Doppio Rum – 14/04/2019

Di nuovo a scavare a Doppio Rum, con Angelica, Giuseppe ed io.

Cambia la squadra ma la destinazione rimane la stessa, tutti a Doppio Rum a vedere di dare luce al prossimo passaggio. La mattina ci incontriamo al parcheggio alla Rustica, nominiamo Angelica pilota per la giornata e partiamo.

Io vado davanti a fare da copilota, Giuseppe dietro a guardarci le spalle.

Prima di tutto una bella colazione da Cicchetti, poi veloci al magazzino a prendere il necessario. Giuseppe ha lasciato tutto il suo armamentario nelle puglie quindi oggi andra’ con la tuta di Nerone e gli attrezzi di Gabriele.

Un’ultima pausa all’alimentari a Livata e poi siamo a Campo dell’Osso. Parcheggiamo esattamente, millimetro piu’, millimetro meno, dove si era parcheggiato Gabriele la volta scorsa. Iniziamo a prepararci avvolti da un freddo pungente.

A fine vestizione, foto di gruppo.

Si parte.

Pochi passi ed arriviamo alla piana con gli ultimi scampoli di neve.

Salitina finale, la affronto col fiatone perche’, come la volta scorsa, sono intento a sgranocchiare un pezzo di pizza.

Ed eccoci arrivati alla grotta. I miei amici non ricordano dove sia e non vedono il recinto che protegge l’ingresso. Faccio il “cattivo” e li faccio continuare dritti per qualche metro prima di imboccare per la grotta.

Me la cavo con qualche improperio borbottato mentre tornano indietro. Vado subito a recuperare la corda verde poi, per par condicio nei confronti di Valentina, Giuseppe si incarica di seguire Angelica mentre esegue i nodi attorno all’albero per fissare la corda.

Mentre loro “giocano” con corde e nodi, io accendo il DistoX e prendo alcuni punti. Andando a guardare il rilievo mi sono accorto che me ne mancano alcuni proprio all’ingresso.

Quel discolo di Giuseppe, per vendicarsi dello scherzo di poco prima, si impossessa della fotocamera e riempie la scheda di memoria con foto di me ed il fido DistoX.

Angelica termina con i nodi ed inizia ad entrare.

Anche io ho terminato con i rattoppi al rilievo e la seguo. Da appena dentro ricambio il favore a Giuseppe riprendendolo in attesa del suo turno.

Visto che la grotta e’ praticamente tutta una sola verticale, l’ordine d’ingresso lo manterremo fino in fondo. Per prima Angelica, poi io e quindi Giuseppe.

Angelica inizia la discesa del primo pozzo, io la seguo sull’altra corda.

Al terrazzino di fango aspettiamo Giuseppe.

Al suo arrivo Angelica riparte, passa il frazionamento ed arriva alla base del primo pozzo.

Il primo passaggio, comodo per Angelica, strettoia per me!

Aspetto che si sistemi prima di incastrarmi a mia volta.

Quando mi districo dal freddo abbraccio delle pareti di roccia, lei e’ quasi arrivata in fondo.

Seguono poi i due meandrini in discesa frutto del duro lavoro di scavo di tante persone.

Dall’alto seguo Angelica mentre affronta il primo.

Un vago moto di invidia mi prende quando vedo che lei passa quasi a spalle dritte dove io devo passare di lato ed evitare respiri ampi per non incastrarmi di torace

Come pensavo passa senza problemi…piccole strettoiste crescono. Inizia la discesa del pozzo successivo mentre io completo il mio campionario di sbuffi ed ansimi.

Ancora alla base del pozzo e via con il passaggio successivo, anche questo scavato con tanta fatica.

Arrivati all’attuale fondo, sistemiamo le nostre robe e poi facciamo uno spuntino in attesa che scenda Giuseppe con il materiale da scavo. Quando arriva e siamo tutti pronti diamo inizio ai lavori. Per primi scendiamo Angelica ed io. Le mostro il lavoro fatto la volta scorsa e le chiedo di infilarsi nello stretto per andare a vedere cosa c’e’ oltre e verificare se almeno lei riesce a scavare piu’ avanti. Acconsente e si insinua tra le pareti. Si affaccia dopo la curva e conferma la seconda curva vista da Valentina la volta scorsa. Per tornare indietro fatica un poco, cosa che ci convince a tornare indietro almeno di un metro e riprendere gli scavi da li’.

Continuiamo a lavorare di buona lena dandoci il cambio o per sopraggiunta stanchezza dello scavatore o per inizio di freddo “dell’attendente”.

