Chiocchio – Raduno – 15/07/2022

Un piccolo campo di 3 giorni con visita alla grotta del Chiocchio e altre attivita’ in occasione del 4° raduno della Federazione Umbra dei Gruppi Speleologici (FUGS).

15 luglio 2022 – Inizia il raduno

La mattina alle 8.30 sono gia’ sul posto. Non so come ci sono arrivato, ho fatto fare al navigatore che mi ha portato per strade totalmente sconosciute. Quando arrivo ci sono solo io. Parcheggio l’auto scegliendo un posto con un poco d’ombra. Faccio una bella camminata salendo in cima ad un prato vicino dove ricordo che prendono i cellulari. Avviso a casa che sono arrivato poi sento Mauro con cui devo andare in grotta. Mi avverte che ritardera’ almeno mezz’ora. Poco male, di cose da fare ne ho.

Per prima cosa piazzo la tenda, anche in questo caso scelgo un posto all’ombra. Alla fine ritorno alla macchina da dove posso ammirare il risultato delle mie fatiche.

Arriva Mauro, lascio perdere la fotocamera e, dopo i saluti, iniziamo a prepararci. Nella macchina ho un caos indescrivibile e trovare quel che mi serve per andare in grotta e’ per nulla banale. Mi vesto il minimo possibile, il resto della vestizione la faro’ nei pressi della grotta dove e’ piu’ fresco.

Arrivati all’ingresso indosso la tuta, indosso l’imbragatura, monto l’attrezzatura e poi guardando Mauro con la dovuta soddisfazione gli faccio: “Andiamo?”. Sto per completare a voce alta il pensiero di rammarico, ho scordato la fotocamera in macchina, quando mi accorgo che Mauro resta seduto e mi guarda con tanto d’occhi. Prima che possa chiedergli il perche’ di tanto stupore mi dice: “Ma…il casco?!?”. Caspita, e’ vero! Un piccolo particolare di cui non mi ero accorto!

Tutta la mia strategia per evitare di sudare troppo va miseramente in fumo. Lascio Mauro in attesa e smoccolando un intero calendario rifaccio la strada appena percorsa per recuperare il casco.

L’unico aspetto positivo della cosa e’ che recupero anche la fotocamera, avro’ le foto anche di questa uscita. A proposito, non andiamo solo a fare una passeggiata al fresco, andremo a sostituire le corde degli armi. E’ un lavoro che hanno iniziato le settimane scorse e che oggi con un po’ di fortuna completeremo.

Si va!

Il primo tratto lo percorriamo velocemente, nemmeno il tempo di accorgersi che siamo in grotta ed ecco comparire la “Cascata bianca”.

Scendiamo.

Ora via via che camminiamo recuperiamo altri zaini di corde che portiamo con noi. Nei pozzi successivi facciamo il lavoro per cui siamo entrati, o meglio, Mauro opera e io gli faccio da cavalier servente. Ogni tanto gli chiedo il nome del pozzo che stiamo attrezzando ma tanto lo scordo subito dopo!

Il risultato di questa impostazione di lavoro e’ Mauro ha caldo, io inizio invece a sentire il freddo. Mentre lui opera su uno dei pozzi, mi metto comodo e tiro fuori le maglie supplementari. e’ una cosa laboriosa svestirsi quasi completamente e rivestirsi, ma alla fine posso ritenermi soddisfatto, la sensazione di freddo scompare, un pensiero in meno.

Questo forse, ma dico forse e’ uno dei “novelli”. Qua c’e’ un deviatore che lavora quasi a 90° e il suo moschettone e’ veramente mal ridotto. In mancanza di meglio utilizzo una catena di maglie rapide per sostituirlo. Magari al ritorno avremo dei cordini in piu’ per levare le maglie rapide. La corda vecchia la lascio legata ad una placchetta fissa, anche lei la sistemeremo al ritorno. La foto voleva anche evidenziare la differenza di diametro che presenta la corda all’inizio e poi in mezzo. Dalla foto purtroppo non si capisce ma ve lo dico a voce, all’inizio e’ una normale corda da 10mm, in mezzo sembra un lungo cilindro di peluche di almeno 12mm. Impressionante.

