In questi tempi incerti l’unica possibilita’ per fare attivita’ inerente la speleologia sembra essere quella della ricognizione, ovvero gironzolare tra i boschi alla ricerca di nuove grotte e per verificare le coordinate di quelle conosciute. Certo e’ che in questo momento non potrei proprio fare molto di piu’ quindi mi rallegro di avere questa possibilita’ e mi gusto la bella passeggiata tra i colori fiammeggianti di meta’ autunno.
La mattina Gabriele, io e Luna partiamo da Roma e raggiungiamo Maurizio che ci attende al bar di Monte Livata. Facciamo provviste poi andiamo a parcheggiare nei pressi di Pozzo Vale dove per prima cosa passiamo a vedere se ci sono cambiamenti. Nulla di nuovo con lei. Torniamo alle macchine e ci prepariamo per la passeggiata. Il nostro sentiero parte proprio dall’altra parte della strada. Gabriele ha sul GPS la lista delle grotte da ritrovare. Andiamo!

Dopo un primo tratto di sentiero, lo lasciamo ed andiamo all’interno del bosco. Vaghiamo senza fretta alla ricerca di grotte nuove e conosciute.

La distanza sociale viene mantenuta in maniera naturale, sono talmente lento nel camminare che sono sempre ad almeno 20 metri dai miei amici. Luna scorrazza facendo la spola tra me e loro.

Ci avviciniamo alle prime grotte nei dintorni. La prima e’ una delle famigerate “Senza Nome”. Riprendiamo il punto e proseguiamo.

Passiamo accanto al “Buco di Magda”, al momento non catastabile e vicino troviamo delle doline che sembrano promettere bene.

In effetti sembra esserci grotta. Gabriele consulta il suo fido GPS e ce ne dice il nome, che io prontamente scordo.


Si prosegue.

La sequenza di buchi interessanti prosegue.

Luna si mette comoda anche se non le pare chiaro il motivo di queste continue soste.

Maurizio si ferma e afferma perentoriamente che e’ ora di pranzo e si deve fare pausa. Cerchiamo un posto comodo e ci mettiamo seduti. Io ho fatto ben 3 colazioni, quindi il pranzo lo salto e mi dedico a gustare il bel sole caldo ed il panorama.

Dopo il pranzo si riparte alla volta del Pozzo della Vacca Morta. Gabriele rimane indietro a cercare altre grotte mentre Maurizio ed io arriviamo ad un buco recintato.

Un ragno sul vicino albero si merita una foto.

La grotta contiene un frigorifero che ne ispira il nome da segnare sul GPS quando Maurizio ed io ne prendiamo il punto. Quando Gabriele si riunisce a noi, ci dice che si tratta proprio della Pozzo della Vacca Morta.

Proseguiamo.

Incrociamo una roulotte con un recinto per le pecore. Rimettiamo il guinzaglio a Luna perche’ non vada a “litigare” con i cani pastore che dormicchiano vicino alla roulotte. Incrociamo un folto gruppo di gitanti che vanno nel senso contrario al nostro.

Inizio ad essere stanco. Dopo un rapido consulto decidiamo di terminare il nostro giro senza troppi giri nel bosco ma seguendo il sentiero, decisamente meno impegnativo per le mie povere gambe.

Il sentiero lo avevamo gia’ fatto Gabriele ed io durante una ciaspolata. Incrociamo un pozzo che ricordo bene.



Ne riprendiamo il punto.

Cammina cammina arriviamo ad bivio. Da qua si torna a campo dell’Osso, si puo’ andare a Campaegli e addirittura a Camposecco.

Noi prendiamo per Campo dell’Osso. Il cartello indica 2 ore. Ce la posso fare.

Prendiamo per la nostra strada. Il paesaggio e’ sempre da ammirare.

Una breve salita ci porta ad un altro incrocio che ricordo bene, lo abbiamo percorso giusto qualche settimana fa nel giro a Campo Buffone.

Ecco la palina con le frecce a le indicazioni. Per andare a Campo dell’Osso devremo attraversare Campo Buffone.

Maurizio e Gabriele si avventurano a destra e a manca per vedere le doline che si presentano di aspetto invitante ed interessante. Io rimango sul sentiero per risparmiare energie.

Un fossile.

Campo Buffone con un poco di foschia.

Una delle grotte visitate la volta scorsa.

Gabriele mi indica il punto dove il suo GPS segnala una grotta di nome Itaca.

Di questa grotta ho letto di recente nei divertenti resoconti di Maria Grazia. Incuriosito vado a vederne l’ingresso, pero’ non ne rimango granche’ impressionato. Immaginavo qualcosa di piu’ maestoso.

Dopo la piana di Campo Buffone parte una bella salita. In cima ad una sella si intravede una palina con le frecce ad indicare i sentieri.

Gia’ che ci sono faccio una foto pure a questa.

Da qua svoltiamo a sinistra dove la salita riprende gagliarda.

Finalmente anche questa salita termina. Riprendiamo fiato con un tratto in discesa.

Ancora una palina. Per Campo dell’Osso ora indica “solo” 40 minuti. Oramai cammino guardando solo dritto in basso, vicino ai piedi. Stringo i denti e proseguo.

Andiamo avanti.

La luce nei punti di bosco piu’ fitti cala notevolmente, fa freddo. Faccio sosta per indossare la giacca a vento. Il sole incendia la punta degli alberi in lontananza.

Nei punti all’aperto la foschia la fa da padrona.

Seguiamo il sentiero, la distanza viene sempre mantenuta in maniera naturale.


Improvvisamente il sentiero cambia aspetto, sembra facilmente transitabile con la macchina. In lontananza si vede il piazzale di Campo dell’Osso. Ce la posso fare.

Inizia a fare notte. Ancora una breve sosta per visionare una dolina.

Arriviamo al piazzale che e’ notte fatta. La strada fino alle macchine mi sembra infinita ma anche lei alla fine ha termine. Ci cambiamo rapidamente, un saluto distante con Maurizio, come si usa di questi tempi, e prendiamo la strada di casa. Il ritorno e’ tranquillo e senza troppo traffico. Siamo stanchi ma rilassati. Alla prossima.