Seconda uscita di corso, di nuovo con tanti amici ed i nostri corsisti, Raffaella, Alice, Marta, Martina e Valerio.
Come seconda uscita del corso abbiamo un’altra “classica”, l’Ouso di Pozzo Comune. Questa volta pero’ utilizzeremo la conosciutissima grotta in maniera inusuale. Per la prima volta, credo, sfrutteremo i salti all’ingresso della grotta per istruire i nostri “corsari” circa il corretto utilizzo degli attrezzi per scendere e salire su corda. Quando saranno padroni della tecnica continueremo il loro addestramento continuando la discesa. Anche questa volta Pamela e’ gentilissima e passa a prendermi con la sua sbuffante macchinina. Con lei raggiungiamo felici e contenti il bar “fico” vicino Ikea di Anagnina. Tra una colazione e l’altra il gruppo viene a formarsi. Ecco una buona parte del nostro corso, mi sembra manchi solo Raffaella, ma arrivera’ a breve.
Siamo tutti, si parte. Per problemi di orari di rientro ci troviamo in 4 con 2 macchine. Lascio a malincuore Pamela in auto con Andrea e vado in macchina di Stefano a fargli compagnia.
La giornata e’ molto piacevole, noi, Stefano ed io facciamo una rapida sosta in paese per comprare cibarie. Quando raggiungiamo il resto del gruppo, sono in piena attivita’. Stefano sta spiegando i vari componenti della attrezzatura speleo.
Quando Stefano termina la sua lezione, vengono distribuite le attrezzature ed iniziamo a prepararci. Un gruppetto formato da Pamela, Stefano, Adriano ed io sara’ destinato all’armo della grotta. Andrea sara’ con noi a supporto. Il resto del gruppo sara’ con i corsari per assisterli nei loro primi “passi” su corda. Noi della squadra d’armo terminiamo di prepararci poi ci avviamo alla grotta con tutti gli zaini dei materiali. Gli altri indugiano al sole e assistono gli allievi nella vestizione della loro attrezzatura. All’ingresso della grotta troviamo una sorpresa, ci sono gia’ delle corde messe. Qualcuno e’ in grotta, speriamo non siano un gruppo troppo numeroso. Digerita l’informazione vediamo di organizzarci. Visto che tutto il primo tratto della grotta e’ possibile armare i salti sia da un lato che dall’altro, decidiamo di armare comunque con le nostre corde sfruttando i numerosi attacchi disponibili. Sistemati i primi 2 salti vediamo il resto del gruppo arrivare alla spicciolata. Noi abbiamo terminato quindi attraversiamo la prima sala ed andiamo ai primi pozzi lunghi. Il gruppo prima di noi ha scelto di scendere per il primo pozzo che si incontra, non per il classicissimo 19 che e’ poco piu’ in la’. Nel primo pozzo non c’e’ possibilita’ di mettere 2 corde quindi per il momento desistiamo. Stefano e Pamela vanno ad armare il 19. Io scendo per il primo pozzo. Una volta alla base del pozzo proseguo per il meandro fino al salto successivo dove ritrovo i miei amici armatori. Faccio i complimenti a Pamela perche’ e’ stata lei stavolta a cimentarsi con l’armo acrobatico del pozzo da 19. Sono tutti fermi sopra al salto perche’ hanno sentito delle voci in avvicinamento. Sono gli speleo misteriosi che ci hanno preceduto nell’armo della grotta, sembra stiano facendo ritorno verso l’uscita. E’ proprio cosi’, in pochi minuti ci raggiungono. Ci salutiamo, non ci conosciamo ma sembrano simpatici. Sono in 2, sono di Segni e sono la totalita’ dei soci del neonato gruppo speleologico di Segni. Visto che ora disarmeranno i pozzi, torniamo indietro con loro per sistemare le nostre corde. Loro risalgono per il primo pozzo mentre io li precedo passando per il 19. Ecco il primo “segnano” che esce dal primo pozzo. Purtroppo non ricordo il loro nome pero’ approfitto per mandargli i miei saluti e per rinnovare l’invito a contattarci per fare qualche attivita’ speleo assieme.
Dopo averli salutati riprendiamo con le nostre attivita’. Adriano recupera il necessario e scende ad armare il primo pozzo, io scendo giu’ di nuovo e do una mano ad armare i salti successivi, quindi risalgo fino all’ingresso. Il gruppo corsari ha finito di fare esercizi sui saltini all’ingresso. Ora i nostri allievi sono pronti a cimentarsi con la grotta vera e propria. Li lascio andare mentre mi cimento con una foto dell’ingresso.
Quando ho terminato di armeggiare con fotocamera e cavalletto le attivita’ ancora fervono nelle vicinanze.
Boh!
