A Monte Livata con Betta, Antonella, Maurizio, Gabriele, Mario ed io con Luna e Blue. Rivisitato buco “al laghetto”. Fatto pranzo “al capriolo”. Scavata nuova grotta “piccola creta”.
Per me un’altra giornata quasi speleologica, nel senso che i miei amici hanno fatto attivita’ ed io sono rimasto a guardare dispensando consigli non richiesti! La mattina partiamo, come di consueto in questo agosto, da Tagliacozzo. E’ una splendida giornata di sole. Quando arriviamo a Monte Livata ancora nessuno in vista, ne approfittiamo per portare Luna a correre per il prato accanto al bar. Nel termine di una mezz’ora sono arrivati tutti. Facciamo un giro di colazione, una visita alla bancarella “dei russi” e poi partiamo per la prima grotta da visitare. Torniamo un poco indietro sulla strada principale. Un centinaio di metri prima del primo curvone accostiamo a sinistra. Mi dicono che qua siamo vicini ai laghetti, non li vedo, ma faccio atto di fiducia. Risaliamo il prato per circa 20 metri, al limitare degli alberi c’e’ una ringhiera in legno. E’ la nostra grotta.
E’ ben coperta, ora come ora il buco d’ingresso si intuisce appena.
Entra in azione Mario, in pochi minuti, eccolo in tutta la sua bellezza.
Facciamo la spunta per vedere chi scende. Io sono in regime di nullafacenza, Mario non c’entra, Gabriele per ora non ha tutta questa voglia. L’unico volenteroso, e anche l’unico rimasto, e’ Maurizio. Inizia a prepararsi volenterosamente!
Oggi abbiamo anche un pubblico, Antonella e Betta si sono messe comode ed assistono sorridenti ed infreddolite alle nostre attivita’.
Ecco un trittico di eroi pronti a tutto.
Tanto per dire che anche io partecipo, mi incarico di sistemare la corda. Maurizio prima di scendere ha chiesto che qualcun altro si prepari nel caso fosse necessario un salvataggio. Anche in questo caso la spunta e’ presto fatta, rimane disponibile solo Gabriele. Anche lui inizia a prepararsi.
La corda e’ pronta, parte da un albero a circa 7 metri dal buco. Sistemo un deviatore per costringere la corda dove serve.
Ecco il nostro esploratore quasi pronto. Mario lo riprende.
Mmmm, il deviatore non devia dove vorrei io. Devo correggere un po’.
Per quando inizia a scendere il buon Maurizio e’ tutto a posto. Ora la corda scende giu’ praticamente senza toccare.
Il nostro esploratore scompare nel buio.
Lo sentiamo “ravanare” piu’ in basso, dove il buco si restringe. Dopo un pochino ci dice che per lui e’ troppo angusto e non riesce a passare, ritorna fuori.
Entra in azione Gabriele per un secondo tentativo.
Eccolo mentre tenta il passaggio stretto.
Anche lui pero’ trova difficolta’ nel passare. Decide di non forzare ed inizia a risalire.
Antonella e Betta si sono allontanate per fare un giro, a stare fermi si prende freddo. Mi metto comodo in compagnia di Luna e Blue. Ho ricevuto una chiamata da Nerone. Gli ho spiegato dove siamo. Anche lui conosce questo buco, anzi lo ha sceso tempo fa. Mi conferma che sono circa 15 metri, anche noi abbiamo stimato una profondita’ simile. Oggi Nerone lavora quindi difficilmente ci vedremo. In caso richiamera’.
Dopo la rinuncia di Gabriele decidiamo che e’ il momento di pensare al pranzo. Togliamo la corda poi Mario e Gabriele richiudono il buco.
Ecco i nostri eroi baciati da sole.
Andiamo a coronare questa intensa mattinata con un buon pranzo. I miei amici sono concordi, andiamo a mangiare “al Capriolo”. Io non lo conosco ma loro assicurano che si tratta di un buon ristorante.
Con la forchetta in mano non riesco a fare molte foto pero’ vi assicuro, anche senza prove fotografiche, che non ci si puo’ lamentare.
Dopo il lauto pasto risaliamo tutti in macchina dirigendoci verso Cretarossa, nelle vicinanze c’e’ un buco che i miei amici vogliono scavare un poco per vedere se merita.
Ecco una visione ravvicinata del buco prima dell’inizio dei lavori.
Stavolta sara’ Mario a fare la parte del leone. Inizia a prepararsi.
Antonella, con passo da alpino, si aggira per il bosco cercando funghi. Ben presto scompare alla vista.
Betta sente freddo e probabilmente e’ anche un poco annoiata, non viene catturata molto dalla particolare atmosfera da esplorazione. La porto a fare una passeggiata, Luna approva incondizionatamente e parte a razzo nella direzione che prendiamo.
Eccoci ad un incrocio fitto di sentieri.
Con le indicazioni di Mario troviamo facilmente la nostra meta, il locale “Pozzo della Neve”. Ha un ingresso quasi degno del suo piu’ rinomato omonimo in Matese.
Avendo una corda sarei gia’ sceso. Betta mi richiama al dovere. Torniamo indietro.
Alla grotta in scavo troviamo Mario in piena attivita’. Ha pulito dalle foglie ed ha estratto un mucchio di sassi. Ora sembra esserci una prosecuzione possibile.
Ecco Mario che occhieggia dalla grotta, ha appena rischiato il bernoccolo per una pietra che stavamo tirando fuori con l’aiuto della corda. Il nodo che la teneva cede di colpo, riesco ad afferrarne i capi prima che gli ricada in testa. Il nostro esploratore, in quanto esploratore, decide il nome della grotta, si chiamera’ “Piccola Creta”. Subito replico suggerendo “Cretina Rossa” ma il mio suggerimento non viene preso in considerazione.
Ecco “Piccola Creta” coperta con alcuni rami.
E’ quasi doveroso passare a fare un saluto a Cretarossa col suo bel pozzo iniziale.
Ecco la targa che festeggia il trentesimo anno di attivita’ di Nerone.
Una occhiata golosa al pozzo che scompare nel buio poi e’ proprio ora di andare.
Il rientro, dopo i saluti in casa di Maurizio, e’ tranquillo e senza storia. Una bella giornata quasi-speleo da nullafacente. Non male. Alla prossima!