Un bel corso, un bel posto e tanta bella gente.
Lo pubblico cosi’, appena terminato, senza nemmeno rileggerlo. A parte i nomi mancanti, di cui chiedo venia, sicuramente mi sono scordato qualche pezzo qua e la’. Se trovate erroracci o avete suggerimenti, siete i benvenuti!
Ma ora andiamo ad iniziare. Quando Simone mi giro’ la mail del corso confesso di averla archiviata senza pensarci troppo su. Nei giorni successivi pero’, parlandogli al telefono mi ricordo’ che si era iscritto e che ci sarebbero stati anche tanti altri amici. Il posto, Ferentillo, non lo conoscevo, pero’ piu’ persone me ne avevano parlato bene…mi sono fatto tentare. Accennata la cosa a Betta ed ottenuta la sua adesione e’ partita l’organizzazione per la gita. Giusto un pizzico di impegno per fare l’iscrizione, contattare Giorgio, il riferimento per l’organizzazione del corso, cercare un posticino comodo per dormire e siamo pronti. Ora rimane solo da aspettare il giorno fatidico. In questo breve periodo arriva una buona notizia, si e’ iscritta anche Claudia, ci accordiamo per partire assieme. Il corso inizia il venerdi’ pomeriggio. Sfoglio la margherita per un poco poi rompo gli indugi e prendo il giorno di ferie, anche Claudia ha fatto lo stesso. L’occasione e’ ottima per partire con largo anticipo e fare una piccola deviazione per visitare Stifone, il delizioso paese sulle rive del Nera e poi ristorarsi, lo dice la parola, al ristorante Pistone di Taizzano. Completata l’organizzazione del viaggio, nei giorni che mancano mi dedico alla ricerca di tutta l’attrezzatura necessaria per il corso. Sono pronto!
Venerdi’ 8 Aprile
Alle 9, appuntamento comodo, Claudia arriva sotto casa nostra col suo fido zaino. Noi abbiamo gia’ caricato il nostro bagaglio in macchina e Luna ha preso possesso del sedile di dietro. Sistemiamo le robe di Claudia, convinciamo Luna a farle spazio e poi partiamo verso Stifone. Visto che tempo ce n’e’ faccio il giro largo. Uscita dall’autostrada a Ponzano, sosta al bar “Zanzibar” per un supplemento di colazione con una delle loro ciambelle giganti e quindi un rapido passaggio a Montebuono. Anche li’ una rapida sosta per salutare Tiziana e Roberto al RobyBar e poi via, verso Stifone. Strada facendo racconto a Claudia che questa e’ la strada che facevo tutti i giorni in occasione dell’ultimo raduno speleo tenuto a Narni. Ci sono molte curve pero’ vado senza fretta e nessuno stomaco sembra risentirne troppo. Ancora una brevissima sosta a Taizzano per assicurarci il pranzo e poi finalmente Stifone. Parcheggiamo al solito posto poi prendiamo per le strade del delizioso paesino. Dopo un paio di tentativi, imbocco la strada giusta, ecco il ponticello che porta alla sponda opposta. Dall’ultima volta che ci sono stato hanno ripulito e sistemato per bene il sentiero che porta al ponte.
Una delle risorgenze che in quel punto vanno a scaricarsi nel Nera.
Oggi l’acqua sembra strepitosa, nonostante il freddo viene la voglia di tuffarcisi.
Ecco il punto dove c’e’ la risorgenza piu’ grande. L’edificio diroccato che si intravede a sinistra dovrebbe essere stato la sede di una delle prime, se non la prima, centrale idroelettrica in italia.
Dalla parte opposta del ponte c’e’ un sentiero che porta al livello di una linea ferroviaria dismessa.
Saliamo al livello superiore, sono pochi passi in salita, favoriscono l’appetito! Siamo subito ripagati dal bel paesaggio.
La ex-ferrovia.
Stifone, ben nascosta tra la vegetazione e le rocce circostanti. Impiego ancora un paio di minuti per raccontare a Betta e Claudia le 4 cose che ricordo di questi posti. Parlo loro della vicina grotta dello Svizzero e dei tentativi di alcuni speleosub di forzare il passaggio per l’ingresso della risorgenza. Claudia e’ molto attirata da questo specchio d’acqua, inizia a proporre una immersioni da queste parti. La cosa tenta pure me, pero’ non avrei proprio idea circa la fattibilita’ della cosa. E’ quasi ora di pranzo, rimandiamo il progetto a data da destinarsi.
Riscendiamo al ponte e lo attraversiamo per tornare sui nostri passi.
Ecco il sentiero rimesso a nuovo, niente male.
E’ quasi mezzogiorno, non abbiamo molto tempo se vogliamo mangiare ed essere a Ferentillo per le 2 del pomeriggio. Eccoci al ristorante di Taizzano…
…con le sue impareggiabili pappardelle al sugo di lepre!
Dopo il lauto pranzo salutiamo con gratitudine i gentilissimi e disponibili gestori del ristorante e riprendiamo la strada. Da qua in poi metto il navigatore perche’ non sono molto sicuro della strada. Andiamo a prendere la superstrada a Narni Scalo e ne usciamo a Terni Est seguendo poi per la Val Nerina fino a Ferentillo. Dopo qualche giro dentro Ferentillo troviamo una anima buona che ci indica la strada per Precetto, la nostra destinazione finale. Prima tappa il B&B che ci ospitera’. Lo troviamo all’inizio delle case di Precetto, con davanti un comodo parcheggio, cosa che chi viene da Roma riesce sempre ad apprezzare!
Sopra di noi le rovine di un castello, mi sbrigo a fotografarlo, scopriro’ poi che e’ ben visibile da tutto il paese. Andiamo a prendere possesso delle stanze, Claudia la sua, Betta, Luna ed io la nostra.
