Uscita in forra con Matilde, Claudio, Stefano, Michele ed io. Incontrati gli amici del gruppo ZompaFossi.
Sono proprio sfacciato. Ancora una volta l’appuntamento e’ sotto casa mia. Stavolta il primo ad arrivare e’ Stefano ma precede Claudio di pochi secondi. Visto che davanti casa non c’e’ posto per sostare, avanziamo con le macchine fino all’incrocio, dove ci disponiamo all’attesa di Matilde e Michele. Si tratta solo di un onestissimo quarto d’ora di ritardo, appena il tempo per quattro chiacchiere, soprattutto con Stefano che non vedo da molto. Quando arrivano pure loro ci organizziamo per partire. Abbiamo 3 macchine e siamo in 5, decisamente troppe. Decidiamo di lasciare una macchina. In verita’ si potrebbe andare anche con una sola macchina ma staremmo molto stretti ed invece scegliamo di stare comodi. Facciamo lasciare la macchina a Michele, pare che con Matilde abbiano fortuna con i parcheggi. Non si smentiscono e ne trovano uno appena girato l’angolo, quasi incredibile! Li raggiungiamo e facciamo il trasbordo dei bagagli. Le macchine saranno, quella di Claudio con me come passeggero e quella di Stefano con la frizzante compagnia di Matilde e Michele. Facciamo ancora una breve sosta per la colazione e poi partiamo. Il viaggio di andata in compagnia di Claudio scorre piacevolmente tra un ricordo di esperienze passate, progetti futuri, tecniche di forra ed altro. Passiamo accanto ad un paese dove Claudio mi dice si tengono abitualmente i corsi di forra in acque bianche. Non chiedetemi dove sia perche’ l’ho scordato!
Stefano ci segue come un ombra.
Passiamo accanto alla cascata delle Marmore. Al momento del nostro passaggio le cascate sono chiuse e quindi si vede solo un tranquillo rigagnolo, anzi probabilmente lo vedo solo io perche’ so dove cercare, si tratta di una minuscola macchia bianca sulla sinistra, quasi in cresta.
La strada e’ lunga ma la affrontiamo con tranquillita’. Attraversiamo, o passiamo vicini, a molti paesi, cerco di memorizzare il nome di alcuni, ma invano. Ricordo che Claudio aveva descritto i luoghi che stiamo passando in occasione dell’andata ad Ussita, l’estate scorsa. L’uscita dalla forra e’ accanto ad un cimitero. Strada facendo passiamo accanto ad un cimitero, ma non e’ quello giusto. Al secondo, siamo finalmente arrivati.
Il parcheggio a bordo strada sembra un po’ precario. Antistante al cimitero c’e’ un ampio spiazzo. Sembra improbabile che oggi possa esserci una grande affluenza di visitatori. Decidiamo di approfittarne.
Sistemate le macchine i miei amici decidono di sgranchirsi le membra tentando un passaggio di arrampicata. Ecco Claudio mentre si impegna.
E’ la vota di Matilde. Il loro obiettivo e’ di tenersi alla placca ed agganciare col piede quella accanto. Non e’ semplice.
Ora prova anche Michele.
Altro giro. Claudio riprova e quasi riesce.
Matilde non vuole essere da meno, si impegna a fondo…
…ma la battuta di uno di noi spettatori gli guasta la concentrazione e tutto l’impegno svanisce in una risata.
Ora che hanno debitamente riscaldato i muscoli passiamo a prepararci. Per conto mio ho affrontato la fase di riscaldamento sgranocchiando un bel panino. Indossiamo la muta, prepariamo il materiale e gli zaini. Siamo pronti a partire.
Claudio non si tiene piu’, prende il via e si allontana velocemente.
Io lo seguo per non perderlo di vista, mi fermo a meta’ strada per dare modo agli altri di capire dove dirigersi.
Camminiamo accanto alla rete paramassi. Una foto della molla che tiene in tiro i cavi mi sembra possa starci.
