Una allegra uscita in grotta con picnic. Siamo stati in tanti e ci siamo divertiti come non mai!
Nel corso della settimana ci scambiamo un mare di messaggi ma alla fine ci mettiamo d’accordo, appuntamento la mattina al primo bar che si incontra uscendo dalla autostrada a Vicovaro Mandela. Betta, io e Luna arriviamo con ampio anticipo e ci mettiamo fuori a degustare la colazione godendoci il tiepido sole. All’ora dell’appuntamento inizia a vedersi qualcuno. In capo a mezz’ora abbiamo monopolizzato il bar. Dopo che tutti si sono adeguatamente rifocillati riprendiamo le macchine e partiamo. Dalla fila di macchine si direbbe piu’ un matrimonio che una uscita speleo. Al bivio per Subiaco il buon Claudio, che e’ sulla macchina capofila, decide di fare un esperimento “simpatico”, prende a sinistra per Arsoli invece che a destra per Subiaco. Inevitabilmente tutti, tranne noi (Betta ed io), lo seguono. Esperimento riuscito! Poco dopo, vicino Agosta, incrocio la macchina di Gabriele. Oggi lui ed altri amici andranno a fare un video a Grotta Doli, sarei dovuto andare con loro ma gli ho dato buca per questa gita all’Inferniglio con picnic. A Subiaco per fortuna stamane non ci sono mercati o fiere o sagre che chiudono la nostra strada quindi la attraversiamo senza problemi prendendo poi il bivio per Jenne. Passiamo l’Inferniglio e subito dopo ci fermiamo. C’e’ un ottimo spiazzo dove fare il campo. Qualche minuto dopo fa capolino la prima macchina del gruppo, quella con Claudio, lo sperimentatore!
Dietro ci sono tutte le altre.
Intanto prendiamo ufficialmente possesso del posto. Vi presento qualcuno cosi’ magari fate amicizia!
Claudio, che si avvia per la supervisione dell’approntamento del campo.
Stefano, oramai con tutta la dieta che ha fatto merita l’appellativo di “er secco”!
Questa foto non so come sia uscita fuori, pero’ e’ simpatica e ve la mostro.
Andrea e Gianni.
Pamela!
Cristina e Tiziano.
Fabio, in posa plastica.
Da sinistra, Fabrizio, Maria, Veruska e di nuovo Cristina
Pamela pudica.
Cristina, Betta, Laura e Maria. Anche Luna e’ nel gruppo.
Rosa e Stefano. E’ arrivato il momento di cambiarsi per la visita all’Inferniglio.
Stefano, oggi in versione paterna, con Tiziano sulle spalle. In retroguardia la fotografa ufficiale della giornata, Valentina.
Una foto alla fotografa!
Fa caldo, prendo le mie cose e mi avvio. Lancio un urlo per avvertire. Pamela ed Andrea mi accompagnano.
Quando arrivo all’imbocco dell’Inferniglio mi fermo per asciugare il sudore prima di terminare la vestizione. Sento rumoreggiare. Torno indietro un pezzetto per vedere chi arriva.
Ma siamo proprio tanti…nel mucchio vedo fare capolino anche Luna!
Fabio dirige la folla sciamante.
Tra loro c’e’ anche Betta!
Eccoci tutti all’ingresso della grotta. Il sudore oramai e’ asciutto, termino di vestirmi ed inizio ad entrare. Convinco Betta a seguirmi per qualche metro nella grotta ma poi se ne torna ben volentieri alla luce. Anche Luna e’ tentata di seguirmi ma appena vede Betta tornare indietro ne segue l’esempio.
Stefano accompagna in grotta Tiziano. Sembra piacergli, chissa’ che crescendo non gli venga la passione per l’ipogeo.
Siamo tutti pronti. ora si parte sul serio.
Pochi metri di scivolo e siamo al primo laghetto. E’ quasi del tutto asciutto e si passa senza nemmeno bagnarsi i piedi, il livello “normale” dell’acqua si vede bene, e’ almeno un metro piu’ in alto. Per terra ci sono delle tavole ma sono una trappola, sono tra gli oggetti piu’ scivolosi che abbia mai sperimentato. Dopo un tentativo di approcciarle le evito accuratamente
Ritrovo Stefano, mi mostra uno dei “cerchi”, una formazione particolare su cui lui ed altri amici hanno fatto uno studio.
