Luna ed io, prima a cercare la grotta nel fosso del ponte grande e poi alla ricerca dell’ingresso della Cherubini.
Panorama di fronte a Montebuono, la mattina quando partiamo.

Prima sosta al ponte grande, appena fuori Montebuono per prendere le coordinate di una grotta alla base del fosso sotto al ponte. Le proviamo tutte le vie per arrivare alla grotta ma siamo sempre impossibilitati da muri di rovi, magari dolci, ma sempre pungenti. Alla fine mi accontento di coordinate approssimate.

Mi fermo di nuovo poco sopra Rocchette a vedere un buco in parete. La salita e’ complicata ma alla fine riesco ad arrivare nei pressi. Cerco inutilmente un passaggio tra le maglie della rete messa a protezione ma anche qua devo rassegnarmi e desistere.

Posso solo fare una foto al buco che mi aveva incuriosito da lontano. Continua ad incuriosirmi, ma la’ rimane.

La terza tappa e’ quella principale, a Vacone. Una nuova ricerca dell’ingresso della grotta Cherubini. Giorni fa ho incontrato Luciana e Piero, ho raccontato loro della fallita ricerca della grotta e mi hanno dato qualche indicazione sulla base dei loro ricordi. Con il loro aiuto, una volta raggiunto il parcheggio, mi tuffo nel bosco con rinnovata fiducia ed energia. Come mi hanno detto i miei amici, dal parcheggio scendo lungo la strada per una cinquantina di metri e poi cerco di salire dritto per dritto, sulla massima pendenza volendo utilizzare un gergo sciistico.
Anche cosi’ la ricerca sembra vana, ma non perdo le speranze, non ancora. Luna mi segue senza capire cosa io stia cercando con tanto impegno ma a lei va bene cosi’, le piace scorrazzare per il bosco. Pero’ ora sono quasi le 2 del pomeriggio e fa molto caldo, mi fermo per bere e per far bere Luna. Prima di ripartire mi chino per allacciarmi una scarpa quando sento una leggera corrente di aria fredda vicino al terreno. Il cuore mi accelera. Una corrente di aria fredda in questo caldo infernale vuol dire una cosa sola: Grotta!
Ve lo avevo gia’ raccontato, in estate alcune grotte soffiano aria fredda (ingressi bassi o bocche fredde, se non erro). Questa aria scivola a pochi centimetri dal terreno come fosse un fiume, o meglio un torrente, invisibile. Se lo seguite troverete sicuramente una grotta.
Con fiducia infinita e curiosamente chino con una mano a sfiorare il terreno seguo l’aria. Salgo per almeno 30 metri fino ad un piccolo spiazzo dove finalmente le mie fatiche e la fiducia vengono ripagate. Ecco l’ingresso della grotta.

Luna si accoccola per gustare il fresco. La utilizzo come termine di raffronto per le dimensioni dell’ingresso.

Anche se l’aria ghiacciata mi gela il sudore addosso alla maglietta zuppa non posso esimermi dall’entrare a dare uno sguardo. In effetti l’ingresso me lo ricordavo differente, pero’ i 2 meandri paralleli li trovo. Non posso andare molto oltre nella mia esplorazione ma per oggi posso ritenermi soddisfatto. Torno fuori e con Luna riprendiamo la via per la macchina. Non e’ semplicissimo a causa dei cumuli di rovi che incontriamo, ma alla fine ci arriviamo.

Altra foto al parcheggio a scopo documentativo.

Scendendo mi fermo all’attacco del sentiero da seguire per arrivare alla grotta.

Sudati, un poco stanchi e accaldati ma soddisfatti io e Luna ce ne torniamo a casa con un bel bottino di emozioni. Alla prossima.