Betta rimane in stanza a riposare mentre Claudia ed io ci affrettiamo alla macchina per andare alla ricerca del luogo dove si terra’ il corso. Sono le 14 proprio adesso, siamo quasi in ritardo. Su Maps ho visto una grande tettoia a lato del paese, ma da li’ a trovarlo adesso che sono sul posto e’ un’altra faccenda. Ci perdiamo per la campagna e torniamo indietro. Strada facendo vedo la tettoia alla nostra sinistra. Giro appena possibile per cercare di avvicinarmici. E’ la strada giusta, eccoci arrivati. Davanti alla tettoia c’e’ un piccolo campo da calcio, piu’ da calciotto direi, ma soprattutto non si vede anima viva. Comunico a Claudia il dubbio che possa non essere il posto giusto. Decidiamo di entrare dentro e fare in macchina la stradina che costeggia tutto il perimetro della tettoia. Quasi alla fine del giro noto una ragazza, e’ seduta sugli spalti e ci da’ le spalle. La chiamo per chiedere informazioni. Quando si gira, una bella sorpresa, la ragazza altri non e’ che Ginevra! Scendo dalla macchina per salutarla festosamente e la costringo subito a posare per una foto con me.
Dopo i saluti a Ginevra, dopo averle presentato Claudia e aver avuto conferma che siamo nel posto giusto, mi dedico ad osservare cosa c’e’ nascosto sotto la tettoia.
Per il momento sembra esserci il deserto. Ginevra ci dice che gli organizzatori, fidando un po’ in un ritardo di noi allievi, un po’ nella nostra comprensione sono andati a mangiare un boccone e torneranno a breve. Pian pianino lo spiazzo sotto la tettoia va popolandosi. Arrivano altri allievi, molti gia’ li conosco, altri no, ma ci conosceremo. La prima attivita’ del corso, o meglio propedeutica, e’ il montaggio di un tendone dove faremo la teoria. Ci divertiamo come bimbi trafficando per quasi un ora incastrando con fantasia e caparbia varie aste di ferro. Alla fine qualcosa ne esce fuori, Ginevra e Claudia ci invitano ad entrare.
Ecco un mucchio di miei amici, iniziando da sinistra abbiamo Lino, Simone e Filippo.
Oramai siamo praticamente tutti, qualcuno sfoga le energie in eccesso provando la parete di arrampicata.
Inizia finalmente il corso. La prima lezione e’ quella di teoria.
Ecco Felice che tiene la lezione e dietro di lui Giorgio che ha curato tutta la logistica.
Mentre Felice spiega le normative e le leggi che regolano le attivita’ su corda in ambito professionale, approfitto per fare un giro di foto, tanto per iniziare ad infastidire i miei compagni di corso.
Simone e Claudia, sono giusto dietro di me, pero’ li becco ugualmente.
Dopo la parte sulle leggi e sulla nomenclatura corretta da adottare parlando di ancoraggi (che ho gia’ dimenticato!), Felice ci mostra tutta una serie di aggeggi vecchi e nuovi, utilizzati nell’armo di una grotta, ad iniziare dai chiodi da roccia fino agli ancoraggi chimici senza dimenticare spit e fix. Come tutte le cose di questo mondo, anche questa lezione termina. Gli argomenti trattati sono stati molti ma senza troppo approfondire, una lezione interessante e per nulla noiosa. Da ora inizia la parte piu’ pratica che, in fondo in fondo e’ quella che ci piace di piu’ a tutti.
Mentre noi corsaioli (o corsari ?!?) iniziamo a dilettarci con zaini, corde e moschettoni, Betta e Luna attendono pazientemente mentre intorno a noi scende la sera.
Mentre la squadra dei cuochi scompare in cucina a terminare i preparativi per la cena, noi ci raduniamo nello spiazzo. Dobbiamo preparare gli zaini per le attivita’ di domani. Gli istruttori ci affiancano spiegando la maniera corretta per preparare uno zaino per l’armo di una grotta. Claudia e Ginevra fanno squadra insieme per stasera.
Sul tavolino ci sono placchette e moschettoni da suddividere equamente tra tutti. Lo zaino stavolta non l’ho portato, per fortuna trovo un’anima pia che me lo presta e quindi posso fare il mio dovere.
Zaini pronti. Ora rimane solo da attendere la cena ingannando il tempo con qualche chiacchiera.
E’ pronto, tutti a tavola!
Ci mettiamo seduti abbastanza sparsi senza badare troppo. Iniziamo a fare gruppo ed a conoscerci tutti.
La cena e’ ottima ed abbondante, mi servo un paio di porzioni abbondanti di spaghetti al tonno!
Luna inizia ad agitarsi, e’ tempo che io la porti a fare una passeggiata.
Facciamo un giro “annusatorio” tutto intorno. Ne approfitto per fare qualche foto al gruppo.
Dopo il giro, ancora qualche minuto per il caffe’ e la grappa poi mi dichiaro cotto e pronto per la nanna. Anche Betta e Claudia sono di questo avviso quindi prendiamo le nostre cose, salutiamo tutti quanti con allegria e andiamo al B&B per un meritato riposo.
Sabato 9 Aprile
La mattina dopo sveglia di buon ora. Alle 7.30 facciamo colazione al B&B poi Claudia ed io salutiamo Betta e Luna per andare al corso. Quando arriviamo troviamo tutti gia’ attivi ed indaffarati. Dopo la lezione su come preparare lo zaino della sera prima, ora dobbiamo svuotarlo, bagnare la corda e riempirlo di nuovo. Repetita iuvant! Eseguiamo tutti con impegno. Ecco un trio d’eccezione, Marika, Claudia e Ginevra.
Un momento di stasi occupato alla meno peggio cercando di rilassarsi.
Giuseppe imperversa anche lui con la fotocamera, ma una di quelle serie.
Si e’ fatta l’ora di partire e quindi…si parte! Ci aggreghiamo cercando di prendere meno auto possibile. Ginevra va in macchina con Giulio e Federica. Claudia ed io troviamo posto nel macchinone di Giulio insieme a Marika e Lino. Nonostante l’ottimizzazione fatta, formiamo una lunga fila di macchine mentre ci dirigiamo compatti verso le cascate delle Marmore dove risiede la palestra di roccia che sara’ la sede delle nostre esercitazioni.
Appena sceso dalla macchina non perdo tempo e faccio un rapido giro di foto.
Subito dopo devo cambiarmi come stanno facendo gli altri, rischio di rimanere indietro.
Mano a mano che si e’ pronti ci si raduna in attesa di conoscere il prossimo passo.
Gli istruttori sono intorno al tavolino a fare il briefing per condividere il da farsi.
