10/08/2022 – Cherubini e Miesole

Con Gabriele alla ricerca dell’ingresso della Grotta cherubini e quindi a riprendere i punti delle grotte intorno a Pozzo Miesole.

Oggi abbiamo deciso di dedicare la giornata alla ricerca di grotte nel Catasto FSL per riprenderne le coordinate. La prima e’ Grotta Cherubini nei pressi di Vacone (il paese natale del mio amico Pollo, che saluto!). Le ricerche iniziano bene…e’ qualche anno che non vado a visitare questa grotta, l’ultima volta fu in occasione del corso di primo livello del Gruppo Speleologico Sabino. Sinceramente ricordo nulla di come arrivare alla grotta. Lo dimostro subito guidando Gabriele sulla strada sbagliata costringendolo ad almeno un paio di chilometri di strada sterrata fino ad un eremo (S. Orsola?). Quando davanti all’evidenza devo ammettere l’errore, torniamo indietro seguendo la strada che il navigatore ci indica per il centro di Vacone. Salendo verso il centro, su una curva strettissima a sinistra vedo una palazzina (gli uffici comunali di Vacone!) che mi sembra di ricordare. Giriamo da quella parte sperando bene.

Passiamo vicino al cimitero, mi sembra di ricordare questo passaggio, pero’ mi astengo dal dirlo, anche prima pensavo di ricordare i luoghi che passavamo…

Andiamo avanti sulla strada sterrata, quasi sempre in buone condizioni. Incontriamo un bivio sul quale indico a Gabriele di scegliere a destra. Lo dico millantando una sicurezza che non ho, pero’ l’altra strada mi sembra improbabile, incrocio le dita. Curve, controcurve, salite e discese a volonta’. Il GPS pero’ ci indica che almeno stiamo andando nella direzione della grotta.

Ad un certo punto ho l’illuminazione…stiamo passando accanto ad uno spiazzo. Questo sono certo di conoscerlo. Intimo a Gabriele di fermarsi e parcheggiare, cosa che lui fa prontamente per poi obiettare che il punto dell’ingresso segnato dal GPS (il punto e’ preso dal Catasto FSL) e’ 1,2 km piu’ avanti. Gli confermo che sono sicuro che questo spiazzo sia il posto dove abbiamo sempre parcheggiato le auto per andare alla grotta Cherubini.

Gabriele e’ un poco scettico di questa mia sicurezza, non ha tutti i torti visti i recenti trascorsi, pero’ stavolta sono veramente sicuro. Iniziamo a prepararci per la ricerca.

Sulla direzione da prendere per la ricerca dell’ingresso ho ben poche certezze. L’unico vago ricordo e’ che si deve salire su dritti sul pendio dall’altra parte della strada e che si tratta di pochi minuti di fatica.

In mancanza di altri indizi utili iniziamo ad inerpicarci. Salgo su cercando di mantenere la direzione quel tanto permesso dai rovi e dai tremendi stracciabraghe. Visto che il punto indicato in catasto e’ piu’ a sinistra di almeno un chilometro quando proprio devo mi sposto in quella direzione. Incrocio un paio di sentieri che pero’ si interrompono bruscamente tra i rovi. Nella ricerca vado spedito fidando che Gabriele mi seguisse a breve distanza. Sbagliato, sono desolatamente solo! Urlo per tentare di individuarlo, nulla. Mi rassegno e continuo a cercare avvicinandomi al punto indicato in catasto.

Ora sono a circa 600 metri, a quanto indica il mio GPS, nessuna traccia della grotta. Un muro di rovi e una certa stanchezza mi indicano che e’ il momento di tornare indietro verso la macchina.

Non ricordo mai come indicare al GPS che intendo tornare al punto di partenza. Traffico un poco tra i suoi menu poi lascio perdere, faro’ a occhio. Scendo in diagonale cercando di seguire la strada che ho percorso all’andata. Non sempre riesco, sia perche’ devio per visionare punti interessanti sia perche’ e’ decisamente difficile rintracciare le tracce del mio passaggio.

Cammino scendendo in diagonale fino a quando ho l’impressione di aver superato il punto dove e’ parcheggiata la macchina. Per sicurezza controllo il GPS che mi da’ ragione. Lancio un urlo a Gabriele e ricevo finalmente una sua risposta. E’ piu’ in basso a destra ma tra me e lui c’e’ una barriera di rovi insormontabile. Continuo a scendere dove posso.

Ecco la strada! Sono uscito almeno 50 metri piu’ in basso rispetto al parcheggio ma ne sono uscito. In pochi minuti sono di nuovo con Gabriele. Mentre mi aspettava e’ riuscito, a conferma che il suo cellulare prende dappertutto, a collegarsi ad “aggrottiamoci” e a consultare le relazioni su Grotta Cherubini. Mi conferma che il parcheggio e’ quello giusto e che nella relazione indico un avvicinamento di pochi minuti.

