Grotta Imbroglita vicino a Veroli (Santa Maria Amaseno ed omonimo torrente Amaseno), per accompagnare i Gruppi Scout AGESCI di Roma 93 e Roma 120. Con Laura, Paola, Rosa, Veruska, Stefano, Fabrizio, Stefano ed io. Tanta pioggia all’ingresso, tanta acqua in grotta e una bella grandinata all’uscita. Tutto sommato una bella giornata!
Come al solito ho scattato delle foto un po’ a tutti senza rilevare espliciti dinieghi. Nel caso chi si ritrova immortalato sul presente resoconto non gradisse la cosa, basta che mi invii un commento in tal senso e provvedero’ a rimuovere la o le foto che verranno indicate.
Stefano, che ha organizzato l’uscita e curato mirabilmente tutti i particolari ha anche pubblicato il resoconto sul suo blog. Vale la pena di leggerlo e ammirare le belle foto scattate da Rosa.
E ora a noi. L’appuntamento è alle 8.00 al bar “fico” vicino ad Ikea sulla Anagnina. Stefano ha avvertito che e’ gia’ in loco quindi aspetto solo Laura, Veruska e Fabrizio. Arrivo in anticipo, li aspetto sotto gli ombrelloni fuori dal bar guardando il cielo grigio e la pioggia che scende imperterrita. Quando siamo riuniti e colazionati partiamo con una sola macchina, il Land-Rover di Fabrizio e Veruska che sfoggiano oggi per la prima uscita speleo. Tutto fila liscio fino dopo essere usciti dall’autostrada a Ferentino. Ci troviamo alla rotonda senza sapere quale strada prendere. L’imbeccata ci arriva in contemporanea da Stefano via telefono e dal navigatore sul cellulare di Fabrizio. Dopo questo breve intoppo sulla tabella di marcia tutto procede per il meglio. Ci avviciniamo spediti all’appuntamento con tutto il resto del gruppo che e’ alle 9.30 al bar a Santa Maria Amaseno.
Arriviamo che ancora non c’e’ anima viva e naturalmente piove. Scendiamo dalla macchina rifugiandoci di corsa sotto la provvidenziale tettoia antistante il bar. Il bar e’ sprangato, il negozio accanto, la cui insegna recita “pizzeria”, non e’ da meno. Per fortuna sulla panca vicino al bar c’e’ una persona a cui possiamo chiedere lumi. Il bar aprira’, per quel che riguarda la pizzeria ci indica che c’e’ l’alimentari aperto pochi metri piu’ in la’.
Veruska parte con uno scatto degno di un centometrista, ma io non sono da meno. Arriviamo al bancone dell’alimentari che siamo a parimerito.
Ci dotiamo di un congruo pezzo di pizza, io con la mortadella in barba al colesterolo, e torniamo alla base.
Iniziano ad arrivare i nostri, quasi tutti assieme. Ecco Stefano e Rosa. Arrivano anche Stefano e Paola, al secolo gli “astici”, ho sempre piacere di rivederli. All’improvviso la tettoia diventa affollata. Tra noi e gli scout siamo piu’ di 20. Stefano e Rosa conoscono gia’ gli scout avendo fatto loro delle brevi lezioni di teoria e di pratica nei giorni scorsi. Ci presentano e facciamo conoscenza facilmente, sembrano simpatici e disponibili.
Sbrighiamo ancora qualche chiacchiera e poi, visto che la pioggia e’, se possibile, aumentata, decidiamo di cambiarci all’asciutto della tettoia. Per fortuna ho la tuta fresca di bucato! Assistiamo i nostri scout durante la vestizione dell’attrezzatura, ma devo dire che se la cavano egregiamente. Rimango ultimo a finire di prepararmi con un po’ di affanno. Nel frattempo il bar ha aperto, ma e’ tardi, non lo degniamo di una visita. Riaggrumo la mia roba nello zaino da “esterno” e vado alla macchina. Mi giro a guardare verso la tettoia, ho la sensazione di dimenticare qualcosa. Lo scopriro’ solo nel pomeriggio al ritorno, e solo perche’ qualcuno ne parla, ho lasciato il succo di pera appena comperato all’alimentari! Come dicevo, dopo un’ultima occhiata alla tettoia ora deserta salgo in macchina e partiamo. Per fortuna non ha smesso di piovere un attimo, mi sarei preoccupato. Dal piazzale imbocchiamo la strada in salita, non dovendo guidare non ho prestato molta attenzione alla strada che abbiamo fatto. Posso dire solo che ci parcheggiamo a bordo strada in corrispondenza di un curvone a destra, in salita. A meta’ curva, sulla sinistra si diparte una strada sterrata, e’ quella che prenderemo per arrivare alla grotta. Organizzo lo zaino da grotta, mi fabbrico un poncho improvvisato con una busta dell’immondizia e mi accodo al gruppo che si avvia alla grotta, Stefano in testa. Prendiamo un sentiero che tira su quasi in verticale. Stefano mi dira’ poi che non e’ il solito sentiero, dei pastori gli hanno consigliato la deviazione a causa di un toro geloso del suo harem di mucche. Il cambio di sentiero ha un po’ disorientato i miei amici, sento Stefano e Paola che si consultano. Ad un certo punto credo di capire che la grotta e’ vicina ad un gruppo di alberi poco sopra di noi ed inizio ad inerpicarmi per raggiungerla. Vago a casaccio cercando di immaginare dove possa essere l’ingresso. Sono cosi’ immerso nella ricerca che solo dopo diverso tempo mi accorgo di non essere seguito dai miei amici. Sotto di me vedo nessuno. Strano! Non posso essermi perso un gruppo cosi’ grande in cosi’ poco tempo. L’unica possibilita’ e’ che abbiano preso un’altra direzione, opposta alla mia. Torno sui miei passi fino a dove avevo lasciato Paola e Stefano. Poco piu’ in basso a sinistra vedo un allegro e colorato mucchio di poncho. Li raggiungo in fretta cercando di non fare incresciosi scivoloni nel fango. Mi devo essere perso per un bel po’, hanno gia’ armato il primo pozzetto da 2 metri, attrezzato un telo a riparo della pioggia e i primi scout stanno scendendo. Mi avvicino per dare una mano ma Stefano governa egregiamente la situazione, inoltre i “nostri” scout se la cavano niente male. Faccio numero dicendo qualche stupidaggine ogni tanto e scattando foto ai nostri prodi, il tutto sotto una allegra pioggerella fredda.
