Una visita all’inghiottitoio di Luppa con un prologo movimentato e dall’esito incerto. Con Claudia, Vincenzina, Simone ed io.
La mattina me ne parto da Tagliacozzo, devo incontrarmi con i miei amici che arrivano dall’uscita dell’autostrada vicino Pietrasecca, la grotta e’ a meta’ strada tra loro e me. Ci incrociamo vicino Sante Marie, rimandiamo i saluti a dopo dirigendoci senza indugi al parcheggio sulla strada, quello dove abbiamo lasciato le macchine per le precedenti visite. Ora e’ giunto il momento dei saluti, cosa che facciamo con piacere prima di dedicarci a preparare gli zaini per la grotta. Per il momento prendiamo tutto il necessario, faremo la vestizione vicino all’ingresso, dove fa fresco. Fatti gli zaini traversiamo la strada per arrivare al cancello malmesso dove inizia il sentiero che porta alla grotta. Il cancello e’ sempre chiuso e sempre piu’ a pezzi, in compenso subito oltre e’ nato un bello spiazzo che somiglia tanto ad un parcheggio, peccato non poterlo utilizzare. Mentre commentiamo la novita’ del bel parcheggio notiamo un’altra novita’, sul cancello e’ comparso un cartello che decreta il divieto assoluto di accesso senza permesso. Memori di quanto successo poco tempo prima a Pietrasecca, dove peraltro un simile cartello non c’era, ci blocchiamo titubanti. Che si fa? Ci consultiamo col triste presagio di dover abbandonare la nostra allegra uscita. Sul cartello c’e’ un numero di telefono, tanto vale chiamarlo per chiedere lumi. Lo chiamo io col cellulare di Claudia, il mio come al solito non prende. Mi risponde una ragazza, mi qualifico come speleologo del gruppo CAI Orvieto e chiedo come poter fare per ottenere il permesso e non dover rinunciare all’uscita. La ragazza, gentilissima, replica che non c’e’ problema, l’accesso alla grotta non viene negato a nessuno, basta andare al loro ufficio e tutto sara’ sistemato. A questo punto inizia il qui pro quo, tutti noi diamo per scontato che la grotta di Luppa dipenda dallo stesso ufficio di Pietrasecca che amministra l’Ovito. Simone, che c’e’ stato la volta scorsa ci spiega come arrivarci, basta arrivare in paese, superare la piazza e proseguire. Dopo 100 metri sulla destra si trova l’ufficio. Andiamo Claudia ed io con la sua Panda color cappuccino nuova fiammante. Partiamo decisi, con un piano semplice, se ci chiedono soldi, salutiamo e andiamo a mangiare fettuccine da qualche parte. Arrivati senza troppi problemi all’ufficio a Pietrasecca abbordo una ragazza che e’ subito fuori l’ufficio ad innaffiare le piante. Esordisco con un: “Ho parlato con te per la visita alla grotta?” Lei naturalmente risponde di si e da li’ parte il fraintendimento. Perche’? Perche’ naturalmente io parlo della grotta di Luppa e lei intende l’Ovito! Inizia a spiegarmi, ma qualcosa in quello che dice mi fa nascere dei dubbi. Aspetto con educazione che abbia terminato il suo spiegone poi gli chiedo conferma del fatto che stiamo parlando entrambi della stessa grotta. Quando gli dico che la grotta di nostro interesse e’ quella di Luppa lei conferma il mio dubbio, in quell’ufficio trattano solo l’Ovito di Pietrasecca. Attimo di panico e scambio di sguardi stralunati tra Claudia e me. Dopo una, quasi, rapida riorganizzazione mentale, chiedo lumi alla ragazza su dove si debba rivolgersi per l’inghiottitoio di Luppa. Ora pure la ragazza sembra confusa. Ho un lampo di memoria, ogni tanto mi succede, fosse mai che si deve andare a Sante Marie? La ragazza conferma, ma non sa dirci nulla di piu’ preciso. Dopo aver recepito il tutto prendiamo commiato e