Mentre io mi diverto con la catena di maglie rapide il buon Mauro termina di sostituire la corda vecchia sui frazionamenti.

Pozzo successivo che si chiama…boh! Diciamo Pozzo del Panino.

Al successivo la sostituzione della corda risulta laboriosa, sia per un armo naturale che ci piace poco, sia per i nodi che sono serratissimi.

Alla fine Mauro riesce a districarsi e prosegue.

Libera anche per me. Prima di partire aggiusto un poco l’armo perche’ mi accorgo che l’ultimo tratto del traverso iniziale e’ meglio farlo teso, si risparmia il tempo per montare il discensore.

Alla base di questo pozzo (Pozzo della Conta?) lasciamo gli zaini personali. Mauro dice che arriveremo fino al pozzo del Centenario, perche’ per andare oltre servirebbero altre corde che non abbiamo con noi. Mi informa che da qua ci sono solo piccoli saltini quindi meglio alleggerirsi. Lascio il mio zaino ma faccio l’errore madornale di lasciare anche l’acqua, me ne pentiro’.

Dopo il primo pozzo ne perdo il conto e la cognizione. Uno di loro, il piu’ alto dovrebbe essere pozzo Marcella.

Mi guardo intorno con curiosita’, non capita spesso di far spaziare lo sguardo in ambienti cosi’ ampi.

…e intanto pozzetto pozzetto scendiamo avvicinandoci alla nostra meta odierna.

Strada facendo do libero sfogo alla fotocamera cercando di cogliere angoli belli del tratto che percorro.

Questo pertugio penso sia il sifone di sabbia, per fortuna e’ asciuttissimo. Appena appena stretto, anche perche’ la fotocamera nel punto meno agevole mi si piazza sul petto togliendomi un paio di preziosi centimetri di spazio. Alla base ci sono una miriade di sassolini, al ritorno mi riprometto di spazzarli via prima di passare.

Andiamo avanti, oramai manca poco.

Scesi tutti i pozzi che dovevamo, sistemate le corde meglio possibile cambiando anche alcuni deviatori assai logori, eccoci infine al pozzo del Centenario. Siamo rimasti con una sola corda, serve per doppiare la via di discesa per rendere piu’ agevole il transito degli speleo che verranno a visitare la grotta in questi giorni. Prima di mettere la seconda corda dobbiamo verificare che sia lunga abbastanza. Tiriamo su la corda che gia’ c’e’ e facciamo la verifica…Caspita, alla nostra mancano quasi 10 metri! Ripetiamo il controllo almeno un paio di volte ma il responso e sempre lo stesso, la corda che abbiamo portato e’ troppo corta. Il raddoppio non si puo’ fare, almeno per oggi. Con le pive nel sacco riprendiamo le nostre cose e iniziami a risalire. I pozzi da fare per raggiungere i nostri zaini non sono impegnativi, ma ho una sete bestiale e mi danno per aver lasciato indietro l’acqua. Al sifone di sabbia passo per primo e faccio la pulizia che mi ero proposto all’andata. Sistemo anche la fotocamera in maniera che non intralci e il passaggio e’ molto piu’ agevole.

In effetti quando arriviamo agli zaini mi accorgo di avere solo una bottiglietta da mezzo litro, gia’ iniziata. Quasi quasi meglio non averla avuta finora. Quella che ho dovro’ razionarla per averne fino all’uscita.

Risaliamo senza fretta, vado per primo mentre Mauro si attarda per dare gli ultimi ritocchi agli armi fatti. All’andata si era detto che al ritorno non avremmo avuto zaini in piu’, saremmo stati scarichi. Pero’ ora a conti fatti ci ritroviamo con un bel mucchio di corde vecchie da portare fuori, non si possono lasciare qua! Va bene, anche il ritorno lo faccio con un paio di zaini. Mauro alla fine ne avra’ tre perche’ e’ piu’ aitante!

Ogni tanto mi concedo un sorso d’acqua, quel che basta a bagnare la bocca, che sete!

Siamo al pozzo dove la sostituzione della corda e’ stata complicata, arrivo su poi aspetto Mauro, anche per avvertirlo che ho cambiato l’armo in questa parte iniziale. L’ho provato ora e mi e’ sembrato abbastanza comodo.