Subito dietro il cimitero sbuchiamo in un altro spiazzo. Sorpresa! ci sono altre macchine. Sembrano anche loro impegnati a prepararsi per la forra. A riprova della mia deduzione trovo Claudio che chiacchiera amabilmente con uno di loro, sembra si conoscano da tempo. Mentre aspettiamo il resto dei nostri, li sento parlare di forre e tecniche varie per affrontarle.
Torno indietro per vedere cosa ne sia stato di loro. Eccoli che arrivano.
Nel gruppo dei nostri nuovi amici e coinquilini di forra troviamo anche Carlo. E’ proprio lui la persona squisita che settimana scorsa ha accompagnato altri miei amici a grotta Gis. Trovate la relazione sul blog di Stefano. Cedo la fotocamera per avere un paio di foto con lui.
Nella seconda foto i miei, perfidi, compagni di avventura hanno appena messo in dubbio che potremo avere un degno pasto al termine della forra. Da qui la mia faccia delusissima.
Ci salutiamo, per il momento, ripromettendoci di organizzare al piu’ presto con Carlo una visita a grotta Gis.
Ci avviamo per affrontare il tratto in salita che ci portera’ all’inizio della forra.
La salita e’ decisamente impegnativa, dopo un inizio baldanzoso iniziamo con i primi segni di affaticamento.
Il momentaneo cedimento di Stefano a cui seguono sfotto’ e risate del resto del gruppo.
E’ solo un attimo, Stefano riprende fiato e prosegue senza altri problemi.
La salita sale decisa, ma oramai abbiamo preso il passo!
Siamo arrivati a svalicare, ancora pochi metri poi proseguiremo in discesa. Una breve sosta e’ di rigore.
In discesa si procede decisamente meglio.
Eccoci quasi arrivati, Stefano ha recuperato il sorriso.
Arrivano anche Matilde e Michele. Matilde indossa la muta come un vestito da sera, che dire, l’eleganza e’ innata, non si trova a comprarla!
L’inizio della forra. Breve sosta per completare la vestizione con tutta l’attrezzatura necessaria e si parte.
Mi attardo nel prepararmi. Quando raggiungo gli altri al primo salto, Stefano e’ gia’ sceso. Ora tocca a Michele. E’ un momento importante, e’ la sua prima discesa in forra.
Claudio lo segue dandogli tutte le spiegazioni del caso.
Eccolo che parte.
Mi affaccio per riprenderne la discesa ma non faccio a tempo, quando mi sporgo e’ gia’ arrivato. Comunque riprendo il bel salto che ha appena sceso.
Ora e’ il momento di Matilde. Ha fatto esperienza in grotta, ma anche per lei e’ la prima discesa di una forra e deve prendere confidenza con l’ambiente e l’attrezzatura.
Stavolta sono gia’ appostato e quindi posso riprendere tutta la discesa.
Siamo circa a meta’ discesa. Il primo contatto con l’acqua, ma il meglio deve arrivare.
Tra poco gustera’ l’acqua dalla cascatella alle sue spalle. Non volendo mi riprendo una scarpa. Questo mi porta ad una breve digressione, mi devo ricordare di ringraziare Claudio per avermi prestato le sue scarpe da forra per provarle. Sono veramente comode e tengono abbastanza bloccata la caviglia, come serve a me. E’ una delle spese che mi riprometto di fare nel prossimo futuro.
Matilde e’ quasi arrivata, il suo squillante “libera” sovrasta il rumore della cascatella.
Ora e’ il mio turno a scendere. All’arrivo mi fermo nella nicchia quasi sotto cascata, voglio riprendere la discesa di Claudio. Il posto si presta anche per qualche foto degli amici che ci aspettano all’asciutto. Claudio lancia il sacco con la corda.
Inizio a “prendere la mira”, credo ne verra’ fuori poco, c’e’ troppa luce.
Eccolo che arriva, meglio di quanto pensavo, la roccia che ha di fianco fa da contrasto.