Piano piano ci avviciniamo per sbirciare…stanno componendo le squadre. Tra poco si inizia.
Il nostro gruppetto “orvietano” come ci chiamano ora. Visto che questo mi viene facile, ve li presento, C’e’ Giuseppe serissimo con Marika appoggiata alla sua spalla. Si prosegue con Simone, poi Filippo, Lino che fa capolino tra Filippo e Giulio, quindi Claudia ed io.
Caspiterina! m’e’ rimasta fuori Ginevra, che si e’ giustamente dispiaciuta.
Per fortuna non mi tiene troppo il broncio.
Cerco di farmi perdonare con una foto solo per noi.
Non potevo iniziare senza una foto alla macchina formato magazzino di Felice. Una meraviglia.
Ecco la nostra squadra. Per oggi saro’ con Lucia. Un selfie per iniziare col piede giusto mi sembra il minimo. Inizio a canticchiare “Lucy in the sky with diamonds”, cosi’ tanto per fissare il nome della mia compare ed evitare, o almeno limitare, le figuracce.
Ora che le squadre sono fatte, ci sparpagliamo lungo tutta l’ampia parete. Noi ci posizioniamo alla sinistra avendo la parete di fronte. Vicino a noi c’e la squadra di Claudia, le scatto una foto, sembrano gia amiche fraterne.
Ancora una mentre ascoltano con attenzione le prime indicazioni del loro istruttore, Mirko.
Noi che siamo “mejo” di tutti, di istruttori ne abbiamo ben 2, Claudia e Rudy.
Iniziano a spiegarci i primi rudimenti dell’armo partendo dai nodi. Rudy si presta a fare l’albero mentre Giorgia esegue dei nodi.
Claudia inizia la sua avventura.
La breve lezione sui nodi intanto prosegue.
Mi affaccio per dare uno sguardo alla parete che ci attende.
Intanto Claudia e’ gia’ su corda seguita da Mirko.
Tutto intorno a noi ferve l’attivita’. Io ho qualche minuto per guardarmi intorno mentre Lucia si esercita nel piantare uno spit a mano. Io ne sono stato esonerato dopo aver dichiarato di averne gia’ piantati parecchi negli anni passati.
Oramai la parete e’ costellata di corde che partono in ogni direzione.
Ancora una foto a Claudia
Mentre Claudia segue Lucia che opera col piantaspit, Rudy decide che possiamo partire con l’armo. Mi avventuro con gioia. Rudy mi segue mentre opero. Devo piantare 2 fix da 10mm per una partenza sicura. Non ne ho mai piantati di misura diversa da quella da 8mm. Inizio subito alla grande, prendendo dalla sacca d’armo la punta sbagliata, utilizzo la punta da spit! Mi accorgo dell’errore solo quando, andando ad inserire il fix nel foro, questo ci cade dentro. In effetti, mi sovviene, non ho mai avuto fix da 10mm, ne mai ho pensato di utilizzarli e quindi non ho mai comperato la punta da 10mm all’uopo necessaria. Rudy con un paio di urli rimedia la punta giusta e riprendiamo le attivita’. Vengo seguito con attenzione e pazienza da Rudy nell’approntamento della partenza. Finisco il mio lavoro con un bel nodo e sono pronto per continuare.
Il nome dei nodi! Ora siamo ad un corso d’armo ed i nodi non possono avere nomi “confidenziali” come “otto” o “coniglio”, ma solo nomi validi e standardizzati che non ricordero’ mai. Uno mi e’ rimasto impresso in particolare, il buon vecchio “coniglio”, non sapevo si chiamasse “nodo del soccorso” e ci sono rimasto un poco male nello scoprire che oramai solo io lo chiamo “topolino”. Mentre mi aggiorno sui nomi dei nodi, l’attivita’ ferve intorno a me e Rudy.
Claudia e’ impegnatissima ma con un urlo riesco a farla girare per una foto.
Anche Rudy attrezza la sua calata, visto che deve seguirmi in sicurezza.
Mentre lo attendo faccio pulizia dei sassi pericolanti attorno a me e poi continuo con le foto.
Claudia ha ripreso con il suo lavoro, non la disturbo oltre.
Continuo la discesa con Rudy. Quasi in fondo facciamo cadere qualche masso di rispettabili dimensioni con molto fracasso. Fatto questo non rimane altro se non risalire. Qua Lucia mostra con orgoglio il frutto delle sue fatiche, il suo primo spit. Un gran bello spit, devo dire!
Dopo questo preliminare ora si appresta alla sua dose di armo sulla parete.
Sara’ sempre seguita da Claudia mentre Rudy approfitta della pausa per un rapidissimo spuntino. Ora abbiamo anche una ospite, della quale, chiedo venia, non ricordo il nome.
Alcuni aggiustamenti preparatori.
Ora si scende.
Andiamo ad armare!
Rudy fa la supervisione dall’alto. Visto che sono momentaneamente disoccupato ed il mio stomaco ha deciso che e’ ora di pranzo, chiedo licenza per allontanarmi.
Avvicinandomi al tavolo gia’ del briefing, ora delle cibarie, faccio il giro largo continuando a fare foto.
Ecco Marta, Mirko e Giulio con 3 sorrisi uno migliore dell’altro.
Ora non me lo ricordo il tuo nome, sei forse Riccardo?
Claudia e Mirko, anche loro in pausa. Non lasciatevi ingannare, il tavolino “mangereccio” gia’ e’ in via di organizzazione.
Anche con voi sono in difficolta’ per il nome, non me ne vogliate, anzi suggeritemelo!
Idem, come sopra, sono quasi desolato.
Quando si parla di ancoraggi sicuri, qua non si scherza affatto.
Non mi azzardo ad allontanarmi troppo dalla mia zona di operazioni, quindi il resto del gruppo mi accontento di riprenderlo da lontano.
Il proprietario del mio zaino!
Un selfie con Claudia. Ce lo siamo meritato. Claudia dopo aver piantato lo spit a mano, sembra molto rilassata.
Ecco anche Simone con…
Molti hanno terminato di armare la propria calata e stanno sistemando il materiale.
Ecco Claudia in versione armante, molto soddisfatta del proprio operato.
Panoramica.
Eccomi!
