All’Ovito di Pietrasecca con Claudia, Marika, Sabrina, Valentina, Giulio, Giuseppe,Simone, Vittorio ed io.
Claudia arriva da noi il giorno prima. Eccola al suo trionfale arrivo a Tagliacozzo.Subito un aperitivo in centro.
Poi una veloce visita al centro storico. Prima la piazza…
…e poi per vicoli.
La cena la facciamo ad un ristorante che volevo provare da parecchio, e’ popolato da parecchi simpatici vecchietti. L’eta’ media nel ristorante e’ alta, nonostante noi, pero’ passiamo una piacevole serata anche se non rimarchevole per il desinare.
La mattina presto siamo in giro per la passeggiata igienica di Luna. Dopo la colazione partiamo alla volta di Pietrasecca.
Nella piazza principale di Pietrasecca ci incontriamo con i nostri amici, ecco infatti Sabrina e Simone.
Simone ed io!
Potevano mancare Marika, Giulio e Giuseppe?!?
Gli ultimi che ancora non vi ho presentato sono Valentina e Vittorio. Lascio a voi riconoscerli! Del nostro simpatico gruppetto manca solo Claudio, assente per febbre, peccato!
Con i nostri bei gilet che attestano l’appartenenza al GSCO, ovvero Gruppo Speleologico CAI Orvieto, ci mettiamo davanti al bar per la seconda colazione e qualche chiacchiera prima dell’impegno ipogeo.
Eccoci finalmente al solito prato dove ci cambiamo. Improvvisamente arriva un tizio su una panda scalcinata alquanto, lo avevo visto aggirarsi per la piazza di Pietrasecca. Si presenta come un addetto al parco, quello dove siamo, e ci chiede se abbiamo il permesso per andare a visitare la grotta. Noi cadiamo candidamente dalle nuvole, non abbiamo visto cartelli che avvisino della necessita’ di un permesso. Il tipo ci fa capire, gentilmente ma senza troppi giri di parole, che senza permesso quasi sicuramente riceveremo una visita delle guardie forestali che dovranno prendere i necessari provvedimenti nei nostri confronti. Il suo richiamo al nostro senso civico fa breccia nelle nostre anime timorate. In poche parole concordiamo con lui che abbiamo assoluto bisogno di avere il permesso del parco. Il tipo ci mette in contatto telefonico con l’ufficio del parco a Pietrasecca cosi’ prendiamo accordi per passare da loro a regolarizzare la nostra posizione. Raggiunto il suo scopo il tipo ci saluta e ci lascia. Alla fine Simone, con Sabrina, vanno in paese presso l’ufficio del parco dove versano un obolo di 20 Euro (senza ne’ ricevute ne’ permessi scritti di sorta da esibire). Ora pero’, a quanto pare, abbiamo il permesso. Possiamo terminare di prepararci ed andare.
Siamo all’ingresso della grotta, il corso d’acqua e’ letteralmente invaso da queste foglie enormi che vedo da sempre ma di cui non ho mai saputo il nome.
Alla spicciolata arrivano anche gli altri, ecco Marika.
Vittorio e Valentina preferiscono la via “alta”.
Ecco anche Claudia.
Quando siamo tutti, si parte. Io come al solito sono ultimo perche’ perdo tempo negli ultimi preparativi.
Mentre Simone guida il resto del gruppo al primo simpatico ramo laterale, Claudio, Giulio ed io andiamo avanti a sistemare le corde che ci garantiranno l’uscita in caso di un improvviso quanto inaspettato aumento dell’acqua.
Giulio mentre sistema un attacco per la prima corda.
Mentre loro lavorano io sguazzo un poco per stemperare il caldo dentro la muta.
Presto siamo raggiunti da tutti e proseguiamo assieme per gli altri saltini. Che gusto passare la sella senza faticare!
Al laghetto pian pianino scendiamo tutti al livello dell’acqua e lo passiamo a nuoto. Ecco una Sabrina illuminata d’immenso dal suo sorriso.
Claudia fa il servizio accoglienza in acqua. Giuseppe mi stupisce attraversando il laghetto a nuoto in stile impeccabile, per uno che mesi fa rischiava di annegare in un palmo d’acqua e’ un enorme passo avanti.
Dopo il laghetto evitiamo accuratamente di fare la via alta ma ce ne andiamo bel belli lungo il corso d’acqua. Quasi ai piedi della risalita per il ramo fossile c’e’ una enorme e candida stalagmite, lasciamo qua l’attrezzatura mentre andiamo a visitare il ramo attivo fino al sifone.