Fabrizio e Stefano, l’astico, sono gia’ dentro. Stefano dice loro di avviarsi alla prima sala per armare il secondo pozzo. Quando mancano solo 3 scout entro pure io per vedere di iniziare la discesa del secondo pozzo, quello da 4 metri. Scendendo approfitto per curiosare qua e la’. Ogni possibile prosecuzione sembra essere stata sigillata da un intenso concrezionamento. Arrivo finalmente al pozzo. I nostri prodi armaioli con gli scarni mezzi a disposizione sono riusciti ad armare addirittura 2 diverse vie. Bravoni! Sono anche variegate come difficolta’, una, quella a destra e’ piu’ verticale e quindi di maggior impatto emotivo, la seconda e’ in appoggiata ma ha un deviatore da passare ed alla fine spancia e quindi manca l’appoggio per i piedi. Mentre alcuni di noi scendono il pozzo per gestire l’accoglienza a chi deve scendere, gli altri li assistono alla partenza. Anche in questo caso gli scout se la cavano in maniera egregia. Quando tutto il gruppo e’ passato, Stefano li porta a visitare il resto della grotta. Io mi trattengo sopra al pozzo, voglio attrezzare l’armo della via in verticale per un contrappeso, nel caso ci siano difficolta’ nella risalita. Finisco la mia opera proprio mentre Stefano torna con alcuni degli scout. Visto che in effetti uno dei ragazzi che e’ con lui ha trovato difficolta’ proprio in salita durante le prove, decidiamo di evitargli lo stress e di utilizzare il contrappeso. Fabrizio si appende al lato opposto del contrappeso ma e’ decisamente troppo leggero per far salire il nostro scout. Con l’aiuto ed il peso di altri volontari alla fine riusciamo a far salire il nostro amico. Una volta in cima al pozzo e con i piedi per terra il nostro bravo scout riacquista fiducia e dimestichezza. Ben allongiato al traverso esce velocemente dal pozzo. Tutti gli altri scout sembrano ben disposti a tentare la sorte con croll e maniglia quindi risistemo l’armo. Mentre iniziano le operazioni di risalita Stefano mi esorta a scendere il pozzo e visitare la grotta, mi dice che la seconda parte ne vale la pena. Mi faccio tentare, d’altronde non conosco la grotta. Anche Stefano l’astico ci mette il carico, dice che verso il fondo, dopo una strettoia si sente un gran rumore d’acqua. Questo e’ decisivo! Mi fiondo giu’, scatto una foto ricordo,
convinco l’astico ad accompagnarmi e andiamo. Arriviamo ad una sala che in alcuni periodi dovrebbe ospitare un bel laghetto ma ora e’ in secca. Piu’ avanti c’e’ una bella pozza. L’ambiente e’ corredato da belle concrezioni. Provo a fare qualche foto, alcuni particolari da vicino vengono bene,
ma quando mi cimento con foto della bella sala, l’intensa evaporazione di tutto l’umido che ho addosso crea una cortina di fumo che vanifica i miei sforzi.
