Sonnino – 16/02/2014

Ricognizione dalle parti di Sonnino (Campo Soriano). La mattina esplorata piccola grotta trovata la volta scorsa. Pomeriggio passato in mezzo ai cespugli a cercare un ingresso indicato da anziani del posto ad Antonella, la nostra guida locale. Sera giro a Sonnino alla ricerca dei filetti del Pintus. Con Maria, Gianni, Pintus, Paola, Stefano ed io.

Oggi gita dalle parti di Sonnino. Andiamo a vedere una grotta trovata la volta scorsa e poi, se dovesse malauguratamente avanzare tempo, a cercarne di nuove con una amica del posto, Antonella. Ho appuntamento alle 8.15 sotto casa, vengono a prendermi Maria e Gianni. Aspetto fuori con mia moglie, cosi’ approfittiamo per portare a spasso Luna che stavolta rimane a casa ed e’ gia’ la’ che mi guarda con un’aria sconsolata. Arrivano con qualche minuto di ritardo ma visto il grande piacere che mi fanno risparmiandomi lo “sparcheggio” della macchina non mi sogno nemmeno di rimproverarli. Carico il mio “zainenorme” sulla macchina, un saluto veloce a moglie e cana e poi via. Andiamo sulla Anagnina a prelevare GiorgioSignoreAnzianoNonnoPintus, in breve il Pintus. Ci mettiamo un po’ a trovarlo ma alla fine siamo riuniti e ci dirigiamo senza indugi alla volta di Sonnino dove ci incontreremo con Paola e Stefano, meglio conosciuti come gli Astici. Li avvertiamo per telefono che arriveremo un po’ in ritardo. Maria governa la macchina con polso fermo e velocita’ adeguata, tanto che arriviamo al luogo dell’appuntamento prima dei nostri amici. Il posto e’ dotato di bar e supermercato, entrambi aperti. La cosa ci permette di ingannare l’attesa in maniera proficua. Andiamo prima di tutto a prendere un qualcosa al bar, offerto da un munifico Gianni, poi men vo soletto per la via del supermercato seguito dappresso dal Pintus. Ci dotiamo di panozzi ben imbottiti e facciamo ritorno. Nel frattempo gli Astici sono arrivati, sono anche loro nel supermarket. Ancora una piccola attesa poi siamo finalmente tutti assieme. Consumati adeguati e doverosi saluti, partiamo. Non chiedetemi la strada, gia’ non sapevo dove fossimo quando eravamo al bar/supermercato, dopo e’ stato un accumularsi di “perdimenti” che non potrei riuscire a dipanare nemmeno in una vita. Posso pero’ dire che ad un certo punto imbocchiamo la Via di Campo Soriano fino ad arrivare alla localita’ omonima. Qui ci fermiamo per un summit. Dopo una rapida consultazione e’ certo che abbiamo sbagliato strada. Abbiamo fatto sosta a fianco di quel che sembra una cava abbandonata. Mentre i nostri esperti studiano la situazione, Pintus ed io ci accorgiamo di un buco sulla parete a qualche metro di altezza. Come da prassi c’e’ una pianta davanti al buco che non permette di capire se il nero che si vede dietro e’ un’ombra o altro di piu’ speleologicamente appetibile. DSCF4999Decidiamo di salire a vedere meglio. L’ascesa sembra alla mia portata quindi vado avanti volontario. La perigliosa ascesa termina con una delusione, il nero era solo un’ombra. Scendo con le pive nel sacco. DSCF5001I nostri hanno nel frattempo deliberato che si deve tornare indietro al bivio che avevamo commentato strada facendo, non ricordo a quale proposito. Si tratta della Via VidiMina. Inganniamo il tempo dell’avvicinamento commentando che il nome VidiMina e’ corretto in quanto Mina e’ lontana dagli schermi da tempo, ricamando sopra questa scemenza riusciamo quasi a strappare un sorriso al Pintus! Fermiamo le macchine in corrispondenza di una curva a sinistra, quasi ad angolo retto. In mezzo alla curva, sulla sinistra si apre il viottolo di ingresso ad una casetta di campagna che si intravede abitata da un giovane capofamiglia attorniato da allegri bimbi, chiassosi cani e gattoni che fanno la pennichella pre-prandiale godendosi il sole. Gli Astici non sono sicurissimi del posto, Paola approccia il capofamiglia chiedendo informazioni. Ritorna con le idee piu’ chiare. Il posto e’ giusto, possiamo prepararci per la grotta. DSCF5004DSCF5005DSCF5006DSCF5009DSCF5010 Mentre ci cambiamo il capofamiglia ricambia la visita e scambiamo qualche chiacchiera volta a descrivere cosa facciamo e perche’. In questi casi e’ Gianni che tiene banco, ma anche noi facciamo la nostra parte prendendo un atteggiamento serio e professionale, partecipando con assensi e mugugni vari. Per essere febbraio fa veramente caldo, opto per la maglietta pesante piu’ leggera che ho portato. La tuta la lascio ben riposta nello zaino. Ci avviamo tornando indietro sulla strada per un breve tratto poi prendiamo a destra per un prato che porta ancora i segni di un recente e prolungato allagamento. DSCF5012 Dopo il prato iniziano alcuni gradoni delimitati da muretti a secco. DSCF5018 DSCF5023 Ne saliamo una mezza dozzina quando eccoci arrivati all’ingresso della grotta! Poso lo zaino e vado a farmene una idea. E’ una spaccatura triangolare alta circa 1,5 metri e larga alla base circa 1 metro. DSCF5025Procede in piano per un paio di metri poi inizia un pozzo verticale di meno di 10 metri.DSCF5026 Alla prova del sasso il fondo sembra essere fangoso ma non e’ escluso che possa proseguire orizzontalmente lungo la frattura d’ingresso per poi riprendere la verticale piu’ in la’. Torno dai miei amici, facciamo il punto.DSCF5027 Il pozzo e’ sicuramente da scendere. Siamo volontari Stefano ed io. Stefano insieme a Paola hanno trovato la grotta la volta scorsa, mi sembra giusto che sia Stefano a scendere per primo.
