Una vacanza carnica con Maria, Gianni, Betta, io e Luna.
A tutta prima ci si potrebbe chiedere cosa abbia a che fare questa vacanza con la speleologia! Pero’ se ci si pensa bene, magari non e’ poi cosi’ fuori tema. Dopo tutto Maria, Gianni ed io siamo speleologi. Avevamo anche portato l’attrezzatura per onorare un invito del gruppo speleo di Tolmezzo che purtroppo non si e’ concretizzato. Comunque a parte tutte queste considerazioni, a me faceva piacere parteciparvi questa bella vacanza e quindi mi prendo la liberta’ di farlo!
23 Giugno – Il viaggio di andata
La prima tappa la facciamo a Ravenna, all’Hotel Classensis, proprio accanto alla Basilica di Sant’Apollinare in Classe.Pur beato nella mia ignoranza abissale ho avuto la fortuna di prenotare un albergo carino e perfino adiacente ad una basilica famosa.
Una volta sistemati nelle camere, nonostante il caldo torrido, ci avviamo per fare una visita alla suddetta basilica,
Luna va libera in esplorazione vicino ad una statua a grandezza naturale di un bufalo.
Ecco la basilica.
Paghiamo il biglietto ed entriamo. Vi lascio alle foto dell’interno.
La visita e’ completa ma necessariamente breve perche’ Luna non e’ potuta entrare e ci guarda da lontano con gli occhi tristi da “alto tradimento”. Si e’ meritata un’altra passeggiata in liberta’. La riporto dal bufalo.
Un’ultima foto alla basilica poi rientriamo a raggiungere i nostri. La parte dei turisti l’abbiamo fatta. Ravenna by night la visiteremo la prossima volta. Andiamo in camera a riposare e poi ci godiamo una tranquilla cena al ristorante dell’albergo. Una bella dormita completa degnamente la giornata.
24 Giugno – L’arrivo ad Entrampo
La mattina dopo una soddisfacente colazione, paghiamo l’albergo e partiamo. C’e’ un fitto scambio di opinioni tra Gianni ed il navigatore sulla strada da preferire. Gianni e’ per tirare dritti verso Chioggia, il navigatore e’ decisamente per il ritorno verso Bologna. Alla fine vince il navigatore, per l’altra strada sembra ci sia troppo traffico. Tra i due mi intrometto anche io per dire la mia. A Venezia prenderemo verso Belluno invece che per Udine, la preferisco perche’ si vedono prima le montagne ed il solo pensiero gia’ mi rallegra.
Strada facendo passiamo per Calalzo. Quando ero bimbo era la stazione piu’ vicina al nostro paesello dove poter spedire la macchina via treno. Sono li’ a raccontare proprio questo a Betta quando mi viene una idea…E’ quasi ora di pranzo, a Calalzo c’e’ un bel lago, perche’ non fermarsi qua a mangiare? Telefoniamo a Gianni il quale dopo un breve concerto con Maria ci comunica la loro adesione alla proposta. Scendiamo verso il lago dove troviamo un bel ristorante dove, appunto, avremo ristoro.
Eccoci prendere posto sulla veranda in riva al lago.
Mentre attendiamo per ordinare mi affaccio a fare alcune foto allo splendido panorama.
Il laghetto di pesca sportiva.
Maria e Betta, pronte al pasto.
Ma ancora una foto al lago ci vuole proprio.
Siamo pronti a tutto, arriva il cameriere a prendere l’ordinazione, lo costringiamo a farci una foto di gruppo.
Dopo il lauto pasto, riprendiamo il viaggio. Una breve sosta al bancomat per rifornirci in vista dei prossimi giorni goderecci.
Eccoci a Sappada, si inizia a sentire odore di casa (quando parlo della Carnia come di “casa”, la mia dolce, romana de Roma, mammina si altera indicibilmente!)
Passiamo Sappada, entriamo finalmente in Friuli. Ancora Forni Avoltri e Rigolato e siamo in vista di Tualis. In alto sulla sinistra ne vedo il profilo delle case col campanile. Ora sono veramente emozionato e mi sfogo investendo Betta con decine di aneddoti legati a questi luoghi cari. Temo di averglieli gia’ raccontati altre volte ma sono cosi’ tanti i ricordi che qualcuno devo proprio esternalo o rischio di esplodere di gioia e nostalgia.
