Una interessante esperienza come istruttore al corso di rilievo SNS-CAI organizzato da Mirko ed ospitato nella sede del GSCaiPerugia.
Prima di raccontarvi vi presento coloro che hanno preso parte al corso.
Allievi: Lorenzo di Foligno, Gianfranco di Rieti, Valentina di Perugia, Andrea di Perugia, Stefania di Spoleto, Lorenzo di Perugia, Francesco di Gubbio, Marco di Gubbio, Mattia di Fabriano, Pina di Scheggia, Rita di Perugia, Graziano di Gualdo Tadino.
Istruttori: Mirko di Terni, Matteo, Francesco, Alessandro e Lorenzo di Perugia, io di Roma.
Direttore del Corso: Mirko di Gubbio.
Logistica/Staff/Cucina: Silvia di Perugia.
Un grande abbraccio a tutti e grazie per le belle giornate passate assieme.
Andiamo ad iniziare….
Il venerdi’ pomeriggio, dopo il lavoro Betta, io e Luna ci carichiamo in macchina e partiamo alla volta di Perugia. Il viaggio non e’ brevissimo ma scorre via tranquillo. Appena arrivati a Perugia devo districarmi tra le strade, stradine e vicoli del centro citta’ perche’ nella via dove abbiamo l’albergo ci sono lavori in corso per rifare la pavimentazione. Dopo qualche giro dubbioso, inbocco la strada giusta e sbuco in Piazza IV Novembre, la piazza principale di Perugia ed iper-interdetta al traffico. Richiamo l’albergo per sincerarmi di essere sulla retta via e loro mi ripetono pazientemente che la piazza e’ l’unico accesso all’albergo. Mi rassegno e vado. Via Priori parte proprio dalla piazza e si interrompe per i lavori appena dopo l’albergo. Parcheggio la macchina in garage facendo gli scongiuri di non doverla piu’ toccare per i prossimi giorni. Pochi minuti e siamo nella nostra camera ad ammirare il panorama.Il tempo di un breve riposino ed e’ ora di cena. Scendiamo armati delle migliori intenzioni. Pochi passi e siamo in piazza. Ora inizia ad essere un poco piu’ animata.
Giriamo lungo il perimetro della piazza cercando un posto simpatico deve mangiare.
Intanto ne approfitto per fare foto.
Sempre passeggiando senza fretta usciamo dalla zona pedonale. Subito vicino c’e’ un’altra piazza. Un ristorante ci incuriosisce perche ha i muri tappezzati da fumetti e strani menu. Decidiamo di provare la’. Alla fine usciamo soddisfatti.
Sabato mattina, ahime’, devo prendere la macchina. La sede del gruppo di Perugia e’ troppo distante per andarci a piedi. Alle 8 arrivo nelle vicinanze ma non trovo il civico indicatomi. Mi fermo ad un bar e prendo un caffe’ nell’attesa che qualcuno mi venga a prelevare. Alle 8.20, ricevute indicazioni, arrivo alla sede e trovo Mirko in piena attivita’. Gia’ qualche allievo e’ arrivato.
Alle 8.30 siamo in parecchi, siamo pronti per iniziare ma aspettiamo ancora qualche minuto per l’arrivo dei ritardatari.
Mirko intanto prova l’architettura tecnologica che ha preparato per il corso,usa la fotocamera sul cavalletto in modalita’ video e l’ha collegata al proiettore. In questa maniera potremo mostrare “dal vivo” gli strumenti utilizzati.
Aula quasi completa, manca solo Andrea ma arrivera’ a minuti. Iniziamo. Tanto per creare atmosfera prendo la mia sacchetta da rilievo e ne svuoto il contenuto sul tavolo
Inizia a parlare Mirko spiegando gli obiettivi del corso e come questo si svolgera’.
Durante l’introduzione arriva anche Andrea, ora siamo proprio tutti. Mirko termina il suo intervento e si fa da parte, e’ il momento della lezione di Francesco. Francesco si avvicina al tavolo con uno scatolone pieno di “balocchi” da rilievo ed inizia a parlarci del “rilievo ipogeo”.
Mentre lui parla io curioso nella scatola. Dentro c’e’ una scatoletta di alluminio, che potremmo definire “il nonno del DistoX”. Contiene infatti il topofil, la bussola ed un goniometro a fare da clinometro, e’ bellissima!
Nonostante il mio curiosare, riesco comunque a seguire l’interessante lezione di Francesco e ad importunare gli allievi con le foto.
Quando Francesco termina, veniamo chiamati ad una pausa caffe’ e non ci facciamo certo pregare.
Qualche chiacchiera in liberta’ prima di ricominciare.
