Una visita alla grotta Al 61 a Campovano, con Valentina, Gabriele, Giuseppe, Erminio, Fabrizio.
Oramai quasi a fine estate riusciamo finalmente a formare un gruppo per una visita alla grotta Al 61, in quel di Campovano. Andremo a vedere quello che c’e’ dopo la strettoia allargata la volta scorsa con Valerio. In pratica lo sappiamo gia’ cosa troveremo poiche’ c’e’ un altro gruppo di speleo che stanno esplorando la grotta. Pero’ e’ sempre una soddisfazione vedere con i propri occhi lo sviluppo positivo di tanto lavoro profuso, da tante persone, in tanto tempo.
Eccoci quindi al piazzale di Campocatino dove inizia la nostra camminata per raggiungere l’ingresso della grotta. Siamo pronti, iniziamo la nostra passeggiata, il tempo sembra assisterci ma non e’ detto che continui a farlo. Da queste parti in mezz’ora si puo’ passare dal sole con caldo intenso al temporale con lampi e tuoni. Visto che oggi nel nostro gruppo ci sono Valentina, Fabrizio ed Erminio che non hanno seguito gli ultimi lavori fatti, facciamo una piccola deviazione e passiamo a presentare loro la grotta “Dolina Sfondata” dove abbiamo scavato questa estate.
Delle simpatiche nuvole, proprio nella direzione dove ci dirigeremo tra poco.
La visita a “Dolina Sfondata” si conclude. Rimettiamo a posto la grata, che qualcuno ha pensato bene di togliere. Era stata messa per evitare che gli animali al pascolo possano cascare nella grotta.
Prendiamo la strada verso Campovano senza ulteriori deviazioni. Quando inizia la prima salita, quella verso la vela, le nuvole sembrano farsi piu’ minacciose, ma noi proseguiamo con fiducia.
Eccoci in cima alla salita, la striscia bianca che attraversa il monte sulla sinistra e’ la strada che prenderemo a breve. Le salite sono tutt’altro che terminate, ma la prima e’ sempre quella piu’ memorabile.
Ecco la vela che fa da traguardo alla salita appena terminata.
Gabriele come sempre chiude la fila, pero’ stavolta ha trovato una compagna di viaggio in Valentina.
Con la scusa di aspettare loro, noi riprendiamo fiato.
Si riparte, inizia la nuova salita.
Al termine della nuova salita c’e’ un incrocio, noi continuiamo dritti e percorriamo di buon passo il tratto quasi in piano. Lontano si inizia ad intravedere il rifugio “Terna”.
Valentina e Gabriele intanto hanno riscaldato i muscoli ed ora viaggiano a pieno ritmo. Al rifugio arriviamo praticamente tutti assieme.
Dal rifugio in poi e’ una tranquilla discesa di un centinaio di metri fino al pilone che da’ il nome alla grotta.
Davanti all’ingresso della grotta c’e’ una macchina. E’ quella di Aldo, uno speleo del gruppo che sta esplorando la grotta. Oggi sono entrati presto per fare il rilievo della parte nuova, ancora in fase di esplorazione.
Iniziamo a prepararci senza troppa fretta, intanto vediamo calare la nebbia.
Ecco l’ingresso della grotta, ogni volta che la vedo il suo aspetto mi ricorda un muretto a secco. E’ la testimonianza del lavoro assurdo e visionario fatto principalmente da Gianluca e Tarcisio che hanno letteralmente scavato a mano per i primi 10 metri in quasi 4 anni di lavoro ed alcune centinaia di giornate.
Sono pronto. Anche gli altri lo sono. Il gruppo che entra in grotta si e’ assottigliato, Fabrizio aveva gia’ dichiarato che veniva per fare una passeggiata nei dintorni, Gabriele ha appena deciso di fargli compagnia. Saremo quindi Valentina, Erminio, Giuseppe ed io a gustarci la gita in grotta. Entro per primo e Valentina mi segue, a sua volta seguita da Erminio e poi Giuseppe a chiudere la fila.
