Al Vorgozzino per fare il rilievo del nuovo ramo. Con Giuseppe, Simone, Filippo, Simona, Augusto, Giulio, Lino, Matteo ed io.
Prima di iniziare, ancora una volta un fantastico video girato e montato da Simone: I NUOVI RAMI DEL VORGOZZINO – 26/07/15
Devo subito subito ringraziare Simona ed Augusto di Culture Sotterranee per alcune foto che ho ricevuto da loro. Questa volta ero troppo preso dal rilievo per fare anche le innumerevoli foto che faccio di solito.
Andiamo ora ad affrontare di petto questa fangosissima relazione! La mattina sveglia presto per una doccia e poi la colazione con Betta. Alle 7.30 in punto sono pronto. Matteo arriva puntualissimo, stavolta andremo con la sua macchina. Pensavo di essere pronto ma poi, a causa mia, perdiamo preziosi minuti perche’ devo rientrare 2 volte a casa per prendere oggetti che avevo scordato. Finalmente partiamo con una decina di minuti di ritardo. In autostrada, all’area di servizio prima di Magliano Sabina facciamo una rapidissima sosta per carburante e colazione. Per fare prima ci dividiamo i compiti, Matteo fa rifornimento ed io vado a prendere i cornetti. Siamo in ritardissimo, infatti appena ripartiamo ci arriva il messaggio di Giulio che chiede conferma dell’appuntamento all’hotel Sabino. Mi affretto a confermare mentre il buon Matteo imbocca l’uscita di Magliano Sabina. Ancora pochi metri e siamo in vista dei nostri amici. Un rapido saluto con Giulio e Lino poi lasciamo la macchina di Matteo, traslochiamo i bagagli in quella di Giulio e partiamo alla volta di Orvieto dove incontreremo alcuni altri partecipanti alla uscita. In meno di mezz’ora, ma comunque in ritardo, arriviamo al bar “fico” di Orvieto, quello appena usciti dall’autostrada. Troviamo ad attenderci pazientemente Simone e Filippo. Una rapidissima colazione aggiuntiva e poi di nuovo in macchina alla volta di Civitella sul Lago dove ci attende l’ultimo drappello di questa nutrita squadra di “vorgozzinieri”. Qualche chiacchiera in piazza ce la concediamo volentieri.
Riprendiamo le macchine. Ancora poca strada e siamo alla grotta. Parcheggiamo dove possibile ed iniziamo a cambiarci. Io come al solito mi attardo a fare foto in giro a tutti i partecipanti affaccendati. Simone e Filippo sono quasi pronti.
Giulio, Matteo e Lino sono a buon punto.
Peppe in tutto il suo splendore!
Simona ed Augusto, e non dico altro!
Alla fine decido di prepararmi pure io. Sento Filippo avvisare che si avvia verso la grotta per armare il primo saltino. In cerca di refrigerio decido di non terminare la vestizione alla macchina, rischio di liquefarmi. Metto lo zaino sulle spalle e seguo l’esempio di Filippo, mi avvio verso la grotta.
Il sentiero e’ pieno di vegetazione varia e non e’ cosi’ evidente come la volta precedente, per fortuna c’e’ la traccia lasciata da Filippo.
Ecco il cancello di accesso alla grotta.
Le scale sono sempre un poco malmesso ma almeno non sono peggiorate.
L’ingresso della grotta e l’albero da cui si parte con l’armo.
Caccio un urlo ed ecco spuntare un sorridente Filippo. Sta finendo di sistemare la corda.
Quando il resto del gruppo mi raggiunge sono oramai pronto. Devo solo attendere che partano tutti per iniziare il rilievo con l’aiuto di Simona ed Augusto.
Ecco la squadra quasi al completo, Mancano solo Matteo che scatta la foto e Filippo che e’ dentro.
Simona mentre le mostro il quaderno infangato dove ho segnato i punti del rilievo precedente.
Perdo qualche minuto ad impostare il palmare con TopoDroid. In effetti e’ passato del tempo dall’ultima volta e faccio fatica a riprendere. Alla fine sembra che vada. Con Simona ed Augusto ci dividiamo i compiti. Simona prendera’ i punti segnandoli con il pennarello a vernice. Augusto manovrera’ il distoX ed io continuero’ a litigare con TopoDroid. Partiamo. Con la speranza di un po’ di fresco scendiamo il primo saltino. Poco sotto di noi c’e’ fila alla partenza del traverso sul primo, enorme, pozzo. E’ forse la parte piu’ difficoltosa della grotta anche se senz’altro non la piu’ disagevole!