Penso loro siano i 2 veterani del gruppo, uno nella veste di allievo, l’altro come istruttore. E’ naturale che lavorino assieme.
Mirko elargisce osservazioni a Giulio.
Ecco Giulio mentre sistema le sue robe e si prepara a riscendere.
Un trio inossidabile, Marta, Mirko e Giulio. Credo che Marta e Giulio abbiano fatto squadra assieme ma non sono sicurissimo.
Mi sposto a curiosare dalle parti della squadra veterani, Maurizio vuole piantare un multi-monti da 10mm e sono curioso di vedere. Quando ci ho provato io mi sono dannato per farlo impanare.
Ora la tavola e’ imbandita con tante cose buone. Rudy per non sbagliare ha iniziato a sgranocchiare del formaggio. Lo so di sicuro perche’ gliene ho rubato un pezzo!
Marta all’opera, assistita da Mirko e tenuta d’occhio da Rudy.
Ancora io vicino a Maurizio.
Mirko e…perdonami, non mi ricordo.
Mi sono quasi dimenticato della mia squadra, la’ sotto c’e’ ancora Lucia che fatica coadiuvata da Giorgia.
Anche all’altro estremo della lunga parete stanno ritornando su. L’ora di pranzo e’ vicina.
Il ritorno di Marta dagli abissi.
Claudia ora e’ anche armata. Lo sguardo deciso e pronto a tutto, non vi avvicinate o vi troverete un fix piantato su un braccio.
La squadra veterani continua ad operare.
Dalla parete finalmente risorge anche Giuseppe. Non lo vedo da stamane.
Si merita sicuramente tutta una sequenza di foto.
Pero’ intervalliamole con qualcuna di Marta, tanto per ingentilire la cosa.
Ancora grappoli di speleo “aggrappolati” alla parete.
L’arrivo di Giuseppe.
Eccolo sano e salvo.
Claudia ha finalmente trovato un posto originale dove piantare un fix.
Finalmente Maurizio parte con le operazioni per pintare il multi-monti.
Mirko e’ riuscito a disarmare Claudia e ora la interroga.
Ecco la parte operativa della nostra squadra, Lucia non e’ sfaccendata come me.
Intanto seguo con discrezione i lavori per il multi-monti.
Un bel sorriso non puo’ essere ignorato.
Rudy e’ sceso da Giorgia e Lucia per dare manforte.
Io continuo a fare il girovago a corto raggio tenendomi a portata di voce dei nostri istruttori.
Ecco la mia squadra all’opera. Intendiamoci, non e’ le “mia” squadra, e’ quella di cui faccio parte, pero’ spero perdonerete la scorciatoia narrativa!
Ecco anche Filippo, anche lui non lo vedo da quando siamo partiti con l’armo, ma dove sono stati tutta la mattina?
Intanto l’assembramento intorno al tavolino imbandito di cibarie aumenta di momento in momento. Oramai e’ pranzo.
La nostra ospite misteriosa, ora sembra imbronciata, le avranno mica rubato il panino?!?
Marika, si finge esasperata dalle mie foto ma non si salva ugualmente.
Giulio, fa l’indifferente e cerca di nasconderlo ma si vede che ha fatto un boccone gigante ed ora fatica a masticarlo.
Mirko ha dato a Claudia una punizione esemplare per aver tentato di piantargli un fix sull’alluce. Deve fare 100 volte il nodo del soccorso inseguito ad occhi chiusi. E’ impegnatissima, anzi ha quasi finito.
Gli “orvietani” si raggruppano, ecco intanto Giuseppe e Filippo.
Anche io mi servo di un robusto panino e mentre lo affronto impavido, continuo a scattare foto.
Marika si e’ apparecchiata un posticino comodo.
Ginevra! S’ha ddi d’anda’ a mangiare!
Ora il panino l’ho mangiato, cosa faccio? Ho alcune alternative, potrei tornare al tavolino delle delizie ma rischierei di esagerare rubando addirittura il pranzo a qualcuno. Scelgo allora di muovermi un poco. Mentre sono ancora che gironzolo, incrocio Felice, e’ alla ricerca di attacchi, prende in prestito 3 dei miei, della mia dotazione iniziale di 5, rimangono ben pochi. Cosi’ alleggerito, scelgo una corda libera e vado a dare un occhio al fiume che scorre alla base della parete. L’acqua e’ quella che viene dalla cascata delle Marmore e, sinceramente, me la aspettavo un poco piu’ pulita. Dalle bolle che vedo sembra piu’ l’acqua di risciacquo di un migliaio di lavatrici.
Alle spalle ho la parete, mi giro ad osservarla. Dal basso fa il suo effetto.
Per salire vorrei utilizzare una corda differente da quella con cui sono sceso. Urlo verso l’alto per avvertire. Dopo alcune urla a squarciagola, mi avventuro.
Con la scusa di una foto a questa curiosa formazione, faccio una sosta per riposare.
Ancora qualche pedalata e sono su.
Sulla mia destra c’e’ qualcuno che, terminato il pranzo, ha ripreso le attivita’.
Anche a sinistra qualcuno riparte, devo sbrigarmi a liberare la via presa in prestito.
Quando sono quasi in cima oramai la parete si e’ ripopolata.
Ecco un bel grappolo speleo. C’e’ pure Felice, lo riconosco facilmente, e’ l’unico che indossa un casco con la visiera.
Eccomi arrivato.
Giulio e nonsochi stanno facendo pausa sigaretta.
Dalle parti della zona dove stava la mia squadra mi sembrano esserci novita’.
Sono li’ che medito se fare una nuova discesa, tanto per sgranchire le gambe quando vengo richiamato al dovere da Rudy e Giorgia. La nostra squadra e’ di nuovo operativa. Lucia ed io armeremo nuovamente 2 vie parallele che alcuni nostri colleghi hanno attrezzato stamane. Con Lucia alla partenza siamo vicini cosi’ ci possiamo scambiare i pochi attacchi per i fix da 10mm che ha rimediato Rudy e soprattutto la chiave da 17 per stringerne i dadi. La mia via e’ piu’ semplice, dopo la partenza scendo qualche metro poi trovo un nuovo fix dove faccio un frazionamento. Potrei quasi scendere fino in fondo, pero’ il moschettone lavora un poco male e, se non si sta attenti la corda tocca. Scendendo ancora qualche metro cerco un altro fix. Non ne trovo, in cambio ci sono svariati spit proprio dove serve a me per fare il frazionamento. Rudy mi presta un attacco, pero’ mi manca il bullone. Sotto di me ho dei colleghi, urlo loro chiedendo se hanno un bullone. Alla risposta affermativa di uno di loro scendo velocemente a prenderlo. Me lo lancia e riesco a prenderlo al volo, oggi e’ il mio giorno fortunato. Ringrazio e faccio per risalire.
