Tranquilla gita al Pretaro con Rosa, Stefano, Roberto, Valerio ed io.
Stefano qualche giorno fa, tramite la mailing-list dello SCR, aveva proposto una visita al Pretaro, la grotta di casa mia, a Montebuono dove c’e’ la casetta avita. Un qualcosa di tranquillo dopo i giorni di stress da poco passati, vicissitudini familiari di cui non sto a raccontarvi, e’ quel che fa al caso mio. Con Stefano come al solito basta poco per mettersi d’accordo. Mi gira inoltre anche il numero di Roberto con il quale concordo i termini per un passaggio fino a Settebagni dove ci riuniremo tutti prima di partire alla volta di Montebuono.
Roberto la mattina arriva puntualissimo, mi carica e andiamo al bar “fico” di Settebagni anticipandoci con la colazione. I nostri amici sono in leggero ritardo, pochi minuti, la cosa pero’ da’ a me e Roberto lo spunto per fare un cappottino ad altri amici che elevano il ritardo a forma d’arte raggiungendo picchi inimmaginabili ai piu’! Quando Stefano, Rosa e Valerio fanno la loro comparsa provvediamo alla loro colazione poi sistemiamo tutti i bagagli in macchina di Stefano e Rosa. Siamo giusto in 5 e ci stiamo comodi. Una rapida sosta al bar “Zanzibar” vicino Stimigliano e’ d’obbligo, voglio presentare ad i miei amici, e degustare, una delle loro ciambelle giganti. Ho una amara delusione, oggi siamo arrivati troppo tardi ed altri golosi par mio hanno gia’ fatto piazza pulita di tutte le ciambellone. Devo accontentarmi di una bomba con la crema, l’ultima rimasta. Dopo la doverosa sosta andiamo direttamente all’ingresso della grotta saltando la visita al “Roby Bar”. Oggi e’ lecito farlo poiche’ e’ chiuso per ferie! Ci prepariamo svelti, come sempre il sole riesce a bucare prepotentemente le nubi nel momento stesso in cui indosso gli abiti un poco piu’ pesanti per la grotta. Inizio a sudare immediatamente.
Eccoci tutti pronti, e’ quasi ora di pranzo, ma dopo le molteplici colazioni credo di poter resistere qualche ora senza cibo. Oggi, per la prima volta in tanti anni, ho dimenticato di portare l’acqua. Per fortuna Stefano ha con se’ una capace bottiglia.
Entro per primo e mi apposto per fotografare chi entra.
Ecco il buon Valerio.
Quindi l’impeccabile Roberto.
A seguire Rosa, che ingentilisce il gruppo.
E buon ultimo Stefano.
Per scattare le foto con cui potervi presentare tutti, mando avanti Valerio e Roberto che non conoscono la grotta, si crea quindi subito un poco di ingorgo. Urliamo loro le indicazioni per proseguire. Devono scendere il saltino e passare a pancia in su e piedi in avanti il passaggio basso seguente. Al di qua con Rosa inganniamo il tempo scambiandoci foto, lei le scatta a me ed io ricambio.
Una dolicopode bella cicciotta. Accanto a lei, sulla destra, anche se si vede poco ce n’e’ un’altra piccina piccina.
E’ il nostro turno di affrontare saltino e passaggio basso. Stefano e’ ancora di qua con la testa ma e’ gia’ abbondantemente passato dall’altra parte con la maggior parte del corpo. Rosa lo ferma in quella scomoda posizione per alcune foto…ed io riprendo tutti e due!
Al pozzetto ci ritroviamo tutti, e’ armato sia dall’alto che da meta’, Valerio lo affronta dall’alto, e’ stato assente per un po’ dopo il corso frequentato lo scorso anno e deve riprendere confidenza col discensore.
Roberto preferisce scendere con me fino a meta’ pozzetto ed affrontarlo da li’. Ce n’e’ per tutti i gusti!
Scendo giu’ svelto per immortalare la discesa dei miei amici.
Quando siamo tutti scesi, non rimane che affrontare il traverso che preclude al primo toboga.
Mi piazzo a meta’ strada per il solito reportage.
Valerio mi sorpassa in scioltezza, non faccio quasi a tempo a fotografarlo.