Proseguiamo lungo la strada fino alla “variante” che costeggia Comeglians per poi traversare il ponte sul Degano che porta il Val Pesarina. Subito dopo il ponte giriamo per Entrampo. Pochi metri e siamo arrivati alla casa avita di Gianni. Ne prendiamo possesso dando subito il via ai preparativi per sistemarci.
Non posso esimermi dal fotografare i dintorni, ora e’ coperto dalla stalla, pero’ in quella direzione c’e’ Tualis.
Mi sposto in strada ed attivo lo zoom, ecco Tualis!
Per fortuna i preparativi per scaricare i bagagli e sistemarci nella stanza mi distraggono e mi quietano alquanto. Quando finiamo si e’ fatta ora di cena. Non abbiamo fatto la spesa e ad ogni modo non abbiamo voglia di cucinare. D’altro canto dopo una giornata passata in macchina non abbiamo voglia di allontanarci troppo da casa. La scelta cade inevitabilmente sulla, oramai storica, pizzeria di Comeglians “In Tomasin”. Dopo una pizza veloce ci ritiriamo per un meritato riposo.
25 giugno – il primo giorno di vacanza
Oggi saremo di spesa. Per prima cosa ci approvvigioniamo di farina di polenta. Andiamo al mulino vicino al quale Gianni passava molto quando era un tenero frugoletto.
Mentre Gianni prende la farina…
…io mi aggiro curiosando affascinato tra i macchinari…
…Betta e Maria si godono il piacevole fresco che c’e’ qui dentro.
La campanella che avvertiva la fine di quel che si stava macinando
L’altra campanella.
Una bella lampada a petrolio.
La macina.
Finite le spese andiamo a fare un giro per Comeglians. Un festone ci avvisa di una mostra fotografica. Per oggi non facciamo a tempo ma decidiamo che ci andremo nei prossimi giorni. La giornata si chiude cosi’, senza clamori.
26 giugno – la vacanza prende il via
La mattina dopo, con la dovuta calma, ci spostiamo ad un bar di Ovaro per la colazione. Il cappuccino non e’ esaltante, pero’ uscendo noto una bacheca dove sono affisse dei simpatici motti che mi sbrigo a fotografare.
Dopo la colazione facciamo il punto. Maria e Gianni vorrebbero andare a fare visita ad alcuni parenti, io vorrei andare finalmente a Tualis. Ci dividiamo rimanendo d’accordo di incontrarci di nuovo per il pranzo. Strada facendo ci fermiamo a Mieli a far visita alla mia cara zia Nives. Dopo i nostri rispettivi giri ci rivediamo alla chiesa di Tualis.
Ecco Maria e Gianni vicino alla chiesa con lo stupendo panorama alle spalle.
Dietro di noi si intravede il monte Crostis, una vista che riesce sempre a darmi piacere. Nel piazzale sotto abbiamo il bar e ristorante. E’ cambiato di gestione dalla nostra ultima visita, dovremo provare. Tanto per iniziare andiamo a prenderci l’aperitivo.
Dentro trovo un adesivo, oramai datato, che ricorda la “sagra da scueta” che veniva tenuta in agosto e che per parecchi anni e’ stata protagonista durante le mie vacanze.
Dopo l’aperitivo torniamo a casetta per il pranzo e quindi per una pennichella post-prandiale. Il pomeriggio decidiamo che e’ il momento giusto per la visita alla mostra fotografica. Detto fatto, ci rechiamo a Povolaro dove e’ allestita la mostra. Quando arriviamo a Casa Boter un simpatico signore ci guida attraverso le sale della mostra spiegandoci quel che vediamo.
Si tratta di foto della Grande guerra scattate da un fotografo piemontese e solo di recente ritrovate da un erede. Uno studio fotografico le ha prese, restaurate e ne ha fatto un libro con l’aiuto degli abitanti dei luoghi ritratti. Ora le foto del libro, insieme ad altri oggetti della I° guerra mondiale, formano l’interessante mostra. Adoro questa foto con uno scorcio di Tualis, credo sia ripreso da davanti la chiesa. Il panorama non e’ molto cambiato dai miei ricordi d’infanzia, anche se ci separano almeno 60 anni!
Al termine del giro facciamo una pausa relax nella bella sala conferenze allestita nel solaio di Casa Boter.
