Con Simone, Marco, Sieva, Chiara, Barbara, Giuseppe. In grotta abbiamo incontrato degli amici del gruppo di Perugia.
Approfitto delle mie vacanze sabine, sono a Montebuono da qualche giorno, per fare una uscita con i miei amici di Orvieto. La grotta che scegliamo e’ una classica sempre divertente, il Chiocchio. La mattina arrivo ad Orte dove lascio la macchina e vado ospite in macchina di Simone dove trovo anche Chiara. Al primo bar dalla “faccia” simpatica che incontriamo, facciamo sosta per la colazione e per salutarci per bene. Ne approfitto subito per la prima foto di gruppo.
Stavolta per arrivare alla grotta facciamo una strada che non ho mai fatto, un paio di volte anche il navigatore sembra dare i numeri, pero’ alla fine riusciamo ad arrivare. Subito inizia la vestizione.
Sono pronto e sento caldo, me ne vado verso l’ingresso senza fretta. Il sentiero e’ invaso da coloratissime bacche, sarebbe bello sapere se sono commestibili, nel dubbio mi limito a fotografarle.
Eccomi arrivato all’ingresso.
Mentre termino di prepararmi arrivano tutti gli altri.
Ancora un paio di chiacchiere e poi entriamo. La prima sala e’ come sempre scivolosissima ma sulla parete e’ attrezzato un traverso col cavo d’acciaio che toglie dai guai.
Il cavo ci accompagna fino ad un saltino di un metro.
Di fronte a noi una bella colata.
Barbara mentre ci raggiunge.
C’e’ il primo passaggio lievemente stretto, visto che ora i miei amici devono stare fermi, ne approfitto.
Anche qua vicino all’ingresso le concrezioni sono uno spettacolo.
Ancora fermi? E’ io insisto.
Su, andiamo.
Tocca a me a scendere il saltino, appena arrivo ne approfitto per una foto a Barbara che aspetta di avere abbastanza spazio per scendere.
E’ il turno di Chiara di affrontare il passaggio basso.
La seguo subito. Mi ritrovo incolonnato nella galleria bassa.
La colonna inizia a muoversi, avverto Barbara che puo’ venire giu’ anche lei.
Proseguiamo nel meandro.
Visto che c’e’ un poco di spazio mi metto di lato facendo foto a chi passa.
Siamo nel punto dove c’e’ una curva a gomito, me la ricordo bene perche’ mi ci perdo sempre!
Dopo la curva c’e’ il passaggio col sassone messo di traverso. Il passaggio e’ semplice ma non si puo’ assolutamente puntare i piedi sul sassone, e’ scivolosissimo.
Nuova sosta. Siamo nei pressi del primo pozzo.
Simone e’ davanti con Marco, sono sul bordo del pozzo e stanno armando il primo tratto del pozzo che e’ un saltino di circa 3 metri. Visto che c’e’ da aspettare mi diverto a curiosare intorno salendo al livello superiore nel meandro. Da questa posizione privilegiata posso importunare meglio i miei amici.
L’armo del salto e’ terminato. Iniziamo a scendere. Ora tocca a Sieva.
Chiara attende con pazienza.
Nella piccola sala dopo il salto intanto lavorano alacremente per armare il pozzo, quello detto della Cascata Bianca. Per quando arrivo e’ quasi tutto pronto ma non hanno ancora iniziato a scendere. Mentre aspetto, riprendo chi si appresta a scendere il salto.
Armo approntato, si scende. Ancora una volta e’ il turno di Sieva. Simone lo assiste alla partenza mentre Marco e’ giu’ a fare sicura.
Ultimi controlli prima di partire.
Andato. Simone si rilassa un attimo.
E’ il mio turno, ancora una volta mi piazzo sulla corda e faccio qualche foto. La prima verso la saletta dove sono appena partito.
La seconda foto la scatto verso la celeberrima Cascata Bianca che da’ il nome al pozzo. Prima di farlo lancio qualche urlo a chi e’ giu’ perche’ illumini la cascata.
Ora che sono arrivato alla base del pozzo posso mettermi comodo e riprendere chi deve ancora scendere.
Tento di nuovo con la Cascata Bianca ma non ho abbastanza luce.
Mi rifaccio col sorriso di Chiara.
