Con Simone esercitazione con DistoX e TopoDroid alla grotta di Roccarello.
Ben prima delle 7 sono gia’ fuori di casa. Alle 8 ho appuntamento a Montebuono con Simone e Giuseppe e devo proprio fermarmi a fare colazione da Zanzibar. Prendo l’autostrada, vista l’ora sono solo per lunghi tratti di strada, sembra irreale.Come altre mille volte esco a Ponzano Romano, prendo per Stimigliano. Salgo su, arrivo al semaforo al termine della salita. Supero Stimigliano e proseguo dritto. Alla fine del diritto e familiare viale alberato, proprio prima che curvi a sinistra, c’e’ il bivio per Forano. Appena giro ho sotto l’occhio il mio obbiettivo. Un poco di sconforto mi prende quando mi accorgo che il cancello di accesso e’ chiuso. Uno sguardo all’orologio mi da’ una spiegazione plausibile. Manca qualche minuto alle 7, probabilmente e’ troppo presto. Non posso rinunciare ma nemmeno ho voglia di aspettare fermo li’. Vado a fare benzina al vicino distributore. Riprendo il viale appena lasciato, faccio la curva a sinistra e, all’incrocio a “T” prendo a destra. A un chilometro circa svolto a sinistra per il piazzale del distributore. Anche qui e’ deserto pero’ c’e’ il self-service. Faccio rifornimento con molta calma e poi torno sui miei passi. Con molta soddisfazione e sollievo trovo il cancello aperto. Anche il bar, con le sue delizie, ha aperto. Parcheggio in perfetta solitudine davanti al bar e poi mi allontano di qualche passo per immortalare l’evento.
Dopo lo sforzo documentativo nulla piu’ mi trattiene, entro. Anche nel bar ci siamo solo io ed il gestore. Un rapido saluto e poi mi approprio di una enorme ciambella e ne inizio la distruzione. Tanto per darmi un tono faccio una foto al fantastico trattore che campeggia nel bar. Il gestore, notando il mio interesse mi racconta che il trattore lo compro’ suo padre quando lui nacque, hanno la stessa eta’. Lo ha fatto restaurare e ne e’ giustamente molto orgoglioso. Inizia ad arrivare anche qualche altro avventore e la nostra tranquilla chiacchiera si spegne.
Ritorno al banco dei conrnetti e con la scusa di fotografarli, me ne prendo un altro, pero’ semplice, non vorrei esagerare.
Una zoomata sulle ciambelle giganti e poi vado a gustarmi il cornetto.
Arrivo a Montebuono con largo anticipo, faccio un salto a casa per vedere se e’ ancora in piedi. Sembra tutto in ordine, le piantine sopravvivono nonostante la nostra latitanza. Concedo loro un po’ di sollievo con una generosa innaffiata.
Termino il rapido giro di ispezione e poi esco. Su via Garibaldi incontro Claudia, la rivedo con piacere e facciamo un pezzo di strada assieme raccontandoci svelti qualche scampolo di vita dei mesi passati. Quest anno la festa con passeggiata in montagna la faranno il 14 Giugno. Non potremo venire, abbiamo gia’ altri impegni, peccato, e’ una bella manifestazione, molto sentita dai montebuonesi e avrei avuto piacere di partecipare. All’incrocio le nostre strade si dividono, lei a casa, io alla macchina per raggiungere Roby Bar dove ho appuntamento con i miei amici. Una foto al nuovissimo bar e ai simpaticissimi Tiziana e Roberto e’ d’obbligo.