Ancora qualche chiacchiera con la nostra simpatica guida prime di prendere commiato.
L’ingresso di Casa Boter.
Tornando alle macchine troviamo un esempio di quella che la nostra guida ci diceva essere una casa tipica. Gli ampi archi servivano a creare spazi coperti dove far asciugare un poco di tutto. Erano necessari visto che da queste parti piove decisamente parecchio.
Sarebbe ora di tornare a casa, pero’ convinco il gruppo a fare il giro “lungo”, passeremo per Ravascletto e quindi per Tualis. Il mio tour dei ricordi continua. Eccoci quindi a Ravascletto, nella parte bassa, dove parte la cabinovia per il monte Zoncolan.
Il mitico campo da minigolf dove ho passato tanti pomeriggi in allegria.
Una sosta al bar per rinfrescarci dopo le fatiche culturali a cui ci siamo sottoposti.
Dopo la sosta riprendiamo la nostra strada dirigendoci verso Tualis. La strada tra Ravascletto e Tualis l’ho percorsa a piedi, in motorino ed in macchina qualche centinaio di volte, almeno. Purtroppo la strada che conoscevo e’ completamente trasformata in un cantiere per il disboscamento. In seguito Giancarlo, il mio amico d’infanzia, mi spieghera’ che siamo stati fortunati a poter passare perche’ la strada e’ dichiarata chiusa al traffico a causa dei lavori che la stanno deturpando. Faccio fatica a riconoscerla, mi consolo fermandomi a fotografare Tualis, sempre bella e sempre uguale ai miei ricordi.
Una ultima sosta al ponte sul Rio Vaglina, il piccolo torrente vicino Tualis, anche lui teatro di tanti ricordi. Da qualche anno e’ stato deturpato da lavori per captare l’acqua pero’ e’ sempre un bel vedere.
Siamo a Tualis, una sosta doverosa alla casa dove ho passato molte delle estati vicine alla mia maggiore eta’. Prometto a Betta ed ai miei amici che questa e’ l’ultima sosta. I poverini ne hanno piene le tasche di queste soste, per loro, senza senso.
Ritornando alla macchina rubo un’ultima foto e poi via.
27 luglio – Il mercato di Tolmezzo
Oggi la mattinata la dedichiamo a visitare Tolmezzo, oggi e’ giorno di mercato. Strada facendo incontriamo una farmacia dal nome simpatico e mi sbrigo a farle una foto. Poi ci immergiamo nel mercato girovagando a casaccio.
Maria e Betta ben presto trovano qualcosa da comprare.
La nostra gita tolmezzina termina prima di pranzo anche perche’ inizia a minacciare pioggia. Nel pomeriggio, per smaltire un lauto pasto, ci concediamo una passeggiata fino a Comeglians passando per il campo sportivo.
La strada costeggia il Degano ed e’ assai bella per una tranquilla passeggiata.
La chiesa di San Giorgio.
Ancora una vista del Degano nel punto dove si crea un isolotto.
Il campo sportivo. Tanto tempo fa ci si giocava la partita scapoli-ammogliati di Tualis e Noiaretto. Una sfida epica!
I murales del campo sportivo.
Bellezze montane!
Siamo quasi al ponte. Oramai Comeglians e’ a pochi passi.
Ecco il ponte.
Attraversiamo la variante, una rapida salita e siamo sulla via principale della metropoli.
Ci siamo meritati un rinfresco quindi prendiamo possesso di un tavolino al bar e procediamo di conseguenza.
Dopo essere tornati indietro e’ decisamente il momento di un po’ di relax.
28 luglio – Visita al bioTopo
Oggi escursioniamo! Di buon mattino, verso le 10, ci muoviamo verso Ampezzo e raggiungere CimaCorso dove c’e’ una tranquillissima passeggiata attrezzata. Dopo qualche chilometro di strada, arriviamo all’ampio parcheggio. Per il momento ci siamo solo noi. Scegliamo un posto all’ombra e ci prepariamo.
Passato il ponticello andiamo al bar per un caffe’ e qualche informazione.
Eccoci alla partenza della passeggiata. Il fatto che si chiami “biotopo” suscita non poche battute e giochi di parole.
Per fortuna ci addentriamo tra gli alberi, il sole picchia spietato.
Il panorama e’ niente male, molto rilassante.