Mentre aspetto gli altri, fotografo le vaschette alla base della stalagmite.
Al primo laghetto c’e’ un mare di “monnezza”, quasi non si vede l’acqua. Il gruppo si impressiona alquanto e la maggior parte decide che la visita al sifone puo’ attendere tempi migliori.
Proseguiamo in 3, Claudia, Giuseppe ed io.
Al sifone ci fermiamo il tempo di un paio di foto.
Torniamo indietro a raggiungere i nostri amici.
Risaliamo velocemente la enorme colata che preclude alla risalita su corda. I nostri non sono stati con le mani in mano, hanno doppiato la corda di risalita ed ora si apprestano a salire tutti.
Prima che salgano Sabrina e Valentina mi approprio della corda, vado a sistemarmi al frazionamento per dar loro una mano nel caso ce ne fosse bisogno. Come mi aspettavo, vanno oltre senza problemi, bravone!
Dopo la risalita andiamo senza esitazioni ad affrontare “la citta’ dei sassi”, la nostra destinazione per il momento e’ il primo ramo laterale che si incontra.
Dalla “citta’ dei sassi” ad un certo punto, sulla destra, si apre un buio enorme e vagamente inquietante, e’ la’ che andiamo. Si scende su un sentierino accennato nella ghiaia fangosa, si scende ancora un saltino poi si gira a sinistra, si cammina su uno spesso strato di fango compatto. Vado avanti per fare strada ai miei amici.
Ad un certo punto il fango cede il posto ad un angolo di meraviglie concrezionate, molto bello, nonostante le mie foto!
Una simpatica pozza.
Tante colate di dimensioni ragguardevoli.
Ecco il resto del gruppo.
Una pausa per le foto.
Dopo questo angoletto, pochi metri e cambia di nuovo tutto, le concrezioni immacolate scompaiono ed abbiamo di nuovo massi di crollo e fango. Si scende, disarrampicando un paio di metri poi sulla destra si arriva ad un pozzo. La volta scorsa lo abbiamo tralasciato, stavolta abbiamo portato il necessario per scenderlo.
Giuseppe prende il necessario e, con l’aiuto di Giulio, arma il pozzo. Sistemato il tutto, lo scende pure. La volta prima alla base era tutto secco, stavolta c’e’ dell’acqua fino al ginocchio. Sarebbe simpatico trovare il punto di assorbimento. In rapida successione scendono anche Giulio e Claudia. La cosa prende un po’ di tempo, chi rimane fermo rischia di prendere freddo. Simone prende il comando degli infreddoliti e li guida risoluto, tornano indietro verso il fondo. Li accompagno per un pezzo, voglio verificare se un buco visto passando comunica col pozzo dove sono scesi Claudia, Giuseppe e Giulio. Saluto Simone e gli altri, ci rivedremo a breve. Mi affaccio al buco che volevo vedere, non scendo troppo, c’e’ molto fango e non voglio lordarmi! In effetti da qua sento distintamente le voci dei miei amici in fondo al pozzo. E’ certo, questo e’ un altro accesso al pozzo. Contento, torno indietro.
Arrivo che i nostri esploratori stanno risalendo, hanno trovato nulla di interessante ma si sono divertiti molto nel non trovarlo! Li aspetto pazientemente mentre disarmano.
Sistemato il materiale indico loro il ramo dalla parte opposta, Giuseppe si infila per dare un occhio ma non trova cose che destano la sua curiosita’.
Torniamo sui nostri passi. Alla “citta’ dei sassi” prendiamo a destra, verso il fondo e verso il secondo ramo laterale da visitare.
Dove termina la “citta’ dei sassi” c’e’ un punto veramente spettacolare, qua la natura ha creato un posto veramente impressionante.
Come sempre le mie foto non rendono giustizia alla bellezza di questo angolo di grotta, pero’ io ci provo sempre…magari un giorno…
Dopo lo splendido angoletto da meditazione la grotta si riapre enorme. Abbiamo un nuovo bivio, dritto verso sinistra ci si avvia per il fondo, a destra si scende per il secondo ramo laterale. Insistendo solo poco convinco i miei residui amici ad andare al ramo laterale.
Scendendo ci addentriamo nel ramo laterale, dopo un tratto di meandro sinuoso, il soffitto si abbassa.