DSCF5028 Mentre lui si prepara sistemo l’armo. Partiamo dall’armo naturale trovato da Stefano proprio all’ingresso e poi metto un fix in corrispondenza del pozzo. Mentre armeggio con il trapano i miei amici fronteggiano l’arrivo di un trafelatissimo signore. E’ il padrone del terreno dove siamo. Paola, Maria, Gianni e Pintus si adoprano a spiegargli cosa stiamo facendo, sembra tranquillizzarsi e dopo un po’ ci lascia con tanti saluti ed il suo permesso a continuare. Nel frattempo Stefano finisce di prepararsi ed entra ad esplorare il pozzo, porta anche la trousse da rilievo cosi’ se sara’ il caso prendera’ i dati uscendo. La speranza e’ che non ci sia il tempo per fare il rilievo ma e’ una speranza lievissima vista la mancanza di aria ed il fondo fangoso. Lascio la mia fotocamera all’esploratore cosi’ potra’ documentare adeguatamente la grotta. Eccolo che scende, Pintus gli fa da assistente. Per ingannare l’attesa inizio ad assaggiare uno dei panini, buono! Lo divoro. Ci penso un po’ su valutando i pro ed i contro poi decido, prendo il toro per le corna, mi mangio anche il secondo panino con molta soddisfazione. Paola mi guarda un po’ stupita, “Non e’ nemmeno mezzogiorno!”, mi dice. Accenno una battuta circa il fatto che col cibo sono piu’ cicala che formica ma non la convinco piu’ di tanto. Aspettando aspettando troviamo chiare tracce che la natura gia’ sente la primavera! DSCF5045 Intanto il nostro esploratore ha esplorato. Sceso il pozzo e’ atterrato sul predetto fango. Non sembrano esserci prosecuzioni evidenti, ancor meno sentori di aria che facciano pensare bene. Vi mostro le foto scattate da Stefano.DSCF5032 DSCF5034 DSCF5035 DSCF5036 Rapido consulto e decidiamo che non vale la pena impiegare altro tempo in questa impresa. Stefano inizia a fare il rilievo mentre noi ci godiamo il sole e facciamo giri nei dintorni. L’unico risultato dei miei giri e’ che scostando un ramo reciso, la mia mano rimane impigliata e piu’ volte trafitta dalle decine di spine che l’infido vegetale secco nascondeva. Passo un minuto buono a togliere aculei dalla mano destra. Concludo il giro senza ulteriori incidenti e senza scoperte interessanti. Stefano fa capolino. Disarma l’armo sul pozzo. Quando finisce lo aiutiamo a rifare il materiale. Ricomponiamo gli zaini e partiamo per tornare alle macchine. Quando Gianni ha capito che la grotta non ci avrebbe regalato grandi sorprese ha chiamato Antonella. Antonella e’ una simpatica ragazza del posto che si e’ gentilmente offerta di aiutarci a cercare nuove grotte nei dintorni. Io non la conosco ancora ma i miei amici gia’ sono andati con lei in cerca di grotte nelle settimane scorse. Arrivati alle macchine, loro, i crapuloni, si mettono a mangiare. Io resto sconsolato a guardare!!! Sono ancora intenti al gozzoviglio quando arriva Antonella. Questo decreta la fine del pasto. Dopo le presentazioni ed i saluti vediamo il da farsi. Antonella ha delle segnalazioni fattele da 2 diversi anziani del posto. Il fatto che 2 fonti diverse concordino sulla esistenza di una grotta sembra promettere bene. Andiamo a tentare la sorte nella zona indicata. Antonella ci guida e noi la seguiamo. Anche in questo caso non chiedetemi la strada perche’ non ne ho la piu’ pallida idea. Posso dire solo che posteggiamo vicino ad un cancello in ferro lunghissimo che sembra proteggere l’ingresso ad una cava abbandonata. DSCF5046 Alla destra del cancello, in linea con lui, c’e’ una valle infossata dove i miei amici sono stati la volta scorsa ed hanno trovato un paio di grotticelle nuove. Il nostro obiettivo invece dovrebbe trovarsi a mezza costa della collina che si inerpica dal fosso esplorato la volta scorsa. Ci equipaggiamo leggeri perche’ la scarpinata si preannuncia assolata e faticosa. Oltrepassiamo il cancello cercando il passaggio migliore tra la miriade di cespugli che tappezzano la nostra collina. DSCF5047 Passiamo vicino ai resti di una pesa. Chissa’ che via vai di camion deve esserci stato, ecco il perche’ del cancello monumentale. Antonella non e’ sicurissima che ci sia un sentiero da seguire, con Gianni decidono che e’ meglio tornare indietro e prendere la via del fosso gia’ fatta la volta prima. Quando siamo al cancello arriva un aiuto inaspettato sotto forma di un pastore che viene a controllare le mucche al pascolo. Gli indichiamo la zona della collina che vogliamo raggiungere e lui ci indica la strada, o meglio alcuni alberi facilmente individuabili da prendere a riferimento mentre si seguono i sentieri tortuosi aperti dalle mucche nel loro brucare girovago. Purtroppo non conosce altri buchi da queste parti. Ci indica ancora il punto migliore, e’ vicino alla pesa, da cui iniziare e poi lo salutiamo ringraziandolo. Non vi annoio con i particolari perche’ alla fine si e’ trattato solo di una lunga ed infruttuosa passeggiata tra i cespugli. Dopo aver vagolato a lungo sparpagliati ci raduniamo e decidiamo che in un posto del genere si puo’ trovare un buco solo a patto di cascarci dentro. Torniamo mestamente indietro alle macchine, vi lascio alle foto che documentano il giro, non senza avervi prima allietato con qualche fiore!DSCF5049 DSCF5051

