Forra Rio Ponze con Stefano, Tommaso, Elena, Andrea, Luca ed io.
Il buon Stefano organizza una uscita in forra “in famiglia”, sapendo che sono in vacanza in zona, mi invita a partecipare. Io accetto con entusiasmo e la mattina del giorno stabilito me ne parto da Tagliacozzo con largo anticipo. Non sono mai stato alla forra Rio Ponze, pero’ Stefano me ne ha inviato le coordinate ed ora le ho sul navigatore, cosi’ sono sicuro di non perdermi. Strada facendo mi fermo ad Arsoli per la colazione e ne approfitto per riprendere il paese. Arrivo sulla tiburtina, il navigatore mi indica di girare a sinistra ed io seguo con somma fiducia le sue indicazioni. Altro incrocio, il navigatore mi dice di girare a destra per Marano Equo, eseguo. Appena girato mi trovo a passare un ponte, sotto scorre placido l’Aniene. Mi fermo per ammirarlo.
Saro’ vicinissimo alla meta, mando un messaggio a Stefano e mi fermo li’ ad aspettare, dovranno anche loro passare da qua, mi dico. Quando mi accorgo che l’ora dell’appuntamento si avvicina e loro non si vedono ancora penso sia il momento di avvicinarsi al vero luogo dell’appuntamento, vicino Anticoli Corrado. Rimonto in macchina e continuo a seguire le indicazioni del navigatore. Strada facendo mi giunge il messaggio di Stefano, loro sono arrivati…ma come e’ possibile, mi chiedo?!? Non li avro’ visti passare mi rispondo, il navigatore per il momento ha ancora la mia piena fiducia. Entro in Marano Equo ed il navigatore mi manda per stradine sempre piu’ piccole e malmesse. Segue un momento di panico con scambio di messaggi tra me e Stefano. Mi ritrovo su una strada bianca che e’ anche un sentiero naturalistico, incrocio sovente persone a passeggio. L’ottuso navigatore mi dice di andare avanti, inizio a detestarlo con tutto il cuore ma oramai sono rassegnato a seguirlo. Seguo la strada bianca per almeno 3 chilometri quando finalmente ritorno sulla strada asfaltata dove i cartelli indicano che girando a sinistra arrivero’ ad Anticoli Corrado. Spengo il navigatore con soddisfazione e accompagnando il gesto con parole qui non ripetibili. Una serie di curve ed arrivo dove avevamo appuntamento. Stefano mi ha avvertito che loro si sono spostati alla partenza della forra quindi imbocco senza indugi la strada sterrata seguendola fino ad incontrare il mio amico con tutta la sua parentela. Ci presentiamo. Tommaso lo ri-conosco, e’ una vecchia gloria dello SCR, lui smetteva speleo per metter su famiglia quando io cominciavo a frequentar grotte. I ragazzi che sono con lui sono il frutto delle sue fatiche familiari. Ve li presento, Luca e’ il piu’ grande, gli altri 2, come scopiro’ piu’ tardi sono gemelli e sono Elena ed Andrea. Li costringo subito a restare in gruppo per una foto cosi’ iniziano a capire cosa dovranno subire nel corso della giornata.
Finiti i preparativi partiamo, siamo all’uscita della forra e dobbiamo arrivare a piedi alla partenza.
La salita sale ed il caldo non aiuta, si suda benone in compenso.
Una mora rinfrescante?!?
Arrivati in cima dobbiamo fare avanti ed indietro un paio di volte per cercare l’imbocco del sentiero che conduce alla partenza della forra. L’unica certezza e’ che la forra e’ alla nostra sinistra. Dalla cima quindi torniamo indietro cercando a destra. Il primo sentiero che incontriamo e’ evidente ma Stefano ricorda che non e’ quello giusto, si sono persi con lui gia’ la volta scorsa. Piu’ avanti di almeno 10 metri c’e’ un sentiero appena accennato, e’ lui quello giusto. Lo assaliamo con audacia e sprezzo del pericolo subito godendo della frescura data dall’ombra delle piante.
Eccoci arrivati.
Dopo un momento di riposo iniziamo l’esercitazione di discesa con l’otto. I ragazzi devono imparare e Tommaso gradisce un ripasso. Parte Elena “spintaneamente” volontaria.
Eccola che scende aiutata da Tommaso.
E’ il momento di Andrea, i fratelli si godono le sue fatiche.
Eccolo anche lui alle prese con gli attrezzi e le corde.
Se la cava benone.
Anche Luca prova, pero’ lui ha gia’ avuto modo di provare qualcosa con zio Stefano.
Elena preferisce un ripasso di tutta la faccenda, la accontentiamo con piacere.
Eccola che arriva soddisfatta ed oramai padrona della tecnica.
Iniziamo la discesa della forra. Ora si fa sul serio! Il primo a scendere dopo Stefano e’ Tommaso, quindi e’ il momento di Andrea.