Per terra il solito fango argilloso e compatto. Qualcuno, anzi piu’ di qualcuno, l’ha utilizzato come lavagnetta per lasciare un ricordo di se’ o del proprio gruppo. Quando il soffitto si rialza ci sono dei pozzi da scendere e anche un passaggio per cui sarebbe utile una corda. I miei astuti amici subodorando le mie intenzioni di farli faticare ancora hanno scientemente lasciato le corde alla fine della “citta’ dei sassi”. Pazienza, la visita approfondita di questo ramo e’ rimandata alla prossima volta.
Torniamo alla galleria principale prendendo a destra, verso il fondo.
Oramai si tratta solo di una simpatica passeggiata, mi distraggo scattando foto di dubbia qualita’, ma con le migliori intenzioni.
Finalmente raggiungiamo l’ultimo, maestoso, tratto. In breve ci riuniamo con tutti gli altri che sono arrivati al fondo e stanno tornando indietro per vedere che fine abbiamo fatto.
Io continuo ad imperversare fotograficamente.
Girondoliamo tra queste meraviglie senza alcuna fretta.
Fotografia ai fotografi.
Sabrina e Claudia assistono.
Continuo ad aggirarmi tra le concrezioni facendo foto, vi lascio con loro sperando vi piacciano.
Vado quasi al fondo, scatto foto aspettando che torni chi vi e’ arrivato.
Avanti a noi il resto del gruppo ha preso la via del ritorno.
Io continuo a scattare mentre cammino.
Qua siamo di nuovo all’angolo da meditazione.
Marika che giustamente medita…di tornare a casa!
Ancora una foto all’angolo da meditazione, poi recupero il mio zaino e vado a raggiungere gli altri.
La traversata della “citta’ dei sassi” la facciamo in fila indiana, sembriamo i 7 nani che ritornano dalla miniera, provo ad intonare un “Ehy oh, ehy oh, andiamo a lavorar…” ma la mia performance non riscuote un grande successo.
Eccoci al pozzetto della risalita. Ultimi preparativi per ricomporre l’attrezzatura prima di cimentarsi con il discensore. Anche in discesa mi approprio del posto privilegiato al frazionamento per poter godere della simpatica compagnia di Sabrina e Valentina mentre scendono. Anche stavolta tutto fila liscio. Arrivati alla base chiedo a Claudia il piacere di accompagnarmi, vorrei uscire prima per poter tornare presto a Tagliacozzo come ho promesso a Betta. Avuto il suo assenso, avviso gli altri della nostra defezione e ci avviamo svelti.
Arriviamo al laghetto e lo traversiamo a nuoto. Ogni volta che lo faccio ho un fremito di piacere nel sapere che ho evitato il maledetto traverso posticcio che decora la parete del laghetto, ci posso far nulla, lo detesto da sempre. Risaliamo dall’altro lato aiutandoci con la corda che avevamo sistemato all’andata. Oops, c’e’ da superare un saltino da poco piu’ di un metro, me ne sono scordato e ho gia’ messo via nello zaino tutta l’attrezzatura. Vabbe’, per stavolta rimedio con un paio di nodi a fare da scalini, la prossima volta faro’ il bravo, promesso! Passato l’ostacolo sciolgo i nodi per lasciare a Claudia la corda libera. La aspetto poi proseguo per il passaggio successivo, uno di quelli che piu’ mi piacciono in questo tratto di grotta. Una volta risalito anche questo, mi fermo per scattare qualche foto a Claudia. Eccola che arriva.
Il resto della grotta me lo godo senza importunare troppo la fotocamera. Che pacchia fare Pietrasecca con la muta, non capisco proprio perche’ l’abbiamo fatta senza per cosi’ tanti anni.
All’uscita un selfie con la mia prode accompagnatrice, grazie a lei posso tornare a casa presto mantenendo la parola data alla mia dolce meta’.
Mentre torno a casa, mi chiamano al telefono, sono i miei amici, sono usciti tutti sani, salvi ed affamati. Appena cambiati verranno a Tagliacozzo per uno spuntino. Eccoci tutti al bar.
Non vi presento di nuovo tutti, oramai li conoscete.
L’unica aggiunta per l’occasione e’ Betta.
Finito lo spuntino arriva il momento dei saluti. Anche questa allegra giornata volge al termine. Che altro c’e’ da dire? Ah si, alla prossima!