torniamo dai nostri amici con le pive nel sacco. Li troviamo accanto al cancello, Vincenzina e’ seduta per terra e con aria sconsolata lancia sassi svariati millimetri piu’ in la’. Spieghiamo loro i motivi del nulla di fatto. Rivolgiamo di nuovo la nostra attenzione al cartello, in effetti lui e’ innocente, sopra c’e’ scritto che il divieto e’ stato apposto da un ufficio sito in Sante Marie presso il comune, siamo stati disattenti noi. Nuovo consulto, siamo combattuti tra un nuovo tentativo e le fettuccine. Alla fine la nostra passione per le fatiche ipogee ha la meglio, anche se di poco. Andremo al comune di Sante Marie a sentire che ci dicono. Stavolta andremo Simone ed io, sempre con la consegna precisa, in caso di richieste di denaro, saranno fettuccine. Ho l’indubbio onore di essere il primo “estraneo” a guidare la Panda di Claudia, cosa che faccio con molto timore ed il dovuto rispetto. Arrivare al bivio di Sante Marie e’ un attimo, da li’ per scendere fino al comune ci vuole un poco. Il comune e’ sulla piazza principale, pare la stiano allestendo per una festa. Ci sono delle transenne, ne approfittiamo per parcheggiare davanti al comune, ci sentiamo vagamente in colpa per l’evidente infrazione ma nessuno sembra farci caso, anzi siamo subito imitati da un’altra macchina. L’ufficio che cerchiamo e’ al pianterreno ed ha il suo ingresso sul lato destro del comune. Entriamo chiedendo permesso, ci riceve una ragazza, ne riconosco la voce, e’ con lei che ho parlato al telefono. Ora gia’ va meglio ma chiedo comunque conferma specificando che parlo della grotta di Luppa. La risposta affermativa mette a tacere ogni dubbio. Nascondendo a malapena la nostra premura ci facciamo spiegare. A quanto pare l’accesso alla grotta non viene mai negato ma per concederlo viene richiesta la firma di un modulo di scarico delle responsabilita’. Naturalmente ci dichiariamo piu’ che lieti di firmare qualsiasi modulo e siamo pronti a farlo. C’e’ una battuta d’arresto nella procedura. Pare, come ci spiega la ragazza, che siamo le prime persone che rispettano il cartello di divieto e chiamano per avere il regolare permesso. La cosa l’ha colpita cosi’ tanto favorevolmente che vuole assolutamente presentarci al sindaco. Anche se per noi rimanere ancora la’ e’ come stare sui carboni ardenti, ci rassegniamo di buon grado ad aspettare. La ragazza forse percepisce qualcosa perche’ dopo qualche minuto di attesa corre via e va di persona a prelevare il sindaco. Anche lui si rivela essere una persona molto cortese e sinceramente interessata alla nostra attivita’ ed allo sviluppo del “turismo” speleo nella grotta di Luppa. Ci chiede anche, se possiamo, di ritornare loro delle foto della grotta, avrebbero molto piacere di averne alcune. Promettiamo che faremo il possibile. La compagnia e l’ambiente sono decisamente simpatici ma per il momento noi abbiamo solo voglia di andare in grotta, credo si percepisca che siamo sulle spine. Finalmente arriviamo alla compilazione dei moduli, cosa che sbrighiamo svelti. Dopo di questo prendiamo commiato rinnovando l’impegno a portar loro delle foto appena possibile. Riprendiamo la macchina, facciamo una rapida corsa al locale tabaccaio, Claudia necessita delle sigarette, e poi torniamo indietro. Al nostro arrivo, una sorpresa, alcuni addetti del comune, anche loro cordiali e gentilissimi, hanno aperto il cancello malconcio dandoci accesso al nuovissimo parcheggio. Una sciccheria!Spostiamo le macchine al nuovo parcheggio ed iniziamo a prepararci, Claudia mostra lo stemma GSCO sulla muta.
