Alla ricerca di una possibile grotta segnalata tempo fa. Con Maurizio, io e Luna.
Ai primi di Dicembre, tramite Livia, abbiamo avuto la segnalazione di un buco soffiante sul monte Sterparo, vicino alla palestra di roccia a Tivoli, il Catillo. Questa segnalazione continuava a ritornarmi in mente, ma finora non avevo trovato spunto per andare. Stavolta e’ stata la domenica giusta. Ho una mano malandata da tenere a riposo ed in piu’ ho da tempo promesso a Luna una passeggiata. Propongo la gita al gruppo durante la settimana. Tra adesioni ed abbandoni, alla fine siamo solo Maurizio ed io, pochi ma buoni. Ci diamo appuntamento direttamente a Tivoli per domenica mattina alle 9. Ci troviamo al piccolo spiazzo dove parte la strada per la palestra di roccia. C’e’ un vento gelido che consiglierebbe di restare al coperto ma noi non ci lasciamo demoralizzare per cosi’ poco. Impostiamo i GPS e consultiamo le cartine che ho portato. Cosi’ a occhio dobbiamo andare un poco piu’ avanti con le macchine fino a dove parte la strada che porta ad un albergo. Dopo la fredda ma intensa consultazione, rimontiamo in macchina ed andiamo. Nello spiazzo di lato alla strada dove e’ l’albergo, troviamo da parcheggiare. Faccio un veloce cambio di scarpe,mi copro come se dovessi fare la traversata del Polo Nord e partiamo.La strada per l’albergo sembra la via piu’ comoda e breve, la imbocchiamo senza esitazioni.
Intorno a noi una miriade di ulivi secolari, alcuni sono spettacolari, altri sono decisamente malconci.
Ecco il famoso albergo. Non sembra frequentatissimo in questo periodo dell’anno.
Proseguiamo oltre incontrando un piccolo intoppo, la strada e’ sbarrata da un cancello. Luna subito si infila in un pertugio indicandoci il giusto passaggio. Con un poco di fatica e qualche sbuffo passiamo anche noi dove e’ passata lei. Siamo sulla sterrata indicata come sentiero, probabilmente e’ questa che dovevamo prendere dall’inizio. Ci ripromettiamo, per il ritorno, di seguirla senza inventarci deviazioni.
L’aria inizia a riscaldarsi, anche il vento gelido ora sembra essersi quietato. Faccio una sosta per togliere alcuni strati di vestiti e ne approfitto per fotografare alcuni fiori.
Mentre Luna sfreccia felice avanti ed indietro lungo la strada, l’occhio allenato di Maurizio individua un fossile incastonato nella roccia che pavimenta la strada. Ci fermiamo ad ammirarlo.
Strada facendo dei simpatici cartelli ci ricordano che siamo nella riserva naturale di Monte Catillo.
Il panorama e’ bellissimo, come sempre.
Arriviamo in cima al primo dei colli che abbiamo visto sulla cartina. Abbiamo di fronte un pratone dove hanno fatto sosta un folto gruppo di “mountanbikisti”. Da qua sembrano partire un certo numero di sentieri. Visto che la segnalazione parla del Monte Sterparo, decidiamo di seguire il sentiero con questo nome.
Traversiamo il pratone andando in discesa verso destra.
Dove la sterpaglia si infittisce incontriamo un sentiero che si inoltra sia a destra che a sinistra. Visto che il GPS ci dice che la grotta e’ verso sinistra, imbocchiamo il sentiero in quella direzione.
Seguendo quello che sembra essere piu’ un sentiero tracciato dalle mucche, incontriamo un cippo con una corona stilizzata chissa’ cosa significa. Lo riporto nel caso ci fosse qualcuno appassionato nel riconoscimento di questi “cosi”.
