Grotticella carpinetana con Cristian.
Inizialmente doveva essere i Guardiani. Poi un paio di fattori hanno pesato portandoci a cambiare destinazione, e tutto sommato e’ andata bene. Il primo inconveniente, ci hanno dato buca tutti e siamo rimasti solo noi 2, pochini per una squadra come si deve. Il secondo, che io la sera avrei avuto un impegno, qualsiasi cosa avessimo deciso di fare avremmo dovuto ripartire entro le 5 del pomeriggio per rispettare i tempi. A conti fatti, troppo poco tempo per una grotta come i Guardiani. Queste sono le considerazioni fatte da Cristian mentre facevamo colazione al bar “fico” ad Anagnina. Io non ho potuto far altro che dargli fiducia in quanto la grotta dei Guardiani non la conosco affatto…e poi il mio fine e’ sempre quello di fare speleologia divertendomi in buona compagnia, quindi non ho troppi problemi a cambiare programma. Decisa la nuova destinazione, partiamo con la sola macchina di Cristian. Facciamo rapido un passaggio a Carpineto per un rinforzino di colazione e poi torniamo indietro nei dintorni della grotta del Formale. Parcheggiamo la macchina e ci prepariamo svelti. Pochi minuti e siamo pronti a partire. Cristian mi conduce per un fosso. Lo percorriamo per qualche minuto.
Il posto ricorda una forra in periodo secco. Sarebbe anche carino se non fosse ingombro di rifiuti vari e mucchi di materiali edili quali mattoni e tegole, un vero peccato.
Eccoci alla nostra grotta, non e’ appariscente ma speriamo ci dia soddisfazione. Prima di iniziare Cristian chiama nuovamente, sara’ al decimo tentativo, Vincenzone. E’ lui che lo ha portato a questa grotta e giustamente a Cristian farebbe piacere che ci fosse pure lui. Purtroppo ancora una volta la chiamata finisce in segreteria. Lasciamo perdere per il momento.
A prima vista la grotta sembra strettina, chissa’…Cristian dice di esserci gia’ sceso, quindi e’ fattibile. Sul fondo c’e’ da scavare ed e’ quello che faremo oggi.
Per prima cosa sistemiamo l’armo di partenza raddoppiando il fix gia’ sul posto.
Decidiamo poi di aggiungere un bel deviatore per attenuare lo struscio della corda sulla roccia.
Fatto il lavoro preparatorio, non rimane che scendere. Visto che Cristian gia’ conosce la grotta ed ha armato, lascia a me la prima discesa. Mi impossesso della corda e vado. In effetti e’ strettina come sembrava. A meta’ discesa, circa 3 metri di pozzo stretto, mi trovo attorniato da dolicopode. Mi fermo per fotografarle e per dare loro il tempo di andare a nascondersi. Continuo la discesa a qualche centimetro per volta perche’ possano accorgersi della mia ingombrante presenza, avrei proprio dispiacere a schiacciarne qualcuna.
Missione compiuta, passo senza commettere alcun dolicopodicidio! Prima di arrivare in fondo c’e’ un altro piccolo restringimento ma spostandosi di lato si passa agevolmente, o quasi. Eccomi sul fondo, la continuazione e’ dopo la strettoia che ho davanti, al momento e’ proibitiva. Ci lavoreremo. La roccia e’ compatta ma noi abbiamo un trapano robusto, mazzette e scalpelli a profusione e tanta buona volonta’, che non guasta mai. Mentre sono li’ a tentare di capire il da farsi, mi accorgo di avere un poco di affanno. Strano, la discesa non e’ stata di certo faticosa. Con l’altro capo della corda di discesa il buon Cristian mi cala gli attrezzi. Possiamo iniziare. Anche quando inizio a lavorare la sensazione di oppressione non passa, anzi mi viene un bel fiatone gia’ alle prime mazzettate. Se ne accorge anche Cristian da fuori e mi chiede se vada tutto bene. Gli rispondo attribuendo la cosa al mio scarso allenamento e continuo a lavorare.
Quando mi sento abbastanza stanco, risalgo perche’ Cristian possa darmi il cambio. Mentre riprendo fiato riprendo in una sequenza di foto la discesa di Cristian.
Eccolo che inizia ad intrufolarsi.
Ancora poco e scomparira’ alla vista.
Mentre inizia a fare la sua parte di fatica io mi rilasso fotografando in giro, riesco anche a beccare una farfalla.
Anche Cristian nota un certo affanno gia’ prima di iniziare a faticare. Forse non dipende dalle nostre scarse capacita’ atletiche, deve trattarsi di qualcosa d’altro.
L’ipotesi che facciamo e’ quella di un ristagno di aria. Notiamo infatti che la nostra condensa staziona in mezzo al pozzo senza andare ne’ su ne’ giu’. Che cosa strana.
Cristian ha fatto quel che poteva, ora risale per riprendere fiato.
Quando siamo fuori gli ricordo una situazione quasi analoga, anche se meno fastidiosa, che vivemmo nell’ultima uscita a Grotta Doli fatta insieme, noi 2 con Fabrizio e Valerio. Anche li’ c’era un bel nebbione ed una lieve oppressione. Comunque abbiamo visto che prendendo dei bei respiri profondi si puo’ evitare l’affanno quindi continuiamo a lavorare dandoci spesso il cambio. Il lavoro inizia a dare i suoi frutti. La strettoia ora e’ piu’ larga, ci posso infilare i piedi.
Verso le 2 del pomeriggio ci prendiamo una breve pausa per il pranzo. Io stavolta ho fatto il bravo e ho solo un paio di croccantini al sesamo. Il nostro pozzo attende con pazienza.
Dopo la pausa pranzo ricominciamo il tran tran. Conto che in tutta la giornata avremo fatto su e giu’ almeno 10 volte a testa. Sembra una sciocchezza ma non lo e’.
Verso le 4 del pomeriggio anche Cristian inizia a risentire della stanchezza, io mi ero sentito stanco gia’ da molto prima.
La penultima sessione di lavoro la fa Cristian, risale che sono gia’ le 4 e mezza. Mi invita a scendere per dare una ultima occhiata al lavoro fatto. Mi lascio convincere facilmente. Trovo una situazione gia’ molto piu’ comoda rispetto a quella iniziale.
Con qualche contorcimento riesco a ficcarmi dentro a faccia avanti ed a scattare una foto alla prosecuzione. C’e’ ancora da lavorare parecchio ma la grotta sembra promettere bene. Come all’inizio facciamo risalire gli attrezzi da scavo utilizzando l’altra estremita’ della corda d’armo.
Esco che sono quasi le 5, svelti ed efficienti raccogliamo tutto il materiale rifacendo gli zaini in maniera da poter fare comodamente i pochi metri di cammino che ci separano dalla macchina.
Non ci mettiamo premura perche’ c’e’ ancora tempo. Arriviamo alla macchina che sono quasi le 6. Partiamo poco dopo arrivando puntualissimi al bar “fico” dove recupero la mia macchina. Lascio Cristian ringraziandolo per la bella giornata, quindi mi avvio. Non mi resta che augurarci alla prossima!