Ho anche il tempo per riprendere nuovamente la parete da sotto, il suo lato migliore, secondo me. Mentre risalgo Rudy mi urla che non avrei dovuto scendere senza mettere un altro frazionamento. Salendo gli spiego che ho rimediato il bullone che mi mancava per fare proprio il frazionamento di cui mi parla e quindi procedo nella posa in opera.
Ora va molto meglio, me ne scendo alla base della parete. L’ultimo a destra credo sia Giuseppe. Visto che lui e’ pratico, lo fa per lavoro, Felice gli ha chiesto di ripulire quella zona di parete dalla vegetazione.
Anche Lucia arriva alla base, bravona!
Dopo un rapido commento al nostro misero operato, i nostri istruttori ci rimandano su per la sessione di disarmo. Eccoli in tutta la loro maestria e simpatia.
Alla sinistra incrocio una nostra collega, sento che ha problemi con uno spit che non si stringe, pero’ sono troppo lontano per poterla aiutare, quindi continuo la mia salita.
In ogni caso le faccio un urlo perche’ si giri e mi permetta di fotografarla, non e’ d’aiuto, pero’ serve come allegro diversivo dalle sue pene. Sono cosi’ preso dai suoi problemi che mi dimentico di togliere il primo frazionamento, quello con lo spit. Per fortuna sono ancora abbastanza vicino e, anche se operando a testa in giu’ riesco a toglierlo. Rudy mi urla di chiedere aiuto a Lucia che sta sopraggiungendo a sua volta al frazionamento, ma oramai ho fatto. Mi raddrizzo mostrandogli la placchetta recuperata…credo mi mettera’ 7 in condotta!
Eccomi arrivato alla partenza. Filippo mi osserva interdetto. Si sta gustando un momento di riposo. Sono ai famigerati fix da 10mm (si vede che non mi sono simpatici?!?). Mi manca la chiave da 17 per toglierli. Devo aspettare Lucia.
Magari pero’ sopra c’e’ qualcuno che me la puo’ prestare un attimo. Verso destra, nulla. Filippo non ce l’ha.
A destra, forse forse. Vedo Giulio che e’ appena risalito. Gli urlo la mia richiesta. Si! lui ha la chiave da 17. Svelto me la porge.
Mentre opero sui fix da 10mm, mi raggiunge Lucia. Per fortuna ho trovato la chiave perche’ quella “nostra” l’ha restituita a Rudy, il legittimo proprietario. Finiamo assieme il disarmo poi ne usciamo sani e salvi. Manca solo di rifare gli zaini e poi per oggi avremo finito le nostre fatiche. Lucia si poggia un attimo a prendere fiato.
Rudy e Giorgia ci raggiungono confermando che per oggi abbiamo finito con i lavori su corda. Possiamo riporre le attrezzature. Mi avvio verso la macchina di Giulio per cambiarmi quando chi trovo? Ginevra ed una nostra collega (perdonami, pero’ non mi sovviene il tuo nome) che accarezzano la roccia col martello nel tentativo di piantare uno spit. Una impresa titanica.
Loro pero’ ci mettono tutto l’impegno necessario e riusciranno sicuramente.
Giulio e Filippo gia’ belli e cambiati. Li invidio un po’, la temperatura e’ decisamente scesa ed inizia a fare freddo a stare fermi.
Eccoli, ripresi piu’ da vicino per poterne apprezzare fascino e belta’.
Gli sforzi delle nostre eroine iniziano a richiamare pubblico, ma loro non demordono.
Posa plastica per Ginevra, se la merita.
Ora pero’ sospendo le riprese, devo proprio cambiarmi, la maglietta bagnata addosso mi provoca brividi di freddo sempre piu’ accentuati. Beh, con i vestiti asciutti va decisamente meglio. Per non sbagliare indosso la giacca di pile e la giacca a vento. Mi godo per qualche secondo il calduccio che mi scalda la schiena poi vado a vedere cosa succede di fronte a me, sotto una costruzione in cemento armato che sembra un ex-silo per breccia o cose simili. Ci trovo, parecchie persone, tra le quali Simone e Mirko. Simone ha da poco finito di cimentarsi con un traverso.
Ora c’e’ chi e’ impegnato nel disarmarlo sotto lo sguardo attento di un folto pubblico.
Iniziamo a raggrupparci tutti qua. Sembra che ora ci verra’ mostrato come mettere un ancoraggio chimico.
Marika si procura un sasso. All’inizio non capisco cosa ne voglia fare, ma Giulio che la conosce bene ha gia’ compreso e mi incita a fotografarla.
Ecco, ora e’ chiaro! si e’ procurata un comodo sedile per assistere alla lezione.
Arriva Felice con tutto l’armamentario per i tasselli chimici.
Siamo tutti intorno a lui in attesa che inizi a spiegare.
Approfittando dei preparativi, faccio un rapido giro di foto.
Giuseppe mi guarda brutto, troppe foto?!?
Una delle colonne in cemento armato diventa la protagonista della posa in opera del nostro ancoraggio chimico. L’operazione e’ laboriosa ma da’ soddisfazione. La resina dopo pochi minuti ha “tirato” abbastanza da permetterci di serrare lievemente il dado. Entro poche ora dalla posa, l’attacco sara’ pienamente operativo. Dimostrazione sicuramente utile, e’ sempre cosa buona imparare qualcosa di nuovo. Penso pero’ che difficilmente mi capitera’ mai di piantare un tassello chimico in grotta.
A fine demo, si formano spontaneamente capannelli di chiacchiera. Per oggi la giornata e’ terminata, e’ ora di tornare alla base.
