Inghiottitoio di Luppa con Stefano, Veruska, Fabrizio, Claudia, Emilio, Matteo, Luisa, Laura ed io. Oltre a noi, Andrea che e’ andato avanti ad armare Andrea con 3 suoi amici. Entrati con noi altri 2 suoi amici del gruppo di Teramo.
La mattina me ne parto bel bello da Tagliacozzo, dove sono in vacanza, ed in pochi minuti sono alla valle di Luppa in attesa dell’arrivo di Stefano. Il lungo rettilineo poco prima di arrivare al parcheggio dove ci si prepara.
Non si vede, ma la grotta e’ li’ da qualche parte.
Quando Stefano mi raggiunge, arriviamo assieme al parcheggio per la grotta, lasciamo la sua auto ed andiamo a Pietrasecca per l’appuntamento col resto del gruppo. Eccoli che arrivano al bar nella piazza principale.
Dopo la doverosa colazione torniamo tutti assieme al parcheggio.
Andrea e’ arrivato nel frattempo. Interrompiamo la preparazione per scambiare qualche chiacchiera con lui.
Stefano, che ha tenuto i contatti con Andrea per organizzare l’uscita, fa gli onori di casa.
Strana muta!
Un aiutino vigoroso per indossare la muta.
Fervono i preparativi.
Misteriose evanescenti figure si aggirano tra i boschi!
E allora? Ci vogliamo sbrigare?
Con una risata gia’ sembra piu’ fattibile questa uscita!
Luisa in versione “uoma ragno” mentre prova i lancia-ragnatele. Sembra tutto a posto.
Siamo pronti? Si parte! Nel frattempo Andrea ed i suoi amici sono gia’ andati alla grotta. Ci precederanno armandola.
Una breve passeggiata ci porta all’ingresso.
Terminiamo qua, al fresco, la vestizione.
Dall’ingresso viene un gradevole frescolino.
Mi aggiro immortalando i preparativi.
Cedo la fotocamera per vestirmi anche io altrimenti rimango ultimo come al solito. Per fortuna Laura mi riprende da lontano altrimenti questa foto sarebbe impubblicabile!
Ci raggiunge una matura coppia. Ci hanno visti al parcheggio e, incuriositi da tutto il trambusto, ci hanno seguiti per vedere dove stessimo andando cosi’ bardati. Visto che chiedono informazioni su come visitare la grotta li indirizziamo su Andrea il quale, facendolo di mestiere, non avra’ difficolta’ nel guidarli in una visita.
Ci siamo quasi…
Pronti? …e 1…
…e 2…
…e 3! Si parte.
Arriviamo in fondo a quello che da lontano sembra solo uno sgrottamento, ma arrivati in fondo si vede che a sinistra parte il meandro che seguiremo per tutta la nostra permanenza in grotta. Dopo i primi metri inizia la prima serie di piccoli salti.
Sono avanti a tutti quindi riprendo i miei amici da sotto.
Davanti a me ho gli ultimi arrivati sono una coppia del gruppo di Teramo e sono amici di Andrea. A tratti ci ritroveremo assieme lungo la grotta, in corrispondenza dei pozzi. Avendoli appena conosciuti non me la sono sentita di imporre loro una sosta indesiderata per permettermi di riprenderli. Per questo motivo tutte le loro foto sono mosse, e parecchio!
Dopo i saltini si cammina un poco. Una pozza inevitabile.
Arriva la prima bagnata di piedi.
Di nuovo i nostri amici Teramani. Siamo al pozzo della traversina (mi pare, o della trave?!?), chiamato cosi’ perche’ una traversina incastrata tra le sponde di roccia permette un facile arrivo al primo frazionamento.
Il passaggio del frazionamento successivo al primo e’ un poco ostico quindi devo attendere per il mio turno, i miei amici fanno a tempo a raggiungermi.
Ecco il frazionamento incriminato, e’ nel vuoto e costringe a faticare un po’ prima di poterlo lasciare. In fondo al pozzo inoltre ci attende un laghetto con tanto di bagno perche’ la corda finisce proprio al centro del lago.
Paziente attesa.
Finalmente si scende. Stefano, il piu’ alto del nostro gruppo, si offre volontario per andare per primo e vedere se la corda e’ sistemabile cosi’ da evitare la nuotata. Quando e’ il mio turno il buon Stefano ha fatto un ottimo lavoro ed arrivo sulla sponda del laghetto senza dover toccare l’acqua. Mentre aspettiamo gli altri mi diletto con la splendida colata nella nicchia di fronte a noi.
Ecco il frazionamento malefico ripreso dal basso.
Una vela pende dal soffitto.
Ci si prepara a ripartire.
Ancora qualcuno cerca di districarsi con il frazionamento nel vuoto.
Stefano fa assistenza per tirare fuori dall’acqua chi arriva. Veruska osserva.
Quando siamo tutti si riparte. C’e’ subito un tratto di meandro allagato tutto da nuotare.
Tento una foto dopo la nuotata ma con scarsi risultati.