Scende qualcuno, non lo riconosco, ma visto che ha 2 zaini, deve essere per forza Giuseppe, penso. E invece no, e’ Barbara, che spelea! Oramai non la ferma piu’ niente e nessuno.
Siamo scesi tutti, pero’ Giuseppe e Barbara, che chiudevano il gruppo, ci avvertono che siamo stati raggiunti da un altro gruppo di speleo, sono 4 ed ora stanno sistemando la loro corda sul pozzo.
Ma chi saranno? Simone riconosce la voce di Valentina, una speleo del gruppo di Perugia. Aspettiamo che scendano, sicuramente loro sono piu’ veloci di noi ed e’ meglio che li lasciamo passare avanti. Sistemata la corda scendono velocemente. Valentina la saluto ma non mi pare di conoscerla. Dietro di lei una faccia conosciuta. Si tratta di Felice, e’ un sacco di tempo che non ci si vede, un caloroso abbraccio e’ d’obbligo. La discesa successiva mi porta un’altra gradita sorpresa, si tratta di Luca. Anche con lui ci scambiamo un abbraccio. Come mi ricorda lui, sono piu’ di venti anni che non ci incontriamo in grotta, si dai tempi della spedizione in Vietnam.
Finiti i saluti, siamo tutti pronti a muoverci. Quando loro scompaiono nel buio, riprendiamo anche noi a scendere.
Anche questo tratto in discesa e’ scivolosissimo ed e’ meglio controllare bene dove si poggiano i piedi, il rischio e’ di fare uno scivolone, doloroso per il sedere e non meno per l’amor proprio.
Infatti piu’ di qualcuno adotta una tattica di progressione accucciata per evitare ruzzoloni.
Per dare un poco di vantaggio ai nostri amici perugini, Simone propone una visita al lago pensile nella Sala Merini. Non ci sono mai stato, questa mi sembra l’occasione giusta.
C’e’ una corda fissa ad indicare la via. Si sale circa 3 metri e poi ci si infila in un buco laterale.
Iniziamo a salire.
Simone si mette alla fine della salita per dare una mano.
Intanto giu’ ci si prepara per la salita.
Vai Sieva!
Ora salgo io. Questo e’ il passaggio basso, dopo la salita, che porta alla sala.
Provo una foto sfruttando la luce di che e’ gia’ nella sala…Troppa luce…
…Cosi’ troppo poca!
Andiamo a vedere ‘sta sala. In effetti e’ interessante, e’ ampia e col soffitto alto.
Davanti a noi c’e’ un arrivo d’acqua che ha formato una bella colata. Alla base c’e’ disegnato il bordo di un laghetto che pero’ ora e’ competamente in secca.
Mi tocchera’ tornare quando il laghetto e’ pieno per poterlo ammirare in tutto il suo splendore. Non sembra esserci altro da vedere, tento qualche foto alle concrezioni.
Intanto i miei amici hanno preso la via del ritorno.
Mentre aspetto il mio turno vado a curiosare fino alla colata ma non mi sembra che ci sia un arrivo percorribile.
Ritorno al salto, e’ quasi il turno di Chiara.
Ma e’ Sieva che in questo momento impegna la corda.
E’ il momento di Chiara.
Siamo tutti ritornati alla base. Possiamo proseguire.
Ora dobbiamo affrontare il pozzo del panino. Simone e Chiara sono avanti.
Da questo pozzo in poi, per un bel tratto, la grotta e’ armata quindi procediamo svelti. Ecco il Pozzo del Panino in tutto il suo splendore.
Mi sistemo comodo per dare uno sguardo a chi scende. E’ il turno di Sieva.
Procede spedito.
Arrivato lui, parte Barbara, anche lei scende in un lampo.
Segue Giuseppe, per stavolta scendo tra gli ultimi, rimane Marco a chiudere la fila.
Breve sosta per riprendere fiato.
Ora possiamo proseguire verso i Pozzi Novelli.
Si scende un po’, poi le pareti della grotta si stringono in corrispondenza alla partenza del primo pozzo.
Un pezzo di meandro e ci siamo.
Vado avanti e mi metto comodo sul terrazzino che sovrasta la partenza del pozzo. E’ un posto comodo dove osservare chi parte per la discesa.
