Con Betta alla grotta turistica, ospiti di Roberta, Valerio e Corrado.
Siamo di nuovo qua, alle grotta turistiche Beatrice Cenci e Ovito di Petrella. Stavolta pero’ ho proprio l’intenzione di andare a visitare l’Ovito. Stavolta niente picnic, siamo venuti dopo pranzo. Non ho il piacere di salutare Alvaro, e’ stato poco bene e per qualche giorno rimarra’ a casa. A dare manforte a Corrado sono venuti Roberta e Valerio. Appena arrivati, il tempo dei saluti, e Corrado deve partire per una visita con un piccolo gruppo. Colgo la palla al balzo e mi preparo con le mie robe per scendere l’Ovito. Convinco di nuovo Betta a seguirci, il gruppo e’ minimale ma di persone simpatiche.
Eccomi con Betta, quasi pronto per la mia avventura.
Aspettiamo che alcune persone ci raggiungano.
Eccoci alla sosta dello spiegone. Qua e’ dove Corrado solitamente spiega al suo attento pubblico qualche nozione sulle grotte in generale e su come sono organizzate le visite a queste grotte in particolare, condisce il tutto con alcune regole di comportamento, soprattutto a beneficio dei ragazzi del gruppo, e poi si riparte.
Eccoci alle scale che portano al terrazzino panoramico. Mentre Corrado inizia a descrivere l’Ovito, io mi inoltro per prepararmi alla discesa.
Betta viene con me.
Quando il gruppo ci raggiunge sono pronto a scendere, mi arrampico sul parapetto del terrazzino, monto il discensore e saluto. Ora si scende.
La corda e’ secca e scorre male, scendo lento lento filando a forza la corda nel discensore. Immaginavo una discesa piu’ elegante per il mio pubblico, ma cosi’ e’. Arrivato alla base del pozzo scatto un paio di foto al terrazzino. Saluto di nuovo e proseguo.
Non sono sicurissimo che la corda successiva ci sia. La partenza del pozzo e’ in ombra e non riesco a vedere. Mi avvicino al masso dove so esserci gli attacchi. Si, ora la vedo. Posso proseguire. Un paio di metri di scivolo, poi un armo a tetto permette di proseguire per la parte piu’ verticale. Scendo ancora circa 5 metri e poi c’e’ un ampio terrazzamento dove cammino fino ad affacciarmi al pozzo successivo, una decina di metri di discesa che portano alla sala, l’enorme sala successiva. Alla partenza di questo pozzo la corda c’e’ ma e’ ammatassata. La sciolgo sistemando l’armo, la piastrina e’ un poco lenta e la stringo, per sovrappiu’ rifaccio anche il nodo, crepi l’avarizia! Mentre scendo faccio una foto verso l’esterno.
Mi piace fare le foto alla corda che diventa sempre piu’ sottile guardando verso l’alto, in alcune grotta sembra di essere attaccati al cielo!
Nella sala ci sono molti rami accatastati e ricoperti da un velo di fango, il segno del passaggio dell’acqua. Da qua di acqua ne passa veramente tanta.
Faccio un rapido giro fotografando quel che posso, in un ambiente cosi’ grande e’ difficile fare foto decenti se non ci si viene apposta e con la giusta attrezzatura. Accontentiamoci.
La base del pozzo.
Una colata lassu’ in alto.
Da qua sotto si vede ancora uno spicchio di luce dell’esterno.
Fatte le foto, proseguo con la mia discesa.
Scendendo si trovano ancora legni trasportati dall’acqua.
Scendo verso la piccola sala che si trova prima di un altro saltino, mi ricordo che era armato con un traverso.
Ahime’, il saltino ora lo vedo, ma della corda nemmeno l’ombra. Mi avvicino al bordo del salto, il traverso dovrebbe partire proprio la’ sulla parete a sinistra, vedo anche i fix pronti per essere utilizzati, ma di corde ed attacchi, niente.
Sono deluso, cerco di stemperare la delusione facendo un giro di foto tutto intorno. Per tornare indietro dovro’ risalire questa colata rugginosa.
Sul soffitto della piccola sala ancora tracce del passaggio dell’acqua.
Mi affaccio di nuovo al bordo del saltino. Per un minuto valuto se posso farcela a scendere arrampicando. Decido di no, piu’ che altro non sono sicuro di riuscire a salire su al ritorno…senza contare poi che dovrei bagnarmi i piedi e non ne ho voglia!
Ancora uno sguardo ai fix dove doveva esserci la corda del traverso, nemmeno dovesse apparire magicamente.
Ai miei piedi una simpatica pozza d’acqua attira la mia attenzione.
Dall’altro lato trovo una vaschetta di formato minimo.
Eppure…ce la potrei fare…ma no, lasciamo perdere…
Ma cosa c’e’ nella vaschetta ai miei piedi?
Sembra un animale, non saprei dire di quale tipo. Accanto a lui nuota anche un piccolissimo gamberetto, i miei tentativi di fotografarlo finiscono nel nulla.
Dopo questo servizio fotografico alla saletta non ho altro da fare se non tornare indietro, cosa che faccio senza ulteriori indugi. Risalgo il pozzo e poi ammatasso di nuovo la corda rimettendola a posto. Risalgo il pozzo successivo e sono di nuovo al pozzo di partenza, quello del terrazzino. Mentre risalgo mi fermo spesso a fare qualche foto, provo anche a cambiare le impostazioni della fotocamera.
Inizio a vedere il terrazzino di partenza.
Sono quasi al deviatore.
Uno sguardo verso il fondo.
Eccomi arrivato.
Mi affaccio per un saluto alla grotta…
…poi mi svesto dei “panni” speleo. Per oggi ho finito qua.
Una foto al ramo di legno incastrato in alto che testimonia il livello a cui e’ arrivata l’acqua in tempi relativamente recenti.
Mi avvio verso l’esterno.
Ancora una catasta di legni portati dall’acqua.
Eccomi di nuovo alla biglietteria. Ritrovo Betta e tutti gli amici. Ci sistemiamo comodi sulle sedie a scambiare qualche chiacchiera. Ci scappa anche un caffe’.
Anche questa volta quando sentiamo necessita’ di indossare una felpa lo prendiamo come segnale che e’ ora di andare. Ancora una piacevole giornata. Alla prossima.