I miei amici indossano la muta, io lo faro’ davanti alla grotta altrimenti rischio la sublimazione!
Eccoci all’ingresso.
Mi addentro un poco per terminare la vestizione al fresco.
Claudia e’ andata avanti a sincerarsi che la grotta sia effettivamente armata come penso. Di li’ a poco mi urla che le corde ci sono.
Quando mi sono bardato a sufficienza la raggiungo, anche Vins e Simone stanno arrivando.
Si inizia a scendere il primo saltino.
Eccoci tutti in fila. La corda sul traverso e’ rovinata assai pero’ con un poco d’attenzione ci sono parecchi appigli per evitare di pesare sulla corda.
Dopo il traverso si scende ancora un metro abbondante su corda poi si cammina per una decina di metri fino ad una splendida colata tutta candida e sbrilluccicante.
La vaschetta a corredo della colata oggi e’ vuota ma non meno bella.
Subito dopo la colata c’e’ la prima pozza d’acqua, con un poco di destrezza si puo’ evitare di bagnarsi, ma cosa l’abbiamo messa a fare la muta? Via quindi dentro l’acqua!
Dopo la pozza, dove tra l’altro ho potuto finalmente stemperare la temperatura interna, arriviamo al pozzo della traversina. Non so quale sia il nome ufficiale pero’ la traversina c’e’, ve lo assicuro, ed e’ anche molto comoda per arrivare al primo frazionamento.
Spiego a Claudia come e’ la faccenda, il secondo frazionamento e’ un poco fetente e molti sono quelli che ci hanno bestemmiato sopra per qualche minuto. Le raccomando un paio di precauzioni e le racconto che la corda finisce a pelo d’acqua e che potrebbe trovarsi a bagno a fine discesa.
Mentre Claudia impegna la corda arrivano i nostri amici, anche loro si sono attardati ad ammirare la colata.
Eccoli!
Claudia passa il frazionamento malefico senza troppi problemi, incontra invece una difficolta’ imprevista, in fondo alla corda c’e’ il nodo e lei se ne accorge troppo tardi. Alla fine pero ‘ l’ha vinta lei. Le chiedo di lasciarlo sciolto e scendo anche io a raggiungerla.
Alla libera parte Vins.
Anche lei invoca qualche santo al frazionamento ma lo passa senza eccessivi problemi.
Siamo di nuovo tutti assieme. Claudia pero’ non si sente molto bene, stanchezza accumulata nei giorni scorsi, preferisce non continuare. Con qualche moina provo a convincerla, la muovo fino al primo tratto da fare a nuoto, pochi metri piu’ avanti. Nulla da fare, il contatto dell’acqua gelida la fa desistere definitivamente. Le chiedo allora il piacere di aspettarci qualche minuto prima di risalire da sola. La salutiamo avviandoci alla nuotata ghiaccia.
Traverso a nuoto svelto il breve tratto dove non si tocca. L’acqua sembrava solo fredda ma no, e’ freddissima!
Ecco che arrivano i miei amici, altrettanto infreddoliti.
Andiamo avanti svelti facendo foto nei punti piu’ belli.
Eccoci alla base di un’altra concrezione spettacolare. Peccato non aver portato il cavalletto per fare qualche foto decente.
Un particolare.
Presto, presto che e’ tardi! Dopo le foto riprendiamo a camminare, ci sono altri punti da passare in acqua, ma poca roba.
Passiamo svelti una diga di rami di legno fittamente incastrati, sembra l’opera di un castoro.
Ancora un bagnetto.
e ancora un altro.
Siamo arrivati alla colata gigante che preclude allo pseudo-sifone. Spettacolare anche lei.
Perdo un paio di minuti nel tentare qualche foto che ne renda minimamente l’idea.
Eccone un’altra…ma non credo di essere riuscito a mostrarne la grandiosita’.
Lo strettissimo passaggio dove si era infilato Matteo la volta scorsa. Vins vorrebbe quasi tentarlo ma il rischio di sbrindellare la muta e’ troppo alto. Rinuncia.