Mentre aspetto Mauro sento rumoreggiare nella direzione dell’uscita. Sembra che qualcuno stia chiamando Mauro, rispondo al suo posto e poi attendo. In pochi minuti ci raggiungono Claudia e un ragazzo che non conosco. Mentre aspettiamo che Mauro si unisca a noi chiedo anche al ragazzo il suo nome..ma poi prontamente lo scordo, spero non me ne voglia! Per necessita’ narrative mi serve un nome, per stavolta lui per noi sara’ Luca.

Arriva Mauro e facciamo una sosta per aggiornare i nostri amici su quanto abbiamo fatto poi loro ci raccontano di essere stati mandati per controllare che fine avessimo fatto perche’ sono quasi le 7 di sera. Caspita come vola il tempo quando ci si diverte! Riprendiamo la salita, ma prima “regaliamo” gli zaini con le corde vecchie ai nostri salvatori.

Visto che ora ho nuovi speleo da fotografare non me lo faccio dire due volte.

Mauro ha preso decisamente la testa del gruppo. Mal me ne incolse, perche’ lo seguo ad un frazionamento di distanza e tutto va bene fino a che arriviamo, o meglio lui arriva, sul terrazzino dove avevo messo la catena di maglie rapide in attesa di un cordino. Ora Mauro i cordini li ha e decide di cambiare il deviatore. E’ cosa buona e giusta, solo che io sono fermo al frazionamento sotto e il cambio mi costringe ad una dolorosa mezz’ora di sosta che sinceramente mi sarei evitato.

Ad ogni modo anche questo passaggio scomodo ha termine e riprendiamo la salita.

L’uscita del pozzo…chissa’ quale.

Ecco che arriva Luca.

Qua, sara uno dei Novelli, Mauro decide di doppiare la via utilizzando la corda avanzata dal pozzo del Centenario, buona idea, per fortuna pero’ stavolta non ci sono lunghe soste aeree per me. Salgo alla massima velocita’ possibile (ovvero molto lento!) e mi metto comodo a guardare il suo operato, tipo vecchietto che sbircia il lavoro degli operai in un cantiere.

Fatta anche questa miglioria, proseguiamo con la salita. Ecco Luca che termina la salita.

E questa e’ Claudia che lo segue.

Risalgo il lungo tratto a piedi che porta alla Cascata Bianca. E’ una bella salita, hanno messo le corde anche in questo tratto perche’ per terra e’ scivolosissimo. Alla cascata faccio un altro gradito incontro, Roberto. Con la scusa di venire a vedere che fine avessimo fatto e’ entrato anche lui.

Visto che Roberto intende proseguire per un tratto, ci salutiamo e io proseguo con la risalita.

Dopo il pozzo della Cascata Bianca ormai ci si sente fuori, mi concedo l’ultimo sorso d’acqua e mi avvio. Quasi all’uscita vengo ripreso e superato da Mauro, cosi’ usciamo quasi assieme.

La salita peggiore e’ quella, bollente, dall’ingresso della grotta alla macchina. Appena arrivo apro la macchina e cerco la prima bottiglia d’acqua disponibile. Sembra di bere the bollente, mi importa poco, la sete e’ troppa. Mauro invece ancora mezzo cambiato deve ingegnarsi a recuperare pezzi…ha scordato la tenda e altri pezzi a casa quindi racimola il necessario grazie agli amici che sono arrivati al raduno nel frattempo.

Ridendo e scherzando siamo stati in grotta quasi 10 ore. Una bella uscita in una bella grotta.

Ho quasi finito di cambiarmi quando arriva anche Roberto.

Il campo durante la nostra assenza si e’ popolato ed animato.

Roberto mostra con orgoglio un quadernone rosa con l’immagine di una barbie. Sara’ il registro del raduno, dove segnare chi partecipa, che entra in grotta con gli orari di ingresso ed uscita, quindi molto importante. Sicuramente sara’ impossibile confonderlo con altri.

Ecco Marco, lui e’ uno degli speleosub che domani andranno alla grotta di Boccarotta a tentare il passaggio del sesto sifone.

Incontro tanti amici…e di molti ricordo anche il nome. Qua c’e’ Mattia che parla con Mauro.