Andiamo giu’ veloci, il primo pozzo ci porta dove la volta scorsa stavamo vedendo un passaggio da allargare. Visto che oggi abbiamo una strettoista, mi fermo ad aspettarla per proporle il cimento.
Quando Valentina arriva, la porto dove c’e’ il passaggio, ancora troppo stretto per me. Sembra intenzionata a provare. Mi metto vicino a lei per darle supporto morale. Si infila senza troppe difficolta’. Dopo la strettoia c’e un ambiente in cui stare in piedi, sembra proseguire ma c’e’ da ripulire il passaggio. Non e’ un lavoro da poter fare ora. Tanto per dire che l’ho fatto, provo a passare anche io. Gia’ le cosce passano a fatica, ma e’ il bacino che proprio non ne vuole sapere. Con qualche sbuffo torno indietro per fare spazio a Valentina.
Mentre Valentina esce dalla strettoia scambio qualche foto con Erminio. Lui e Giuseppe ci hanno raggiunto da qualche minuto.
Per non far torto a nessuno faccio una foto anche a Giuseppe in posa esplorativa.
Quando Valentina torna tra noi, riprendiamo la discesa. Siamo al pozzo che per me e’ quello della “pizza rossa”. Arrivai per primo a questo pozzetto e mi fermai a sognare le future esplorazioni nella grotta mentre gustavo un pezzo di pizza, rossa appunto. A proposito di esplorazioni, una volta tanto pare che la realta’ abbia superato la fantasia!
Riprendiamo a scendere con lo stesso ordine di prima. Vado avanti per primo, Valentina a seguirmi, Erminio e Giuseppe a chiudere. Mentre vado, provo ad informare i miei amici con qualche notizia e aneddoti sulla grotta. Probabilmente pero’ parlo da solo, non sono sicuro che nemmeno Valentina, subito dietro di me, riesca a seguire il mio sproloquio.
In alcuni punti l’armo e’ stato sistemato e migliorato. Niente male.
Oggi e’ Valentina la mia vittima designata, imperverso con la fotocamera.
Mentre lei e’ impegnata con la discesa, faccio qualche prova cercando di dosare la luce.
Siamo alla sala del caposaldo “33”, quello dove ho interrotto il rilievo in attesa di proseguire l’esplorazione. Ora l’esplorazione sta procedendo alla grande anche se non proprio come avevo immaginato…ma va bene anche cosi’, penso ci sia da fare per tutti…e speriamo il divertimento continui a lungo!
Arriva Valentina, aspettando i nostri amici le racconto della sala dove siamo e dei suoi trascorsi. Quando siamo di nuovo tutti assieme, vado avanti a mostrare loro la strettoia. Alla curva che abbiamo allargato con Valerio mi scopro un poco emozionato. A breve saro’ in una zona nuova della grotta, una parte del nostro pianeta percorsa da meno di 10 persone al mondo. E’ una sensazione che mi piace sempre parecchio. Dopo la strettoia mi fermo sul bordo di uno scivolo ripido in attesa di Valentina. Lei, nemmeno a dirlo, passa senza difficolta’ il punto dove io ho dovuto fare parecchi sbuffi e sospiri.
Mi assicuro che Erminio e Giuseppe ci stiano seguendo poi faccio strada a Valentina nella discesa dello scivolo. Siamo in un ambiente abbastanza ampio. Dopo la discesa si deve girare verso sinistra dove allarga ulteriormente. Appena girato, sulla destra, leggermente piu’ in basso rispetto a noi, si intravede l’armo di un pozzo. Facciamo un giro per la sala in attesa dei nostri amici.