Mi ricordo di avere la lampada nuova, questa e’ una buona occasione per provarne la potenza. Manovro con l’accensione fino ad ottenere la potenza massima. Non male.
Giulio, Lino e Matteo sono andati. Scende Simona ed io la seguo. Augusto rimane indietro per prendere i punti.
Giulio e’ sotto di noi e si appresta ad affrontare il traverso.
Simona studia il percorso.
Vado avanti prima io che conosco il percorso da fare.
C’e’ da scendere una decina di metri e fare un frazionamento, poi ci si sposta lateralmente fino alla partenza del traverso.
Al primo frazionamento mi fermo perche’ la partenza del traverso e’ occupata da Giulio. Nel frattempo prendiamo i punti ed inizio a disegnare il rilievo.
Ora il traverso e’ libero, lo raggiungo e mi sistemo. Simona mi raggiunge mentre finisco di dare qualche ritocco al disegno di pianta e sezione del rilievo.
Il passaggio del traverso e’ un poco impegnativo ma e’ questione di pochi minuti. Nell’ultimo tratto scendo troppo e mentre risalgo, la corda dietro di me si appoggia alla roccia. Augusto mi avvisa, molto allarmato. Gli rispondo che oramai sono di peso sull’altro lato della corda, per sovrappiu’ la roccia e’ coperta di uno strato di morbido fango e quindi, concludo, non ci sono problemi. Augusto non sembra molto convinto ma ad ogni modo arriviamo tutti e 3 sani e salvi all’altro capo del traverso. Finiamo di prendere i punti e di scaricarli sul palmare. Me la prendo comoda poiche’ c’e’ ancora un poco di fila. Filippo e Matteo sono ad esplorare un ramo laterale dove uno strettoista come Matteo fa proprio comodo.
Ecco la squadra d’armo al completo.
Giuseppe dallo sguardo tenebroso.
Dal terrazzino dove si atterra alla fine del traverso si avanza di qualche passo poi si scende su corda di circa 3 metri, ci si arrampica dalla parte opposta fino alla finestra sul pozzo della mitica risalita fatta da Peppe.
Dall’affaccio sul pozzo si risale 4 metri e si prosegue. Volendo, ma proprio volendo, si puo’ proseguire la salita fino ad una zona dove parte un ulteriore meandro che Peppe sta esplorando. Peppe e Giulio hanno voluto ed infatti sono lassu’ a dare un’occhiata.
Noi proseguiamo con il rilievo del ramo che ci siamo prefissi di rilevare. Questa ulteriore diramazione, come anche la precedente vista da Filippo e Matteo, la vedremo un’altra volta. Faccio la risalita ed attendo Simona ed Augusto per proseguire con il nostro lavoro. Dove mi fermo segniamo il punto “12” con maggiore enfasi ad indicare che da quel punto riprenderemo in futuro per il rilievo della ulteriore risalita.
Mentre lavoriamo a sistemare il rilievo arriva Giulio e prosegue. Non siamo velocissimi, oltre alla mia scarsa dimestichezza col TopoDroid ci si mette anche la connessione BlueTooth, ogni volta che tento lo scarico di nuove misure, l’operazione fallisce e devo chiudere il programma e riaprirlo. Dovrei proprio ricordarmi di segnalare l’inconveniente a Marco, lo sviluppatore di TopoDroid. La grotta prosegue con una discesa di una dozzina di metri fino ad una saletta, quella dove la volta scorsa avevamo fatto pranzo. Il mio stomaco brontola e spera di poter fare pranzo li’ ancora una volta ma le sue speranze sono frustrate, quando arrivo sono gia’ tutti oltre la strettoia che preclude al meandro fangosissimo. Mi rassegno ed attendo la discesa di Simona ed Augusto per proseguire col rilievo.
Alla fine comunque, almeno noi ci concediamo una sosta per un sorso d’acqua ed una barretta ai cereali. Ci raggiunge anche Peppe.
Augusto in un attimo allestisce un set per una surreale e divertente intervista a Peppe. Eccoli mentre sono impegnati.
