Il prossimo fine settimana alcuni amici andranno al Buco Cattivo. Io ci sono stato e ricordo con piacere quella grotta. Mi sembrava di esserci stato di recente e di averne fatto la relazione. Niente di piu’ sbagliato! Per il piacere dei miei amici, e mio, rimedio ora…con qualche settimana di ritardo!
Si e’ trattato di una bellissima uscita di gruppo a cui ha partecipato praticamente tutto il GSS. Ricordo che prima di partire guardai distrattamente il rilievo pubblicato sul sito del CENS e guardando i minuscoli cunicoli ivi riportati (non guardai minimamente la scala!), pensai: “ecco perche’ lo chiamano Buco Cattivo, e’ un budello infame”. Presto avrei dovuto ricredermi. Trattandosi di una uscita di…tempo fa non potro’ essere molto preciso perche’ ricordo poco. Facciamo cosi’, la racconto come mi sembra di ricordarla, poi in caso la correggero’ se arriveranno commenti riparatori! Partiamo un sabato pomeriggio dall’hotel Salario a Magliano Sabina. Io vado in macchina ospite di “nonmiricordochi” (Claudia e Gianluca?) e me la dormicchio tutto il tempo. Arriviamo a notte fatta dalle parti di Genga dove ci attende un amico di Tullio che l’indomani ci guidera’ nella gita alla grotta. Oltre a farci da accompagnatore ci ha gentilmente rimediato un posto dove dormire e ci portera’ a mangiare in compagnia di altri amici del suo gruppo. Purtroppo a causa della mia pessima memoria non posso nominare ne’ il nostro gentile accompagnatore, ne’ il suo gruppo o il nome di qualche amico che ha partecipato alla cena…Figurarsi poi il nome del ristorante! Comunque eccoci qua.
Quando andiamo dove dormiremo ho troppo sonno per immortalare il luogo, riesco solo a fotografare questo simpatico animaletto che attraversa flemmatico il vialetto dove noi stiamo transitando per andare al lettuccio.
La mattina dopo di buon ora partiamo in direzione della grotta.
Arriviamo allo spiazzo dove ci attende la ripida camminata fino all’ingresso “basso” della grotta. Se ho capito bene dovremo arrivare quasi in cima dove ci sono quelgli affacci rocciosi tra la vegetazione. Una bella sgambata.
Ci prepariamo con cura, per fortuna dobbiamo portare poco materiale con noi, la grotta non ha molti pozzi.
Iniziamo la salita.
Ci sono anche io! Non ho idea di chi sia il fotografo.
Dopo aver traversato dei prati quasi pianeggianti si arriva ad un canalone tutto a ghiaia, sarebbe una delizia da salire ma per fortuna alla sua sinistra c’e’ un accenno di sentiero tra gli alberi e noi seguiamo quello.
E’ abbastanza ripido ed ognuno si aiuta come puo’.
Dove il ghiaione si interrompe il sentiero attraversa il canalone che stiamo costeggiando e noi lo seguiamo con fiducia. Il passaggio da un lato all’altro del canalone non e’ dei piu’ semplici, ma si puo’ fare.
Ecco il gruppone che avanza inesorabile.
Momenti di scivolate epiche, un passo avanti e due indietro, le ginocchia cigolano.
Ma oramai siamo quasi tutti dall’altra parte
La faccia di Augusto puo’ dare una misura dell’impegno necessario per affrontare la salita. Per fortuna al momento abbiamo fatto solo il pezzo meno impegnativo!
Si continua a salire tanto, ma proprio tanto, seguendo un accenno di sentiero che tira su dritto sulla massima pendenza.
Mentre si pensa: “si, e’ dura, ma non potra’ essere peggio di cosi'”, inizia il tratto con i canaponi. Ecco Mario mentre ne impegna uno di loro in una battaglia all’ultimo trefolo!
E nemmeno a dire che ce n’e’ uno solo, ne affrontiamo una bella sequenza.
Sono finiti i canaponi? Sembra di si. Oramai siamo boccheggianti. Gira voce che siamo arrivati all’ingresso. Se ne avessimo le forze sarebbe il momento di esultare.
Ci ammucchiamo sul minuscolo terrazzino antistante l’ingresso e ci cambiamo di corsa i vestiti zuppi di sudore.