Sulla strada del ritorno Giulio si ferma davanti alle cascate delle MArmore per permettermi di far loro una foto, non le avevo mai viste da questa angolazione. Peccato che la parte verticale sia nascosta dalla vegetazione.
Arriviamo a Ferentillo che la sera e’ appena calata. Mi faccio lasciare al B&B per prendere Betta, e Luna. Facciamo a piedi i pochi metri che ci separano dalla palestra che ci ospita. Quando arriviamo troviamo gia’ tutti a tavola, mancavamo solo noi per iniziare. Grandi cuochi, una ottima cena anche stavolta! Bravoni! Dopo il lauto pasto ed una moderata razione di chiacchiere, mi dichiaro finito e pronto per la nanna. Betta e Claudia sono d’accordo, Luna ci appoggia per fedelta’ canina. Auguriamo la buoanotte a tutti, recuperiamo la macchina e torniamo al B&B.
Domenica 10 Aprile
Una bella dormita e’ quel che ci voleva per ricaricare le batterie. Mi alzo molto piu’ facilmente della mattina precedente. Prima delle 7, Luna ed io siamo a spasso per la rituale passeggiata. Andiamo a vedere il fiume. E poi il paese ancora illuminato.
Nel caso lo dovessi scordare, qui siamo a Ferentillo.
E questo e’ il B&B che ci ospita. Ora che ho fissato i punti di riferimento sono piu’ tranquillo! Possiamo rientrare per fare la colazione con Betta e Claudia.
Dopo la colazione, la storia si ripete, Claudia ed io partiamo per il corso lasciando Betta in compagnia di Luna a continuare il riposo. Il primo che incontro appena arrivato alla base e’ Filippo, gia’ vispo come un grillo e piu’ dispettoso di quelle stelline che sono i suoi pargoli.
Ma qui sono tutti carichi a mille…siamo gia’ in partenza. Ginevra ha l’aria di chi avrebbe ancora da dire qualcosa al cuscino, pero’ anche lei e’ pronta.
Rifacciamo le macchine. Claudia ed io, come il giorno prima montiamo sul macchinone di Giulio. La destinazione e’ anche lei quella di ieri. Eccoci tutti gia’ pronti agli impegni che la giornata ed i nostri istruttori hanno pronti per noi.
Simone e’ strabiliato, ancora non sa perche’ ma lo scopriremo a breve!
Ci si prepara, io imperverso con la mia fida fotocamera.
Inizia a formarsi capannello intorno alla macchina-magazzino di Felice.
I nostri istruttori ne sanno una piu’ del diavolo, hanno portato un gagliardetto gigante per fare la foto ricordo del corso. Una buona organizzazione si vede anche da queste piccole cose.
Ci raduniamo per la foto.
Eccoci subito dopo la foto, ho provato a tenere fermi tutti per farne una anche io ma invano. Sono tutti scalpitanti e pronti all’azione.
Per noi allievi vengono confermate le squadre di ieri. Anche oggi saro’ assieme alla infaticabile Lucia! Lato istruttori invece si cambia, oggi ci seguira’ Mirko. Lucia da brava allieva inizia subito a sistemare lo zaino mentre io continuo a bighellonare con la fotocamera.
Felice e Giuseppe si stanno scambiando battute. In questi giorni si sono pizzicati a vicenda un paio di volte, pero’ sempre in tono scherzoso, diventeranno sicuramente amiconi. Marta e’ presa nella sue cose e non presta loro attenzione. Mirko prepara il suo zaino.
MA qui tutti si stanno dando da fare. Dovrei forse fare anche io qualcosa?
Per fortuna io ho Lucia in squadra, posso continuare con le foto. Guarda un po’, finalmente mi capita sotto l’obiettivo anche il Marco. Benone!
Gli zaini ora sono pronti…grazie Lucia. Un ultimo spiegone di Mirko e poi ci avviamo.
Confesso con vergogna di non ricordare assolutamente nulla di quel che ci ha detto Mirko. Sicuramente sara’ stato qualcosa di utile e saggio. Tapino io che non ho memoria.
E’ giunto il nostro momento. Ora si va su corda. Noi prendiamo una calata vicino al punto dove la parete fa una curva a 90 gradi. Con Lucia ci giochiamo l’onore di iniziare. Alla fine, per rispetto alla mia venerenda eta’, Lucia mi da’ la precedenza. Siamo d’accordo, io armero’ e lei disarmera’, il tutto sotto il vigile occhio di Mirko. Inizio a lavorare, al mio fianco ho Filippo. Lui e Simone hanno deciso di armare una nuova via a fianco della nostra.
Sistemo la partenza, scendo alcuni metri e metto un frazionamento. Nel frattempo Mirko ha sistemato un’altra corda e mi si e’ affiancato monitorando il mio lavoro, facendo osservazioni e correzioni e qualche domanda su cosa voglio fare e come intendo farlo. Dopo il frazionamento mi guardo attorno. Potrei scendere seguendo la verticale, pero’ l’idea non mi entusiasma. Alla mia sinistra trovo quello che fa al caso mio, degli attacchi a tetto a circa 3 metri da me. Li vedo ed e’ subito deciso, armero’ la’. C’e’ un piccolo sperone tra me e loro. Fortuna vuole che appena dopo l’angolo c’e’ un fix che aspetta solo di essere utilizzato. Fraziono usandolo e poi passo al tetto. Regolo il discensore e mi sporgo, ci arrivo a malapena, ma ci arrivo. Inizio ad armeggiare, e’ qui il verbo ci sta tutto. Sistemo i 2 attacchi e poi faccio il nodo. Pensavo ad un topolino/coniglio/nodo del soccorso pero’ Mirko mi suggerisce un bolina doppio. Da poco ho deciso che il nodo bolina doppio incontra il mio favore ed in questa calata l’ho utilizzato per tutti i frazionamenti. E’ semplice da fare e si scioglie facilmente, mi piace. Pero’ non l’ho mai usato per sostituire il buon vecchio topolino. Se Mirko lo consiglia, vuol dire che va bene. Metto in atto. Ho terminato la parte piu’ orizzontale della via con un nodo sul moschettone piu’ vicino dell’armo doppio a tetto. Ho quindi fatto il bolina doppio di cui vi ho parlato. Mirko mi fa notare che il nodo in piu’ in questo caso e’ superfluo e crea solo confusione. Nel caso avessi armato la parte orizzontale come un traverso, quel nodo avrebbe avuto senso per isolare le 2 tratte, ma cosi’, no. Devo dargli ragione e mi sbrigo a togliere il nodo di troppo. Concordiamo che farebbe comodo mettere un moschettone sul nodo per facilitare il passaggio del frazionamento, pero’ non lo abbiamo. Una ultima osservazione su come pretensionare il nodo prima di farci peso poi possiamo dirci soddisfatti. Passo il frazionamento appena montato nei 2 versi e me ne torno alla partenza per lasciare spazio a Lucia che e’ rimasta su ad annoiarsi. Quando arrivo vedo Mirko che modifica qualcosa. Gliene chiedo il motivo. E’ semplice, io utilizzo il discensore alla “romana” con il moschettone di rinvio montato sul moschettone del discensore. Chi lo usa montato sul delta come da scuola CAI, per fare il blocco utilizza piu’ corda. Mirko infatti nel passaggio non e’ riuscito a fare il blocco e quindi sta recuperando un poco di corda per allungare l’ansa galeotta. Non ci avevo proprio pensato, mi appunto di tenerne conto in futuro.