Riprende la parola Mirko per mostrare il DistoX e svelare i segreti sull’utilizzo di PocketTopo. Dopo di lui e’ il momento di parlare di Topodroid, mi cede la parola. Non sapendo bene come fosse organizzato il corso non ho preparato slide o altro. Alla fine e’ un bene perche’ utilizziamo il Topodroid sul tablet di Mirko proiettato sullo schermo. Seguo a braccio la traccia tenuta da Mirko nel suo intervento e cerco di dare una panoramica minimale dell’utilizzo della app.
Il mio intervento chiude la mattinata. Giusto in tempo per il pranzo. Silvia dalla cucina ci avverte che e’ pronto e ancora una volta non ci facciamo certo pregare.
Terminato il pranzo si riprende col corso. Nel pomeriggio e’ prevista una prova pratica di rilievo in 2 cavita’ artificiali. Una e’ proprio dentro Perugia. Mi propongo per andare la’ cosi’ da riportare subito la macchina in albergo sfruttando la guida di qualche perugino…il tragitto di ritorno mi preoccupa, i lavori in corso portano fuori strada anche il navigatore. Vengono fatte le squadre, andro’ alla cavita’ dentro Perugia, il rifugio antiaereo. Con Marco scherziamo un poco simulando il rilievo con una improbabile “pompa-DistoX”.
Si parte! Per prima cosa si andra’ tutti in un bosco appena fuori Perugia a fare la sacrosanta, quanto noiosissima, calibrazione dei distoX. Con la mia macchina seguo Silvia e facciamo un “giro largo”, mi accompagna all’albergo a posare la macchina in garage e poi mi trasporta al bosco dove troviamo i nostri allievi impegnatissimi nel fare la calibrazione.
Si sono divisi in piu’ gruppetti, ognuno col proprio DistoX e prendono i punti di calibrazione sfruttando gli alberi come riferimento. Inizio a dare una mano. Quando hanno quasi terminato tutti, Stefania ricorda che ha ancora un DistoX da calibrare. Iniziamo a farlo e riusciamo a prendere tutti i fatidici 56 punti ma Topodroid ci dice che non bastano. Dovremmo prendere altri punti ma non c’e’ tempo, e’ ora di andare a fare il rilievo. Magari riusciremo a riprendere la calibratura in seguito.
Arrivati alle macchine ci dividiamo in due gruppi poi ci dirigiamo alle 2 cavita’ artificiali scelte. Il mio gruppo ritorna dentro Perugia per andare al rifugio antiaereo. Dell’altro gruppo perdo subito le tracce alla prima curva.
Arriviamo sul far della sera. La temperatura e’ scesa sensibilmente. Non mi sembra il caso di cambiarmi in mezzo alla pubblica via, mi tolgo la giacca con un brivido e metto la tuta sopra i vestiti sperando di non sporcarli troppo.
Andrea si avvia con passo deciso dirigendosi verso un giardino alberato, con tanto di fontana, a ridosso delle mura della citta’.
Passata la fontana vedo finalmente la nostra destinazione, una porticina metallica. Quando ci siamo tutti, questa viene aperta ed entriamo nelle mura, dentro il rifugio antiaereo. Appena prima di entrare ci dividiamo in 3 diverse squadre. Una fara’ il rilievo iniziando dall’ingresso utilizzando DistoX+Topodroid, altre 2 andranno alla fine del rifugio ed inizieranno da li’. Io sono in una delle squadre di fine rifugio, sono con Stefania che desidera utilizzare il Topodroid. La seconda squadra di fine rifugio utilizzera’ DistoX+PocketTopo.
Siamo in una galleria con le pareti rivestite di mattoni, a terra un poco di fango ma per il resto abbastanza pulito. Le foto iniziano subito a venire “nebbiose”, non c’e’ molta circolazione d’aria ma in compenso c’e’ una forte umidita’.