Arriviamo ad una pedana, affaccia su quello che dovrebbe essere un laghetto.
Per il momento e’ una distesa di canne fitta fitta. Maria ci racconta che la conca del laghetto e’ formata da vari strati di torba, ognuno di eta’ e caratteristiche differenti. Incameriamo l’informazione senza commenti.
Proseguiamo. In alto vediamo dei buchi che fanno pensare ad una grotta. Salgo a buttare un occhio. Nulla di rilevante.
Scendo a ricongiungermi con i miei amici. Ora si vede anche un poco d’acqua, Luna cerca di addentrarsi per assaggiarla ma il terreno e’ cedevole e dopo qualche timido tentativo desiste.
Siamo alla fine della prima parte della passeggiata. Ci siamo meritati un momento di riposo.
Maria e Gianni si accomodano su una panchina, noi sull’altra. Luna mi guarda speranzosa, in effetti andrei a fare un altro giro prima di tornare. Appena Luna intuisce le mie intenzioni parte come un missile.
Girando a casaccio per il bosco trovo anche dei funghi, sono piccini, quasi secchi e rovinati, pero’ credo siano commestibili. Ad ogni modo li lascio dove sono dopo averli immortalati.
Torniamo alla base. Il gruppo e’ pronto a ripartire. Betta mugugna un po’ perche’ ora c’e’ la parte in salita. Fortuna e’ sempre al fresco, tra gli alberi.
A fine salita c’e’ un tratto in pieno sole. Si sfiata dal caldo.
Ci sbrighiamo a tornare agli alberi che ci regalano un minimo di frescura.
Ancora pochi passi al sole e siamo alle macchine.
Dopo esserci cambiati ci dedichiamo alla distruzione dei panini che ci siamo portati.
Dopo il lauto pasto riprendiamo le macchine per tornare. Strada facendo Gianni propone di fare una deviazione a Trava. Sono passato davanti a quel bivio veramente tante volte senza mai girare per Trava. Aderisco subito alla sua proposta. Saliamo. Trava e’ un paesino minuscolo. Una attrattiva e’ costituita dalle sue fontane…e noi andiamo a visitarle.
Eccole, come dice il cartello informativo, la piu’ grande serviva per abbeverare gli animali, la piu’ piccola per gli umani. Si vede che a Trava avevano animali molto rispettosi!
Dopo la visita a Trava, decidiamo di tralasciare Avaglio e quindi torniamo indietro verso casa.
Abbiamo un motivo valido per tornare presto a casa, alle 15.00 in punto dobbiamo essere all’isola ecologica sotto Entrampo per una missione speciale. Uno dei cerchi della antica cucina a legna, o spolerto, e’ rotto da tempo immemore. Andiamo oggi all’isola a cercarne degli altri. Detto fatto, o meglio, veni, vidi, vici! In meno di un’ora siamo di ritorno con un intero stock di cerchi di metallo. Proviamo tutte le combinazioni ed alla fine riusciamo a trovare il degno sostituto del cerchio rotto. Un bella soddisfazione!
Il meritato riposo prima di cena. Stasera saremo a cena al ristorante col laghetto vicino Villa Santina. L’ho conosciuto 2 anni fa grazie a Gianni e desidero fortemente tornarci.
Eccoci arrivati al ristorante.
Gianni, senza troppo clamore, propone un aperitivo.
Dobbiamo aspettare l’arrivo di due amici di Gemona che sono un poco in ritardo, andiamo a fare un giro al laghetto.
Non riesco a trattenermi dal fotografare a raffica le anatre, o quel che sono, che nuotano placidamente seguendo la nostra camminata nel caso avessimo qualche gustoso bocconcino per loro.
Dopo la passeggiata accettiamo di buon grado di ristorarci con l’aperitivo proposto da Gianni. Stiamo pensando al secondo aperitivo quando arrivano i nostri amici quindi diamo il via alle “danze”. La fame e’ troppa per pensare alle foto, quindi non potro’ allietare i vostri occhi con le meraviglie che gustiamo stasera.