Sono arrivato in cima, becco subito Marco che fatica proprio accanto a noi.
Il suo istruttore lo istruisce dall’alto.
Marco esegue lanciando giusto il minimo sindacale di imprecazioni.
Lucia osserva l’operato di Mirko dall’alto ed inizia a prendere confidenza con la via.
E mettiamocelo un bel sorriso, non guasta mai.
Eccola che scende, e’ determinatissima.
Ora e’ al frazionamento a tetto.
Mirko nel frattempo e’ sceso giu’ e ci attende.
Ora Marco ed il suo istruttore sono assieme, vicini vicini.
Frazionamento passato senza troppi problemi.
Ecco Lucia e Mirko alla base della calata.
Inizio a scendere anche io per raggiungerli.
Sul nodo del frazionamento a tetto ora e’ comparso un moschettone. Si vede che Mirko alla fine lo ha rimediato.
Eccoci di nuovo tutti assieme. Ora parleremo di, e faremo, un piccolo traverso.
Se ne incarica Lucia. Per fare una cosa divertente, decidiamo di armare con un bel multi-monti.
Mentre Lucia fatica io riprendo Simone che termina l’armo sulla via alla nostra sinistra.
Eccolo che ci raggiunge.
Filippo e’ piu’ in alto in attesa.
Lucia ha eseguito quanto doveva ed ora e’ scesa subito seguita da Mirko.
Li raggiungo anche io. Commentiamo brevemente il lavoro fatto poi decidiamo che e’ tempo di risalire. Mi apparto appena un minuto per un bisognino poi riprendo la via su corda. Intanto Mirko e’ gia’ su a commentare con Simone l’armo fatto.
Per ultima parte Lucia, le tocchera’ il disarmo.
Inizio a salire. Mirko salira’ per la via armata da Filippo e Simone per vedere il loro lavoro.
Sono al tetto quando arriva Felice. Inizia a scendere sulla nostra via, viene a curiosare un po’ sul nostro operato.
Mi fermo ad aspettarlo e nel frattempo riprendo Marta e Noncapiscochi mentre lavorano.
Questa era venuta scura, pero’ mi dispiaceva buttarla via. Ho provato a giocarci un po’ ed e’ venuta fuori l’immagine che vi propongo. L’effetto non e’ malaccio.
Mentre Felice scende io passo il frazionamento a tetto e mi posiziono in maniera tale da poterlo superare senza troppa ginnastica. Grido la libera a Lucia che inizia a salire. Spiego a Felice che era mia intenzione aspettare Lucia. Lei e’ un poco meno alta di me e non vorrei avesse difficolta’ nel disarmo del frazionamento a tetto dove io arrivavo a malapena. Visto che l’istruttore e’ lui, mi sembra logico cedergli il posto, quindi ci avvicendiamo. Mentre aspettiamo Lucia, come accade spesso facendo attivita’ assieme, scambiamo qualche chiacchiera ed esce fuori che abbiamo qualche esperienza e conoscenza in comune. Un momento simpatico. Lucia sta arrivando, e’ tempo che mi levi di torno, riprendo a salire. C’e’ Claudia ad attendermi. Su sua richiesta le passo la fotocamera.
Mi metto in posa per una foto e poi riprendo a salire.
Lucia e’ arrivata al punto dolente.
Saluta Felice ed inizia a lavorarsi il frazionamento.
Per agevolare Felice nei movimenti gli caliamo una corda di servizio. Con grande sconcerto di un istruttore vicino a me in quel momento, che pero’ non saprei identificare, lego la corda alla meno peggio, con un bolina semi-inseguito, alla partenza che gia’ abbiamo utilizzato per la calata. Fatto il nodo, gli passo la corda. Lui la fraziona al fix dove e’ allongiato, ora puo’ muoversi con piu’ agio. Non sapendo come finira’ la faccenda prendo un cordino e lo sistemo sui 2 attacchi di partenza. Nel caso ci fosse bisogno potro’ modificare l’armo della corda di Felice per farlo arrivare piu’ facilmente vicino a Lucia. Predisposto un armo per il “non si sa mai” posso riprendere con le foto. E’ arrivato anche Giulio a farci un saluto mentre tira il fiato dalle sue fatiche.
Ecco Giulio e Giulio. Una accoppiata fantastica, per ora solo per farsi una fumatina assieme, ma il futuro…chissa’ quali avventure e grotte riserva loro?!?
Mentre Lucia lavora sodo sul frazionamento ostico io vago con la fotocamera facendo scatti a piu’ non posso.
Eccolo lui, mentre affronta la discesa. Vorrei esprimergli tutta la mia simpatia ricordando come si chiama, purtroppo la mia testaccia dura non collabora.
Ecco Lucia!
Dai rossi che ha messo per la fatica e lo sguardo di rimprovero che mi manda penso sia opportuno che io mi eclissi
Faccio lo gnorri e riprendo a fare foto a casaccio per ingannare il nervosismo.
Zitti, zitti. Ora sorride! La bufera e’ passata.