Fatto sta, pero’ che la grotta non l’abbiamo trovata. Mentre riprendo fiato elaboriamo il piano B. Andremo con l’auto fino al punto segnato in catasto, o almeno fino a dove riusciamo. Arriviamo fino ad un grande spiazzo che ricordo ma senza sapere perche’. Oltre quel punto la strada diventa impercorribile per la macchina. Ricordo addirittura un fontanile, oggi a secco, in fondo allo spiazzo. Seguendo le indicazioni del GPS andiamo verso di lui e poi proseguiamo tra boschi e rovi. Gabriele mi segue ma continua a dire che secondo lui era meglio seguire la strada…e mannaggia, alla fine risulta che aveva ragione!

Dopo aver penato tra rovi e alberi bassi per almeno mezz’ora ci ritroviamo di nuovo sulla strada. Lo consolo dicendo che almeno siamo stati all’ombra poiche’ qua sulla strada il caldo e’ asfissiante. Non mi sembra convinto ma oramai e’ andata cosi’. Siamo nei pressi del punto dove secondo il catasto dovrebbe esserci l’ingresso della grotta. Nemmeno a dirlo e’ in mezzo ad un intrico inestricabile di rovi. Proviamo ad aggirarlo da piu’ lati ma nulla da fare, e’ veramente impenetrabile.

Coperti da numerosi graffi sanguinanti ci dichiariamo sconfitti, se li’ in mezzo c’e’ una grotta se ne puo’ tranquillamente rimanere la’ senza di noi. Torniamo alla macchina seguendo la strada, fa caldissimo, il tragitto e’ piu’ lungo , ma almeno e’ facile da seguire. Strada facendo mi sovviene un particolare da nulla, non ho portato acqua e ora ho una sete che nemmeno un disperso nel deserto. Devo fare qualcosa. I rovi sono punteggiati di tante belle more, non sono i miei frutti preferiti, pero’ sono sicuramente una fonte di acqua e sali minerali. Rallento il passo e strada facendo ne raccolgo abbondanti manciate che mangio con gusto. Provo ad offrirne a Gabriele ma lui stoicamente le rifiuta.

Tornati alla macchina decidiamo i nostri prossimi passi. Andremo a Configni a riprendere il punto di Pozzo Miesole e altri nei dintorni. Pozzo Miesole lo conosco meglio e sono ragionevolmente sicuro di ritrovarlo.

Il parcheggio lo individuo subito, anche se lo ricordavo piu’ vicino rispetto a Configni. Da li’ alla grotta ci sono pochi metri. Alla grotta trovo una sorpresa che mi sconcerta un poco. L’enorme albero dove solitamente facevamo partire l’armo, e’ miseramente crollato.

Presento la grotta a Gabriele mentre riprendiamo il punto. Gli propongo di scendere il pozzo ma la sua risposta e’ un deciso “no”. Anche a me ora no andava molto, lo facevo solo per dovere di ospitalita’, visto che Gabriele non la conosce. Meglio cosi’, faremo un’altra volta.

Ci avviciniamo al pozzo cosi’ posso raccontarglielo. Stando la’ davanti mi accorgo di avvertire freddo all’altezza delle caviglie, e’ la corrente d’aria fredda che soffia fuori dalla grotta e scivola vicino a terra come un gelido ed invisibile fiume. Questa osservazione mi sara’ utile nei giorni seguenti ma di questo vi raccontero’ poi.

Ripreso il punto di pozzo Miesole Gabriele consulta il suo fido GPS e decreta che la prossima grotta e’ subMiesole e si trova scendendo sulla destra. Strada facendo troviamo un buco che soffia.

E’ chiaramente troppo stretto per poter essere mai stato oggetto di esplorazione, pero’ magari scavandolo un poco se ne potrebbe cavare qualcosa.

Per ora prendiamo qualche foto ed il punto poi lo abbandoniamo.

Poco piu’ avanti troviamo quella che potrebbe essere la grotta subMiesole.

La targa messa vicina all’ingresso sembra smentirci ma, ragioniamo, la targa potrebbe essere stata apposta successivamente.

Diamo uno sguardo dentro senza trovare grandi nuove. Noto un pipistrello che vola in uno stretto pertugio ma non c’e’ abbastanza spazio per seguirlo.

Sopra al “riparo di Pietro” c’e’ una frattura che forma un pozzo poco profondo, il fondo della frattura quasi sicuramente e’ collegato col riparo.

L’incredibile cellulare di Gabriele ce ne da’ conferma. Riesce a collegarsi al catasto e a scaricare il rilievo!

Stanchi e soddisfatti non ci resta altro che tornare alla macchina seguendo il comodo sentiero tracciato per arrivare al rifugio di Pietro.

Tornati a Montebuono ci rifocilliamo con una abbondante bevuta per concludere in allegria la giornata. Alla prossima.

Informazioni su fato63

Pratico la speleologia da qualche anno ormai. Mi sono finalmente deciso a tenere un diario delle uscite. Approfitto del blog per renderlo consultabile e commentabile.
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