Dopo molti rovi, abilmente neutralizzati da Maurizio, arriviamo in una zona piu’ aperta. Ritroviamo anche un sentiero segnato. Ora diventa tutto piu’ semplice, anche il GPS sembra indicare che siamo sulla strada giusta.
Cammina cammina, i nostri GPS mandano l’allego messaggio che indica che siamo arrivati. Ora dobbiamo “solo” trovare il buco della segnalazione. Per quanto possibile, data la scarsita’ di componenti del nostro odierno gruppo, ci sparpagliamo a cercare. Lo trova Maurizio, sul sentiero, a meno di 10 metri da dove i GPS hanno detto stop. Il buco e’ piccolo, pero’ butta fuori aria calda ed umida. L’unico problema e’ che si apre nella roccia viva, non c’e’ modo di scavare per allargarlo.
Dopo aver verificato che il buco e’ proprio questo, e costatato che poco possiamo fare per allargarlo, diamo un’occhiata nei dintorni per vedere se abbiamo qualche altra possibilita’.L’unico punto che sembra dare qualche speranza e’ una piccola depressione subito dietro il nostro buco. Sembra riempito con terra e sassi. Ci attrezziamo per lo scavo ed iniziamo ad operare. Inizio io, poi, vista la mano malconcia, lascio il posto a Maurizio. Purtroppo i nostri sforzi non vengono ricompensati. Scendiamo una quarantina di centimetri ma poi incontriamo solo solida roccia. Dobbiamo desistere. Questo buco non e’ per noi. Riempiamo lo scavo con dei sassi e riponiamo le “pive” nel sacco.
Mi consolo fotografando qualche fiore mentre torniamo indietro.
Dopo aver fatto le dovute considerazioni abbiamo deciso di aver percorso il sentiero per la strada provinciale verso Marcellina, uno dei sentieri indicati dai cartelli al pratone. Per il ritorno seguiremo il percorso segnato del sentiero.
Incontriamo un vascone. E’ desolatamente asciutto e parecchio sgretolato. Maurizio ipotizza che probabilmente raccoglieva acqua piovana. Appoggio incondizionatamente la sua ipotesi, di migliori non ne ho.
Ancora un fiorellino, il nostro cammino ne e’ allegramente disseminato.
Arriviamo ad un cancello. La strada procede dritta ma un simpatico cartello indica “Sentiero” puntando a sinistra subito dopo il cancello. Decidiamo di seguire il sentiero.
Come sospettavamo il sentiero e la strada convergono e terminano entrambi al pratone. Vabbe’ ora lo sappiamo e siamo piu’ contenti. Prendiamo la strada che ci portera’ alle macchine.
Il panorama di Tivoli fa da sfondo alla nostra ritirata.
Luna continua il suo andirivieni instancabile. A lei il fatto che la grotta segnalata ed a lungo sognata non esiste, non la tocca minimamente.
Continuiamo la discesa, ogni tanto incontriamo i cartelli della riserva.
Oggi sono con la fotocamera da “esterno”, mostro a Maurizio il suo zoom inquadrando prima Tivoli a grandezza “naturale”…
…e poi con lo zoom al massimo. Un bell’effetto.
Eccoci ritornati all’albergo. Teniamo fede ai nostri propositi e tiriamo dritto.
Una rustica edicola.
Il vento di questi giorni ha causato qualche guaio anche qua.
Un minuscolo buco lungo la strada, sembra essere nella terra, probabilmente una tana.
Quasi arrivati alle macchine, incontriamo un muro con un paio di gallerie semi-sommerse.
Chissa’ dove portano, magari a Gabriele interessano.
Un ultimo cancello e siamo alle macchine.
Ecco il cartello di benvenuto, proprio accanto alle macchine.
Una bella passeggiata, anche se speleologicamente infruttuosa. Fa nulla, ci siamo divagati, Luna si e’ divertita e questo e’ gia’ abbastanza. Ci cambiamo, un saluto a Maurizio e prendiamo la strada di casa. Alla prossima.