Fa capolino il buon Giulio, anche con lui e’ tanto che non ci si vede. Ci aggiorniamo a vicenda. Gli racconto che sto aspettando Giuseppe e Simone per andare al Pretaro a provare il DistoX. Lui e’ in attesa di altri amici per andare alla forra di Prodo. Lo rimprovero bonariamente per non averci avvertito di questa gita. Sono interrotto dal telefono che squilla. E’ Simone. Mi dice che si e’ appena svegliato ed e’ ancora ad Orvieto. Mi predispongo mentalmente ad una lunga attesa e mentre parlo con lui penso a come impegnero’ il tempo…ma eccolo che spunta nella piazza del bar! Quel burlone come suo solito mi stava facendo uno scherzo! Giulio ci offre la colazione. Mentre si chiacchiera allegramente assieme il buon Giulio ci propone di cambiare la nostra destinazione abbandonando il Pretaro per andare a Roccarello. Sia Simone che io non l’abbiamo mai visitata quindi la proposta riscuote la nostra approvazione. C’e’ un problema pero’, non saprei proprio ritrovare l’ingresso. Giulio si offre di guidarci lui. Loro partiranno piu’ tardi e ha tutto il tempo. Guardiamo l’ora, le 8, orario dell’appuntamento sono abbondantemente passate. Questo vuol dire che Giuseppe, solitamente puntualissimo, ci ha dato buca. DEcidiamo quindi che e’ ora di partire. Salutiamo Tiziana e Roberto ed usciamo. Giulio conferma la sua offerta di farci da guida. E’ andata, abbandoneremo il Pretaro a favore di Roccarello. Giulio prende la sua macchina, noi lo seguiamo su quella di Simone. Arriviamo a Calvi, perdiamo di vista Giulio ma sono sicuro del percorso fino all’imbocco della strada che si inoltra nel bosco dopo il cimitero. Simone sale mentre lo guido tra i vicoli di Calvi. Quando inizia la strada del bosco, Giulio non si vede ancora. Pensiamo sia andato avanti e proseguiamo. Dopo circa un chilometro, di Giulio nemmeno la traccia. Ci fermiamo per chiamarlo. Per fortuna il telefono prende e possiamo parlarci. Lui aveva preso una “scorciatoia” fermandosi poi ad aspettarci. Non ci siamo incrociati. Gli diciamo che noi siamo andati avanti. Ci fermiamo ad aspettarlo ed in un minuto lo vediamo comparire. Proseguiamo assieme. Non ricordavo proprio tutta quella strada per raggiungere la grotta. Calcolo che dal bivio del cimitero sono almeno 3 chilometri. Ad un anonimo spiazzo sulla destra il buon Giulio si ferma, siamo arrivati. Peccato non avere il GPS per prendere il punto, non so se lo ritrovero’ mai senza un aiuto! Giulio ci accompagna all’ingresso della grotta e facciamo ancora qualche chiacchiera. Giulio ci descrive brevemente Roccarello e la temibile strettoia verticale che ci aspetta. Dice che farebbe comodo mettere una corda sulla strettoia ma noi non l’abbiamo. Ma non c’e’ problema! Ce la presta Giulio. Tira fuori dalla macchina una bella corda giallo fosforescente, cerchiamo di rifiutare, sarebbe un peccato infangarla ma lui e’ irremovibile e ce la affida. E’ arrivato il momento di lasciarci. Ancora un giro di saluti ed abbracci poi Giulio sale in macchina e noi iniziamo a prepararci. Simone cerca di prendere il punto GPS col cellulare ma sembra che non riesca ad agganciare i satelliti, rinunciamo.
Gli mostro lo zaino fedifrago con il maniglione scucito, quello che ha causato la caduta del trapano di Giuseppe al Vorgozzino. Ora il trapano e’ in riparazione, speriamo si chiuda presto questa triste parentesi.
Siamo quasi pronti, Simone sfoggia la sua tuta nuovissima.
Un selfie, non poteva mancare.
Eccoci all’ingresso della grotta. E’ chiusa da una grata ma Giulio ci ha spiegato come aprirla.