Dopo il primo laghetto c’e’ una colata gigantesca con una corda per aiutarsi a salire. Io faccio lo splendido cercando di scalare la colata senza aiuti ma scopro subito che e’ scivolosissima e rischio una figura da niente quasi cadendo disteso a 4 di spade!
Dopo il primo passaggio poco elegante proseguo cercando di darmi un contegno. Blocco Stefano che e’ dal lato opposto di una vasca vuota perche’ mi faccia luce mentre scatto una foto.
Proseguo cantando a squarciagola per la gioia dei miei amici e colleghi grottaioli. Arrivati a questo punto lancio un acuto che li induce a “congelarsi” il tempo necessario a che io scatti una foto.
La quiete dura poco, appena mi distraggo un attimo, partono in avanti come tirati da una fionda.
Un laghetto da passare. Ora provero’ a vedere se sono stato troppo parco con lo strato di neoprene che ho indossato.
Entro in acqua, la mezza muta da 2 mm mi copre fino a sopra le ginocchia. L’impatto con l’acqua fredda si fa sentire ma dopo un po’ inizio ad abituarmi, ne approfitto per tentare ancora una foto.
Ci provo nuovamente approfittando di una sosta di Thierry, il nostro ospite francese.
Con sprezzo del gelo attraverso il laghetto e proseguo. I miei amici sono lontani ma probabilmente riesco ad insolentire ugualmente le loro orecchie continuando imperterrito con il mio cacofonico canto.
Una simpatica vaschetta. I miei amici sono sempre piu’ lontani, staranno mica scappando?
Ma no! Eccoli tutti qua. Si sono fermati ad un laghetto. Qua si deve nuotare, temo.
No, e’ camminabile, pare.
Incurante del gelo approfitto del lento incedere dei miei amici per qualche foto.
Pamela, anche se un poco sbiancata dalla mia luce, fa sempre la sua figura.
Proseguiamo per il meandro, io continuo a tentare foto a casaccio.
Qua ci si bagna parecchio, pero’ finche’ l’acqua non arriva al collo mi sembra di potercela fare.
Passiamo accanto ad un buchetto, il primo sifone, mi dicono. Passando sporchiamo di fango il tenue rivoletto d’acqua che ci si butta dentro. Faccio in tempo a scattare una foto prima che diventi tutto opaco.
Una medusa con sotto una stalagmite “vaschettata”.
Recupero di nuovo i miei amici, c’e’ una nuova sosta per un tratto di meandro ben allagato. Stavolta non posso cavarmela a buon mercato, c’e’ da nuotare. Faccio qualche timida prova. L’acqua gelata morde forte, mi entra anche dal collo quando arrivo dove non si tocca. Torno indietro per acclimatarmi e prendere coraggio. Quando il passaggio e’ abbastanza sgombro e l’acqua sembra solo freddissima invece che insopportabilmente gelata, mi butto e nuoto a vigorose bracciate fino al punto in cui posso uscire. Muovere velocemente le braccia ha mitigato il freddo, nonostante questo apprezzo di poter uscire dall’acqua.
La camminata che segue mi riscalda subito.
Costringo Pamela ad una posa da giovane esploratrice.
Siamo arrivati al sifone finale, ci sono molti spettatori ed alcuni intrepidi che si esibiscono in tuffi.
Eccone alcuni che fanno la fila per il tuffo.
Stefano valuta la situazione.
Noi siamo in platea. L’idea di un tuffo mi sorride ma non vorrei esagerare, ora sono al calduccio ma la mia muta stavolta e’ troppo esigua. E’ un attimo andare in ipotermia se si esagera.
Ancora qualche tuffo prima di rientrare.
Mi sono meritato una foto anche io? Magari no, pero’ me la faccio scattare lo stesso in compagnia di Pamela.
Sulla strada del ritorno continuo a provare ad ottenere foto decenti, almeno per la perseveranza sono ammirevole!
La nuotata del ritorno mi sembra meno peggio dell’andata, probabilmente pero’ solo perche’ e’ quella del ritorno.
Una stalagmite con i piedi di fango, letteralmente. La terra fangosa su cui poggiava e’ stata tirata via dall’acqua ed e’ rimasto questo simpatico ponticello.
Cucu’!
Proseguiamo.
Dai, venite!
La strada da fare non e’ molta, io impiego il tempo tentando foto.
Catturo nuovamente Pamela costringendola a stare immobile un quarto d’ora a fissare la colonna. Quando la colonna minaccia di denunciarla per stalking sono costretto a desistere e proseguire.