Dopo l’ingresso svoltiamo a sinistra e proseguiamo diritti per una trentina di metri, in questo pezzo di galleria, disposte ad intervalli regolari ci sono alcune diramazioni cieche che terminano dopo circa 5 metri. Quasi in fondo alla galleria giriamo di nuovo a sinistra, una decina di passi e ci troviamo in un’altra galleria che e’ parallela alla precedente e si sviluppa sia a destra che a sinistra. Tanto per distinguerle la prima sara’ la galleria “principale” la seconda sara’ quella “parallela”. Ora che sappiamo come riconoscerle va meglio! Ma torniamo a noi. Come dicevo, sbuchiamo nella galleria parallela e andiamo a destra. Strada facendo incontriamo i resti di alcune camere, chissa’ a cosa servivano, magari da magazzino. In fondo alla galleria inizia una scala a chiocciola. La saliamo facendo alcuni giri fino ad un pianerottolo dove ci spostiamo di qualche metro e prendiamo un’altra scala a chiocciola che saliamo fino a dove si interrompe bruscamente perche’ murata. Da qua inizia il nostro rilievo. Dopo le ultime raccomandazioni ai nostri allievi, si inizia a fare sul serio, si armano di DistoX, attivano chi TopoDroid, chi PocketTopo inserendo un nuovo rilievo, come visto a lezione, e poi via a prendere punti. Visto che la scala a chiocciola e’ piccola, siamo in tanti e ci intralciamo tra noi, chiedo a Stefania di cedermi il DistoX con la calibrazione incompleta per terminarla. Non potra’ venire precisissima in mezzo a tutto questo cemento armato, ma almeno sara’ utilizzabile. Scendo fino al pianerottolo ed inizio a prendere i punti. Continuo finche’ il TopoDroid sul mio cellulare si dice soddisfatto. Installo la calibrazione sul DistoX e faccio per tornare da Stefania. Vengo fermato quasi subito da qualcuno che si avvicina, chiamandomi. E’ Marco, della squadra che ha iniziato dall’esterno. Hanno preso i punti per delimitare le mura ma una volta scaricati su TopoDroid hanno ottenuto dei risultati bizzarri, solo una linea in sezione ed un punto in pianta. Ci metto un poco a capire che per qualche motivo misterioso i punti presi, sia battute che splay, ci sono tutti, ma sono ammucchiati uno sull’altro. Cerco il motivo pasticciando coi dati e con la configurazione di TopoDroid ma arrivo a nulla. Mi faccio prestare il loro DistoX e lo accendo. A prima vista sembra andare bene. Provo a prendere un punto, poi mi giro, ne prendo un altro. Scopro il mistero quando punto l’attenzione sulle misure di inclinazione. Col distoX in piano dovrei avere una inclinazione ci circa 0°. Il distoX che ho in mano in orizzontale misura 90°! Faccio alcune prove con varie inclinazioni ed ho la conferma di aver compreso l’arcano. Vado a verificare le misure su TopoDroid e finalmente trovo la spiegazione al suo strano comportamento. Tutte, ma proprio tutte le misure prese hanno una inclinazione intorno ai 90°. Ora tutto torna. Il DistoX che hanno utilizzato non va bene. Non lascio che il gruppo, che intanto si e’ riunito, si sconforti al pensiero di non poter fare il rilievo. Casualmente ho un DistoX appena calibrato che potrebbe sostituire quello anomalo. Accenno a Stefania del prestito e facciamo lo scambio. Marco ed il resto della squadra sono visibilmente sollevati, possono tornare al lavoro.
Torno ai miei doveri. Visto pero’ che Stefania e’ validamente supportata da un altro istruttore, approfitto del momento di calma per gironzolare per la galleria e vedermela senza fretta. Anche nell’altra parte della galleria parallela ci sono delle camere. Ci entro, altro non sono che i bagni.
Passeggiando e osservando arrivo fino all’esterno. La squadra che opera qua, col nuovo DistoX non sembra avere problemi.
Panorama della galleria dall’ingresso. A sinistra inizia la galleria principale. Sul soffitto una quantita’ di capelli d’angelo.
Una farfallina nei pressi della porta. L’umidita’ si e’ addensata sulle ali in minuscole goccioline che brillano alla mia luce.
Uno dei capelli d’angelo.
E una delle diramazioni cieche.
Una minuscola colonna.
Nel mio girovagare incontro la squadra “pocketTopo” che dal fondo arriva ora a girare l’angolo ed attaccare la galleria principale.
Andrea mentre opera sul PocketTopo.
Stefania e’ ancora alla galleria parallela, vado a sincerarmi che non ci siano problemi.
Nessun problema, il suo istruttore personale se la cava benissimo. Vediamo insieme i punti presi finora e il disegno dei bordi che Stefania ha fatto per pianta e sezione. Visto che tutto sembra procedere per il meglio, li lascio lavorare.
La squadra PocketTopo e’ impegnata con le diramazioni cieche. Dopo qualche tempo loro si allontanano verso l’esterno e la squadra TopoDroid dall’esterno prende possesso della galleria principale. Anche Stefania procede spedita e termina con i punti all’esterno mentre la squadra PocketTopo e’ impegnata sulla scala a chiocciola.