Dopo Andrea parte Elena.
Eccola.
La seguo passo passo.
Praticamente arrivata.
Ecco Luca, e’ tranquillo, si vede che ha gia’ provato altre volte.
Seguo anche lui quasi passo passo.
Arrivato!
Mentre io scendo e disarmo, il gruppo scende al salto successivo. Quando li raggiungo, Stefano sta attrezzando per scendere.
Ecco il nuovo salto, si inizia a fare sul serio.
Stefano parte.
Lo seguiamo con attenzione.
Proprio un bel salto.
Alfin giunto.
Scende per primo Tommaso.
Visto che ci sono decido di fare una serie di foto a tutti, quindi non risparmio sicuramente Tommaso.
Quasi arrivato.
“Avanti un altro”! Chi, noi? Sembrano dire i ragazzi.
E’ il momento di Andrea.
Partenza! E’ talmente leggero che la corda fa fatica a scorrere nell’otto. Beato lui!
Meta’ strada, il piu’ e’ fatto.
Ci siamo quasi.
Parte Elena, l’indomita.
Scende senza problemi.
Luca osserva e supervisiona.
Tutto si svolge come deve ed Elena e’ quasi alla base del salto.
Parte Luca, quasi non faccio a tempo a riprenderlo.
Foto di mezzo.
Anche lui e’ quasi arrivato.
Rimango solo io, sciolgo il traversino di avvicinamento e scendo a raggiungere i miei amici. Stanno passando un breve salto.
Tommaso! Tra poco scendera’ lui.
Eccolo all’opera.
Intanto Stefano attrezza il salto successivo.
Luca si prepara a scendere il saltino.
Partito.
Ora scendo anche io. nel frattempo Stefano ha sceso il salto successivo.
Stefano e’ arrivato.
Scende Tommaso.
Il morale e’ alto!
Elena affronta impavida la discesa.
La costringo ad una pausa per la foto.
Tommaso la attende.
In quel punto c’e’ un po’ d’acqua, si deve cercare di non bagnarsi i piedi.
Sana e salva. Subito dopo parte un altro salto e Tommaso e’ li’ pronto per dare assistenza.
Ora parte Luca.
Giu’ veloce.
Sosta foto.
Una catena di montaggio, Luca arriva, Elena riparte.
Scendo anche io e finalmente vedo il salto successivo.
E’ il momento di Tommaso.
Si merita una sequenza anche lui.
Pausa foto.
Sono tutti giu’. Non mi rimane che scendere anche io.
Quando arrivo Stefano, indomabile, ha sceso il salto successivo. Iniziamo a scendere anche noi. Inizia Luca.
Tommaso controlla.
Luca al cambio di pendenza.
Parte Tommaso.
Poi Elena.
La costringo ad una pausa per la foto, ma oramai e’ quasi rassegnata.
Anche lei inizia la parte verticale del salto.
Il salto appena sceso visto dal basso.
Al salto successivo facciamo un cambiamento, scendo io per primo.
Oramai hanno preso confidenza con corde ed otto quindi c’e’ anche voglia di scherzare. Qualche risata ci sta sempre bene.
Stefano e’ alla partenza a dirigere il traffico degli scendenti.
Arriva Tommaso. La parete del salto penso sia una enorme colata calcitica ricoperta di muschio. Molto bella o almeno molto particolare.
E’ la volta di Andrea.
Poi viene Elena.
Quindi Luca.
E buon ultimo Stefano.
E’ la prima discesa di Stefano che riprendo quindi si merita piu’ foto!
Ancora una.
Mentre Stefano scendeva ho attrezzato il salto successivo, Tommaso e’ sceso e adesso e’ la volta di Elena.
Stefano e Luca rifanno la corda.
Al salto successivo c’e’ una piccola difficolta’. Se non ci si vuole bagnare si deve traversare lateralmente fidando delle proprie capacita’ arrampicatorie.
Scendiamo prima Stefano ed io, poi Tommaso.
Elena rinuncia a rimanere asciutta e si immerge con gli scarponi in acqua. Appena fuori cerca di togliere l’acqua dai calzini.
Per il resto della forra, con sollievo di tutti tranne me, non posso fare foto poiche’ si e’ scaricata la batteria. Per fortuna (!) alla macchina ne ho una di riserva quindi ricomincio ad imperversare.
Pero’ e’ tardi e dobbiamo tornare a casa, mi limito ad un paio di foto di gruppo alla luce dei fari della macchina. Questa e’ del gruppo familiare.
E questa con me, Stefano si e’ gentilmente offerto di scattarla.
Per il ritorno mi affido alla guida di Stefano, lo seguo come un’ombra fino alla autostrada dove lui segue per Roma ed io prendo direzione L’Aquila. W Stefano, abbasso il navigatore!