Ancora una volta siamo tutti assieme, mi avvicino al pozzo armato. Un bel pozzo di circa 20m che sembra arrivare su un’altra sala. Scendo. Durante la discesa mi guardo attorno, ci sono fessure nella parete che sembrano interessanti. Alla base mi guardo attorno poi urlo la libera. Proprio di fronte all’arrivo, dalla parte opposta della sala, trovo 2 attacchi completi di maglia rapida. La corda pero’ non c’e’. Probabilmente in prima battuta hanno sceso il pozzo che vedo sotto, ma in seguito hanno trovato un bypass che ha reso inutile la corda.
Ancora una volta i miei amici scendono a raggiungermi e li metto a parte delle mie riflessioni, anche se non me lo richiedono espressamente.
Giriamo per i confini della sala come formiche disturbate nel loro formicaio. A destra? Forse, ma non c’e’ segno di passaggio e poi stringe. Al centro e’ escluso perche’ c’e’ il pozzo disarmato. Nei pressi del pozzo che abbiamo sceso? Ci sono le fratture nella parete, ma sono in alto e non ci si arriva facilmente. Per esclusione andiamo a sinistra. Avanziamo dritti qualche metro poi ci sono delle diramazioni. Tutte sembrano interessanti, pero’ per ora diamo preferenza a quella che torna verso il pozzo disarmato. E’ la via giusta, una decina di metri di galleria larga un paio di metri ci porta alla sala successiva.
Anche qua sciamiamo in giro in cerca del passaggio successivo. Ma e’ proprio divertente qua! Alla fine lo trovo. Sotto una roccia c’e’ l’armo per quello che sembra un altro pozzo. Ne parliamo tra noi e mi sembra siamo tutti d’accordo. Stavolta non lo scenderemo. Abbiamo fatto abbastanza per oggi ed e’ ora di tornare. Con un sospiro saluto “il prossimo pozzo”. Mentre riprendiamo fiato, consumo innumerevoli foto cercando di riprendere una microscopica concrezione che sembra un ramo di corallo bianco. Non e’ stato un gran successo ma riprovero’.
Risalendo costringo Giuseppe ad infilarsi in una delle diramazioni. Dai segni di passaggio si evince che e’ gia’ stata vista, pero’ magari vale la pena darci ancora uno sguardo. Me lo segno tra le cose da fare la prossima volta. Ritornati alla sala del pozzo, mi preparo e salgo. Data la libera, mi apposto a bordo pozzo per seguire Valentina…e scattare qualche foto.
Avanziamo verso l’uscita senza affrettarci. Cerco di prendere una foto dei punti salienti che passiamo, peccato che lo decido quando siamo gia’ sotto al pozzo della “pizza rossa”.
Aspetto Valentina bersagliandola di foto.
Eccoci infatti al pozzo della “pizza rossa”.
Il pozzo subito dopo. Da dove e’ Valentina sono sicuro ci sia un bypass per evitare la salita su corda. Mi riprometto di cercarlo con calma la prossima volta.
Con Erminio e Giuseppe siamo a portata di urlo, quindi tutto procede per il meglio. Continuiamo a salire. L’ultimo tratto su corda lo abbiamo appena fatto quindi rimane solo da scarpinare e, per me, lanciare per l’aere sbuffi e sospiri, nei passaggi piu’ stretti.
Siamo nei pressi del tunnel artificiale strappato con fatica ai sassi dagli infaticabili Gianluca e Tarcisio.
Ancora un passaggio stretto ma non troppo difficoltoso.
Tra tutti, questo finale e’ il passaggio che amo di meno, la pietra su cui ci si deve poggiare, si e’ infangata col passaggio dei prodi esploratori ed ora devo sporcarmi il “pancino” a due passi dall’uscita. Aspetto che passi anche Valentina prima di salire alla luce.
Libera! C’e’ da fare attenzione, ci sono molti sassi che sembrano seriamente intenzionati a cascare giu’ mentre ci fai peso sopra per salire.
Anche in questo caso Valentina si destreggia senza particolari problemi.
Eccola, l’uscita le strappa un bel sorriso.