In capo ad un paio, anche 3, ore qualche risultato inizia a vedersi, nulla di eclatante, pero’ ora almeno Angelica entra comodamente a vedere oltre.

Facciamo un primo tentativo di fare foto dopo la curva ma ancora e’ troppo stretto per poter operare in maniera ottimale.

Continuano i turni di scavo, Angelica durante il suo momento di pausa si prepara una sigaretta, ufficialmente per “vedere” se tira aria. Purtroppo deve rinunciare al suo piacevole esperimento scientifico perche’ ha dimenticato l’accendino. In compenso pero’ ha portato la GoPro, cosi’ tra una scavata e l’altra ci facciamo anche i video. Mentre sono io a riposare, Angelica e Giuseppe fanno un’altra prova fotografica.

Stavolta i risultati sono migliori, ecco le prime immagini di quel che c’e’ dopo la curva che ci impedisce il passaggio…in effetti c’e’ proprio un’altra curva.

Ora Angelica arriva senza sforzo dove all’inizio aveva faticato un poco. Visivamente non si nota una gran differenza, pero’ c’e’.

Ora almeno lei si affaccia comodamente per vedere oltre la curva. Di passarla non se ne parla ancora, ma ci arriveremo. Preso dalla curiosita’ mi infilo anche io a vedere, mi affaccio alla curva con la testa ed il collo stesi al massimo e riesco a togliermi la soddisfazione di vedere con i miei occhi cosa c’e’ oltre. Una piccola soddisfazione, ma e’ meglio di nulla. Ad essere sinceri anche Giuseppe ora si muove bene dentro la strettoia, ma anche per lui manca qualche centimetro per stare proprio comodo.

Ecco qua una Angelica contenta e completamente mimetizzata dal fango che le ha impregnato la tuta.

Il buon Giuseppe, l’unico cosi’ provvido da aver portato l’orologio, ci avverte che sono le 5 del pomeriggio, e’ una buona ora per uscire. Cediamo volentieri al piacevole pensiero di una buona cena. Mentre ci prepariamo a salire noto un particolare che prima mi era sfuggito. La circolazione dell’aria e’ cambiata. Quando siamo arrivati la grotta “tirava” l’aria verso dentro, ora la ributta fuori. Sara’ cambiata la temperatura fuori? Condivido la cosa con i miei amici ma anche loro non hanno ipotesi da fare in merito. Prendiamo nota mentalmente della cosa, finiamo di prepararci e partiamo. Stavolta e’ Giuseppe ad andare avanti, seguito da Angelica e quindi io a chiudere la fila. Giuseppe ci da’ la libera dopo aver salito l’intero pozzo, un P30 circa, contiamo quindi che lo rivedremo solo fuori.

Angelica ed io saliamo invece a distanza di un frazionamento. Come la volta scorsa con Valentina, anche con Angelica ci ritroviamo al terrazzino fangoso e usiamo le 2 vie per salire assieme.

E’ piacevole salire un pozzo facendo chiacchiera tra una pedalata e l’altra, si sente meno la fatica.

Nonostante il vapore che emano, riesco a fare una foto verso l’alto dove ancora filtra la luce del sole. Vista confortante.

Ancora una volta abbiamo dimenticato di regolare l’imbrago di Angelica. La nostra recidiva dimenticanza costa dei simpatici dolori alla nostra amica, per fortuna solo negli ultimi metri di pozzo.

Nell’ultimo tratto vado avanti per non intralciare Angelica e liberare svelto il passaggio per l’esterno. Pochi minuti e siamo tutti fuori.

Giuseppe e’ rimasto ad aspettarci perche’ la temperatura fuori e’ decisamente accettabile. Anche se con la mano tremula, decido che si e’ meritato una foto.

Appena riuniti, prendiamo il sentiero per tornare alla macchina, temperatura accettabile o no, siamo comunque bagnati fino alle ossa ed i vestiti asciutti sono una piacevole prospettiva.

Quando siamo tutti ritornati in sembianze umane e con vestiti caldi addosso, decidiamo di aver meritato una buona cena per suggellare la bella giornata. Saltiamo quindi in macchina e sulla strada del ritorno facciamo tappa a Marano per un piatto di pasta. Il ritorno e’ come al solito sonnacchioso e senza storia, la guida sicura della nostra pilota ci porta in un battibaleno fino a destinazione. Alla prossima.

Informazioni su fato63

Pratico la speleologia da qualche anno ormai. Mi sono finalmente deciso a tenere un diario delle uscite. Approfitto del blog per renderlo consultabile e commentabile.
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