Un passaggio doppio, il pietrone divide il meandro in due. All’andata abbiamo preso tutti il passaggio ora a sinistra perche’ dall’altra parte ci si bagna. Ora e’ indifferente.
Infatti alcuni, tra cui io, passano a destra sfidando nuovamente il gelo delle acque.
Dopo l’acqua pero’ ci attendono delle belle vaschette.
Subito dopo si puo’ scegliere se seguire la via dell’andata oppure infilarsi tra le floride concrezioni e strisciare fino a sbucare dalla parte opposta. Stavolta opto per la via facile, una volta tanto non vorrei sporcarmi! Un gruppetto capitanato da Fabrizio e Veruska prendono la via tra le concrezioni.
Chi arriva?
Ma e’ Claudia! Forse non ve l’avevo ancora presentata.
Siamo di nuovo alle belle vaschette subito prima della scivolosissima colata iniziale.
Al laghetto iniziale Veruska si opziona un bel livido su una coscia andando a tentare il passaggio sulle tavole infide. Il tentativo si conclude con una caduta per fortuna senza brutte conseguenze. L’uscita poi e’ questione di pochi passi. Il caldo ci assale di nuovo.
Si torna in zona picnic.
I miei amici non ne hanno abbastanza e quindi vanno a rinfrescarsi nelle acque dell’Aniene.
C’e pure un punto dove e’ possibile tuffarsi. Alcuni, tra cui Claudia e Fabrizio, si cimentano. Sarei tentato anche ora dal tuffo ma un brivido dietro la schiena mi avverte che di freddo per oggi ne ho preso abbastanza. Scendo giu’ e mi immergo traversando il fiume. Accontentiamoci.
Pamela mentre fa aperitivo.
E’ arrivata Claudia a farci un saluto. Betta e Luna fanno gli onori di casa.
Eccoci in pieno picnic.
Le salsicce sono quasi pronte. A badare loro al momento c’e’ Stefano ma in molti hanno contribuito.
Ecco il capocuoco che si rifocilla.
Si mangia!
Dopo il pasto qualche chiacchiera. Di cosa? Ma di grotte, che altro?!?
Altra ondata di salsicce. Ora l’officiante al sacro fuoco e’ Max.
C’e’ chi gia’ riposa.
L’atmosfera si fa piu’ rilassata ora che abbiamo tutti il pancino pieno.
Ancora c’e’ chi mangia ma e’ solo perche’ non ha fatto a tempo ad approfittare della prima tornata di salsicce.
Non poteva mancare il caffe’.
Dal nulla spuntano fuori delle caffettiere gigantesche ed in qualche minuto c’e’ caffe’ per tutti.
La pausa pranzo e’ finita. Iniziamo a scegliere un albero per fare un poco di esercizi su corda.
Sistemata la corda, Laura e’ la prima volenterosa.
Pamela fa finta di nulla facendo le faccine quando la esorto a prendere la sua attrezzatura.
Tiziano vuole barattare il suo camion con un giro su corda…
Forse possiamo accontentarlo. Eccolo subito trasformato in mini-speleo.
Mamma Cristina osserva che venga fatto tutto per bene.
Eccolo che ci saluta felice dall’alto! Il problema ora e’ convincerlo a scendere. Per fortuna l’imbrago e’ di fortuna e gli sega un poco le cosce. Il dolore pote’ piu’ della passione!
Fine picnic. Quando ce ne andiamo lasciamo tutto pulito, come dovrebbe essere per tutti…
Breve consulto. Decidiamo che ci fermeremo a Subiaco per bere qualcosa tutti assieme prima di prendere commiato.
Al ritorno a Subiaco troviamo una festa, la piazza dove pensavamo di fermarci e’ inaccessibile. Dopo esserci persi in vari giri, con qualche telefonata ci ritroviamo ad un bar sulla strada subito fuori Subiaco.
Rapido giro di foto alla tavolata.
Giro finito.
Dopo la bevuta alcuni riprendono la strada di casa. Altri, tra cui Betta ed io, decidiamo che abbiamo tempo e voglia per una cena assieme. C’e’ un ristorante vicino Saracinesco che, non so chi, ha trovato per caso alla fine di una precedente uscita.
La cena e’ ottima anche se dopo il primo non ho piu’ spazio per altro. La compagnia e’ piu’ che piacevole…insomma passiamo una bella serata. Al ritorno troviamo la strada sgombra. Praticamente una giornata perfetta! Alla prossima.
I tuoi racconti sono unici Bibbo!!