Matteo ed io a Erebus.
Era parecchio che volevo ritornare di nuovo all’Erebus per una “ultima” occhiata. L’uscita stava per andare a monte poiche’ tutti i miei amici avevano impegni. In extremis e’ venuto in mio soccorso il buon Matteo che si e’ offerto di accompagnarmi. Notevolmente risollevato nel morale ho preso appuntamento con lui per la domenica mattina. Alle 9, partenza comoda, ci vediamo sotto casa mia. Matteo parcheggia la sua macchina al posto della mia e partiamo. All’area di servizio in autostrada ci fermiamo per colazione e benzina. Per le 10 scarse siamo a S. Oreste. Un breve giro alla pizzeria per le cibarie, una rapida sosta alla capannetta dell’acqua per riempire una bottiglia di acqua piacevolemte ghiacciata e siamo pronti. Arriviamo al parcheggio in cima ed e’ d’obbligo un selfie per commemorare l’uscita. Con molta calma ci prepariamo sfruttando l’ombra degli alberi per sfuggire al caldo. Pero’ si sente sempre di piu’ l’aria divenire ben calda. Siamo solo in 2 e il materiale da portare non e’ poco. Partiamo carichi come muli.
Io parto il piu’ spogliato possibile, gia’ so che faro’ una sudata memorabile per arrivare alla grotta.
Non mi sbagliavo. Eccomi tutto lucido e gocciolante di sudore. Matteo, che e’ un extraterrestre, non ha stillato una goccia di sudore. Lo invidio un po’.
Mentre passo il quarto d’ora successivo ad asciugarmi sistemo la corda d’ingresso e faccio la solita foto all’ingresso della grotta.
Matteo si disseta, notare il fisico da strettoista!
Basta! non ce la faccio piu’. Mi infilo il minimo indispensabile per scendere e vado giu’. Al fresco finiro’ di vestirmi. Il buio giu’ in fondo promette bene.
Lascio a Matteo il compito di sistemare il deviatore sulla corda di partenza. Oggi sara’ lui a divertirsi con l’armo.
Si! in effetti qui si sta proprio bene. Finisco la vestizione mentre da fuori mi arrivano rumori di Matteo che armeggia per sistemare il rinvio.
Quando mi raggiunge gli cedo il necessaire per proseguire ed iniziamo il primo pozzetto.
Appena Matteo arriva alla base del pozzetto gli chiedo di allentare un attimo la corda per permettermi di scendere. Dobbiamo poi tenderla un po’ perche’ dai conti che abbiamo fatto questa corda deve bastarci per tutti e 2 i pozzi altrimenti non possiamo arrivare fino alla nostra meta. Se Claudio e Giorgio dovessero raggiungerci nel pomeriggio come ipotizzavano probabilmente faranno un poco fatica a scendere, ma comunque dovrebbero farcela. La corda arriva giusta giusta. Meglio cosi’ non si sporca strusciando per terra.
Dopo i 2 pozzi passiamo la strettoia, il tratto di meandro, la spaccatura e siamo al pozzo successivo. Matteo oramai ha preso la mano e va spedito. Eccolo che sistema il deviatore.
Allo stretto quanto semplice passaggio successivo mi scappa un piede e rimedio una stincata che mi fa ululare dal dolore. Rimango fermo qualche secondo finche’ il dolore si placa poi proseguiamo per il breve scivolo che ci porta al pozzo prima della strettoia per il nuovo fondo.
Questo ultimo pozzo e’ sempre spettacolare. Come al solito cerchiamo di scendere sempre per lo stesso percorso per rovinare il meno possibile.
A meta’ pozzo ci si sposta lateralmente per un paio di metri per scendere l’ultima parte. Mentre attendo la libera mi diverto a fare qualche foto.
Il passaggio che ho davanti a me credo porti sempre allo stesso punto al quale stiamo scendendo ma non sono mai andato a vedere.
Alcune belle concrezioni.
