Uscita nella grotta “Al 61” a Campovano con tante persone tra le quali Gianluca, Tarcisio, Nerone, Fabrizio, Maurizio, Alessandro, Mirko, Roberto, Bruco ed io.
Ritorno a Campo Vano dopo solo una settimana. Stavolta pero’ mi tocca proprio prendere la macchina ed andarmene solo soletto. Alle 8.30 sono gia’ a Guarcino. Al bar trovo nessuno quindi me ne vado a fare spesa al vicino alimentari e poi faccio una capatina alla cantina di Tarcisio. Come mi aspettavo alla cantina trovo sia Tarcisio che Nerone. Stanno chiacchierando di grotte mentre preparano il materiale. Oggi Tarcisio e’ contento perche’ sembra ci sia un fuoristrada che lo potra’ sostituire. Resto con loro alcuni minuti prima di ritornare verso il bar. Strada facendo vengo quasi investito da una Punto bianca…e’ Gianluca che annuncia cosi’ il suo arrivo. Dopo esserci salutati lo aggiorno e ci dirigiamo entrambi al bar. Al bar ci ritroviamo con altri convenuti, e’ arrivato Maurizio con Alessandro, il suo figliolo. Il tempo di un caffe’, qualche chiacchiera poi inizia a farsi ora di andare. C’e’ solo un problema, Bruco con il suo fuoristrada, quello che deve sostituire il trattore di Tarcisio, e’ in forte ritardo. Dalle ultime informazioni sembra debba ancora partire da Roma. Sono quasi le 10, rischiamo di partire da Guarcino dopo pranzo. Gianluca aggiorna Tarcisio e decidono che e’ il caso, ahime’, di prendere il trattore. Tarcisio smoccola un poco poi si arrende al fato e parte con l’amato/odiato trattore per la lunga e lenta salita fino a Campo Catino. Ora che la situazione e’ sbloccata ci predisponiamo anche noi per salire. Sposto il mio zaino in macchina di Nerone e salgo con lui. Eccoci arrivati a Campo Catino, c’e’ un fitto accampamento di persone e telescopi, sono pronti per rimanere ad ammirare le stelle. Non condivido la loro passione ma ammiro la loro pazienza e la conoscenza del cielo che hanno.
Che mi son scordato? Nerone e’ venuto a vedere la nuova grotta pero’ ha appena staccato dal turno di notte ed e’ alquanto stanco. Qualche dubbio col sonno incombente ci puo’ pure stare.
Arriva anche il grande Tarcisio.
Consulto.
Arriva anche Gianluca ma porta brutte notizie. Oggi non potra’ essere dei nostri, deve tornare a casa. Proviamo a tentarlo ed a blandirlo ma e’ irremovibile, deve proprio andare. Rassegnati, ci prepariamo. Possiamo partire e lo facciamo. Bruco ora e’ dato a poche decine di minuti da Campo Catino. Nerone rimane ad aspettarlo. Noi andiamo a piedi. Padre e figlio sul sentiero per Campo Vano, si nota una certa differenza nel passo?
L’erta verso la vela.
Dietro di noi la piana di Campo Catino.
L’ultimo tratto di strada, siamo quasi arrivati.
A pochi metri dal rifugio veniamo raggiunti dal fuoristrada di Bruco, senza troppe cerimonie ci infiliamo in macchina e terminiamo il percorso con loro.
L’abisso Al 61 e’ subito sotto di noi, prendo le mie robe e mi avvio.
Tarcisio e’ gia’ arrivato. Aspettiamo Nerone poi diamo il via ai lavori. Oggi non monteremo il telone poiche’ non c’e’ molto caldo.
Nerone si prepara svelto, io lo imito.
Vanno avanti Tarcisio e Nerone, io li seguo.
Eccoli, dopo pochi metri di grotta c’e’ la zona lavori. Non c’e’ molto spazio, mi fermo sopra di loro.