Prima di partire per l’avventura faccio a Simone un rapido spiegone su come funziona il distox in accoppiata col palmare e decidiamo come dividerci i compiti. Simone governera’ il distox ed io mi occupero’ del palmare. Iniziamo prendendo il punto ‘0’ direttamente sulla grata metallica. Gia’ al caposaldo successivo mi accorgo che si tratta di una falsa partenza. Riesamino con la memoria a quanto abbiamo appena fatto. Evidentemente la grata ha influenzato la bussola e le direzioni sono platealmente sballate, come ho fatto a non pensarci prima?!?. Usciamo di nuovo fuori. Spiego il problema a Simone e gli faccio vedere i punti scaricati sul palmare che lo dimostrano. Apro un nuovo rilievo e ricominciamo. Stavolta prendiamo il punto iniziale fuori dalla grotta, ad un paio di metri dalla grata. Vado avanti a dare uno sguardo alla strettoia verticale che ci attende un paio di metri piu’ in la’.
Sistemo la corda gialla di Giulio e mi giro verso Simone per continuare col rilievo. Guardando meglio vedo che in corrispondenza della strettoia c’e’ la scaletta di cui ci parlava Giulio ma anche una corda fissa. La corda di Giulio si puo’ risparmiare la sporcata, la tiriamo da parte e proseguiamo.
Scendo la strettoia. Facendo onore al suo nome, e’ ben stretta, pero’ in discesa non e’ un grosso problema. Dopo meno di 2 metri di stretto si arriva gambe nel vuoto nella saletta sottostante. La scaletta risulta utile per arrivare alla base senza inventarsi pericolose arrampicate. Aggiorno Simone su quel che lo aspetta e gli consiglio di limitare al minimo indispensabile i punti presi quando e’ nella strettoia.
Mentrelo aspetto pazientemente mi guardo intorno nella piccola sala.
Ancora la sala con la scaletta che pende dall’alto.
Qualche concrezione.
Arriva Simone, quando atterra scarico i dati che ha preso nella strettoia, aggiorno il disegno della grotta sul TopoDroid e riprendiamo assieme il lavoro.
Simone al lavoro ma stavolta ripreso senza flash.
Micro-colonna.
Siamo a pochi metri dalla superficie, lo testimonia la lunga radice sulla sinistra di Simone.
Eccola in primo piano.
Ci sono delle belle colate, provo a riprenderle.
Simone in azione.
Tra un punto e l’altro cerco di combinare qualche foto. Vi lascio soli con loro, non hanno bisogno di molte parole.
Arriviamo alla saletta che sembra concludere la grotta. Ci sono 2 vistose radici che campeggiano al centro della sala.
Proseguiamo il rilievo con le solita foto di accompagno. Dall’ultima sala torniamo indietro girando verso destra e ci ritroviamo nella penultima sala. Quella che all’andata ci era sembrata la parete della grotta si rivela essere una enorme colonna. Io torno indietro per la via fatta poc’anzi mentre Simone termina di “sparare” i punti.
Torniamo alla sala iniziale e ci deliziamo con il passaggio della strettoia in salita. Niente male come fatica!
Ecco Simone che fa capolino, anche per lui il punto piu’ ostico e’ passato.
Mentre lo aspetto lo bombardo di foto. Pero’ molte ve le risparmio.
Eccoci all’uscita.
Sto facendo la foto a Simone quando sento un rumore alle mie spalle. Mi giro di scatto un po’ allarmato. Chi caspita puo’ essere in un posto del genere? E’ un escursionista solitario che tornando sui propri passi causa pioggia ci ha visti ed e’ venuto a curiosare. Ne approfitto subito per farci scattare una foto.
Dopo averlo salutato prendiamo a cambiarci mentre la pioggia continua a scendere senza posa. Abbiamo fatto presto, abbiamo provato DistoX+TopoDroid, ci siamo divertiti, cosa si puo’ volere di piu’? Vi presento il risultato dei nostri sforzi. Questa e’ la pianta.
Questa e’ la sezione.
E questa e la foto del rilievo originale pubblicato sul libro del GSS sulle grotte della Sabina. Quasi ci somiglia!
Detto questo non mi rimane che salutarvi con un festoso: Alla Prossima!!!