I resti, credo, di un pipistrello.
Quando arrivo anche io alla base del pozzo trovo Matteo vicino alla strettoia. Prima di ripartire pero’ ci sistemiamo, prendiamo un poco di riposo, di cibo e di acqua. A stomaco pieno e’ tutto un altro discorso.
E’ strano, in molti punti ci sono delle concrezioni “nuove” e lucide d’acqua e vicino altre che sembrano “smangiucchiate” da qualche agente corrosivo. Lo avevo gia’ notato in molti punti di questa seconda parte della grotta.
Siamo nella parte nuova. Matteo arma il pozzo da 30. Alla base saremo arrivati alla zona che voglio rivedere.
Arrivati alla base del pozzo devo orizzontarmi un po’ per ritrovare il punto da vedere. Faccio per arrampicarmi ma e disagevole e ricordo che la volta scorsa ci ero arrivato senza particolari manovre. E’ davanti a me, parzialmente nascosto da una roccia. Eccomi! Devo allargare un poco il passaggio ma si tratta di un lavoro di pochi minuti, piu’ che altro devo spostare qualche sasso. Quando il passaggio e’ comodo mi faccio da parte per far passare Matteo, gli cedo volentieri il piacere dell’esplorazione. D’altronde quando si ha a disposizione uno strettoista e’ meglio sfruttarlo! In effetti spero non servano le sue doti e la grotta ci dia ancora qualche sorpresa ma il suo rapporto mi lascia desolato. Dopo nemmeno 2 metri restringe in un caos di concrezioni bellissime ma impenetrabili. Mi faccio forza e vado a dare un’occhiata anche io. Per me il passaggio non e’ agevolissimo ma comunque passo. Devo mettere mani e ginocchia un una maleodorante pozza di guano, probabilmente il posto e’ stato sede di una piccola colonia di pipistrelli. Davanti a me vedo Matteo, nella parte strettissima.
In qualche maniera riesco ad avvicinarmi a Matteo. Vediamo assieme quel che si puo’ fare. Intanto cerco di catturare immagini delle belle concrezioni che mi circondano e costringono.
Matteo si leva l’attrezzatura, cerca di passare il punto piu’ stretto.
Si toglie anche il pettorale in un posto dove io faccio fatica persino a respirare, ma oramai sono abituato alle sue prodezze strettoistiche.
Dovrebbe scendere qua sotto.
Ecco che ci prova
Mentre lui soffre, io mi diletto con qualche foto
Questa e’ uguale a quella precedente, vedete voi quale e’ la migliore.
Questa eccentrica e’ proprio sul passaggio, la fotografo con poche speranze di rivederla “viva”, invece non so come siamo riusciti a mantenerla intatta.
Matteo risale dopo un primo tentativo. C’e’ uno spuntone di roccia che non gli permette il passaggio. Vuole provare a toglierlo. Con gran fatica ritorno indietro alla base del pozzo e recupero la mazzetta con lo scalpello che avevamo lasciati la’ poiche’ non sembrava servissero. Tra sbuffi e strusci ritorno da Matteo e gli passo gli attrezzi. Lui prova ma non riesce a mettere forza nei colpi. Vedo se riesco a fare qualcosa io. Ci cambiamo di posto e provo. E’ stretto assai per me, pero’ riesco a sistemare lo scalpello e a batterci sopra. Purtroppo insieme allo spuntone casca giu’ anche lo scalpello. Lo indico a Matteo sperando che riesca a scendere e recuperarlo.
Matteo passa, senza nemmeno soffrire eccessivamente. Purtroppo pero’ non mi riporta buone notizie. Il passaggio e’ troppo stretto per procedere piu’ in basso. Lo scalpello lo ha vicino ai piedi ma e’ messo in posizione tale che non puo’ recuperarlo.
Gli chiedo di vedere se riesce a spostarsi alla sua destra, un po’ piu’ in alto di dove e’ ora. E’ il punto dove sento arrivare aria.