Faccio in tempo a prenderne un’altra ma gia’ le gocce d’acqua iniziano a ricoprire l’obiettivo.
Come al solito Claudio arriva giu’ in un lampo, molto prima di quanto ci metta la mia fotocamera a riprendersi tra uno scatto e l’altro. Esce fuori questa foto “movimentata”.
Per raggiungere i miei amici passo nella pozza dove fino a poco prima il sacco della corda galleggiava placidamente. Ora c’e’ Claudio che sta recuperando la corda. L’acqua gli arriva ai fianchi quindi faccio per passargli di lato fiduciosamente. Sprofondo nell’acqua fino al collo, oltre all’acqua gelata mi becco battute e risate degli altri che non aspettavano altro. Quando siamo tutti pronti riprendiamo a muoverci seguendo il percorso tortuoso della forra.
Oramai la fotocamera e’ bagnata e nonostante i miei sforzi per togliere l’acqua dall’obiettivo tutte le foto avranno questo effetto nebbia a chiazze. Ancora non ho trovato rimedio per questo. Accetto consigli…solo ore pasti, no perditempo!
Uno scivolo che preclude al salto successivo. Claudio decide di mettere la corda anche qui e poi scende ad armare il salto.
Il buon Michele che sfoggia un sorriso nebbioso mentre attende il suo turno per scendere.
Claudio che accoglie Matilde alla base dello scivolo.
Quando arrivo anche io, trovo che i miei amici hanno gia’ armato il salto successivo, Stefano e Matilde sono scesi e Claudio assiste Michele che si appresta a scendere a sua volta. Oramai Michele e’ quasi un veterano e si muove con buona sicurezza, pero’ un occhio e’ meglio “buttarcelo” ugualmente.
Mentre Claudio osserva affascinato l’armo che ha fatto gli passo avanti ed inizio a scendere. Per non sentirmi in colpa ne approfitto per scattargli una foto. Con le sue scarpe nuove fa proprio un figurone!
Gia’ che ci sono mi volto per immortalare anche Matilde, Michele e Stefano che attendono pazientemente. Stefano che e’ intraprendente inizia a sistemare l’armo del salto successivo.
Arriva Claudio e riprende in mano la situazione finendo il lavoro iniziato da Stefano.
Matilde e Michele seguono il suo lavoro con attenzione.
Io mi divago riprendendo foto. Sento rumoreggiare dietro di noi, deve essere il gruppo di amici che abbiamo salutato al parcheggio, ve l’ho gia’ detto che si nomano Gruppo Zompafossi? Ancora si vede nessuno, pero’ si sentono, tra poco ci raggiungeranno. Ne approfitto per voltarmi indietro e riprendere il salto appena superato.
Claudio termina di attrezzare la via, possiamo procedere.
Ecco spuntare anche i nostri amici.
E’ il turno di Stefano.
Anche l’altro gruppo inizia la discesa, da qui in poi procederemo praticamente assieme.
Intanto scende Matilde. Oggi lei ed io abbiamo ricevuto da Claudio, come regalo di Pasqua, la mutanda protettiva in pvc. Lei la sfoggia mirabilmente, facendo sicuramente meglio di me in questo! Comunque un sentito grazie a Claudio per il gradito regalo. Anche la mia muta ringrazia.
Arriva Carlo con tutta la sua simpatia. Si vede e si sente!
Un altro degli allegri zompafossi di cui, non me ne voglia, non ricordo il nome.
Claudio come il bianconiglio, sembra guardare l’orologio e voler dire “presto, presto, che e’ tardi”!
Stefano si appresta ad armare lo scivolo successivo. Non completa quanto ha in animo perche’ gli attacchi sono molto in alto. Il buon Claudio si affaccia e decide che lo scivolo con questa quantita’ d’acqua e’ facilmente scivolabile senza bisogno di corde. Mette quindi subito in atto quel che ha deciso e noi lo seguiamo con entusiasmo.