Ecco Luca, noto anche come “Il Presidente della FUGS”. Si da’ da fare per preparare la cena. Alle sue spalle si vede Martina, e’ lei l’angelo del raduno, ha curato la logistica con polso fermo e tanta fatica. Un grazie enorme a lei.

Arrivano anche Barbara e Giuseppe, mitici!

Finalmente la cena.

Stasera cena alla buona ma abbondante con pasta, friselle col pomodoro e tante mozzarelle. Mi servo a sazieta’ ma anche il resto del gruppo non scherza.

Sono arrivati alla chetichella anche i miei amici del GsCaiRoma, ecco in rappresentanza Michele e Giulio.

Questa invece e’ Linda, appena terminato il corso di primo livello, domani si cimentera’ col Chiocchio.

Idem per Angelo, anche lui fresco di corso ma e’ gia’ venuto con me in un paio di occasioni.

Dopo aver sopito l’appetito si passa all’organizzazione delle attivita’ previste per domani, sono tante ed impegnative. A Boccarotta si deve terminare lo svuotamento dei primi cinque sifoni, portare tutto il materiale necessario per l’immersione e dare supporto agli speleosub. Tanto lavoro per tante persone.

Loro, i miei amici di Roma domani faranno il fondo del Chiocchio, io mi riprometto di accompagnarli per un piccolo tratto, se ce la faccio. Con questi buoni propositi mi ritiro in tenda per un meritato riposo.

16 luglio 2022 – Il giorno delle epiche imprese.

Come sempre alle 6.30 mi sveglio, con tutta la buona volonta’ non ce la faccio a stare piu’a lungo in tenda. Quando esco c’e’ ancora un bel fresco. Attendo alle mie cose godendomi il fresco finche’ c’e’. Verso le 7.30 mi avvicino ai tavoli della nostra mensa dove trovo solo poche persone. Chi va a Boccarotta ha gia’ tutto pronto e sta per partire.

Barbara e Giuseppe fanno colazione, anche al ragazzo che e’ con loro chiedo il nome ma prontamente lo scordo, chiedo venia.

I miei “romani” terminano di fare una robusta colazione prima del cimento al Chiocchio.

Roberto, impegnatissimo a scaldare l’acqua per il the…dentro una padella, tecniche speleo!

Arriva anche Mirko, da Terni.

Un bel trio, l’unico che non vi ho presentato e’ Daniele, lui e’ originario di Jesi, credo, ci incontriamo solo ogni tanto ma ci conosciamo fin dal lontano 1987. E’ simpaticissimo e ogni volta lo rivedo volentieri.

Ecco i nostri eroi pronti per il fondo del Chiocchio. Devo sbrigarmi se voglio andare con loro.

Ce la faccio! Siamo insieme all’ingresso. Proviamo a fare una foto di gruppo ma la fotocamera decide in autonomia di dare un effetto nebbia, probabilmente la fetida ha messo a fuoco il muschio.

Li seguo in grotta ma non ho ancora assorbito completamente gli strapazzi di ieri. Meglio non forzare. Poi, tanto per completare il set di dimenticanze, al primo tratto basso mi accorgo di non aver indossato le ginocchiere.

Nei pressi della Cascata Bianca vedo che sono partiti spediti, dovrei affrettarmi per star loro dietro. Non ne ho molta voglia, le ginocchia gia’ si lamentano e poi fuori mi aspettano per il mini-corso di rilievo. Li avverto che torno indietro, faccio loro una foto da lontano e li guardo scomparire verso il fondo.

Tanto per dire che ho fatto qualcosa pure oggi, scendo il pozzo della Cascata Bianca e mi fermo a farle alcune foto.

Tornando indietro incontro il buon Giuseppe. Anche lui vuole fare il fondo della grotta. Lo aggiorno sulla posizione dei nostri amici e poi ci salutiamo.

Al campo trovo Roberto e Daniele che preparano il necessario per il corso. Roberto curera’ la parte di rilievo con il Lidar. Mirko ci fara’ vedere come fare il rilievo con metodo della fotogrammetria, Mauro ed io ci occuperemo della parte “classica” con Distox e Topodroid.

Ultimi preparativi vicino all’ingresso.