Glielo indico, e’ di fronte a me, irraggiungibile.
Il verdetto e’ negativo anche in questo caso, non riesce nemmeno ad affacciarsi per vedere cosa ci sia dall’altra parte. Per andare a vedere si dovrebbe fare strage di concrezioni. Decidiamo che non ne vale la pena. Matteo inizia a risalire.
Mitigo la delusione facendo qualche foto. Riprendo nuovamente, stavolta dall’altro lato, l’eccentrica che ha miracolosamente sopportato piu’ volte il nostro passaggio.
Questo fritto misto.
E quindi il Matteo mentre riprende fiato.
Ancora qualche foto prima di andare.
Una neonata con la goccia!
Ritorniamo alla corda. Oggi per Matteo doppia razione, ha fatto l’armo e ora si becca anche il disarmo, gli faro da cavalier servente. Salgo per primo cercando altri punti interessanti. A meta’ pozzo, sulla sinistra ci sarebbe da andare a vedere ma probabilente servirebbe altro materiale per arrivarci. Se mai torneremo da queste parti devo ricordarmi di andare.
Il disarmo del pozzo da 30.
Il pozzetto subito sotto la strettoia.
Per passare la strettoia mi metto la fotocamera incastrata sulla spalla sinistra cosi’ non mi fa spessore. Oramai e’ proprio banale il passaggio, non me ne capacito ancora. Mentre riprendiamo respiro per affrontare il resto della grotta, scatto qualche foto.
Queste le avro’ fotografate un centinaio di volte ma ci riprovo ogni volta.
Anche questa doppia col finale a palletta mi affascina e non resisto.
Dopo aver ricomposto gli zaini e presa una generosa sorsata d’acqua, salgo la prima meta del pozzo. Mentre attendo Matteo continuo con le foto.
Queste multicolore vi piacciono?
Arriva Matteo.
Mentre lui toglie i cordini io affronto la seconda parte del pozzo e poi lo attendo. Come al solito inganno l’attesa con delle foto.
Quando ripartiamo lascio riposare la fotocamera per qualche minuto. La riprendo mentre aspetto la risalita del terzo pozzo, contando il trio di pozzetti “classici”.
La fessura dopo il terzo pozzo.
L’arrivo del secondo pozzo.
La risalita di Matteo.
Provo la potenza della mia nuova lampada illuminando a giorno la grotta di fronte a me. Non male, direi.
Oramai siamo al primo pozzo, mi volto verso l’uscita. La luce fuori promette caldo. Lascero’ malvolentieri questa piacevole frescura.
Una volta fuori il caldo ci opprime. Finiamo la scorta d’acqua, sistemiamo gli zaini e partiamo. Eccoci in cima, le ombre lunghe ci indicano che non e’ prestissimo.
Quando finiamo di prepararci sono le 7, quasi ora di cena! Matteo e’ seriamente intenzionato a provare il pasteggiare al celeberrimo “Alessandro al Campanile”. Lo chiamo, ha posto sulla terrazza, pero’ mi ingiunge di non arrivare prima delle 8. Dovremo rimediare con un aperitivo in piazza.
Tra aperitivo, chiacchiere, telefonate agli amici ed a casa per avvertire che e’ andato tutto bene il tempo passa in fretta. Alle 8 siamo puntualissimi alla porta di Alessandro. Ecco la vista mozzafiato della terrazza.
Il sole tramonta mentre iniziamo la cena.
Il campanile.
Panorama, ancora.
La cena continua mentre a poco a poco la terrazza si riempie completamente. La nostra cena prosegue a gonfie vele. Alla fine non solo le vele sono gonfie!
Finita la cena scendiamo giu’ per pagare ed un saluto ad Alessandro poi scappiamo via. Ora ci vorrebbe il teletrasporto direttamente nel letto. Il ritorno e’ tranquillo e non sto nemmeno a raccontarvelo. Un saluto a tutti e…alla prossima!