Matilde e Stefano al cospetto di una pianta che sembra crescere rigogliosa nonostante abbia un andamento alquanto contorno. Stefano e’ molto dispiaciuto di questo.
Riprendo un particolare dell’albero perche’ ammiro sempre le piante che riescono a superare mille avversita’ e prosperare ugualmente.
Mentre noi ci sollazziamo ammirando la pianta, il buon Claudio va avanti con passo deciso ad esplorare il salto successivo.
Iniziamo a scendere ma veniamo definitivamente raggiunti dai nostri amici zompafossi. Claudio decide di scendere tra i primi per scattare qualche foto anche lui. Lo deve fare anche per dare un senso al fatto di essersi trascinato dietro per tutta la forra un saccone stagno solo per la macchina fotografica da 1 milione di dollari. Eccolo intanto che fa il tifo alla discesa di Matilde.
Zompafossi e 1…
Zompafossi e 2! Claudio si appresta alla discesa.
Alla fine tocca a me. Anche da ultimo trovo modo di scattare una fotina al salto appena sceso. Un poco appannato ma molto scenografico.
Ma un attimo per un sorriso ce lo vogliamo prendere? Mi accontentano subito. Anche loro, appannati ma contenti.
Claudio intanto attrezza il salto successivo assistito da Stefano che lo segue con attenzione.
Anche questa volta Claudio si appresta a scendere avanti a tutti. Prima di farlo si raccomanda. Lo devo rassicurare che non cerchero’ di rovinare il suo operato disarmandolo in maniera maldestra. Devo essere sufficientemente convincente perche’ alla fine monta il suo fido piranha e scompare alla vista. Stefano lo segue di getto.
Merita tutta la sequenza. Ora e’ sulla verticale, pronto ad iniziare la discesa.
Partito!
I nostri neofiti di lusso attendono allegramente il loro turno mentre gli zompafossi si accalcano dietro di noi, ma senza metterci fretta.
Mi sporgo dietro Matilde per riprendere la discesa che si appresta a fare. Oramai l’obiettivo della fotocamera e’ tutta una goccia d’acqua, sporca , oltretutto.
Anche per Matilde riesco a riprendere tutta la discesa, anche se nebbiosa.
Eccola appena partita.
Quasi a meta’ strada.
L’arrivo di Matilde me lo perdo, rimedio immortalando quello di Michele che nel frattempo ha impegnato la corda ed e’ sceso in un lampo.
Li raggiungo disarmando e quindi scendo svelto il salto successivo. In fondo mi rigiro per riprendere il bell’effetto delle persone impegnate sui salti che abbiamo appena passato. Se fosse meno appannata, converrete con me, sarebbe proprio una bella foto. Per fortuna Claudio che stavolta e’ rimasto indietro e si appresta a scendere, e’ riuscito a farne di molto migliori.
Mentre mi diletto in foto sfigurate, i miei amici affrontano l’ultimo salto. Sento qualche urlo, alla fine del salto c’e’ una pozza d’acqua gelata nella quale e’ tanto piacevole quanto obbligatorio immergersi.
Ecco il buon Claudio che scende.
Mentre Claudio recupera la corda del salto precedente io scendo bel bello quello che si rivelera’ essere l’ultimo salto. Affronto coraggiosamente l’immersione nell’acqua fredda e mi appresto ad uscirne quando vengo centrato letteralmente tra capo e collo da qualcosa. Ripreso dallo stupore e dalla botta che mi ha stirato le vertebre cervicali mi rendo conto di avere sulla testa, in perfetto equilibrio, lo zaino con la corda. Claudio stava effettuando il lancio dello zaino quando gli e’ sfuggito di mano. La parabola, molto piu’ corta del previsto e’ culminata proprio addosso a me. Impiego qualche secondo per decidere che e’ tutto a posto. Il collo scricchiola un poco ma nulla di grave. In compenso ci ho guadagnato un argomento per prendere in giro Claudio per i prossimi anni!