Rinuncio alle foto e proseguiamo, la sala si restringe a diventare un cunicolo che prosegue per qualche metro. Una strettoia ci sbarra il cammino. Dall’altra parte, come aveva anticipato Stefano, un violento scrosciare d’acqua. Incuriosisce molto ma la strettoia sembra fangosa, bagnata e fetentemente stretta. Con un sospiro mi butto giu’ a faccia avanti, la strettoia piega a sinistra quasi ad angolo retto, non posso farcela in questo modo. Esco e ne parliamo per un po’. Stefano decide di provare, lo consiglio di tentare a piedi in avanti. Si incunea ma, all’altezza del bacino, si blocca, la strettoia e’ stretta anche per un seccaccio come lui! Oltre a bagnarci e infangarci dovremmo anche toglierci l’imbrago. Quest ultimo particolare e’ decisivo, rimandiamo a tempi migliori. Pian pianino torniamo indietro osservando i bordi della sala, cosi’, tanto per scrupolo. Al pozzetto troviamo che oramai sono saliti quasi tutti. Aspettiamo gli ultimi per disarmare. Per ingannare l’attesa vado ad intrufolarmi tra i massi cercando il pertugio percorso da Fabrizio per evitare la risalita su corda. Quello che trovo sicuramente e’ quello sbagliato, faccio passare lo zaino ma io mi incastro senza scampo. Si cimenta anche Stefano ma anche per lui il passaggio e’ stretto. Nel frattempo Veruska e’ salita e le chiedo il piacere di recuperarmi lo zaino che ho incautamente lanciato al di la’ della strettoia. Il disarmo ci impegna per pochi minuti e siamo di nuovo tutti assieme inzeppati vicino all’ingresso. Avra’ smesso di piovere? Non credo. Intanto dove siamo ora c’e’ un intenso stillicidio, quasi una doccia. Sembra che l’idea del contrappeso sia piaciuta perche’ Stefano mi chiede di uscire con il necessaire e darmi da fare per attrezzarlo mentre lui continua a sovraintendere all’uscita degli scout che vogliono utilizzare gli attrezzi. Per uscire provo ad arrampicare ma faccio una figura meschina scivolando sulla roccia e ripiombando giu’. Alla fine la corda e’ la soluzione. Fuori piove, che strano! Faccio scambio di posto con Stefano per arrivare all’albero che utilizziamo come armo naturale. Mi arrampico per mettere un cordino ma scivolo col piede rischiando una bella caduta. Per fortuna Stefano e’ vicino e mi soccorre prontamente. Al secondo tentativo riesco. Finiamo di montare il contrappeso e poi facciamo salire il nostro scout amante delle comodita’. Stavolta faccio io da “peso” e la salita e’ anche troppo veloce. Stefano manovra l’altra corda ed lo aiuta nella uscita dal pozzo. Nel frattempo sembra che la pioggia ci stia dando una tregua. Facciamo appena in tempo a rallegrarcene che veniamo investiti dalla grandine! Per fortuna almeno i chicchi sono piccoli e non fanno danni. Gli altri scout continuano ad uscire, a mano a mano gruppetti iniziano a scendere verso le macchine. Si avvia anche Stefano. Devono ancora salire gli ultimi, li aspetto. Siamo un allegro gruppetto con Rosa e gli astici. Insieme a Stefano l’astico sistemiamo le corde negli zaini poi partiamo anche noi. La grandine ci ha abbandonati lasciando il posto a della sana pioggia. La discesa e’ perigliosa a causa del fango ma tra una scivolata e l’altra arriviamo anche noi alla macchina.
Miracolo! Riesco a cambiarmi senza pioggia, anzi, sembra addirittura uscire uno spicchio di sole. Dura poco, finisco di inzeppare le mie cose nello zaino che piove nuovamente. Entro in macchina e ci avviamo verso la santa tettoia che ci ha gia’ ospitato la mattina. Il bar e’ nuovamente chiuso per il riposino pomeridiano. Prendiamo possesso della tettoia organizzando una tavolata che viene imbandita con tutti i viveri a disposizione.
Gli scout si appartano un po’ per assolvere alle proprie consuetudini
e poi si associano chiassosamente alle libagioni. Dopo il lauto pasto procediamo a sparecchiare e rimettere tutto a posto. Siamo pronti a partire. Gira la proposta di andare ad un bar e prendere un caffe’ tutti assieme. L’adesione e’ totale, si parte. La nostra macchina ferma ad un bar, ma e’ quello sbagliato, ne approfitto comunque per una veloce visita al bagno. Per arrivarci devo disturbare un mucchio di persone assiepate a guardare una partita di calcio, ma quando la natura chiama si fa questo ed altro! Alla fine ci ritroviamo con gli altri in uno stupendo bar pasticceria. Il caffe’ si trasforma in un dolce-party. Ognuno sceglie secondo il proprio gusto e a giudicare dai commenti ogni scelta si rivela buona. Dopo il dolce arriva anche il caffe’ quindi usciamo a goderci il sole che stavolta sembra averla spuntata sulle nuvole.
Il tempo di asciugarsi un po’ le ossa che il sole inizia a tramontare. Passiamo ai saluti, prendiamo commiato dai nostri amici scout e quindi partiamo per il ritorno a Roma.
Qui vi lascio con il solito…alla prossima!
Si, nonostante la pioggia e la grandine è stata una bella giornata, tutti simpatici ed ognuno al posto giusto quando serviva.
Ed il tipo poco spigliato diventa ogni giorno di più spigliato. 🙂
Ottimo anche il finale di giornata nel bar pasticceria.
Grazie a tutti ancora.
Stefano
grazie per la giornata ^_^