Oramai e’ notte quando siamo di nuovo tutti fuori a commentare il lavoro fatto. Devo dire che ora, con i vestiti bagnati di sudore e senza la giacca, sento proprio freddo. Purtroppo devo attendere il ritorno di Andrea da una veloce commissione prima di poterla recuperare. Mi rassegno a tremare per un po’. Quando finalmente arrivo alla macchina di Andrea e recupero la giacca, la indosso con molto piacere e sfrutto anche cappelletto di lana e guanti per stemperare il freddo che mi e’ entrato nelle ossa. Andrea gentilmente mi accompagna fino all’albergo. Ci lasciamo dandoci appuntamento per la cena alla sede del gruppo. Per conto mio, recupero Betta e Luna, mi cambio indossando una maglietta asciutta e poi mi rassegno a prendere la macchina. In verita’ ho piu’ sonno che fame ma l’atmosfera del corso e dei partecipanti mi piace proprio, vale la pena soffrire un poco di stanchezza per stare in buona compagnia. La cena e’ ottima ed abbondante come sempre. Concludiamo il pasto con un brindisi di ringraziamento a Silvia, l’angelo della cucina, uno a Mirko, il direttore del corso e poi a Perugia tutta! Il rientro all’albergo e’ meno traumatico di quanto mi aspettassi, il nuovo giorno e’ prossimo a nascere quando finalmente riesco a poggiare la schiena sul materasso.
La mattina dopo, alle 6.30, sono fuori con Luna per i suoi bisognini. Dopo, in rapida sequenza la colazione, poi i bagagli, quindi saldiamo il dovuto per l’alloggio, carichiamo tutto in macchina ed andiamo. Alle 9 siamo alla sede, come da programma. Mirko, instancabile, ha gia’ attrezzato la sala con alcuni tavolini dove lavoreremo alla restituzione grafica dei rilievi con Csurvey. In una pausa da impegni faccio un giro fotografico per questa bella sede. Un canapone, un pezzo di storia della speleologia. Vengono i brividi a pensare di scendere un pozzo con una corda simile, pero’ una volta c’era solo quella e quella si usava.
La maestosa palestra interna, una meraviglia!
Lo stemma del gruppo.
La bacheca con dei reperti archeologici.
I nostri rilevatori al lavoro. Sembra semplice utilizzare Csurvey, ma per prenderci dimestichezza bisogna sbatterci la testa per bene. I nostri allievi pero’ lavorano con impegno ed i risultati presto iniziano a vedersi.
Noi istruttori cerchiamo di dare una mano un po’ a tutti girando tra i tavoli. Ogni tanto serve un consulto tra istruttori per risolvere al meglio i problemi incontrati, ma insomma la cosa procede.
Mi fermo al tavolo con Stefania per vedere come procede e poi mi metto a pasticciare sul suo Csurvey. Da questa postazione continuo ad imperversare con le foto.
Sono tutti impegnatissimi.
Anche Mirko fa il proprio rilievo col pc collegato al proiettore cosi’ da poter spiegare le funzionalita’ di Csurvey.
Una panoramica dell’aula.
Ed ecco Stefania.
Consultazioni tra gruppi diversi.
Ecco una squadra che e’ andata alla seconda cavita’ artificiale che mostra con orgoglio il risultato di tante fatiche.
Si avvicina ora di pranzo. Anche il mio stomaco concorda con l’orologio. Vado a sbirciare se in cucina c’e’ qualcosa da sgranocchiare. Trovo nulla, pero’ incontro Felice, non ha potuto partecipare a causa di impegni di lavoro pero’ appena ha potuto e’ passato a trovarci. Ora parla fitto fitto con Mirko di cose speleo. Li saluto entrambi con piacere e poi li lascio per continuare la ricerca di uno spuntino.
Incrocio Silvia, il folletto che anima la cucina, e’ talmente veloce nei suoi continui spostamenti che nemmeno la fotocamera riesce a metterla a fuoco.
Il pranzo interrompe le fatiche dei nostri speleo-artisti. Silvia non si smentisce e ci nutre a dovere. Dopo il cibo e qualche brindisi il pranzo si avvia al termine. Gli allievi devono riprendere per chiudere i rilievi in vista delle ultime lezioni, su rilievo 3D ed altre amenita’. Per me purtroppo si e’ fatta l’ora di tornare verso Roma, non posso chiedere altro alla pazienza di Betta, ha passato la mattina su una poltroncina a leggere, ma ora inizia a scalpitare…meglio non farla infuriare…almeno non troppo!
Il ritorno e’ tranquillo, solo il solito tratto di coda nei pressi del casello dell’autostrada a Orte. Come dicevo e’ stata una bella esperienza in un contesto veramente piacevole, sia per il luogo che per le persone. Da istruttore ho potuto imparare molte cose e, spero, trasmetterne altre. Questo e’ sempre positivo. Alla prossima.