E’ la volta di Roberto che sceglie una modalita’ piu’ comoda per affrontare il traverso.
Valerio intanto e’ quasi arrivato ad affacciarsi al toboga. Lo avverto di rimanere con la longe attaccata alla corda del traverso mentre arriviamo tutti.
Mi sposto anche io al toboga ed assisto Valerio mentre se ne scivola giu’.
Mi affaccio dalla parte del traverso. Roberto e’ quasi arrivato alla fine.
Anche lui arrivato al toboga si arma di discensore e se lo scivola quietamente.
Dopo essermi assicurato che anche Rosa e Stefano stiano arrivando, scendo a mia volta il toboga. In fondo, per la gioia di Valerio fotografo la condottina che e’ alla base del toboga. Nella mia foto non rende, ma e’ tanto stretta quanto bella e concrezionata.
Ecco le punte di diamante di questa gita, siamo tutti ammucchiati alla base del toboga in attesa di Rosa e Stefano.
Si sentono rumori da sopra ma i nostri amici ancora non si vedono, si sono attardati sul traverso.
Vabbe’, intanto andiamo verso il secondo toboga.
Si, ma con la dovuta calma.
Vado avanti per fare gli onori di casa. Mi incuneo nella piccola nicchia alla partenza del toboga per fare spazio a chi passera’. Per primo mi raggiunge Valerio e gli presento il secondo toboga.
Valerio oramai ha fatto pace col discensore quindi lo sistema lesto sulla corda e poi scivola giu’ elegantemente.
Quando arriva giu’, per qualche decimo di secondo sono tentato di farlo andare a sinistra, nella direzione sbagliata ma e’ solo un pensiero birichino che non metto in atto.
Ecco Roberto che mi raggiunge.
Anche lui oramai e’ giunto a patti col discensore quindi si prepara e poi scende senza problemi.
Arriva anche Rosa, mi sbrigo a scendere per lasciarle spazio.
Rosa subito mi segue.
Roberto e Valerio si sono accomodati poco piu’ avanti ed ingannano l’attesa chiacchierando del piu’ e del meno.
E’ arrivato anche Stefano, possiamo ripartire.
In questo punto alla prima visita puo’ risultare ostico trovare la via, si incrociano alcune gallerie piu’ o meno strette.
Rosa e Stefano infatti provano una via alternativa.
Siamo nel tratto con la spaccatura trasversale, anche questa sarebbe una zona interessante da visitare ma oggi ci terremo sulla via classica.
Valerio, anche se confuso dai molti cunicoli che si diramano in tutte le direzioni, se ne va avanti in autonomia. Ha seguito il cavo finora e rimane sconcertato quando lo vede sparire verso l’alto, in un punto non proprio praticabile.
Arriviamo praticamente tutti assieme al passaggio un poco esposto. Stefano ha portato una corda apposta per lui. Me la passa e la sistemo.
Rosa ne approfitta per salire il tratto che ci divide senza faticose arrampicate.
Ecco Rosa mentre impegna il celeberrimo passaggio esposto che tanto emoziona i neofiti di questa grotta.
Foto di famiglia!
La corda e’ lunga abbastanza quindi la fisso anche piu’ avanti per passare il piccolo salto con “l’onda”, una roccia modellata come, appunto, un’onda congelata poco prima di ricadere su se stessa.
Il buco nella roccia dove ho fissato la corda prima dell’onda e’ utile per un simpatico quadretto.
Dopo l’onda mancano pochi passi, anche se da fare sulle ginocchia, per arrivare alla sala del the. Qua ci prendiamo un attimo di riposo prima di decidere il da farsi. Andiamo tutti insieme a provare la strettoia in salita che porta alla sala Utec. Salgo per primo, Valerio mi segue. Rosa rinuncia senza provare, Roberto non si lascia tentare dal cimento. Stefano prova, ma un dolore alla spalla che lo tormenta in questi giorni lo convince a desistere. Ci avvertono che, lemme lemme, prenderanno la via del ritorno. Io arrivo alla sala Utec e mi preparo a fare da cicerone a Valerio.
Eccolo che esce fuori contento dall’ultimo tratto.