Rassicuro i miei amici, soprattutto il mortificatissimo Claudio e poi raggiungo gli altri che sono appostati nei pressi di un pallido raggio di sole, un vero lusso in questa giornata di nuvoloni.
Come ho gia’ detto l’occasione e’ ghiotta per prendere un po’ in giro Claudio e ne approfitto in abbondanza. Alla fine mi sembra abbastanza rassicurato che se sono in grado di prenderlo in giro probabilmente e’ vero che la botta non mi ha recato grossi danni. Procediamo a recuperare la corda dall’ultimo salto.
Col mio zoom appannatissimo riprendo i nostri nuovi amici che attrezzano gli ultimi salti.
Ci godiamo il tiepido sole aspettandoli. Nella attesa decido che e’ l’ora di coprirsi un poco di piu’ e di recuperare un po’ di energie. Tiro fuori dallo zaino uno dei sottomuta che avevo portato all’uopo. Recupero anche una barretta al sesamo che offro in giro mentre mi dedico alla non facile impresa di infilare il sottomuta. Dopo il rinforzino alla muta ed aver gustato il dolcetto al sesamo, la situazione freddo migliora assai.
Quando siamo tutti, ma proprio tutti, riuniti, affrontiamo il comodo sentiero che ci riporta alle macchine.
I nostri amici un po’ ci precedono, un po’ ci seguono. Claudio e’ impegnatissimo a parlare con alcuni di loro di forre, tecniche, prossimi impegni ed altro sul tema canyoning.
Al momento di salutarci provo anche a fare la proposta di un pranzo assieme. Loro purtroppo hanno altri impegni e devono proprio rientrare. Rinnoviamo con Carlo l’interesse reciproco per una prossima gita a grotta Gis e ci lasciamo con tanti saluti ed auguri per una buona Pasqua. Andiamo alle nostre macchine, a cambiarci sullo spiazzo antistante il cimitero.
Con i vestiti asciutti ed un po’ di sole e’ tutta un’altra cosa.
C’e’ chi si lascia andare volentieri ad un po’ di ninna.
Particolare di dormienti.
Matilde ce la mette proprio tutta per un serio riposino.
Michele invece e’ ancora pieno di energie e rilancia agli altri la sfida per la prova di arrampicata.
Claudio non si fa certo pregare e non e’ da meno.
Io, nel mio piccolo, faccio quel che posso allungando la gamba in un gesto decisamente atletico mentre mi dirigo con senza indugi verso le macchine.
Siamo pronti a partire, sono le 13.30 circa. Disperati per la mia insistente insistenza i miei amici decidono di accontentarmi. Oramai domi, li guido a Taizzano a degustare le ottime pappardelle al sugo di lepre! Eccoci arrivati alla trattoria dove ci rifocillano anche se siamo arrivati ad un’ora poco canonica. Ne avevo gia’ scritto una breve recensione, quindi se ne volete sapere di piu’ vi rimando alla nota che trovate qui.
Dopo il lauto pasto, a cui nessuno ha avuto cuore di sottrarsi, salutiamo i nostri ristoratori e riprendiamo la strada di casa. La mia proposta per una visita a Stifone viene rimandata ad una prossima volta. Facciamo l’autostrada sotto un violento acquazzone, pero’ quando ne usciamo a Settebagni e’ oramai spiovuto. Facciamo una rapida sosta al primo benzinaio che si incontra per fare un cambio, Matilde e Michele passano in macchina con noi, cosi’ Stefano si risparmia un po’ di strada. Ci salutiamo con lui e ripartiamo. Vicino casa mia lasciamo Matilde e Michele alla loro macchina e poi il pazientissimo Claudio mi riporta sotto casa dove ci facciamo gli auguri di buona pasqua prima di lasciarci con il solito saluto, che estendo anche a voi tutti, alla prossima!
È vai Bibbo… Forra piccolina ma divertente. Io l’ho fatta asciutta e dalle tuo foto sembra più divertente con l’acqua. Forte pure Carlo vero?
E’ sempre un piacere leggerti!