Ancora qualche passo e siamo allo pseudo-sifone. Oggi e’ piu’ pseudo che sifone.
L’acqua sembra limpida ma puzzicchia alquanto. Probabilmente deve la sua limpidezza alla bassissima temperatura, una breve immersione ci convince subito a rimandare ad un prossimo futuro la visita del resto della grotta.
Torniamo indietro di buon passo, la povera Claudia ci aspetta.
Eccola, infreddolita ma indenne!
Il tempo di riunirci tutti e riprendiamo la progressione. Salgo per primo. Passando recupero uno spezzone di corda attaccato alla parete. Se ben ricordo lo lasciammo noi alla nostra precedente visita. Qua serve a poco, me lo porto dietro per doppiare la corda del traverso.
Ecco la traversina ripresa dal basso.
Ora salgono gli altri. Claudia finalmente si riscaldera’ un poco passando il frazionamento ostico.
Pochi passi e siamo al traverso. Armeggio e sbuffo un paio di minuti per sistemare la corda poi passiamo tutti.
Eccoci di nuoto in fila indiana ma nel senso inverso.
La prima dietro di me e’ Vins, eccola che arriva in cima all’ultimo pozzo.
Ora e’ il momento di Claudia, il freddo e’ passato, ora.
Mentre Claudia fatica…
…Vins si rinfresca e termina di fare il bucato risciacquando con attenzione tutta l’attrezzatura.
Ecco arrivata anche Claudia.
Rimane solo Simone e poi saremo tutti fuori.
Eccolo che sale. Mentre aspetto il suo arrivo vado a fare il bagnetto anche io, non posso perdere l’occasione di uscire tutto pulito una volta tanto.
Eccoci fuori, a cambiarci al limitare tra il caldo esterno ed il fresco interno.
Si torna alle macchine.
La bacheca che descrive la zona. Ben fatta, anche se sembra un poco abbandonata messa in questo punto.
Eccoci quasi arrivati, gli ultimi passi sul prato prima del parcheggio.
Ci siamo cambiati, ora si puo’ giocare un poco con il drone di Simone e Claudia.
Devono provare a comandarlo con il cellulare di Claudia. Li lascio tranquilli mentre parlano in “dronese” stretto!
Eccolo pronto a volare, aspetta solo noi.
Si accende al comando dei piloti. Fa un rumore che e’ una via di mezzo tra un elicottero ed una zanzara gigante. Mentre si alza in volo il rumore diventa piu’ acuto…pero’ vola veramente!
Eccolo che staziona a mezza altezza in attesa di altri comandi.
Finalmente sembra siamo pronti per una ripresa. Ci mettiamo sotto al drone e lo salutiamo tutti mentre si alza sempre piu’ in alto. Purtroppo solo dopo scopriamo che il “dronese” di Simone e Claudia ha bisogno di un ritocco, il drone non ha capito il comando di attivare la videocamera e quindi il nostro caloroso saluto si e’ perso nel cielo. Faremo meglio un’altra volta.
Chiudiamo il pomeriggio con una passeggiata per Tagliacozzo, con l’occasione scopriamo alcune zone mai visitate prima.
Un attimo di riposo.
Il tempo di una sigaretta.
Poi riprendiamo a passo di danza.
Alla fine della passeggiata Claudia prende la strada di casa, era provata dalla stanchezza pregressa e la grotta le ha dato il colpo di grazia. Noialtri concludiamo la serata con una cena al ristorante “La locomotiva”, un’altro dei locali di Tagliacozzo che volevo provare da tempo. Non posso dire che mi abbia deluso. Confesso che non mi ha entusiasmato ma forse questo e’ dovuto al fatto di non aver preso le fettuccine. Con questa nota gastronomica vi lascio con la speranza di avervi ben accompagnato in questa visita all’inghiottitoio di Luppa condita dalle nostre dis-avventure. Alla prossima.