Una rapida sosta alla sala Utec poi proseguiamo fino al trivio dove costringo il povero Valerio ad ascoltare tutte le storie delle passate esplorazioni e delle speranze di trovare un secondo ingresso da queste parti. Nei pressi del trivio trovo l’opera di un artista sconosciuto. Peccato solo che ne sia rimasto solo un pezzo.
Ma ci sono anche io! Non ricordavo.
Mentre chiacchiero indicando a Valerio i punti “notevoli” del trivio trovo per terra le gambe mancanti della pregevole statuetta. Mi sembra un peccato non riattaccarle. Ecco, ora e’ quasi come nuova.
Illumino avanti per mostrare la prosecuzione della grotta, almeno una di quelle piu’ promettenti.
Valerio inizia a dare segni di aver raggiunto la saturazione relativamente alle mie chiacchiere ed ancor piu’ alle foto. Quando inizia a pregare gli spiriti della grotta, questo mi induce a pensare che forse e’ ora di tornare indietro.
Iniziamo a strisciare ginocchioni nel fango colloso sulla via di ritorno alla sala Utec.
Questi minuscoli capelli d’angelo mi incuriosiscono. Mi fermo a fotografarli costringendo il povero Valerio a fare da tecnico delle luci.
Arriviamo alla sala Utec poi scendiamo svelti alla sala del the. I nostri amici sono andati, come ci avevano avvisati.
In breve siamo di nuovo al passaggio esposto dove recuperiamo la corda di Stefano. Proseguiamo lesti per la spaccatura trasversale.
Siamo vicini al secondo toboga. Ora sentiamo le voci dei nostri amici.
Arriviamo in tempo in tempo per ammirare la salita di Rosa. Stefano e’ gia’ su che la attende.
Dopo Rosa si cimenta Roberto.
Valerio gentilmente gli tira la corda.
Alla base del primo toboga siamo di nuovo riuniti. Rosa si presta a fare da modella per una foto facendo il verso allo torre di Pisa!
Roberto si prepara concentrandosi prima della salita.
Rosa intanto sale a raggiungere il suo dolce meta’.
E’ il momento di Roberto.
Intermezzo col solito cunicoletto concrezionato.
Anche stavolta Roberto se la cava egregiamente. Toboga 0 – Roberto 2, e tenete conto che toboga giocava in casa!
Valerio intanto freme per partire a sua volta, devo accecarlo col flash per tenerlo calmo.
Arrivato Roberto, saliamo anche noi per poi andare ad impegnare il traverso.
Rosa e’ capofila e noi dietro in fila indiana.
L’ultimo tratto del traverso con Rosa sorridente.
Il passaggio di Valerio.
E quello di Roberto.
Quando arrivo anche io alla fine del traverso, c’e’ Rosa impegnata con la risalita del pozzetto.
Eccola in posa plastica mentre conclude la salita.
Salgo anche io lasciando Valerio e Roberto la scelta di quale corda usare per la salita, come ho gia’ detto, ce n’e’ per tutti i gusti.
Finalmente “ribecco” anche Stefano, non mi lascio sfuggire l’occasione.
Valerio in arrivo sul “Freccia Gialla”, la corda direttissima, con l’armo a tetto.
Dopo il pozzetto oramai ci possiamo considerare fuori. Tento ancora un timido scatto al saltino vicino l’uscita ma ne esce qualcosa buono solo per occupare questo spazietto.
Eccoci fuori, sembra aver piovuto. Sbrighiamoci a cambiarci.
Tornando verso Roma ci anima un comune intento, andare a cena. A Settebagni Valerio ci abbandona ma noi rimaniamo ancora convinti a perseguire l’obiettivo cena. Alla fine la scelta ricade su un ristorante dalle parti di Settebagni che conoscono Rosa e Stefano. Arriviamo un pochino in anticipo, ma non ce lo fanno pesare presentandosi da li’ a poco con questo bendidio.
Eccoci mentre facciamo finta di nulla per non avventarci in malo modo sul mangiare.
La serata finisce benone, direi. Il ritorno a casa, un abbraccio a Betta ed una bella dormita chiudono degnamente la giornata. Alla prossima!