Una simpatica gita alle Piane con Simone, Pamela, Claudia, Laura, Giuseppe, Federico, Alessandro ed io.
Stavolta “lo famo strano”! Visto che Simone ha fatto qualche foto delle sue, ve le mostro subito cosi’ avrete tempo per scordarle prima di vedere quello che ho combinato io!
Andiamo con la prima…e poi staro’ quasi zitto! Ne approfittero’ solo per presentarvi i partecipanti alla bella giornata. Qui abbiamo Claudia quasi nascosta dietro Alessandro e quindi Pamela. Ancora Pamela e quindi Laura.
Giuseppe.
Pamela.
Federico!
Alessandro.
Io!
Qua l’unico che manca e’ Simone, l’autore della foto.
Ora che le foto di Simone son terminate, andiamo a cominciare. Dopo l’appuntamento alle 9 al bar “fico” di Orvieto ci dirigiamo verso la grotta. Una breve sosta a Prodo per mostrare ai nostri amici da dove parte l’omonima forra e’ quasi d’obbligo.
Quando escono stiracchiandosi dalla macchina esce fuori un possibile problema che ci terra’ compagnia per tutta la giornata. Claudia ci chiede candidamente se per caso a Titignano ci sia un benzinaio. Noi sorridendo gli rispondiamo di no chiedendo il perche’ della sua domanda. La risposta ci lascia un poco sorpresi, quando siamo partiti da Orvieto si e’ accesa la riserva ed ora Claudia teme di non farcela! Arrivati sin qui si puo’ fare altro che giocarsela e continuare fidando nel parco consumo della panda.
Ecco la valle dove si snoda la forra.
Dopo averla ammirata ripartiamo svelti verso Titignano. E’ tardi, pero’ una visita al borgo la si deve fare, una cosa svelta. Alla fine anche Simone acconsente alla sosta.
Ci avviamo verso il borgo in formazione compatta.
Eccoci!
La chiesa, Claudia va a curiosare, ne esce della musica, ci sara’ un matrimonio? Non andiamo a verificare.
Andiamo invece ad affacciarci e a gustare il bel panorama.
Ognuno si prende il suo tratto, senza litigare.
Il lago di Corbara.
Dopo la breve visita al borgo, ripartiamo, stavolta nessuna sosta fino alla grotta anche se Claudia quasi si sente male nell’ansia da benzina e per evitare le insidiosissime buche che incontriamo per via. Alla fine comunque arriviamo sani e salvi e ci cambiamo.
Si parte!
Scende prima Simone che sistema la corda. Passeremo per il traverso armato con il cavo di acciaio che permette di evitare la strettoia, classico passaggio nonche’ spauracchio di tutti i neo speleologi che vi si imbattono.
Laura attende il suo turno per scendere.
E’ il momento di Pamela.
Io chiudo la fila. Scendo e, tanto per non cambiare, passo per la strettoia, giusto per il gusto di vedere se ci passo ancora! In breve sono dall’altra parte ad aspettare i miei amici. Ecco Claudia che fa capolino.
Arriva…arriva…ma…e’ un cuore!
Quando siamo riuniti oltre il primo ostacolo iniziamo la passeggiata. Simone guida il gruppo ed io chiudo la fila.
Il primo passaggio un poco esposto.
E la sosta nella saletta sotto tanto per riprendersi dallo stress.
Ogni tanto costringo Pamela, che e’ subito avanti a me a delle soste per fare foto, poi dobbiamo correre per non rimanere distanziati e perderci nei meandri delle Piane.
Un rilassamento momentaneo.
Ogni tanto si incontrano pipistrelli, sia in volo che appesi alle pareti. Sulla parete ce ne sono un paio, quelle 2 piccole macchie scure in alto.
Laura si ferma per scattare una foto, ne approfitto subito anche io.
Anche Simone decide che e’ il momento per alcune foto e dispone il gruppo, e quindi le luci, per una buona resa. Io fotografo il “backstage”!