Eccola al frazionamento finale. Le chiedo anche il piacere di togliere il cordino di emergenza che avevo sistemato.
Il circoletto dei fumiganti si e’ ampliato.
Lucia e’ arrivata sana e salva. Ora posso riprendere il mio vagabondare fotografico. Strada facendo sosto al tavolino delle cibarie e mi approprio di un paio di arance.
Dalle parti delle macchine l’atmosfera e’ rilassata, siamo in aria di ritorno alla base.
Il ritorno da un bisognino mi porge il punto di vista per una foto panoramica del nostro mucchio selvaggio di macchine.
Sotto al silo intanto ferve l’attivita’.
Giulio e’ impegnato con il traverso.
Il nostro istruttore veterano mostra alcuni dei suoi attrezzi, alcuni fanno parte della storia della speleologia su corda.
Ginevra! Non l’ho piu’ vista da quando siamo arrivati. E’ frizzante come sempre, sicuramente molto piu’ di stamane.
E’ ufficiale, si torna alla base per il pranzo. Iniziamo a svestire i panni speleo e a sistemare il materiale.
Qualche capannello di chiacchiera.
Mi ripeto, ma non potevo cancellare un bel sorriso.
Lucia! Giustamente soddisfattissima del proprio operato, si gode il sole.
Il corso ha avuto alcuni feriti, eccone uno che mostra fieramente la mano contusa e lacera.
Da questa parte si fa proprio salotto.
Che squadra, una foto ce la siamo proprio meritata.
Lucia e Marta. Anche questa sarebbe stata una squadra niente male, avranno sicuramente modo per farlo nel prossimo futuro.
Anche Marike ha avuto un incontro brusco con la roccia, ma non se ne cura.
Un selfie con Ginevra non lo vogliamo? Certo che si!
Ora tocca a Ginevra e Giulio. Mi metto in ginocchio per fotografarli a figura intera e perche’ pensavo servisse per slanciare le figure. Ginevra mi urla che cosi’ le foto non si fanno. Devo darle retta, e’ lei l’esperta nel settore foto.
Mi sbrigo allora a rimediare facendone una dall’alto, lascio a voi decidere quale sia migliore.
Cedo la fotocamera per una foto assieme. Si aggrega anche Giuseppe,
E’ ora di partire, tutti in macchina.
Quando arriviamo a Ferentillo, come al solito mi faccio lasciare al B&B per prendere Betta. Sono le 2 del pomeriggio, anzi sono passate abbondantemente. Lei ha giustamente gia’ pranzato, quindi non e’ interessata alle cibarie che i cuochi hanno preparato per noi. La saluto e mi avvio. Passando per il bar del paese trovo il gruppo “gubbiese”, che sta facendo aperitivo. Mi aggrego per simpatia e col malcelato intento di scroccare un passaggio. Quando ci chiamano per avvertire che il pranzo e’ in tavola ci muoviamo. Alla base, vedo, passando per il campo di calcio, che ci sono dei bimbi che guardano in cagnesco le nostre macchine che impediscono loro di giocare. La cosa mi e’ confermata da Giuseppe che ha appena spostato la sua per timore di pallonate di vendetta. Mi sbrigo a spostare anche la mia per togliere l’incomodo ai bimbi. Compiuto il mio dovere in una macchina rovente, me ne torno dai miei amici, oramai tutti intenti al pasto.
Eccoli che inforchettano con impegno.
Claudia, cara Claudia, mi ha tenuto posto e pasto. E che pasto, una porzione super di ottima pasta.
Giulio e’ ingrugnato, sara’ la stanchezza.
Lucia in fondo al tavolo tiene banco.
Leonida, purtroppo mi e’ capitata sotto fotocamera solo ora. Pero’ e’ meglio tardi che mai…faro’ meglio la prossima volta.
Ma della caffettiera col tatuaggio pipistrellato, ne vogliamo parlare?!?
Lui, che e’ proprio lui (chiedo venia per il nome), insiste per una foto ricordo con lei.
E poi la sfrutta senza rimorsi.
L’atmosfera ora e’ proprio rilassata. C’e’ chi prova il sigaro. E’ venuto a trovarci anche lui, si quello con la maglietta rossa, di cui non ricordo il nome. E’ Uno degli speleo-eroi che sta’ facendo un lavoro monumentale al Cucco.
Intanto la caffettiera continua ad essere protagonista. Ne approfitta anche Claudia.
Giuseppe e Filippo…non dico di piu’.
Il pasto volge al termine.
L’ammazza-caffe’ alla eugubiena?
Arriva il momento di tirare le somme. Felice ci raduna tutti sulle scalinate.
Felice e Mirko fanno un rapido sunto delle giornate passate assieme.
In un clima attento ma rilassato, ascoltiamo.
Qualche parola la dice anche il nostro cuoco a cui va tutta la nostra stima. Si e’ ampiamente guadagnato il caldo applauso che gli tributiamo.
Ma intanto facciamocelo un selfie.
Ora la parola ai veterani del gruppo, la loro esperienza e’ e rimane preziosa.
L’ala sinistra dell’auditorio. Ora tocca a noi a parlare ed iniziamo da qui. Ognuno si presenta e dice la sua. Un momento simpatico in cui potrei imparare i nomi dei miei colleghi se avessi una memoria minimamente piu’ affidabile.
Finito il giro di presentazione e commento, ci sarebbe la consegna degli attestati. Gli attestati non e’ stato possibile stamparli quindi ce li manderanno in un secondo momento. L’unico che e’ stato prodotto e’ quello di Giuseppe, redatto in forma scherzosa da Felice. L’avevo detto che a forza di pizzicarsi sarebbero diventati amici.
Ite, cursus est! E’ ora di tornare a casa. Dopo dei rapidi ma affettuosi saluti di tutti con tutti, di concerto con Claudia prendiamo il largo. Andiamo svelti a recuperare Betta, Luna ed i bagagli e poi…via come il vento. Tanto per no perdere l’abitudine scatto una foto alla cascata delle Marmore mentre ci passiamo davanti.
Il ritorno da una bella esperienza e’ sempre un poco triste quindi ometto di narrarvelo. Rimane solo lo spazio per un bel: “Alla prossima”!