Mauro ci presenta una chicca, un aggeggio che rende la calibrazione molto piu’ semplice e precisa. Si tratta di un cubo giallo montato su un treppiede. Il cubo ha dei fori orientati in tutte le direzioni necessarie. Nei fori si infila un’asta dove e’ montato il DistoX. Un oggetto interessante.

In questa foto abbiamo Mauro e Mirko e sulla destra i nostri allievi, pochi ma buoni.

La calibrazione prende tempo. Facciamo varie prove sia noi che i nostri allievi.

Terminata la calibrazione del DistoX si parte col Lidar a cura di Roberto.

Uno spiegone generico sul rilievo prima di iniziare.

Stamane uscendo dalla grotta Mi sono aggirato nella sala dell’ingresso. Di lato, sulla sinistra entrando, ho trovato un simpatico ramo laterale. Visto che il corso deve essere breve propongo di fare tutti un piccolo tratto di grotta. La mia proposta viene accettata di buon grado. In pratica Roberto fara’ il rilievo col Lidar, Mirko con la fotogrammetria e noi, Mauro ed io, ognuno col proprio DistoX e un allievo al seguito faremo un tratto di poligonale, Mauro verso il fondo e io verso il ramo laterale. Si parte.

Visto che siamo tutti la’ posso sbirciare quello che fanno Roberto e Mirko. Roberto in pratica si muove col cellulare in mano e nel frattempo sullo schermo si compone l’immagine della grotta. Molto bello e sicuramente d’effetto. Quello che fa Mirko e’ meno appariscente, scatta delle foto in sequenza ma con criterio e mestiere. In questo modo poi potra’ collegare le foto assieme e ricavare anche lui il rilievo. Il risultato finale lo si potra’ vedere solo in serata ma vi assicuro che e’ uno spettacolo.

Le squadre col DistoX iniziano a fare quel che devono. Abbiamo deciso di fare al piu’ una decina di capisaldi di poligonale.

Mentre il mio allievo lavora io mi diletto a fotografare un simpatico ragnetto.

Mirko ha terminato il suo lavoro e viene a curiosare il nostro e a visitare il ramo laterale, nuovo anche per lui.

Finito con soddisfazione il nostro lavoro prendiamo le nostre cose e torniamo a l campo. Qua trovo nuove gradite sorprese, altri amici si sono uniti al nostro simpatico gruppetto di scalmanati. anche se penso non ne abbiano bisogno, vi presento Fabio e Gaia, anche loro di Roma, dello SCR.

Visto che e’ ora di pranzo il nostro Presidente attende personalmente alla preparazione della pasta.

Bella a vedersi e anche buona!

Tutti a tavola!!!

Il pranzo e’ una cosa seria e noi ci si impegna tutti a testa bassa…per la pancia a terra abbiamo gia’ dato.

Ancora un bel paio di amici, Federico e la sua badante, Diana (per l’occasione ribattezzata “Sgrunge”).

Martina, santa donna speleo, nel dopo pranzo inizia a preparare le verdure grigliate per la cena.

Arrivano ancora altri amici, loro sono di Foligno (spero di non fare confusione come al solito).

Ciao Elisabetta, e’ un po’ che non ci si vede, di persona mi pare l’ultima volta sia stato l’estate scorsa a Montebuono.

Tra un arrivo e l’altro perdo il conto. Il pomeriggio e’ caldo e sonnacchioso, si passa il tempo in qualche modo.

Verso le 4 del pomeriggio catturo Mirko e lo costringo ad accompagnarmi ad un buco soffiante che ho visto lungo la strada mentre venivo ieri in macchina. Per fortuna la strada e’ in ombra e ogni tanto una folata di vento porta refrigerio. Vedo che Mirko ogni tanto zoppica, mi spiega che ogni tanto la sciatica gli da’ noia. Mi sento un poco in colpa per averlo costretto alla passeggiata. Per fortuna ritrovo il buco e si rivela effettivamente soffiante anche alla prova della sigaretta. Certo c’e’ da scavare, ma intanto possiamo accontentarci.

Ecco Mirko dopo la nostra passeggiata.

Stasera grande abbuffata. Martina ha iniziato ad organizzare per la carne alla brace. Cerco di darle una mano per quel che posso.

