramente carina. Non me la lascio sfuggire.La galleria dei laghetti e’ divertente anche se con un paio di passaggi piu’ impegnativi. Gabriele usa una tecnica spartana, scende direttamente in acqua. Gli altri, me compreso, si improvvisano funamboli per non bagnarsi. L’ultimo passaggio “tosto” ci porta ad affacciarci al pozzo Terni. Uno spettacolare traverso ci fa scendere al meandro iniziale.La batteria della fotocamera e’ parecchio tempo che mostra segni di stanchezza. Non le importa che l’abbia usata il meno possibile e che abbia cercato di tenerla al calduccio dentro la tuta. Arrivati al Terni, mi mostra l’odiosa batteria rossa lampeggiante. Da allora smette di darmi retta e rimane desolatamente spenta.

Mi perdo cosi’ tutte le meravigliose foto del ritorno, soprattutto quelle all’esterno con un tramonto magnifico. A nulla servono preghiere e maledizioni. Rassegnatevi e cercate di immaginarle! Il ritorno, dopo saluti ed abbracci con i nostri amici orvietici, si svolge senza problemi. Per un poco seguiamo il navigatore di Gabriele ma quando decide di farci fare nuovamente il giro del mondo, lo abbandoniamo al suo destino e facciamo a modo nostro. Una bella gita con tanti amici, un paio di giornate veramente speciali, alla prossima.

 

 

Informazioni su fato63

Pratico la speleologia da qualche anno ormai. Mi sono finalmente deciso a tenere un diario delle uscite. Approfitto del blog per renderlo consultabile e commentabile.
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