Perche’ sprecare un bel sorriso, abbondiamo con le foto.
Mi dispongo all’attesa della coda del gruppo. Ma devo aspettare veramente poco prima di vedere Giuseppe far capolino.
Eccolo che arriva.
Fuori!
Giuseppe esce di corsa perche’ sotto c’e’ Erminio che scalpita per tornare all’aria aperta. Eccolo nella sua uscita trionfale.
Anche a lui un paio di foto non faranno male.
Avevamo invitato a venire in grotta anche questo speleo con la tuta nera integrale…pero’ e’ lento…una vera lumaca!!!
Dopo qualche minuto di relax, prendiamo le nostre cose e ci cambiamo, ci manca solo la piacevole passeggiata per arrivare alle macchine. Ci chiediamo dove siano Gabriele e Fabrizio, pero’ i loro zaini qua non ci sono, quindi e’ probabile siano gia’ sulla strada del ritorno. Mano mano che siamo pronti, ci avviamo. Erminio va per primo prendendo la strada fatta all’andata, quella che passa per il rifugio. Io, per abitudine, prendo il sentiero che risale il costone destro e si aggancia alla strada piu’ in alto del rifugio. Parto a passo lento per dare modo a Valentina e Giuseppe di raggiungermi. Valentina mi riprende quasi subito. Giuseppe ancora si attarda.
Erminio e’ a buon punto. Ci ritroveremo piu’ su.
Passiamo vicino all’imponente muro a secco ricavato dallo svuotamento e messa in sicurezza di un’altra grotta, San Michele Arcangelo. Il tutto sempre ad opera, principalmente, di Gianluca e Tarcisio.
Giuseppe ci raggiunge di buon passo quando siamo a meta’ strada per arrivare alla strada. Al rifugio vediamo delle vaghe figure muoversi. Penso siano Gabriele e Fabrizio, lo andremo a scoprire tra poco.
Eccoci sulla strada.
Un saluto a Campovano.
In effetti erano proprio Fabrizio e Gabriele a muoversi nei dintorni del rifugio. Ora che siamo di nuovo tutti assieme, ci raccontano che mentre noi eravamo in grotta ha iniziato a piovere, per tale motivo hanno preso le loro cose e sono andati al rifugio per ripararsi.
La strada del ritorno. C’e’ di buono che adesso c’e’ piu’ discesa che salita.
Qualche cavallo al pascolo, e’ quasi l’ora, anche per loro, di riprendere la via di casa. Non faccio a tempo a pensarlo che loro prendono a muoversi parallelamente alla strada.
Arrivati alla vela facciamo una sosta per prendere fiato e ricompattarci.
Eccoci in vista di Campocatino e del piazzale con le macchine. Oramai e’ quasi fatta.
In attesa degli altri c’e’ Giuseppe che si gode un momento di riposo contemplando il panorama.
Iniziamo a scendere alla piana.
La fotocamera inizia a dare segnali di stanchezza, ha la batteria affaticata. La lascio riposare. Arrivati alle macchine posiamo gli zaini ed andiamo al bar a prendere qualcosa di fresco da bere, ce lo siamo meritato. Nel frattempo iniziamo a parlare di cena, Valentina tornerebbe volentieri a casa ma si rimette alla decisione della maggioranza. Alla fine decidiamo per restare a cena a Guarcino, al ristorante dell’albergo Giuliana dove siamo stati ad agosto. Solo Erminio, sposo novello, e’ giustificato e riparte subito diretto a Subiaco.
Eccoci a cena. E’ un buon ristorante, ci sarebbe da ridire sulle porzioni della pasta, ma forse e’ meglio cosi’. Dopo un estate di bagordi non mi si chiude piu’ la tuta speleo sulla pancia e questa e’ proprio una brutta cosa!
Dopo una cena parca ed analcolica, ma non per questo triste, riprendiamo la strada di casa. Una bella giornata. Alla prossima.