Come al solito, per questa grotta, mi ritrovo a fotografare la discesa di Sieva. Oggi e’ il suo giorno.
Ma non dimentichiamoci di Chiara col suo bel sorriso.
Ecco la discesa di Marco.
E poi quella di Chiara.
Tutto bene la’ sotto?!?
Eccoci tutti giu’. E’ il momento di fare i conti con la stanchezza. Per chi e’ ad una delle prime grotte, inizia a farsi sentire, e con la stanchezza arriva anche il freddo, quella gelida sensazione che ti abbraccia e non ti molla piu’. Un rapido consulto ed e’ deciso, per oggi e’ meglio fermarsi qua.
Simone e Marco si avviano a risalire in compagnia di Chiara e Sieva. Visto che ci sarebbe comunque da aspettare, Barbara e Giuseppe decidono di scendere ancora qualche pozzo. Sono indeciso. La risalita sara’ una faccenda lunga, quasi quasi vado giu’ pure io per un tratto. Aspetto che Barbara scenda e poi la seguo per il pozzo successivo, il secondo Novello.
Mi ritrovo con Barbara al terrazzino Cleofe, da dove parte il terzo Novello. Le faccio compagnia a bordo pozzo, cosi’ che non si senta sola mentre scende. Giuseppe e’ giu’ che la aspetta. L’armo e’ molto piu’ comodo di come lo ricordavo.
Provo a riprendere il pozzo mentre Barbara scende ma e’ un ambiente troppo ampio per le mie misere luci.
Alla libera di Barbara, scendo anche io. Una volta alla base del pozzo mi guardo attorno soddisfatto. Ora pero’ devo proprio tornare indietro, non vorrei lasciare “da soli” Simone e gli altri amici che stanno risalendo. Saluto Barbara e Giuseppe e, mentre loro si ingegnano per uno spuntino, inizio a risalire i Novelli con una certa premura. Affronto con la stessa solerzia anche il Pozzo del Panino. Forse esagero un poco, infatti quando arrivo alla salita che porta alla Cascata Bianca ho un fiatone che non ti dico e sbuffo come un mantice bucato. Alla Cascata Bianca finalmente riaggancio i miei amici e mi concedo una sosta per riprendere fiato. Marco e’ alla base del pozzo in attesa di salire, si volta a guardarmi, per un attimo ha pensato stesse arrivando un treno a vapore.
Appena mi riprendo abbastanza, metto in funzione la fotocamera. Appena in tempo per vedere Marco che termina la salita.
Quando mi urla la libera, sono di nuovo in grado di respirare in maniera quasi umana. Salgo il pozzo. Alla saletta trovo il buon Sieva impegnato col pozzo successivo, quello da 3 metri.
L’arrivo del salto. Dopo saremo praticamente fuori.
Come detto, in pochi minuti siamo in vista dell’uscita. Il tempo e’ stato clemente, ha piovuto ma ora sta smettendo, solo le ultime gocce.
Appena spiove riprendiamo le nostre cose ed usciamo. Ancora una foto e poi prendiamo per le macchine.
Ho quasi terminato di cambiarmi quando arrivano Barbara e Giuseppe. Sono in compagnia dei nostri amici di Perugia.
Giuseppe e Felice assieme, non e’ una foto da tutti i giorni.
Arrivano anche Luca e…(dannata memoria!)
Terminiamo tutti di cambiarci e di stipare le attrezzature infangate nei sacchi.
Visto il lieto incontro, perche’ perdere l’occasione di mangiare qualcosa assieme? E’ presto deciso, saliamo in macchina fino ad un piccolo bar/alimentari dove si industriano ben volentieri per prepararci una sostanziosa merenda. Ne approfittiamo per smorzare la fame e fare quattro chiacchiere per rinverdire l’amicizia.
Tutte le cose belle hanno una fine, quindi anche il nostro spuntino termina con bottiglie di birra vuote e briciole di pane a testimoniare il gradimento. Ci prendiamo ancora il tempo necessario per i saluti e poi riprendiamo le macchine. Strada facendo scende la sera.
Arrivati ad Orte saluto Chiara e Simone, riprendo la macchina e faccio ritorno alla casa avita in quel di Montebuono. Una piacevole gita allietata da buona compagnia e piacevoli incontri. Alla prossima.