Ancora una.
La pausa foto e’ terminata infatti Laura si muove mentre scatto.
Continuiamo ad andare.
Panorama.
La barriera di colonne. Altra sosta per le foto. Il sorriso luminoso di Pamela.
Questa non e’ male, e’ Mela!
Continuiamo a girare apparentemente senza meta tra stalattiti e stalagmiti, abbiamo una fiducia sconfinata nel senso dell’orientamento di Simone.
Si prosegue, io cerco di rubare foto qua e la, pero’ senza un po’ di immobilismo diventa difficile.
Intervallo!
Di nuovo tutti fermi, Simone prepara il set. Io ne approfitto ancora.
Mi metto fuori scena e riprendo le belle statuine finche’ posso.
Questa non mi dispiace.
Un momento di pausa.
Giuseppe ne approfitta per un rapido sonnellino.
Si riparte.
C’e un po’ di fila, ne approfitto per immortalare un angolino simpatico.
Pian pianino si prosegue.
Ora e’ Giuseppe che mi precede. Quando scompare anche lui scatto l’ultimo foto e ripongo tutto per seguirlo.
Ancora una sosta con foto.
Claudia mi sorveglia dall’alto.
Pausa pranzo!
Claudia ha trovato un posticino comodo e si gusta il panino.
Simone da perfetto barman quale e’, ha portato la moca e prepara il caffe’.
Ecco Simone all’opra. Se fossi il signor Lavazza gli darei un premio!
Una foto in primo piano la moca se la merita tutta.
Sta venendo su il caffe’, senti che odorino. Gia’ ne assaporo il gusto.
Pamela quasi se la dorme, il caffe’ male non fara’.
Finiti i panini, gustato il caffe’, si ripone tutto e si riparte. Sempre in fila indiana, sempre Simone in testa ed io a chiudere la fila.
Pipistrello.
Siamo in dirittura di arrivo, gia’ si sente l’aria dell’esterno, pochi passi e saremo fuori.
Eccoci, l’ultima fatica nello stretto e ripido canalino che conduce fuori e le nostre fatiche son terminate.
Ci vestiamo, prepariamo le nostre robe e poi partiamo. Lasciamo andare avanti Claudia con la Panda. Lasciamo con lei solo Alessandro col compito di darle consiglio e di fare da zavorra sull’avantreno! Noi altri “pesi inutili” ci stipiamo nel fuoristrada di Simone. Le domande che ci poniamo tutti sono: “Ce la fara’ la Panda a risalire l’insidiosa erta che riporta al borgo? Nel caso ce la facesse, bastera’ la benzina?” Per smaltire l’ansia, mentre Claudia affronta il cimento, ci fermiamo per ammirare il lago ed il panorama circostante.
Eccolo.
Nonostante tutto il nostro pessimismo il nostro eroico trio Claudia-Panda-Alessandro arrivano fino al borgo senza alcun problema. Ricomponiamo le macchine come in origine e ripartiamo. Incredibilmente la Panda percorre tutti gli interminabili saliscendi senza perdere un colpo fino al primo benzinaio vicino Orvieto. Claudia fa rifornimento regalando alla sua fida Panda i 5 euro di benzina mensili con piu’ di dieci giorni di anticipo! Nel frattempo noi occhieggiamo speranzosi lo “Snekke bar” ma lui non ricambia, e’ inflessibilmente chiuso.
La Panda dopo questo rifornimento ha ripreso colore, e anche la sua proprietaria, direi!
La nostra giornata assieme si conclude degnamente con robusto aperitivo a base di birra, patatine, piadine ed altre cibarie.
Dopo i primi bocconi siamo gia’ piu’ quieti. Ora si riesce anche a conversare qualche minuto, prima era silenzio affamato.
Il ritorno al parcheggio antistante il bar “fico” termina la bella giornata. Un affettuoso scambio di saluti la suggella degnamente. Qua da Orvieto e’ tutto, alla prossima!