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DSCF5080 Inizia a farsi tardi, la giornata puo’ dirsi conclusa. Salutiamo Antonella e partiamo tutti assieme, noi dirigendoci verso un bar ristorante, bar da provare subito, ristorante su cui informarsi per un test serio da fare a coronamento di una delle prossime ricognizioni. Dopo una ristorante bevuta al bar decidiamo per una visita a Sonnino. Andremo in cerca dei “filetti der Pintus”. Cosa sono, vi direte? E’ un gioco che personalmente ho trovato sempre sul retro della scacchiera. Lo chiamavo “tris” o, appunto, “filetto”. Pare che in molti paesi ci fosse la consuetudine di incidere la scacchiera da filetto su una roccia, molto spesso la soglia di casa, per poi giocarci. Ve ne presento un esempio, se guardate con attenzione noterete i 3 quadrati concentrici incisi nella roccia.
DSCF5081Pintus si e’ appassionato a questa ricerca e si perde letteralmente quando inizia a cercarle. Anche noi ci facciamo contagiare e quindi camminiamo per il paese cercando filetti fino a che la notte viene ad impedircene la visione.DSCF5082 DSCF5087 DSCF5089 Scopriamo presto che Sonnino e’ tutta in salita! Terminata l’estenuante ricerca torniamo alle macchine. E’ proprio l’ora di tornare a casa. Salutiamo gli Astici e ci avviamo. Il ritorno e’ rallentato da un incidente sull’autostrada con diversi chilometri di coda. Usciamo a Valmontone e rientriamo dalla Anagnina. Depositiamo il Pintus, affrontiamo poi impavidi il traffico su raccordo e Roma-l’aquila e arriviamo alla mia casetta. Saluto e ringrazio Maria e Gianni per la bella giornata e, carico delle mie carabattole, mi dirigo verso casa. Maria riparte verso un meritatissimo riposo dopo una giornata piena e tanti chilometri al volante, grazie ancora!
Come al solito non resta altro che lasciarvi con un: Alla prossima!!!

Informazioni su fato63

Pratico la speleologia da qualche anno ormai. Mi sono finalmente deciso a tenere un diario delle uscite. Approfitto del blog per renderlo consultabile e commentabile.
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