La scritta sulla roccia ci ricorda che questo e’ l’ingresso “Fiorini”.
Mattia fa l’inventario del materiale cercando nel contempo di consumare un veloce spuntino corroborante.
Ancora Mario che impegna uno degli ultimi canaponi.
Abbiamo forse ospiti straniere?!?
No! eccola svelata! Briefing prima di avviarci
Partiti!
Eccomi! Chissa’ che fine ha fatto la bella tuta che indosso, non la ricordavo per nulla.
Sguardo interrogativo?
Addetta alla illuminazione.
Il nostro accompagnatore. Grazie!
Non si vede ma e’ l’inossidabile Simona.
Un altro dei nostri accompagnatori. Grazie anche a lui!
Pausa prima del pozzo da 50 metri.
Cucu’, chi si nasconde li’ dietro?
Attesa nella sala alla base del pozzo.
Ed ecco anche il pozzo.
Mentre aspettiamo di ricompattarci si approfitta per uno spuntino.
Procediamo oltre, ma non chiedetemi altro.
Un Mattia che fa qualcosa.
Passaggi atletici
Iniziano i laghetti, belli!
Ci provo a mostrarveli ma le foto non rendono molto.
Eccone ancora una.
Prima dei laghetti ci fermiamo per cambiarci ed affrontarli adeguatamente. E’ a questo punto che capisco quanto male ho interpretato il rilievo di questa grotta. Abbiamo infatti attraversato degli ambienti enormi. L’angusto cunicolo che avevo creduto di vedere nel rilievo e’ in realta’ largo un buon numero di metri. Rimango basito ed affascinato. E pensare che il pezzo forte lo dovevo ancora vedere. Lo confesso, mi sono innamorato del lungo lago che attraverseremo. Se dovesse capitarvi di percorrerlo vi consiglio di passare costeggiando la parete destra, in alcuni punti puo’ essere un poco piu’ fondo ma il passaggio risulta meno faticoso. Ve lo posso dire con sicurezza perche’ ho provato entrambe le soluzioni!
Claudia e Gianluca, stanchi, bagnati ma soddisfatti.
Simona sorridente e Tullio che contempla la grotta dove e’ stato parecchie volte, ma tanti anni fa.
Simona ed Augusto, una coppia inossidabile.
Ecco Tullio che posa accanto alla sigla del suo gruppo del tempo. Il 1978, appena qualche mese fa! Siamo nella enorme sala dove lui ed i suoi compagni di avventure del tempo erano soliti fare il campo.
Un piccolo altare natalizio eretto da sconosciuti frequentatori della grotta.
Il termine della sala.
Tullio ed Augusto assorti.
Tullio e Mattia, 2 generazioni di speleo nella stessa famiglia. Anche se un po’ sfocata l’ho tenuta perche’ vale la pena.
Siamo sulla strada del ritorno. La medusa.
Di nuovo il lago in tutto il suo splendore.
Una concrezione di forma particolare.
Passaggio nebbioso
E’ abbastanza strana. Vedete voi se vi piace.
Gruppo familiare in relax nei pressi dell’uscita.
Sfatta dalla stanchezza ma ancora felice!
All’uscita una bella sorpresa, piove, ma non una pioggierella normale, ne tira giu’ a secchiate. La discesa sotto il temporale tra canaponi, sentieri scivolosi e ghiaioni e’ un vero spasso. Ancora benedico il caso che ha voluto che avessi nello zaino un sacco da spazzatura di quelli enormi e resistentissimi con il quale ho potuto farmi un poncho di fortuna. Scendiamo faticosamente in un gruppetto formato da Claudia, Gianluca, Tullio, Mattia ed io. Arrivati allo spiazzo ancora piove come se fossimo in mezzo ad una simulazione di diluvio universale. Con Tullio e Mattia decidiamo di camminare ancora un chilometro circa, fino a sotto un cavalcavia nei pressi del paese. Le macchine ci aspettano la’. E’ consolante potersi cambiare all’asciutto. Non ricordo altro di questa uscita, ma posso dire che, nonostante la fatica e la bagnata colossale, il Buco Cattivo e’ una grotta che merita di essere visitata. Ecco finita qui la mia prima relazione “ritardataria”, come detto, dedicata agli amici che la visiteranno il prossimo fine settimana. Buon divertimento ragazzi e alla prossima!