Io, alle loro spalle, faccio il pubblico osannante ed il disturbatore.
Nel frattempo imperverso sulle tenere concrezioni che mi trovo di fronte.
Provo parecchie pose, ma ve ne risparmio la maggior parte.
Nel frattempo l’intervista prosegue, per i particolari dovrete cercare su fb dove Augusto l’ha pubblicata!
Per ingannare il tempo provo a fare delle foto ravvicinate, quasi vengono decenti.
Un simpatico e candido mucchietto.
L’intervista e’ terminata, possiamo proseguire.
Il povero distoX inizia ad essere infangato, ma il meglio e’ ancora da venire.
Passiamo la strettoia, scendiamo il pozzo di una decina di metri e…siamo nel mondo del fango!
Strada facendo incrociamo Matteo, Giulio e Lino che tornano indietro. Lino e’ entrato in grotta indossando la tuta da meccanico e poco altro. La infradiciata nel fango lo ha riempito di freddo. Arrivato alla base del penultimo pozzo ha accusato il colpo. Dopo aver sostato un poco sotto il telo termico decide di tornare indietro accompagnato da Giulio e Matteo.
Questa e’ sfocata ma rende l’idea della fangosita’.
Un selfie movimentato.
Sul meandro proseguiamo svelti, decidiamo di prendere solo delle battute secche, senza troppi punti a contorno. Alla partenza del penultimo pozzo ci raggiunge Simone, vuole riprenderci per il filmato prima di prendere anche lui la via del ritorno. Lo capisco, a stare fermi si sente subito un bel freddo. Dopo un’ultima foto ad Augusto decido di averne abbastanza e ripongo la fotocamera. Avro’ scattato meno di 100 foto, oggi e’ quasi un giorno di vacanza per lei!
Per fortuna Siona ed Augusto sono stati piu’ perseveranti di me e quindi posso sfruttare le loro foto per proseguire. Quel che rimane di uno scarpone sommerso di fango.
Serissimo mentre sistemo i dati per il rilievo.
Un guanto di palta.
La base del penultimo pozzo, Peppe che osserva la pozza d’acqua dove ha fatto il bagnetto ai suoi attrezzi.
Ancora io, sempre al lavoro sui dati.
Augusto ed io in fondo al pozzo. L’ultimo pozzo decidiamo di non scenderlo. Prendiamo i punti dall’alto. Male che vada posso integrarli con i dati del vecchio rilievo.
Il distoX, o meglio, quel che ne rimane. Sembra piu’ un mattoncino.
Una volta chiuso il rilievo e riposti gli strumenti, finalmente facciamo pranzo grazie a Simone che ha lasciato i panini. Il ritorno e’ sicuramente piu’ agevole e veloce anche se i bloccanti tendono a non bloccare a causa del troppo fango. Andiamo abbastanza spediti fino alla partenza del traverso. Questo passaggio e’ gia’ abbastanza impressionante di suo ma se abbinato ai bloccanti che non vogliono svolgere il proprio lavoro, allora la faccenda si complica ed il passaggio diventa molto lento. Alla fine la “gianna” fredda che tira in quel punto mi fa quasi desiderare il caldo torrido che ci aspetta fuori. Comunque e’ bene quel che finisce bene ed alla fine siamo tutti dall’altra parte. L’ultimo tratto fino alla luce e’ questione di minuti. Esco disarmando una delle corde del traverso che e’ stata aggiunta oggi per facilitare le operazioni e quindi la cordella per il primo pozzetto. Quando arrivo all’albero il caldo mi assale facendomi subito rimpiangere il freddo sentito al traverso. Siamo rimasti Peppe ed io. Finiamo di sistemare le corde nello zaino e poi partiamo spediti per le macchine. Una fangosa foto ricordo ci sta tutta.
Questa m’e’ scappata, e’ della partenza, prima del grande fango, ve la lascio per confronto.
Un ultima foto dei nostri amici “di casa”…
…e qui chiudo svelto svelto con un saluto. Alla prossima!!!
Bibbo sei mitico….potevi anche non scrivere FOTO CULTURE SOTTERRANEE su ogni foto bastava il ringraziamento che hai fatto all’inizio….comunque i miei complimenti per la dovizia di particolari e la meticolosità con cui descrivi le tue avventure speleo…ce ne fossero come te.. alla prossima avventura amico mio.