29 giugno – visita a Tualis
Oggi giornata di tranquillo riposo, la mattina ce ne andiamo al supermercato a fare la spesa. Sul piazzale mi trovo davanti Giancarlo, il mio caro amico d’infanzia e compare, insieme a Sandrino, di tante tante avventure estive. Dopo la spesa, Maria e Gianni vanno in giro per delle visite ai parenti e noi saliamo di nuovo a Tualis. Siamo invitati a pranzo da Grazia e Giorgio. Con loro ci conosciamo da sempre. Bianca, sua sorella (un bacio ed un abbraccio a lei!), e’ stata la mia baby sitter. Stavolta sono a casa anche i loro “figlioli”. Ogni volta che li rivedo e’ uno choc perche’ ho un vivido ricordo di bimbi simpatici e vivaci, ora mi trovo davanti 2 ragazzi con la stessa identica faccia che avevano da bimbi ma piu’ alti di me, nemmeno di poco, e con due spalle cosi’. Quando arriviamo a casa loro troviamo Grazia ai fornelli, ha preparato un banchetto! Avremo polenta, spezzatino, toc di vora, frico, radicchio fresco del suo orto. Nemmeno a dirlo gusto tutto fino all’ultimo, devo fare scorta di queste delizie per tutto il resto del tempo che mi separa dal ritorno da queste parti!. Dopo il pantagruelico pasto i ragazzi mi accompagnano al piazzale del bar dove mostro loro l’utilizzo delle attrezzature speleo. Metto una corda sul muretto sotto la chiesa e faccio una salita ed una discesa sugli attrezzi. Dopotutto un poco di attivita’ speleo in questa vacanza c’e’ stata! Dopo i saluti torniamo ad Entrampo dai nostri amici ed al riposo da cotante fatiche.
30 giugno – gita a monte Talm
Oggi si passeggia sul serio! Partiamo di buon’ora ma senza per questo negarci una sostanziosa colazione. Passiamo per Rigolato e poi ci inerpichiamo verso Ludaria e poi ancora su per un bel pezzo fino al parcheggio dove si devono lasciare le macchine.
ci prepariamo ed iniziamo di buon passo la nostra camminata.
Il cartello con la mappa della zona sembra messo li’ apposta per noi, e’ la prima volta che veniamo e non siamo sicuri della strada.
Ogni tanto incrociamo simpatici cartelli che indicano un rifugio, il “Chiampizzulon”. Gianni, che e’ il topografo/geografo del gruppo, lo conosce ma dice che e’ fuori dal nostri itinerario.
La passeggiata prosegue su una strada bianca comodissima.
Ancora il rifugio che ci alletta con i suoi cartelli, noi tiriamo dritti per la nostra strada.
Ad un certo punto la strada prende ad andare in discesa. Ci viene qualche dubbio, pero’ la seguiamo con fiducia.
La strada dopo circa un chilometro chiude inesorabilmente. Dobbiamo tornare indietro fino al bivio che abbiamo bellamente ignorato perche’ andava in direzione del rifugio. Stavolta sembra che ci siamo.
Incontriamo una guardia forestale che sistema i sentieri. Per sicurezza chiediamo conferma a lui della strada da seguire.
Dopo essere stati confortati, proseguiamo.
Finalmente raggiungiamo il bivio per sella Talm. Abbandoniamo la strada e giriamo a sinistra per uno stretto sentiero, ancora alquanto comodo. Alla prima casetta che incontriamo sentiamo venir meno il nostro fervore mentre il senso di fame cresce a dismisura. E’ deciso, faremo qua la pausa pranzo rimandando a dopo la decisione sulla direzione da prendere, se verso la vetta o verso casa.
Prepariamo i panini col salame comprato alla latteria sopra Entrampo. Una delizia!
Dopo il pasto una pausa relax al sole.
Il bel paesaggio di cui si gode da qua aiuta parecchio.
Gianni sarebbe pronto a ripartire verso la vetta…
…pero’ il consiglio di passeggiata decide che e’ meglio riprendere la strada del ritorno, e cosi’ facciamo.
In discesa si viaggia che e’ un piacere.
In breve siamo in vista delle macchine. Abbiamo fatto la scelta giusta, sembra intenzionato a piovere da queste parti.
Ripassando per Rigolato facciamo tappa al bar. Non perdo l’occasione di raccontare per la centesima volta di come la pizzeria “al cacciatore” sia stata la prima pizzeria ad aprire nei dintorni di Tualis e che conservo ottimi ricordi delle serate passate qua da ragazzo.