Dopo aver valutato la situazione decidono che questo primo passaggio non e’ troppo stretto, quindi lo passano e andiamo alla strettoia successiva. Mentre mi accingo a seguirli e sono nel passaggio stretto ma non troppo, sento una voce che mi apostrofa in inglese. Rimango un poco interdetto poi rispondo in italiano pensando ad uno scherzo. Quando la voce si avvicina e continua a chiacchierare in inglese qualche dubbio inizia a venirmi, avessimo ricevuto visite di strangers? Alla fine pero’ tutto si chiarisce, si tratta di Mirko, un ragazzo che per lavorare si e’ trasferito in Norvegia. Stava facendo “lo splendido” per dirla come la dice lui. Dopo aver fatto la conoscenza con Mirko aspettiamo in fila che Tarcisio e Nerone ci diano indicazioni. Dopo un poco di lavoro di sistemazione ci dicono che la prosecuzione e’ ispezionabile da uno sottile. L’aggettivo “sottile” mi esclude automaticamente, guardo meglio Mirko, lui si che e’ sottile! Lo faccio passare cosi’ puo’ fare il suo dovere. Dopo alcuni minuti di paziente e trepida attesa il buon Mirko annuncia che ha creato un poco di spazio ma necessita’ di una mano, o ancora meglio di un avvicendamento. Sembra che a questo punto tocchi a me. Prendo bene aria, mi faccio forza e prendo il posto di Mirko. C’e’ un poco di posto ma ci devo lavorare ancora un bel po’ per renderlo vivibile. Facciamo il passamano di parecchi sassi. Finalmente si intravede bene il passaggio. E’ qui davanti a me. Lavoro con impegno con mazzetta, trapano e tutti i materiali a disposizione. Nel termine di meno di un’ora abbiamo un buco allettante. Per me e’ ancora stretto, ma per Mirko il sottile potrebbe essere fattibile. Gli cedo il posto. Lavorando ancora il buon Mirko allarga ulteriormente e riesce a passare. Annuncia che e’ in un ambiente abbastanza comodo sulla verticale della nicchia dove e’ rifugiato Tarcisio. Dice che ora posso passare anche io. Quando scendo osservo la situazione, il sasso alla base della strettoia e’ ancora li’. Mi ero raccomandato di non toglierlo perche’ secondo me e’ un po’ la chiave di volta che tiene a posto le pareti laterali. Certo, il passaggio e’ scomodo pero’ perche’ rischiare?
Nell’ora successiva scaviamo nella saletta dopo la strettoia per crearci un passaggio tra i sassi di crollo. Dopo una bella sudata i nostri sforzi sono premiati. Nel frattempo sentiamo arrivare Maurizio ed Alessandro. Non li vediamo perche’ nel frattempo riusciamo forzare il passaggio tra le rocce e andiamo avanti. Mirko ha dichiarato che per lui e’ tempo di andare poi pero’ la febbre dell’esplorazione lo contagia e rimane ancora.
La situazione e’ interessante, si inizia a vedere qualche concrezione. Purtroppo nello scavare mi sono infangato in maniera inverosimile e la fotocamera sembra un bolo di fango. Cerco di ripulire almeno l’obiettivo ma con risultati deludenti.
Scendo qualche metro ma poi mi devo fermare. C’e’ un breve pozzo da scendere. Mirko mi lascia per tornare indietro. Sopra sento vociare Maurizio ed Alessandro che chiedono informazioni circa la via da seguire. Anche io sento che e’ l’ora di fermarsi e tornare indietro. Il piacere di armare e scendere il pozzetto e’ bene lo abbiano i protagonisti della scoperta di questa grotta. Mi siedo sul bordo del pozzo a gustare l’ineffabile piacere di aver percorso alcuni metri di un luogo mai calpestato prima da alcun essere umano. Mi guardo intorno cercando altri punti interessanti, e ne trovo. Quando mi raggiungono Maurizio ed Alessandro mi trovano a sgranocchiare la pizza comprata stamane al negozio di alimentari a Guarcino. Ne cedo volentieri loro una meta’. Finito lo spuntino mi alzo per tornare indietro. Maurizio vuole continuare l’esplorazione e rimarra’ qua ad attendere che qualcuno porti il necessario per armare il pozzetto. E’ una sua decisione e la rispetto anche se non la condivido. Mentalmente mi riprometto di riportare la richiesta a Tarcisio perche’ decida il da farsi.