Cammina cammina arriviamo allo pseudo sifone. Una colata monumentale ci accoglie. C’e’ addirittura un’acquasantiera di mirabile fattura, veramente notevole.
Luisa camuffata da mutante infreddolita!
Ci fermiamo in attesa di radunarci tutti.
Matteo si infila in un posto stretto, Laura gli fa assistenza. Dopo qualche tentativo deve desistere a meno di sacrificare la muta.
Luci spettrali ci illuminano dalla sommita’ della colata.
Siamo al temutissimo pseudo-sifone. Eccolo in versione sfocatissima.
Natura morta ipogea, astratta!
Assemblea plenaria. Dobbiamo decidere cosa fare. Stefano capeggia la fazione dei “duri e puri” che vogliono andare al fondo. Veruska e Claudia sono per la linea morbida, preferiscono riprendere la via del ritorno e cimentarsi con calma con il temibile frazionamento da poco passato. Io sono per una via di mezzo, andare avanti fino a dove ci va e poi tornare indietro. Alla fine ci dividiamo in 2 gruppi, Luisa e Laura non hanno in simpatia lo pseudo-sifone, si uniscono volentieri a Veruska e Claudia. Noi altri lasciamo gli zaini con le corde che ci avrebbero permesso di arrivare al fondo e continuiamo. L’intenzione dichiarata e’ di proseguire fino a dove arrivera’ Andrea con l’armo.
Dopo il sifone si alternano camminate e simpatiche nuotate.
Chissa’ dove, chissa’ chi esce dall’acqua!
Cosa ci sara’ lassu’?
Arriva Stefano.
Arriviamo al pozzo da 20. I nostri amici teramani sono gia’ li’, a bordo pozzo. Sono insieme a 2 componenti il gruppo di Andrea. Hanno deciso di rimanere sopra il pozzo e tornare indietro con calma. Andrea ed il superstite del trio che lo accompagnava sono avanti a continuare l’armo. Sento il mio gruppo arrivare, intanto visto che la corda e’ libera, mi avventuro e scendo il pozzo. Finisco in un laghetto. Rimango un attimo interdetto perche’ c’e’ un traverso armato lungo tutta la parete. Scruto l’acqua in cerca di pericoli ma non mi sembra di vederne. Mi calo in acqua e nuoto fino alla sponda opposta dove uscendo dall’acqua trovo i resti di una rapida sosta fatta da Andrea ed il suo amico. Hanno lasciato alcune attrezzature per non portarsi pesi inutili nell’ultimo tratto. Sopra al pozzo che ho appena sceso sento e vedo Matteo che si appresta a scendere a sua volta. Un po’ per evitare il freddo a stare fermo, un po’ per curiosita’, lancio un urlo di avvertimento e poi mi incammino lentamente lungo il maestoso meandro.
Sempre aspettando che almeno Matteo spunti improvvisamente da dietro per raggiungermi, mi attardo a fare foto alle strane rocce su cui cammino e alle belle pozze d’acqua che attraverso.
L’acqua e’ abbastanza limpida ed ho l’impressione che sia aumentata rispetto al tratto sopra il pozzo da 20.
Continuo a fotografare camminando lentamente. Inizio a spazientirmi, si vede nessuno. Urlo un paio di volte a pieni polmoni nella direzione in cui mi aspetto di veder arrivare i miei amici. Solo l’eco del mio urlo si degna di darmi risposta. Aspetto un poco cacciando ancora urla, ma invano. Reputo improbabile sia successo qualcosa, semplicemente, mi dico, avranno deciso di aspettare di essere tutti prima di scendere. Decido di avviarmi a raggiungere svelto Andrea per poi tornare indietro a riprendere i miei amici.
Andrea ed il suo amico sono un bel pezzo avanti. Sono fermi ad un saltino che preclude ad un pozzo (da 10 metri, mi dice Andrea) che a sua volta (ancora da come mi spiega Andrea) ci separa dal sifone di cui ho tanto sentito parlare. Hanno quasi terminato le corde ed ora devono risolvere un piccolo problema, la corda che hanno, la penultima e la piu’ lunga, e’ corta di un paio di metri. Insieme recuperiamo uno spezzone ancora utilizzabile che avevano dentro lo zaino e riusciamo a recuperare la corda necessaria. Andrea scende a verificare ed in caso a terminare l’armo.
Senza riuscire a metterlo mai a fuoco, gli scatto una sequenza di foto.
Eccolo quasi in fondo.
Ora la corda basta, ci urla Andrea. Lo raggiungiamo. Alla base del salto c’e’ un laghetto, una marmitta, direi. La passiamo nuotando fino alla cengia dove sta Andrea.
Sotto di noi un primo saltino con un’altra marmitta. Piu’ avanti nel buio il pozzo da 10 metri che parte subito dopo il bordo della marmitta.
Andrea verifica che gli attacchi siano affidabili ed inizia ad armare con l’ultima corda rimasta.
Mentre attendiamo che termini il suo lavoro mi diverto a fotografare la corda messa come traverso sulla colata alla mia destra. E’ appena appena concrezionata anche lei!