Arrivati a casa ci dedichiamo a rinfrescarci e ad un riposino, dopo ci prepariamo per la cena e ci spostiamo a Tualis per provare la nuova gestione del ristorante. A rendere speciale la serata sara’ la presenza con noi del mio amico Giancarlo.
Non riesco proprio a trattenermi e lo sottopongo, suo malgrado, ad una raffica di foto che non risparmia nessuno della tavolata.
Continuo ad imperversare anche dopo cena pero’ poi mi calmo, e’ ora di ritirarsi.
1 luglio – Peralba e sorgenti del Piave
Anche oggi ci trattiamo di lusso. Gianni ponza per un poco e poi propone una visita alle sorgenti del Piave. Maria, alla guida, si avvia seguendo le indicazioni del suo consorte e noi, Betta, io e Luna, lo seguiamo con la nostra macchina. Si passa per Sappada e poi si seguono le indicazioni e ci si infila in una strada asfaltata ma stretta stretta. Dopo tante, ma tante curve ed altrettanta strada, finalmente intravediamo il Peralba. Siamo quasi arrivati, meno male, iniziavo a perdere le speranze. Ci prepariamo…
…e partiamo.
Passando mi scateno con le foto a questo panorama fantastico.
Attacchiamo un sentiero in mezzo al bosco che dovrebbe portarci al rifugio Calvi. Vi lascio soli con le foto perche’ sono senza parole!
Scarpina e sali, sali e scarpina, alla fine arriviamo al bivio dove il nostro sentiero intercetta la carrabile per il rifugio.
Anche qua mi perdo dietro al panorama.
Gianni modello capitani coraggiosi guarda impavido l’orizzonte mentre Maria ci raggiunge mantenendo il suo passo lento ma inesorabile.
Luna propone di scendere ma noi siamo di parere contrario.
Una stele di pietra indica il nostro sentiero
Luna ed io ne approfittiamo subito per una foto ricordo.
Si riparte!
Continuo ad immortalare il panorama…
…mentre Gianni cerca, invano, di insegnarmi i nomi delle montagne che ci circondano.
Mentre ci avviciniamo alle rocce avvertiamo dei fischi insistenti e sempre piu’ allarmati. Sono le marmotte, probabilmente hanno avvertito l’odore di Luna e sono, giustamente, preoccupate.
Raggiungiamo una nuova stele, questa indica che siamo sulla strada per il rifugio Calvi.
Aspetto l’arrivo dei miei amici…
…perche’ possano scattarci una nuova foto con la nuova stele.
Sbrigate le formalita’ volgiamo lo sguardo alla nostra meta. Il rifugio e’ lassu’, piccolo piccolo.
Maria e Gianni decidono di salire per la strada carrabile, almeno per un primo tratto, poi decideranno il da farsi. Io e Luna ci avventuriamo per il sentiero.
Luna con il suo 4×4 si inerpica con facilita’, io vado piu’ lento cercando di contenere il fiatone entro limiti ragionevoli.
Sul sentiero incontriamo anche altre persone che si godono la bella passeggiata.
Il rifugio inizia a farsi piu’ vicino, anche se di poco.
Il panorama e’ sempre mozzafiato.
Manca poco!
Ora e’ il punto di partenza a sembrare lontanissimo.
Una panchina tentatrice. Arrivati a questo punto un riposino ci starebbe bene, ma non mi lascio corrompere.
Ci siamo quasi, ancora un piccolo sforzo.
Eccoci!
Subito subito convinco uno dei ragazzi che gironzolano davanti al rifugio a scattarmi una foto ricordo.
Giusto il tempo di riprendere fiato e poi iniziamo la discesa dobbiamo raggiungere MAria e Gianni.
Sarei tentato di scendere per la carrabile ma impiegherei troppo.
Mi consulto con Luna, lei non ha dubbi e si catapulta giu’ dritto per dritto, io la seguo come meglio posso.
Ancora ce ne vuole.
Luna mi aspetta sopportando stoicamente la mia snervante lentezza. Inganna il tempo con la miriade di buoni odori sparsi nei dintorni.
Eccoci di nuovo a valle, da lontano scorgo Maria che ci viene incontro.
Le vado incontro.
Ci fermiamo vicino ad un cumulo di massi. All’interno si sente scorrere l’acqua, e rumori meccanici. Probabilmente dentro al cumulo c’e’ una pompa che serve il rifugio.
