Alla grotta di Montecchio con Ginevra, Simone, Giuseppe, Giulio ed io.
Sarebbe dovuto essere “Diversamente Speleo” alle grotte delle cascate delle Marmore. Io son venuto ad Orvieto con Betta per associarvi una visita alla citta’ e qualche ora con i nostri amici. Inaspettatamente la manifestazione e’ stata annullata il sabato pomeriggio. Ci siamo quindi trovati con una domenica libera tutta da organizzare! Dopo frenetiche consultazioni tra le molte persone che dovevano partecipare al “Diversamente Speleo” arriviamo finalmente a meta. E’ deciso, la domenica andremo alla grotta di Montecchio vicino Saturnia! Purtroppo la distanza da Roma del posto scelto opera una drastica selezione dei partecipanti, alla fine all’appuntamento della domenica mattina siamo “solo” in 5, ma agguerritissimi. Arrivati bel belli a Saturnia facciamo pausa caffe’ e sosta per approvvigionamento cibarie. Avanza anche il tempo per qualche foto simpatica a Ginevra, la toscana doc del nostro gruppetto.
Eccomi impegnato nella degustazione della pizza locale.
Zona spuntini.
Terminati i preliminari rimontiamo in macchina giusto in tempo prima che la polizia municipale di Saturnia arrivi a farci la multa per il parcheggio scandaloso al bordo della piazza principale. All’andata facciamo la strada che ricorda Simone, quella che passa per Semproniano.
Dopo un bel tratto di strada, sempre asfaltata ed in buone condizioni arriviamo alla grotta. Non e’ evidentissimo dove sia, il posto e’ indicato da un paletto quadrato piantato a lato strada. Appena arriviamo succede il patatrac, iniziamo a cambiarci con calma fino a quando Simone ci avverte: “O, rega’, non riesco piu’ a muovermi!”. Si e’ beccato il colpo della strega. Lo mettiamo subito in ginocchio perche’ possa chiedere perdono dei propri peccati e ricevere quindi sollievo.
Giuseppe, si accascia anche lui, ma per solidarieta’, non per bisogno.
Ecco Simone mentre si impegna a pensare alle proprie marachelle mentre Ginevra lo assiste.
Mentre lui opera, io faccio un rapido salto a vedere l’ingresso della grotta. Lo trovo facilmente a pochi metri dalla strada.
Quando torno la situazione e’ evoluta, siamo passati alle torture, ecco infatti Ginevra e Giuseppe mentre operano un tentativo di squartamento ai danni di Simone sotto l’attenta direzione di Giulio, pronto col frustino che serve a completare l’opera.
Sembra che le nostre amorevoli cure facciano effetto sul dolorante Simone. Si riprende un poco. Non abbastanza da venire in grotta, pero’ ci accompagna fino all’ingresso. Faremo una rapida visita alla grotta per poi convergere compatti alle terme dove speriamo che l’acqua termale possa giovare al sofferente.
Mettiamo la corda d’ingresso e scendo per primo, fuori fa troppo caldo, ma anche dentro non si scherza.
Giulio, Ginevra e Giuseppe arrivano portando le altre corde. Hanno rifatto l’armo da poco, ci sono addirittura gli attacchi completi di maglie rapide! Mettiamo la corda per il pozzetto successivo, quello che porta al ramo “caldo”.
Scendo per primo anche il secondo pozzetto.
Mentre arriva Ginevra mi guardo attorno, trovo che il pozzo successivo e’ gia’ armato. Bene! decidiamo di non portarci le corde, andremo avanti finche’ troviamo armato. Giuseppe fa un salto fuori a prendere la macchinetta fotografica.
Mentre lo aspettiamo imperverso su Ginevra bombardandola di foto
Intanto arriva Giulio.
Una dolicopode ci tiene compagnia.
Giuseppe si attarda un po’. Ginevra e Giulio rimangono ad aspettarlo, io decido di scendere, voglio vedere se anche i pozzi successivi sono armati. Faccio il breve traverso e mi fermo un momento alla partenza del pozzo, prima di partire.
Mentre scendo cerco di riprendere alcuni punti della grotta che attirano la mia curiosita’. Questa sottilissima colonna si merita sicuramente una foto, anche se purtroppo non rende molto l’idea.
Alla base del pozzo ne vedo subito un altro, pero’ non e’ armato. Mi sposto lateralmente tra i massi di crollo scendendo in un’altra saletta. Qua c’e’ una finestra, che ricordavo vagamente, dove parte un pozzo, questo e’ armato.
Mi affaccio, da sopra nessun rumore, quasi quasi continuo a scendere pianin pianino.
In mezzo alle rocce di buon calcare ci sono molte escrescenze bianche che sembrano neve sporca e semisciolta, penso oziosamente possano essere gesso ma continuo la discesa lasciando queste valutazioni a chi ne sa piu’ di me.
Nella sala dove arrivo mi guardo intorno. C’e’ ancora un pozzo molto evidente ma anche questo non e’ armato. Ci sono questi profondi buchi di una ventina di centimetri di diametro che mi impegnano in qualche foto.
Ancora onde di gesso.