Mentre risalgo iniziano a risuonare urla di allarme. Mi incrocio di nuovo con Mirko, tornato indietro, che mi aggiorna. Dove sono rimasti Nerone e Tarcisio si e’ smosso un pietrone che rischia di ostruire la nostra via di uscita. La cosa non e’ priva di lati spiacevoli. Chiedo il piacere a Mirko di scendere ad avvisare Maurizio ed Alessandro. Io mi avvio a vedere quale e’ la situazione. Quando arrivo alla strettoia che abbiamo forzato oggi ho un moto di disappunto, la pietra che avevo considerato come sostegno delle pareti e’ stata tolta…speriamo bene. Ora in effetti il passaggio della strettoia e’ molto piu’ agevole ma secondo me ha reso instabile le pietre intorno. Il pericolo non sembra immediato, c’e’ un’altra emergenza da gestire. Passo, ora sono in vista di Nerone. Sta reggendo un pietrone su un lato della condotta in salita che devo percorrere per uscire. Si tratta di meno di 2 metri ma non ci vuole molto di piu’ per rimanere sepolti sotto un sasso… Nerone deve essere un po’ innervosito dalla situazione e ripete ossessivamente di non toccare il masso pericolante. Gli intimo bruscamente di stare calmo e che ho capito. Ora ho qualche secondo di calma per valutare la situazione. Rimediamo una corda e la passo intorno alla roccia. La situazione non migliora ma almeno ora Nerone e’ piu’ comodo nel tenerla ferma. Ora posso uscire e lo faccio. Vado a mettermi nella nicchia insieme a Tarcisio e attendiamo l’arrivo degli altri. Nel frattempo decidiamo di legare la corda perche’ Nerone possa riposare un po’. Con l’aiuto di Roberto, che e’ alle spalle di Nerone passiamo la corda su una gola e la leghiamo. Nel frattempo Mirko e’ tornato con Maurizio ed Alessandro. Mi infilo nella nicchia con Tarcisio.
In onore alla sua giovane eta’ facciamo passare per primo Alessandro che poi scivola agilmente sulla schiena di Nerone e guadagna l’uscita. Anche Maurizio e Mirko escono senza problemi. I problemi li causo io a Tarcisio quando smuovo una pietra e quella, enorme, rischia di cadergli addosso. Assisto ai passaggi facendo da puntello alle rocce perche’ non rovinino addosso a Tarcisio. Per fortuna si sono un poco riassestate in un nuovo, seppur instabile, equilibrio
Uscendo recupero le mie cose, sarei quasi intenzionato a prendere qualche punto di rilievo pero’ Tarcisio e Nerone decidono di allargare il primo passaggio, quello al limite tra lo stretto ed il comodo.
Li assisto per quasi tutto il lavoro poi pero’ prendo la via per l’esterno, inizio a sentire freddo stando in corrente.
Fuori una bella sorpresa, trovo ad aspettarci il buon Fabrizio, chi segue le mie relazioni lo conosce simpaticamente come il “radiologo”. Oltre alla sua simpatia ora ha un’altra dote, porta con se’ il thermos con il caffe’!
A tempo debito escono anche Nerone e Tarcisio, gli irriducibili.
Iniziamo a mettere via le nostre robe.
W Tarcisio!
Il 61.
Siamo tutti pronti.
Risaliamo a piedi verso il rifugio dove c’e’ il fuoristrada di Bruco.
Eccolo.
Il panorama.
Il fuoristrada e’ una bella vista. Nerone si dice stanchissimo e non muovera’ un passo oltre il fuoristrada.
Ecco Fabrizio con Bruco.
Arriva anche il trattore con i nostri zaini.
In effetti con il fuoristrada il ritorno e’ agevole e veloce. Oggi e’ andata di lusso. In pochi minuti e senza fatica eccoci al piazzale.
L’arrivo trionfale di Tarcisio con Alessandro che cavalca il carrello imbizzarrito.
Dopo i saluti di rito ce ne torniamo tutti a casa. Io scendo in macchina con Nerone e poi recupero la mia roba trasbordandola nella mia vettura.
Durante il viaggio di ritorno aggiorno telefonicamente Gianluca circa le novita’. L’arrivo e’ ottimo visto che trovo parcheggio quasi subito. Alla prossima!