Luna e’ accaldata, si sdraia con aria soddisfatta dentro il rigagnolo d’acqua che fuoriesce dal cumulo.
Dopo il rinfresco di Luna riprendiamo il cammino per raggiungere Gianni. Ci aspetta alla panchina vicina alla stele del rifugio Calvi.
Un veloce sorso d’acqua e partiamo. Al bivio riprendiamo il sentiero dell’andata.
Eccoci ritornati alla base, alle sorgenti del Piave!
Anche qua una foto ricordo perche’ negarsela?!?
Arriva anche Maria.
Bella no?!?
Dopo la pausa dedicata alla storia, ci dedichiamo al pranzo.
Eccoci tutti qua, stanchi ma soddisfatti.
Foto strana con bicchiere!
A fine pasto decidiamo di prendere la via del ritorno. Fuori la bandiera ci ricorda dove siamo, nel ben o nel male.
Via alla macchina, ora si torna a casa.
Mentre scendiamo vedo uno splendido mulino, blocco la macchina e scendo a fotografae.
Incredibile! Dopo Rigolato troviamo un ingorgo e dobbiamo fare fermi alcuni minuti.
Visto che siamo quasi fermi ne approfitto per salutare Tualis con una foto. Ciao cara Tualis!
2 luglio – ultimi scampoli di vacanza.
Oggi la fotocamera riposa, dedichiamo la giornata a sistemare casa. La rimetto in funzione solo nel pomeriggio quando andiamo ad Ovaro a prendere l’aperitivo prima di spostarci nella Val Pesarina a cena. Eccoci a cena, siamo ad un agriturismo che ci e’ stato vivamente consigliato.
In effetti mangiamo bene, non possiamo assolutamente lamentarci.
Io, tanto per non cambiare troppo, riprendo per l’ennesima volta il frico.
Per ultimo un dolce tipico. Un poco secco ma buono.
Alla cassa un altro simpatico motto!
Le ragazze che gestiscono il locale sono simpaticissime, oltre che brave. Ci fermiamo a chiacchierare con loro. Un ultimo sorso di grappa sancisce la fine della serata. Andiamo a dormire sereni, domani saremo in viaggio.
3 luglio – inizia il viaggio di ritorno.
Anche la Carnia ha capito che stiamo partendo e ha messo un poco il muso. Stamane si vede che non e’ di buon umore, come anche noi.Faccio un rapido giro di foto intorno a casa prima che Betta mi richiami al dovere di terminare il carico dei bagagli.
Eccomi, eccomi, arrivo!
C’e’ anche da dare una mano a chiudere casa. La complicata manovra per chiudere l’acqua prende, solo lei, quasi mezz’ora.
Oramai pero’ siamo alle battute finali. Maria si appresta a mettere in moto la macchina.
La colazione ad Ovaro non la si puo’ proprio saltare. Oggi c’e’ anche la sagra con vari stand e negozietti.
Ci fermiamo ad una esposizione di anticherie.
Una foto dei Cramars, venditori girovaghi che andavano a piedi per tutti i paesi della Carnia portandosi il proprio negozio sulle spalle.
Non poteva mancare la foto ricordo durante la colazione per la quale ingaggiamo la simpatica cameriera del bar. Dopo la colazione ci tocca proprio partire. Con Maria a Gianni facciamo la stessa strada fino a Bologna, poi ci separiamo. Lo vanno verso Foligno, noi proseguiamo per Orvieto. Stiamo andando a fare visita a Simone, operato di fresco al ginocchio.
Eccolo il nostro simpatico convalescente!
4 luglio – Il ritorno a casa.
Era tutta una finta, il giorno dopo e’ gia’ in piedi a lavorare……scherzavo! Ha sempre i punti, ma per fortuna riesce a stare in piedi senza sforzare troppo il ginocchio. D’altronde non poteva abbandonare i fan del suo caffe’!!!
Per fortuna c’e’ Sabrina, la parte sana della famiglia che regge le sorti dell’attivita’. Brava!
Dopo i saluti ai nostri amici, riprendiamo la strada di casa, oramai manca proprio poco per rituffarci nel caos cittadino. Fine di una bella vacanza, magari poco, pochissimo speleo, ma veramente goduta fino all’ultimo minuto. Spero che le foto che vi ho mostrato possano comunicarvi un poco della serenita’ che hanno dato a noi. Alla prossima!