Di lato, scavalcando un sassone, si vede partire una corda. Deve essere il pozzo successivo. Da sopra ancora nulla. Vado a scendere anche lui. Arrivo nella sala piu’ grande vista finora. Sono accolto da un irato stridio di un mucchio di pipistrelli. Li sto disturbando. Abbasso la luce al minimo e me ne resto un minuto immobile. Quando si calmano me ne torno indietro e attendo i miei amici che ora sento rumoreggiare poco sopra.
Ora siamo tutti insieme.
I miei amici vanno a scendere l’ultimo pozzo. Consiglio loro di non trattenersi troppo per non disturbare i pipistrelli. Li avverto che prendo la strada del ritorno con molta calma, voglio andare a vedere come sta Simone.
Ogni tanto si incontra qualche pipistrello separatista.
Sono al primo pozzo trovato armato.
Qua e la trovo angoletti simpatici da riprendere, ma senza troppo successo.
Ci sono numerosi anfratti e rientranze che fanno venire voglia di andare a dare una occhiata, ma non e’ questo il giorno giusto.
Grazie allo zoom riprendo un pipistrello dormiente senza disturbarlo troppo.
Sotto inizio a sentire i miei amici, forse me la sono presa troppo comoda.
La sottile colonna che avevo ripreso in discesa, ci riprovo.
Oramai sono in vista dell’uscita, sono alla base del secondo pozzetto dove abbiamo messo noi le corde. La parete e’ densamente popolata da bei ragnoni.
Oramai sono fuori, una foto veloce mentre il caldo mi riassale.
Scendo veloce alle macchine, trovo Simone un poco ripreso, si prepara per il bagno alle terme.
Arriva anche il resto della banda. Ci cambiamo svelti.
Ginevra scompare all’orizzonte vestita da rude speleo e dopo qualche minuto ricompare trasformata in sorridente signorina.
Via verso Saturnia e le acque termali. Tornando indietro facciamo la strada che conosco io, c’e’ un tratto sterrato ma e’ molto piu’ corta. Potrebbe essere una buona alternativa. Alle terme il parcheggio e’ pieno, ma un posticino lo troviamo.
Eccoci, finalmente. Non c’e’ rischio di sentirsi soli!
Dopo un attento studio decidiamo di aggredire le acque partendo dal basso lasciando i nostri panni sulla sponda opposta.
Il traversamento del fiume e’ l’occasione buona per un primo bagnetto. Ne approfitto per un primo giro di foto. Inizio con Giulio.
Proseguo con Ginevra.
Uno scatto all’imperturbabile Giuseppe non poteva mancare.
Per ultimo il buon Simone, ancora dolorante.
Ginevra si impossessa della fotocamera e ci riprende in gruppo.
Un ragazzo vede tutto il nostro impegno e, intuendo il nostro desiderio di una foto tutti assieme, si offre. Accettiamo con gioia la sua offerta, questo ne e’ il risultato. Approfitto per ringraziarlo per la gentilezza!
Dopo il traversamento e la sistemazione dei panni, ci avviciniamo gatton gattoni alle vaschette dove c’e’ un cumulo impressionante di gente. Siamo pronti a rivendicare un angoletto anche per noi. Ginevra mi scatta una foto sotto “cascata”.
E io ricambio prontamente
Poi e’ il momento di Giulio modello “sirenetto”.
E quindi di Simone che si muove ancora un po’ con rigidita’.
Di nuovo Ginevra prende possesso della fotocamera e ci ordina di fare gruppo.
Questa modello marines non e’ male, vero?!?
Fara’ male bere quest’acqua? Cosi’, a vedermi sembra non faccia tanto bene!
Quieto sguazzare.
Anche bloccato con la schiena la sua porca figura la fa sempre.
Giuseppe e’ il piu’ intraprendente e solleva le mani in trionfo quando raggiunge la cima delle terme.
Eccolo molto soddisfatto mentre affronta la terribile cascata.
Noi ci accontentiamo di posti piu’ tranquilli.
Una vista panoramica delle terme.
Relax.
Ginevra in agguato. Capitan Giuseppe scruta l’orizzonte.
Giulio si raccomanda, non si sa mai.
Fine dei bagnetti, e’ ora di pensare al rientro.
Un’ultima foto alle terme che ancora pullulano di gente.
Per un doveroso momento di riposo dalle fatiche termali e per non insozzarci i piedi bagnati con la polvere del parcheggio facciamo sosta al bar.
Simone gusta un gelatino, sembra faccia bene per il colpo della strega!
Giuseppe predilige una aranciata fresca
Ginevra si accontenta di dividere l’acqua con me.
Giulio segue Simone e degusta con soddisfazione uno strano gelato a forma di tronco di cono.
Terminata la sosta bar andiamo a riprendere le macchine. Ci attende il rientro ad Orvieto e la cena preparata per noi dai genitori di Simone. Oltre a loro, recupero Betta e si unisce a noi Filippo. La cena e’ celestiale e mangio piu’ di troppo, come al solito. Alla fine ci scappa anche la foto di gruppo per ricordare la bellissima serata.
Insomma, che altro dire, tra un inconveniente e l’altro siamo ugualmente riusciti a tirare fuori una bellissima giornata! Alla prossima…