A scioglierla penso si terrebbe in piedi da sola.
Andrea inizia a scendere. Spera, e vuole verificarlo, che il pozzo da 10 sia rimasto armato dalle precedenti volte. Nell’attesa mi accorgo che il suo amico trema dal freddo, in effetti inizio anche io a sentire un pelino di freddo.
Naturalmente non perdo l’occasione per fotografare la discesa di Andrea, rigorosamente sfocata!
Eccolo che arriva sulla cengia successiva dove inizia il pozzo che ci separa dal sifone., sarei proprio curioso di vederlo. Purtroppo le mie speranze sono destinate a sfumare miseramente. Andrea ci comunica che la corda che sperava ci fosse in realta’ non c’e’. Vista la situazione mi rassegno a vedere il sifone in un’altra occasione. Decido di avviarmi per tornare dai miei amici. Avverto l’amico di Andrea della mia intenzione e poi la metto in pratica. Attraverso la marmitta a nuoto, risalgo l’ultimo salto appena sceso e parto di buon passo verso il pozzo da 20.
Alla base del pozzo sopra vedo una luce. Lancio un urlo, e’ Matteo! Mi ha aspettato, grazie!
Quando arrivo su vedo con piacere il mio amico. Sembra un poco rigido per il freddo. L’ho provato anche io e lo capisco. Dopo una manciata di minuti che si sta fermi si sente inesorabile la morsa del gelo che ti afferra e i denti iniziano a tenerti compagnia con un simpatico motivetto tipo nacchere. Per questo la sua attesa e’ ancora piu’ apprezzabile. Gli chiedo come mai non mi abbiano raggiunto. Lui ha sceso il pozzo da 20 ed ha iniziato a seguirmi ma poi non riuscendo a raggiungermi e vedendo che nessuno lo seguiva, si e’ scoraggiato ed e’ tornato indietro. Il resto del gruppo ha deciso che era meglio tornare al punto prima dello pseudo-sifone per fare foto.
Riprendiamo la via del ritorno. Strada facendo mi diletto in alcune foto.
Un esempio da manuale di “gutta cavat lapidem”!
Come se non bastasse costringo Matteo a nuove soste per farmi da modello-illuminatore mentre tento di fare qualche foto decente.
Una colonna a vela spezzata a meta’.
Arriviamo allo pseudo-sifone.
Imperverso su Matteo sul tratto dove si cammina con una serie di foto.
Che dire di questa colonna drappeggiata di colate e con quella che sembra una cinta stretta in vita?!?
La colata enorme con l’acquasantiera.
Rifiuti, immancabili ma per fortuna non preponderanti.
Proseguiamo lentamente per dare modo ai nostri di passare il salto con il frazionamento malefico ed evitarci una lunga e fredda attesa.
Ogni tanto una pozza da passare a nuoto.
Sempre circondati da ambienti maestosi ed impressionanti.
Foto a pelo d’acqua.
Arriviamo infine al pozzo. Quello che temevamo e’ accaduto, c’e’ ancora un mucchio di gente che deve salire.
La prendiamo con filosofia, ne approfitto per farmi raccontare anche da Stefano come mai non siano venuti. Mi conferma che hanno preferito tornare allo pseudo-sifone e fermarsi la’ a fare qualche foto come si deve con il cavalletto ed una illuminazione abbondante e ben posizionata.
La fila pian pianino si accorcia.
Parte Fabrizio.
Inizio a sentire freddo, anzi, sento decisamente freddo. Ad un certo punto i miei denti iniziano il concerto.
Salgo per ultimo, avanti a me sale Emilio. La salita mi rida’ calore. Sistemo le mie cose, poi riprendiamo il cammino.
Oramai son qua quindi chiudo la fila fino all’uscita. Per fortuna i saltini successivi, quelli iniziali non hanno dato difficolta’ e non si e’ formata fila, ce la sbrighiamo con poco.
…E quindi uscimmo a riveder le stelle…ma no! Guarda, c’e’ ancora la luce fuori.
Alle macchine mi guida Emilio perche’ io ho proprio perso il sentiero. Quando arriviamo troviamo tutti gia’ cambiati e rilassati. Addirittura Luisa e Laura hanno gia’ preso la via del ritorno nella speranza di non trovare traffico.
Si inizia a pensare di fare uno spuntino con quel che abbiamo. Per fortuna Veruska e Fabrizio portano sempre in abbondanza per tutti.
Dopo lo spuntino terminiamo di riporre le nostre robe.
Vestito, riscaldato e saziato sono pronto a tornare in quel di Tagliacozzo per riprendere le vacanze. Andiamo a salutare Andrea, tornato da poco, e’ poco piu’ in la’ intento a cambiarsi. Ci lasciamo con l’intenzione di risentirci per una nuova visita alla grotta; chissa’! Saluto anche i miei amici poi ci avviamo ognuno per la propria destinazione. Grazie a tutti per esserci stati, a Stefano ed Andrea per aver organizzato questa bella uscita in una grotta veramente fantastica.