L’armo e’ terminato, riuniamo i gruppi e diamo una mano nel seguire i nostri corsari. Ecco una agguerritissima Martina al passaggio di un frazionamento.
Non so chi, non so dove…
Una Alice in incognito freddoloso.
La foto di gruppo delle lunghe luci!
Maurizio ed Alice si prestano gentilmente per una foto restando immobili per svariati secondi fino ad un mio cenno.
Ancora Maurizio ma stavolta in compagnia di Martina.
Anche con lei riesco ad ottenere la pazienza di una foto!
Scaliamo tutti di una posizione, io vado dove era Maurizio e proseguiamo ad assistere Martina nella discesa. Mentre noi siamo affaccendati in questi passaggi su corda con Martina, Alice e Raffaella, un gruppetto, guidato da Max, ha continuato per la grotta. Tra loro ci sono Marta e Valerio, arriveranno sicuramente fino al Marilu’ percorrendo il fantastico meandro, uno dei piu’ belli che conosca.
Fabio fa assistenza nel tratto che precede la mia postazione attuale.
E’ la volta di Raffaella col suo sorriso esplosivo!
Arrivata a me la lascio proseguire con l’assistenza del buon Maurizio che attende paziente in una posizione scomodissima.
Mi affaccio a vedere sotto, all’arrivo del pozzo. Ci sono Stefano e Martina che ci aspettano per continuare.
Raffaella mentre affronta l’ultimo frazionamento prima di arrivare a raggiungere Martina.
Alice dubbiosa?!?
Ora siamo tutti alla base del pozzo. Si puo’ pensare ad uno spuntino. Sentiamo vociare, sono i nostri esploratori che ritornano dalla visita fino al Marilu’. Anche se questa foto e’ sfocata la lascio lo stesso poiche’ e’ la prima che ho con Marta in questa grotta.
Foto ricordo con alone nero.
Stefano H2O, il piu’ organizzato, prepara una ottima minestrina, faccio in tempo ad assaggiarla prima di ripartire. Complimenti al cuoco!
Anche questa la tengo, Stefano si vede benone, la macchia gialla e’ Paola mentre attraversa la pozza cercando di non bagnarsi i piedi.
Raffaella vittoriosa e soddisfatta.
Visto che mi porto in giro il cavalletto, tanto vale sfruttarlo. Di tempo ne abbiamo, c’e’ un poco di fila ai pozzi.
Siamo alla base del primo pozzo. Inizio a sentire freddo. Dalle voci alla base del 19 sento che si sta liberando. Decido di risalire da quella parte. Invito Alice a seguirmi e lei viene con me. Mentre aspettiamo che Stefano Astico risalga facciamo delle foto.
E’ sempre in incognito, pero’ vi assicuro che e’ lei!
Eccola a viso scoperto.
Tento di cogliere Alice mentre risale ma e’ troppo svelta e non riesco altro che a riprendere una lieve oscillazione della corda…un vero e proprio fulmine!
Rimaniamo indietro per fare il disarmo. Quando usciamo e’ gia’ notte. Le nostre corsare sono stanche ma soddisfatte.
Fuori trovo che anche Maria ci ha raggiunti, ne son contento.
Stefano, dopo avergli fatto compagnia in macchina all’andata praticamente non ci siamo piu’ visti finora.
Pamela mi ruba la fotocamera e mi riprende mentre cerco con fatica di far girare la ghiera del delta.
Max ha terminato di verificare il materiale ed ora si appresta a cambiarsi.
Sistemato tutto il materiale e rivestiti panni asciutti siamo pronti per la cena. In paese la nostra meta fissa e’ la Sbirra. Una volta parcheggiati in pochi passi siamo li’, pronti per un sano ed abbondante pasto rifocillatore.
Anche Paola ci ha raggiunto insieme a Maria, anche lei la rivedo con piacere. Andrea per non sbagliare prende posto tra le 2 ali della tavolata cosi’ da non perdere nulla di quel che passera’!
La cena si svolge allegra ed abbondante di buon cibo, proprio come avevo sperato. Stavolta ci fanno assaggiare anche una specialita’, le fettuccine con farina di castagne, niente male.
Faccio un ultimo giro di foto della tavolata poi ripongo la fotocamera, per oggi basta.
Come tutte le cose belle (e per fortuna anche quelle brutte) alla fine anche la cena termina. La breve passeggiata fino al parcheggio mi scuote dal torpore post-pasto. Al ritorno vado ospite di Andrea e Pamela. Non credo di essere stato molto di compagnia ma ad ogni modo in qualche maniera Andrea ci porta fino ad anagnina dove recuperiamo la macchinetta di Pamela per l’ultimo tratto (grazie Pamela!) fino a casa mia. Altro da dirvi non ho se non il solito, alla prossima!