Anche i nostri eroi del Chiocchio sono tornati. Linda e Angelo sono arrivati al Centenario e poi soli soletti sono tornati indietro, grandi! Michele e Giulio, in compagnia di Giuseppe sono arrivati al fondo, complimenti anche a loro.

Arrivano anche i partecipanti all’uscita alla grotta di Boccarotta. Un restringimento da scavare ha interrotto prematuramente l’immersione degli speleosub ma e’ stata comunque una grande giornata e prima e durante la cena se ne parla.

Una bella cena rasserena gli animi e permette di vedere con piu’ ottimismo le fatiche patite in grotta.

Le chiacchiere del dopo cena, accompagnate da qualche digestivo fanno parte del pacchetto relax.

Roberto organizza un giro di “Filume’, Filume’, voglio stare insieme a te, sul sofa’, sul sofa’, con lo zigolo zigolo za’”. Un Gioco perverso in cui chi sbaglia beve. Io mi astengo perche’ sbaglierei sicuramente troppo, ci vuole un fisico bestiale per certe cose.

Dopo la prima ora entrano in gioco i big…Elisabetta prende posto a capotavola. la seguo per tutta l’ora successiva…non sbaglia mai, una macchina da guerra!

La regola dettata da Roberto e’: il primo “Filume'” e’ normale, il secondo cantato, il terzo muto e il quarto col giro al contrario. Li seguo per almeno un paio d’ore nelle quali al tavolo parecchi si dichiarano sconfitti dalla “Filume'”. A conferma della perversita’ di questo gioco posso dire che in quasi 4 ore e parecchi litri di vino non ho mai potuto vedere il giro al contrario!

Quando mi sento cotto nonostante siano stati altri a bere, saluto tutti e mi ritiro per una bella dormita.

17 luglio 2022 – Si riparte.

Anche stamane sveglia presto, fa meno fresco rispetto a ieri mattina. Mi sbrigo a disfare la tenda prima che l’aria diventi bollente.

Il sole inizia a fare capolino tra gli alberi, meglio affrettarsi.

Anche Barbara e’ sveglia.

Ecco un allegro incontro mattiniero Diana e Federico, ieri ci siamo visti poco perche’ erano a prendere fango a Boccarotta, mi fermo ad importunarli un poco.

La mattina si porta avanti tra qualche chiacchiera e una prolungata colazione.

Silvana ancora non ve l’avevo presentata, mi sono impegnato per imparare il suo nome quindi spero di aver ricordato bene. Dietro di lei Giulio se la ride sotto i baffi.

Barbara e Giuseppe sono ancora impegnati a smontare la tenda.

Ma appea terminato si uniscono al gruppo dei colazionanti.

Gruppo misto.

Anche Angelo fa la sua comparsa.

Mi aggiro per i prati, ora invasi da macchine e tende cercando un punto in cui ci sia abbastanza campo per chiamare casa.

Fatta la mia telefonata torno al gazebo della colazione, magari trovo ancora qualcosa da spizzicare.

Si forma un gruppo che va a ritirare parte del materiale a Boccarotta, li salutiamo sorbendo il caffe’.

Roberto, Mirko e Mauro si mettono al PC per vedere la restituzione grafica dei dati raccolti ieri.

Maurizio prepara la sua speleo-moto per il ritorno.

La mattina avanza pigramente, inizio ad avere voglia di tornare a casa.

I miei amici si stanno godendo la giornata di ozio dopo le fatiche ipogee.

E’ deciso, vado a casa. Il tempo di salutare tutti, mandare un bacio a Martina come ringraziamento per tutto quel che ha fatto in questi giorni e poi via.

In verita’ non devo tornare a Roma, ma a Tagliacozzo e non ho idea di quale strada fare. Stavolta per tornare alla civilta’ non lascio decidere al navigatore ma prendo la strada che conosco. Da Terni Est in poi lascio fare a lui e devo dire che mi porta per belle strade che mi portano piacevolmente fino a destinazione. Alla prossima.

Informazioni su fato63

Pratico la speleologia da qualche anno ormai. Mi sono finalmente deciso a tenere un diario delle uscite. Approfitto del blog per renderlo consultabile e commentabile.
Questa voce è stata pubblicata in Uncategorized. Contrassegna il permalink.